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Il nuovo Comites Austria

Dopo quattro anni la comunità italiana in Austria torna finalmente ad avere un Comites. Come vi avevo già annunciato nella scorsa newsletter, il 4 dicembre si è concluso lo spoglio delle schede e la lista Com.It.At – di cui anche io faccio parte – è stata eletta.

Voglio quindi dedicare questa newsletter a qualche riflessione – a nome personale – sul ruolo che penso dovrebbe avere in Austria.

Partiamo da un dato, ovvero quello della partecipazione alle elezioni, che anche questa volta è stata purtroppo molto bassa. Sebbene ci siano oltre 30.000 italiani in Austria, solo 495 hanno chiesto di partecipare al voto. Di questi 342 plichi sono tornati in tempo alla cancelleria consolare, e 326 sono stati ritenuti voti validi. In totale la partecipazione è stata quindi di meno dell’1% degli aventi diritto di voto, un numero che deve fare riflettere.

Il sistema utilizzato – che richiedeva una richiesta attiva per votare – è stato sicuramente un grande ostacolo, ma l’esigua percentuale è anche un segnale che una delle priorità del Comites dovrà essere da subito un grande lavoro di comunicazione per farsi conoscere.

Forse qualcuno di voi si ricorda che cinque anni fa scrissi una lettera aperta al precedente Comites, con una serie di riflessioni su come ritenevo che questo organo debba svolgere il proprio ruolo a favore della comunità. Li ritengo naturalmente ancora validi, e ora questi consigli ricadranno su di noi, e sarà per me naturalmente importante rispettarli (e per voi controllare che vengano seguiti!).

Devo ammettere che per lungo tempo sono stato scettico che il Comites fosse la struttura giusta per la comunità italiana in Austria. Ma ora ritengo che potrebbe essere invece il mezzo ideale per ripartire dopo la pandemia. L’associazionismo italiano in Austria è da anni purtroppo molto carente, e il coronavirus ha dato il “colpo di grazia” alla maggior parte delle attività e delle possibilità d’incontro per la nostra comunità. Il Comites, grazie alle sue strutture e ai suoi fondi, potrebbe essere la scintilla che faccia ripartire tutto questo.

Lo dico subito: non sarà facile. Non essendoci stato un Comites attivo negli ultimi anni stiamo partendo praticamente da zero. C’è molta burocrazia, dovremo creare tutte le strutture, sia interne che esterne, e anche conoscerci bene tra di noi. L’inizio delle attività non sarà quindi immediato.

Allo stesso tempo siamo una bella squadra, motivata e con tantissime idee da proporre. Ci siamo presi questo impegno – che vi ricordo si svolge su base volontaria – e faremo sicuramente il meglio che possiamo per dare una mano alla comunità italiana in Austria.

Il primo – piccolo – progetto, ovvero il questionario per conoscere gli interessi e i bisogni della comunità italiana è già stato un successo, con quasi 200 partecipanti (qui trovate i risultati) e ci sta aiutando nella preparazione dei primi progetti.

Abbiate ancora un po’ di pazienza e inizieremo a farci conoscere al più presto, sia noi che le nostre iniziative.

Voglio concludere con un’ultima nota: per me il Comites è composto da 12 persone ma sarà sempre aperto a tutta la comunità italiana, non solo ai membri eletti. Come noi cercheremo di supportare voi, ci farebbe piacere che anche voi aiuterete questa iniziativa a crescere, con proposte, contributi nella realizzazione dei progetti o anche solo partecipando agli incontri.

Non posso che concludere infine con un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato finora, chi ha sottoscritto alla lista, chi si è candidato con noi, chi ci ha votato, chi ha fatto da rappresentante e da scrutatore, e anche chi al consolato ha risposto alle nostre infinite domande.

I membri eletti del nuovo Comites Austria:

  1. Manganiello Paolo – voti 164
  2. Rebeschini Sara – voti 124
  3. Bolzan Daniela – voti 103
  4. Campanale Lidia – voti 97
  5. Marrella Francesco – voti 62
  6. Cescon Vania – voti 59
  7. Salucci Margherita – voti 59
  8. Cuzzocrea Laura – voti 55
  9. Carpanese Claudia – voti 54
  10. Mauro Marta – voti 50
  11. Blasioli Andrea – voti 48
  12. Rinaldi Ivan – voti 46

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti Coronavirus: ieri è finito il lockdown in tutta l’Austria, anche se rimane valido per i non vaccinati. Molte restrizioni rimangono comunque in vigore (uso della mascherina FFP2, eventi con limitazioni). Ci sono inoltre differenze regionali ancora in vigore: a Vienna per esempio hanno riaperto i negozi, ma bar e ristoranti rimarranno invece chiusi ancora fino al 20 dicembre. Gli esperti consigliano comunque di continuare a fare molta attenzione: le terapie intensive sono ancora ai limiti delle capacità, e le conseguenze della variante Omicron rimangono ancora poco chiare.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 73.690 (36.510 in meno rispetto a una settimana fa), di cui 2.557 (-472) ricoverati in ospedale e 573 (-78) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è Vorarlberg (701), seguita da Carinzia (473), Tirolo (468), Salisburgo (403), Alta Austria (372), Stiria (365), Bassa Austria (316), Burgenland (256) e Vienna (249). Il 68,4% della popolazione risulta protetta da un vaccino.
  • Con la fine del lockdown ieri hanno potuto anche riaprire i famosi mercatini di Natale. L’accesso è comunque permesso solo a persone in possesso di green pass (vaccinate e guarite), l’acquisto di cibo e bevande sarà questa settimana consentito solo da asporto e in loco dal 20 dicembre. Gli indirizzi e orari li trovate sul sito web dell’ente del turismo.
  • Vi segnalo che la Cancelleria Consolare di Vienna dal 7 dicembre 2021 ha ampliato la fascia oraria di apertura del centralino, che sarà dalle ore 9 alle ore 13.30 per informazioni consolari di carattere generale e dalle ore 13.30 alle ore 15 per informazioni su pratiche consolari in corso.
  • Infine per tutti coloro che magari sono ancora alla ricerca di regali per il Natale, ecco dall’archivio del blog un articolo con 10 idee per regali originali che si possono acquistare facilmente a Vienna che – secondo me – faranno felice chi li riceverà.

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Ritorno al passato

C’è chi ha subito annunciato la fine di un’era nella politica austriaca.

In realtà sono trascorsi meno di quattro anni da quando Sebastian Kurz è stato eletto per la prima volta alla guida del paese. Togliendo il governo tecnico di Brigitte Bierlein rimangono appena 39 mesi in cui il “ragazzo prodigio” ha guidato l’Austria.

Ma cosa rimane della sua gestione? L’Austria ha avuto un periodo d’instabilità che non si era mai visto prima. Cinque (presto sei) governi, una coalizione con la destra del partito della libertà (FPÖ) finita con lo scandalo Ibiza, e una con i verdi che sembrava destinata a finire ben presto. Il tutto contornato da una pandemia che è stata gestita più con gli slogan e la propaganda che con risposte concrete ai bisogni della popolazione.

L’uscita di scena di Kurz ha seguito lo stesso schema: perfettamente messa in scena, con un discorso incentrato sulla sua persona e su quanto ha fatto per l’Austria, ma senza un assunzione di responsabilità come uno statista dovrebbe saper fare.

Kurz ha abbandonato la nave (insieme a Gernot Blümel, ministro delle finanze e a lungo suo braccio destro), lasciando il governo e il suo partito alla deriva nel bel mezzo della pandemia.

Chi ha subito cercato – per rimanere nell’analogia – di prendere il timone è stata la vecchia guardia capitanata dai potenti governatori regionali e dalle associazioni corporative, che non si sono fatti scappare l’occasione per tornare al potere.

Il cancelliere Schallenberg ha subito dichiarato di volersi mettere da parte (da quello che si dice anche con qualche sospiro di sollievo) e al suo posto, come anche a capo del partito è stato designato Karl Nehammer, finora ministro degli Interni.

Il rimpasto delle nomine è poi proseguito velocemente, con le regioni che hanno posizionato i propri fedeli nelle stanze del potere.

In molti vedono in questo un ritorno al passato come se l’era Kurz non fosse mai esistita e almeno nei sondaggi questo già si è visto, con il partito popolare di nuovo intorno al 20 percento (con Kurz aveva ottenuto nelle elezioni politiche del 2019 il 37,5% dei voti).

Potrebbe sembrare una sconfitta, e invece è molto probabile che l’uscita di scena di Sebastian Kurz porti una maggiore stabilità nella politica austriaca, con meno slogan e decisioni prese solo in base ai sondaggi, e più politica “vecchia maniera”.

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti Coronavirus: mentre tutta l’Austria era concentrata sui cambiamenti politici, la pandemia naturalmente non si è presa una pausa. Pcr fortuna il lockdown sta finalmente avendo gli effetti sperati, e la curva dei contagi durante la scorsa settimana ha iniziato a scendere. Ma anche se la situazione sembra migliorare, un piano da parte del governo per come procedere non è stato ancora presentato. L’unica cosa che sappiamo è che il 12 dicembre il lockdown finirà. Probabilmente questa settimana ci saranno nuovi aggiornamenti. La variante Omicron è stata riscontrata in alcuni casi anche in Austria, ma al momento in maniera minima.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 110.200 (38.403 in meno rispetto a una settimana fa), di cui 3.029 (-188) ricoverati in ospedale e 651 (+31) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è Vorarlberg (1.021) seguita da Carinzia (1.010), Tirolo (752), Salisburgo (707), Alta Austria (701), Stiria (653), Bassa Austria (544), Burgenland (428) e Vienna (347). Il 67,6% della popolazione risulta protetta da un vaccino.
  • Si sono concluse sabato le operazioni di voto per l’elezione del Comites Austria. La nostra lista Com.It.At essendo l’unica in gara è stata naturalmente eletta. Non sono ancora stati resi pubblici i risultati ufficiali ma vi posso già dire un grande grazie per tutti i voti arrivati, ne parleremo in maniera approfondita lunedì prossimo.
  • Sempre a proposito di Comites, sono stati pubblicati i risultati del questionario per conoscere gli interessi e i bisogni della comunità italiana al fine di organizzare al meglio il nostro programma e iniziative. Grazie mille a tutti coloro che hanno partecipato!
  • Per chi vuole approfondire la conoscenza della “Vienna italiana” vi segnalo una interessante conferenza online – in tedesco – organizzata dall’associazione per la storia di Vienna il 9 dicembre alle ore 18:00. Lo storico Christian Hlavac vi porterà alla scoperta di palazzi, strade e personaggi italiani che hanno lasciato un impronta nella capitale austriaca.
  • La pandemia ha purtroppo fatto un’altra vittima. In questo caso non si tratta di una persona fisica ma dell’azienda Mirabell, produttrice delle famose “palle di Mozart” (Mozartkugel) che ha dichiarato bancarotta a causa del crollo delle vendite per la carenza di turisti. Un piano di risanamento è probabile, ma è sicuramente un segnale degli effetti del coronavirus anche sull’economia austriaca.
  • Concludo ricordandovi che oggi in Austria si festeggia San Nicolò. Se volete conoscere meglio la sua storia e come mai è così simile a Babbo Natale, vi rimando a questo articolo sul blog.

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Serve un piano

Ogni tanto il mondo gira il proprio sguardo verso la piccola Austria, e viene a vedere come vanno le cose. La settimana scorsa è stata uno di quei momenti: il ritorno del lockdown, l’obbligo vaccinale, temi che scaturiscono un certo interesse.

Molte trasmissioni televisive italiane hanno mandato in onda dei servizi (vi segnalo Piazza PulitaAgorà e Propaganda Live), tutti più o meno approfonditi.

Mi voglio qui soffermare solo su un aspetto, ovvero la manifestazione “novax” di due settimane fa a cui è stato dato un grande risalto. È sicuramente vero che erano presenti circa 40.000 persone, non poche per l’Austria.

Ma come mi piace sempre ricordare lo stesso giorno c’è stata anche un’altra manifestazione contro il coronavirus. Quella delle 70.000 persone che si sono messe in fila senza cartelli o urla per farsi vaccinare.

E in ognuno dei giorni seguenti sono state più di 100.000 le persone che hanno preso la prima, seconda o terza dose. È questa secondo me la maggioranza che protesta nel modo giusto contro il virus e contro le restrizioni a si dovrebbe dare più risalto.

Anche se questi numeri possono dare l’impressione di un cambiamento di rotta nella campagna vaccinale, sul totale hanno comunque ancora un basso effetto. A oggi infatti solo il 66,7% della popolazione in Austria è protetta grazie ai vaccini (in Italia è il 76,9%).

E quello che in molti iniziano a chiedersi è: qual è il piano del governo austriaco?

Sebbene infatti la curva dei nuovi casi stia lentamente scendendo (ma rimane ancora sopra i 10.000 giornalieri), sembra di rivivere gli errori di un anno fa, con la politica che procede a occhi chiusi, nella speranza che la situazione si risolva da sola.

Invece di dare degli obiettivi precisi (una percentuale di vaccinati, un numero di terapie intensive, un indice regionale), il governo ripete come un mantra che il 12 dicembre si potrà riaprire, indipendentemente dalle condizioni in cui sarà il Paese.

Se questo avvererà sarà comunque con molte eccezioni: il cancelliere Schallenberg in una intervista ha fatto intendere che la riapertura potrebbe essere infatti limitata ai soli negozi. E anche l’assessore alla salute di Vienna ha annunciato che nella capitale dopo il lockdown in molti ambiti verrà introdotto il 2G+, ovvero la necessità di mostrare un test negativo anche per i vaccinati e guariti.

Rimangono comunque solo annunci e un piano ufficiale ancora manca. Il rischio è che – esattamente come un anno fa – si riapra tutto per permettere gli acquisti di Natale e poi dal 26 dicembre si torni nuovamente in lockdown. Spero di sbagliarmi.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 148.603 (803 in meno rispetto a una settimana fa), di cui 3.217 (+294) ricoverati in ospedale e 620 (+93) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è Salisburgo (1.404), seguita da Carinzia (1.397), Alta Austria (1.351), Vorarlberg (1.281), Tirolo (1.228), Bassa Austria (900), Stiria (806), Burgenland (611) e Vienna (480). Il 66,7% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Le segnalazioni della settimana

  • Il questionario della nostra lista Com.It.At per conoscere quali sono gli interessi e i bisogni della comunità italiana è ancora online fino al 30 novembre. Per partecipare basta premere qui (ci vogliono 5 minuti in tutto).
  • Il 3 dicembre è anche l’ultimo giorno per far arrivare il plico elettorale per le elezioni Comites alla Cancelleria Consolare di Vienna, se non lo avete ancora fatto ricordatevi di spedirlo in tempo! Nella prossima newsletter dovrei anche essere in grado di darvi i primi risultati.
  • Il nostro Club di Lettura, dopo aver rimandato l’appuntamento di novembre a causa dell’improvviso aggravarsi della situazione riprende gli incontri a dicembre, anche se solo online. Il prossimo si svolgerà martedì 14 dicembre alle ore 18:00, e discuteremo di “A riveder le stelle” di Aldo Cazzullo. Per rimanere aggiornati potete iscrivervi qui all’apposita newsletter.
  • Ieri è iniziato il periodo di attesa del Natale, caratterizzato in Austria dalla corona dell’Avvento. Se volete conoscere meglio questa tradizione, vi rimando a questo articolo sul blog.
  • Concludo questa settimana facendo i complimenti a Danilo Campisi, ballerino da tanti anni residente a Vienna, che sabato insieme a Caroline Athanasiadis ha vinto l’edizione austriaca di Ballando con le Stelle (Dancing Stars). Potete seguirlo sulla sua pagina Facebook o Instagram.
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La storia si ripete

E così come molti già prevedevano, l’Austria entra oggi in un nuovo lockdown per tutta la popolazione. C’è da chiedersi perché sprecare ulteriori sette giorni, quando era già chiaro che escludere solamente i “non vaccinati” sarebbe stato insufficiente a fermare la diffusione del virus.

Purtroppo da quello che ho letto nei retroscena sono state necessarie forti pressioni per far cambiare opinione al governo, che fino all’ultimo voleva evitare la chiusura totale per non dover contraddire la narrazione tenuta finora, in particolare dal partito popolare (ÖVP), che già prima dell’estate aveva annunciato la “fine della pandemia per i vaccinati”.

Ma come ho già scritto in passato questa è ancora la pandemia di tutti. E la variante delta insieme a un tasso di vaccinazione tra i più bassi in Europa ha condotto l’Austria a essere il primo Paese a reintrodurre un lockdown, che nuovamente si poteva evitare.

Esattamente un anno fa avevo inviato una newsletter in cui scrivevo la stessa cosa. Quel lockdown (il secondo in Austria) era diventato necessario, ma si poteva evitare. Ecco un estratto:

Mi chiedo chi abbia sbagliato. Se i cittadini, che affollano i centri commerciali e non rispettano le regole, pensando che il coronavirus sia qualcosa che tocca solo gli altri. O il governo, che non è riuscito a far capire alle persone la portata di questa pandemia, ed è arrivato impreparato alla situazione attuale.

Quello che so è che da marzo non abbiamo imparato nulla. E ora chi deve pagare sono nuovamente i bambini che non potranno andare a scuola e le famiglie che devono nuovamente prendersi in carico di tutto. Sperando sempre che questo non sia il colpo di grazia per tantissime aziende e lavoratori.

Questo nuovo lockdown è diventato necessario, ma si poteva evitare. Sarebbe bastato che ognuno si prendesse le sue responsabilità, si comportasse da persona adulta, pensando non solo a se stessa, ma anche al prossimo. Molti cittadini lo hanno sicuramente fatto, ma tanti altri no. E questo governo non lo ha fatto, giocando invece sui proclami per sembrare forte nell’illusione che la situazione si risolvesse magicamente da sola

Nelle prossime settimane molto probabilmente il numero dei casi scenderà, e a dicembre ci daremo tutti delle grandi pacche sulle spalle dicendoci quanto siamo stati bravi. E poi? Avremo veramente imparato questa volta? O ricominceremo tutto da capo?

L’anno scorso il lockdown iniziò il 17 novembre, interrotto per alcune settimane a dicembre e ricominciò subito dopo Natale per poi durare fino a maggio. La storia si ripeterà anche questa volta?

Un breve commento anche sull’obbligo di vaccinazione, che il governo ha annunciato di voler introdurre da febbraio 2022. Anche qui l’Austria è il primo paese in Europa con questa misura, anche qui è un cambio di rotta totale rispetto alle scelte fatte finora (al contrario dell’Italia, in Austria nessun vaccino è obbligatorio). È sicuramente una misura molto drastica, ed è possibile che porti a una divisione ancora maggiore all’interno della popolazione. Ma è anche probabile che sia l’unico modo per porre veramente una parola fine alle restrizioni e alla pandemia. L’iter legislativo è comunque solo all’inizio, le discussioni non mancheranno sicuramente.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 149.444 (più 37.551 rispetto a una settimana fa), di cui 2.923 (+596) ricoverati in ospedale e 527 (+95) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è Salisburgo (1.843), seguita da Alta Austria (1.691), Vorarlberg (1.310), Carinzia (1.288), Tirolo (1.272), Bassa Austria (909), Stiria (747), Burgenland (731) e Vienna (643). Il 65,96% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Le regole del lockdown in vigore da oggi:

  • è reintrodotto il divieto di lasciare la propria abitazione sia di giorno che di notte. Fanno eccezione l’acquisto di beni di prima necessità, motivi di lavoro, passeggiate, motivi di salute o assoluta necessità.
  • negozi e attività commerciali dovranno rimanere chiusi, a eccezione di quelli di prima necessità (supermercati, farmacie, banche, uffici postali, etc.).
  • ristoranti e bar rimarranno chiusi, ma sarà possibile l’asporto.
  • i luoghi di cultura e di ritrovo rimarranno chiusi, tutti gli eventi in presenza sono annullati.
  • le scuole rimarranno aperte ma senza l’obbligo di frequenza.

La fine è prevista per il 12 dicembre, ma dovrebbe continuare per chi non è ancora vaccinato.

Per gli ultimi aggiornamenti sulle regole in vigore per chi desidera muoversi tra Italia e Austria consiglio di seguire gli aggiornamenti della pagina Focus Coronavirus sul sito web dell’Ambasciata.

Le segnalazioni della settimana

  • È attiva dalla settimana scorsa la nuova piattaforma Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente tramite la quale si potranno ottenere facilmente molti certificati anagrafici online, in maniera autonoma e gratuita, senza bisogno di recarsi a uno sportello. Per esempio il certificato di nascita, di residenza (anche AIRE) o lo stato di famiglia. Per accedere è necessario lo SPID o le credenziali della Carta d’Identità Elettronica.
  • È stato pubblicato il bando della quinta edizione del premio “Italian Bilateral Scientific Cooperation Award”, destinato a scienziati italiani che abbiano dato un contributo di rilevanza nel settore della scienza e della tecnologia. Il termine per presentare le domande è il 31 dicembre, il bando completo è presente sul sito web dell’Ambasciata.
  • La nostra lista Com.It.AT ha lanciato un questionario per sapere quali sono gli interessi e i bisogni della comunità italiana al fine di organizzare al meglio il nostro programma e iniziative. Per partecipare – non ci vogliono più di 5 minuti – basta premere qui: https://forms.gle/8FJBqcSZTxUw5TCy7. Tutte le informazioni saranno raccolte in forma anonima, il questionario rimarrà online fino al 30 novembre. Grazie!
  • Sempre a riguardo del Comites, se vi siete registrati per le elezioni ma non avete ancora ricevuto il plico elettorale potete contattare da oggi la Cancelleria Consolare di Vienna all’indirizzo vienna.elettorale@esteri.it per ottenere un duplicato.
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Lockdown

Credo di aver sbagliato la settimana scorsa a intitolare la newsletter “la pandemia dei non vaccinati”. In Austria, come anche nel resto del mondo, il coronavirus continua infatti a essere la pandemia di tutti noi.

Perché anche se chi non è vaccinato ha una maggiore possibilità di ammalarsi gravemente, le conseguenze della condizione in cui ci troviamo colpiscono tutti.

La situazione in Austria continua a essere drammatica. Questa settimana sono stati registrati ogni giorno più di 10.000 nuovi casi (in un paese di otto milioni di abitanti, meno della sola Lombardia).

Dopo che la settimana scorsa erano già state introdotte misure per ridurre i contatti delle persone non vaccinate, il governo ha deciso d’inasprire le misure con lockdown per non vaccinati.

Da oggi tutte le persone con più di 12 ani che hanno scelto di non vaccinarsi potranno infatti uscire di casa solo per motivi di assoluta necessità, come andare al lavoro o fare la spesa.

Le restrizioni – uniche in Europa – riguarderanno alcune milioni di persone, visto che il tasso di vaccinazioni rimane ancora tra i più bassi in Europa, circa il 65 percento.

L’idea del governo è di far crescere il più velocemente possibile con queste misure drastiche la percentuale di vaccinati, ma difficilmente sarà così.

Innanzitutto perché la fiducia della popolazione nelle decisioni del governo per quanto riguarda il coronavirus è ai minimi storici. La classe politica sembra allo sbando, con decisioni prese senza un progetto preciso, senza assumersi le proprie responsabilità ma anzi cercando ora di attribuire tutte le colpe su chi non si è vaccinato, il che difficilmente li invoglierà a vaccinarsi.

E il secondo motivo è semplicemente numerico. Da quando sono state annunciate le restrizioni il numero di prime vaccinazioni è aumentato a circa 10.000 al giorno. Ma dai calcoli degli esperti mancano ancora almeno 1.5 milioni di persone e a questo ritmo ci vorrebbero mesi prima di raggiungere l’effetto sperato.

L’impressione che hanno molti – me compreso – è che un nuovo lockdown generale per far scendere la curva sarà presto necessario, forse già lunedì prossimo. La domanda è ancora una volta se avremo finalmente imparato la lezione, o se fra qualche mese saremo di nuovo da capo.

Vienna nel frattempo continua a seguire una propria via (che al momento gli stanno dando ragione visto il basso numero di casi) introducendo l’obbligo anche per i vaccinati e guariti di presentare un test negativo per accedere ad attività del tempo libero (cinema, teatro, locali notturni) e agli eventi con più di 25 persone, come anche l’uso delle mascherine in bar e ristoranti se non si è al tavolo.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 111.893 (più 39.347 rispetto a una settimana fa), di cui 2.327 (+424) ricoverati in ospedale e 433 (+68) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è l’Alta Austria (1.328), seguita da Salisburgo (1.271), Carinzia (916), Vorarlberg (864), Bassa Austria (863), Tirolo (844), Stiria (671), Burgenland (612) e Vienna (468). Il 65,22% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Le segnalazioni della settimana

  • È stata presentata la settimana scorsa la ventesima edizione dell’iniziativa Eine Stadt. Ein Buch tramite la quale il comune di Vienna incentiva alla lettura regalando 100.000 copie di un romanzo. La scelta quest’anno è caduta su “Un’eredità di avorio e ambra” di Edmund de Waal. Chiunque può richiedere una copia (il testo è in tedesco) presso le biblioteche comunali e nelle librerie che partecipano all’iniziativa.
  • Dal 2 novembre è di nuovo attivo il Wiener Reparaturbon. Per chi non lo conosce si tratta di un bonus del comune di Vienna per incentivare a riparare invece di buttare tutti quegli oggetti che non funziona più. La sovvenzione è del 50% del costo di riparazione, per un massimo di 100€, e si può utilizzare per elettrodomestici, biciclette, scarpe, vestiti, orologi e molto altro ancora.
  • Nei prossimi giorni arriveranno a tutti coloro che si sono registrati i plichi elettorali per le elezioni Comites. Per votare basterà mettere un segno sul simbolo della nostra lista Com.It.At e scegliere fino a quattro preferenze tra i candidati. Vi ricordo che il plico dovrà arrivare al Consolato entro il 3 dicembre, quindi è importante rispedirlo appena possibile.
  • Concludo questa settimana con un articolo dal blog riguardo agli enti e sovvenzioni per corsi di formazione e aggiornamento a Vienna. In un mondo del lavoro in continua evoluzione seguire un corso di formazione o aggiornamento è sempre utile per migliorare la propria posizione lavorativa.

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La pandemia dei non vaccinati

Quasi 10.000 nuovi casi al giorno. Le terapie intensive che si riempiono. La prospettiva di un nuovo lockdown. Pensavo che non avrei dovuto più scrivere una frase del genere, e invece – dopo quasi due anni dall’inizio della pandemia – il coronavirus ha di nuovo l’Austria in pugno.

Come molti esperti già avvertivano da mesi, il basso tasso di vaccinazione nella popolazione, fermo al 66,8%, avrebbe portato a una nuova ondata. La variante delta sta facendo aumentare il numero di casi a una velocità mai vista prima. Mentre in Italia l’indice di contagio sui sette giorni è 57,5, la media austriaca è schizzata a 592,3.

E come mostrano le statistiche la maggior di coloro che si ammalano gravemente sono proprio i non vaccinati. Il governo austriaco ha quindi deciso l’introduzione immediata di nuove restrizioni, che entreranno in vigore da oggi per tutto il paese:

  • sarà permesso solo a vaccinati o guariti (regola-2G) l’ingresso in bar, ristoranti, alberghi, parrucchieri e agli eventi con più di 25 persone.
  • chi ha ricevuto una sola dose di vaccino avrà tempo quattro settimane per ricevere anche la seconda, in questo arco di tempo potrà accedere alle strutture indicate sopra presentando un test molecolare (PCR).
  • sul posto di lavoro rimane in vigore la regola 3-G, verranno quindi anche accettati i test (solo molecolari) per accedere.
  • viene reintrodotto l’obbligo d’indossare una mascherina FFP2 nei negozi, biblioteche e musei.

Sono misure credo tra le più restrittive in Europa per quanto riguarda le limitazioni per chi non è ancora vaccinato. Ma sembra che già solo l’annuncio abbia fatto un primo effetto. Nel fine settimana si sono infatti formate lunghe code presso tutti i centri vaccinali del Paese.

Si potrebbe dire “ben gli sta” ai non vaccinati, ma incolpare i cittadini di questa situazione secondo me non è giusto. Anche in Austria ci sono i “novax”, ma sono comunque una piccola parte della popolazione.

Il motivo per cui siamo di nuovo in questa situazione è purtroppo da cercare nella classe politica di questo paese. Il governo e in particolare l’ex cancelliere Sebastian Kurz ha gestito la pandemia fin dall’inizio come un patriarca: ferreo quando la situazione diventava drammatica e benevolo durante l’estate quando diventa comodo per raccogliere voti.

Invece di creare un senso di comunità, di fare un vero sforzo comune per uscire dalla pandemia, si è cercato soluzioni facili sostenute solo dai sondaggi. La campagna vaccinale è stata quindi debole, con poche informazioni. Già ad aprile il messaggio era stato che la pandemia fosse già finita, invece di cercare di spingere per le vaccinazioni.

Ma anche il modello federalista austriaco, che lascia grandissimi poteri decisionali alle regioni è stato una causa del fallimento. I governatori hanno applicato misure a piacimento, senza considerare la situazione nazionale, spesso solo per gestire i propri interessi. Ma in un paese così piccolo come l’Austria questo non può funzionare, e si vede ora nella differenza di vaccinati tra le varie regioni e quindi anche nel numero di casi.

Questa settimana i casi continueranno sicuramente a salire, vedremo presto se le misure ora in vigore saranno sufficienti o se lo scenario di un lockdown (alcuni dicono solo per alcune regioni) potrebbe diventare reale.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 72.546, di cui 1.903 ricoverati in ospedale e 365 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Salisburgo (913!), Alta Austria (906!) e Bassa Austria (641). Vienna è attualmente la più virtuosa, con un indice di “solo” 371. Il 66,8% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Le segnalazioni della settimana

  • Martedì 9 novembre alle ore 18:00 si svolgerà il prossimo incontro del Club di Lettura con la discussione di “La piccola Parigi”, di Massimiliano Alberti. L’autore – che vive a Vienna – avrà il piacere di essere presente durante la serata, e potremo discutere direttamente con lui del testo e della sua attività letteraria. Per l’ingresso saranno valide le norme vigenti anti-covid.
  • Sempre martedì 9 novembre alle ore 10 la Fondazione Migrantes presenterà il Rapporto Italiani nel Mondo 2021, per il quale anche io ho scritto un contributo sulla comunità italiana a Vienna e come questa ha vissuto la pandemia. Si potrà seguire la presentazione in diretta streaming tramite il canale Youtube della CEI.
  • L’11 Novembre in tutta l’Austria si celebra la festa di San Martino – una tradizione dell’Europa centrale in cui viene ricordato il Santo, vescovo di Tours. La festa è caratterizzata in particolare dall’usanza di una cena a base di oca ma anche da molte altre tradizioni per adulti e bambini. Per chi vuole saperne di più trovare un approfondimento sul blog.
  • Infine un breve aggiornamento riguardo al Comites: in base alle informazioni forniteci dal Consolato sono state quasi 500 le persone che si sono registrate per votare. Un grazie a tutti voi! I plichi elettorali arriveranno nelle prossime settimane. Nel frattempo stiamo continuando a lavorare “dietro le quinte” alle prime iniziative, vi informerò sicuramente nelle prossime settimane.

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Il diritto a morire

In queste giornate in cui si ricordano i Santi e i defunti, il governo austriaco con la proposta di legge presentata per regolamentare il suicidio assistito ha fornito sicuramente molto materiale su cui discutere.

Alla fine del 2020 la corte costituzionale aveva stabilito l’illegittimità di parte della norma che punisce “chi presta aiuto” al suicidio. La sentenza ha ritenuto che la scelta di togliersi la vita faccia parte del diritto all’autodeterminazione di ogni persona, protetto dalla costituzione.

Se per questo è necessario l’aiuto di un medico o di una persona di fiducia quest’ultimo non deve quindi essere perseguito dalla legge (rimane invece vietata l’eutanasia o l’istigazione al suicidio). La corte aveva previsto che il decadimento della norma sarebbe avvenuto il 1 gennaio 2022, proprio per dare tempo al governo di formulare una legge che gestisca questa situazione.

La proposta del governo – che quasi sicuramente verrà approvata – prevede che l’accesso al suicidio assistito sarà permesso solo per le persone che soffrono di malattie terminali o affetti da patologie che compromettono permanentemente il modo di vivere. I minorenni sono esclusi.

La richiesta di suicidio assistito dovrà essere approvata da due medici, uno dei quali specializzato in cure palliative. Sarà da comprovare sia la capacità di intendere e di volere del paziente sia l’impossibilità di offrire altre opzioni per migliorarne la situazione. Dopo l’approvazione sarà infine previsto un tempo di attesa di almeno dodici settimane, che in caso di pazienti terminali all’ultimo stadio potrà essere ridotto a due.

Dopo questo termine sarà possibile ottenere un farmaco letale che dovrà comunque essere assunto dal paziente stesso. E’ previsto che né i medici né altro personale saranno comunque obbligati a seguire i pazienti durante il percorso.

Personalmente credo che il governo sia riuscito con questa legge a trovare un buon compromesso tra il rispettare i diritti individuali e gli obblighi che lo Stato ha nei confronti dei cittadini.

Il legislatore deve infatti assicurare innanzitutto che la scelta sia veramente libera, senza pressioni esterne o causata per esempio da una fase depressiva o perché non si vuole essere “di peso” per la famiglia.

Allo stesso tempo lo Stato deve anche assumersi la responsabilità di offrire a chiunque le migliori cure possibili, per evitare che una persona per paura di soffrire o perché si trova in una situazione di precarietà scelga di togliersi la vita (su questo punto con la proposta di legge sono stati anche aumentati i fondi per le cure palliative).

È una legge che farà sicuramente ancora molto discutere, ma che segue una strada presa già da altri Paesi europei (anche in Italia la corte costituzionale si è espressa a riguardo, anche se manca ancora una legge), sancendo come diritto fondamentale la libertà del singolo sulla propria vita.

Le segnalazioni della settimana

  • In meno di una settimana i contagi di coronavirus in Austria sono aumentati del 30%, superando anche i 6.000 casi in un solo giorno. Anche se oggi entra in vigore l’obbligo di green pass sul luogo di lavoro, sembra che la situazione sia già ora critica. Nei comuni più colpiti è stata istituita una quarantena e la possibilità di uscire solo con un test negativo. Vienna – forse grazie alle politiche più restrittive in atto rispetto alle altre regioni – sembra al momento meno colpita da questa ondata.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 45.308, di cui 1.444 ricoverati in ospedale e 280 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (576), Salisburgo (498) e Bassa Austria (383). Il 66,1% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • Domani ricorre il primo anniversario dell’attentato a Vienna. Il quotidiano Der Standard ha pubblicato un ottimo documentario (purtroppo solo in tedesco) che ricostruisce gli avvenimenti e le indagini, con interviste a superstiti e parenti delle vittime.
  • C’è chi ama e chi li odia, in ogni caso sembra che quest’anno i mercatini di Natale di Vienna sembra che si potranno svolgere regolarmente. L’apertura è prevista da metà novembre, per accedervi sarà necessario il green pass. Qui trovate tutti i luoghi e gli orari.
  • Oltre ai problemi che già causa il coronavirus, con l’autunno inizia anche la stagione dell’influenza. Vienna offre però anche qui la possibilità di un vaccino gratuito, per adulti e bambini. Per farlo basta prenotare un appuntamento tramite il sito web impfservice.wien o chiamando il 1450.
  • Ho aggiunto questa settimana la Dr. Martina Sanlorenzo alla lista dei medici italiani a Vienna. Specializzata in dermatologia, ha il suo studio nel terzo distretto, le prestazioni sono solo private. La lista completa la trovate come sempre sul blog.
  • Ultima chiamata per registrarsi all’elenco elettorale per le elezioni Comites. L’iscrizione è possibile fino al 3 novembre, se non lo avete ancora fatto è semplice, bastano cinque minuti. Le istruzioni le trovate sul sito web della nostra lista COM.IT.AT.

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Fenstertag

Oggi per molti in Austria è un giorno di ponte – o Fenstertag in tedesco – essendo domani festa nazionale. Anche io mi trovo in Alta Austria dalla famiglia di mia moglie per il lungo fine settimana, questa newsletter vi arriva quindi in “formato ridotto”, ma comunque con tante segnalazioni.

I temi infatti non mancano: il governo austriaco ha presentato nuove misure contro il diffondersi del coronavirus, che si vanno ad aggiungere all’obbligo di green pass sul posto di lavoro dal 1 novembre. C’è poi stata la presentazione della legge sul suicidio assistito che entrerà in vigore nel 2022, ma a questa dedicherò in maniera approfondita la prossima newsletter.

E ci sono infine tante altre segnalazioni legate al cinema, al turismo e alla letteratura da non perdere, iniziamo:

  • Come accennato, a causa dell’improvviso nuovo aumento dei contagi nei giorni scorsi, il governo ha approvato una nuovo pacchetto di misure per contrastare il diffondersi della pandemia. Il piano a 3 fasi è stato ampliato aggiungendone due che prevedono nuove restrizioni per chi non è vaccinato, nel caso più estremo addirittura con un lockdown solo per questa categoria.
  • La settimana prossima, dal 1 novembre, entrerà inoltre in vigore l’obbligo di green pass sul posto di lavoro. Il controllo verrà fatto dalle aziende stesse e la mancata ottemperanza sarà sanzionata con multe fino a 500 euro per i lavoratori. Fino al 14 novembre ci sarà una proroga per chi deve ancora vaccinarsi, sarà comunque necessario indossare una mascherina FFP2. Esclusi sono solo coloro che non hanno contatto con altre persone durante il lavoro (per esempio camionisti).
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 31.234, di cui 1.035 ricoverati in ospedale e 219 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (377), Salisburgo (375) e Bassa Austria (279). Il 65,5% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • Domani – 26 ottobre – come accennato in Austria è la festa nazionale. Sebbene ogni austriaco conosca questa data a memoria, non sono molti quelli che sanno esattamente per quale motivo sia stato scelto questo giorno (provate a chiedere ai vostri amici e conoscenti!). Sul blog trovate la storia completa.
  • A causa della situazione legata al coronavirus molti dei tradizionali eventi anche quest’anno non si svolgeranno. Alcuni musei saranno comunque a ingresso gratuito durante tutta la giornata, qui trovate la lista completa.
  • Per chi si trova a Innsbruck (o nelle vicinanze) dal 7 al 9 novembre si svolgerà presso il Metropol Kino la quinta edizione del Festival del Cinema Italiano organizzato dalla Società Dante Alighieri di Innsbruck, con proiezioni di alcuni interessanti film italiani degli ultimi anni.
  • L’ente turistico di Vienna ha aperto un profilo su OnlyFans in segno di protesta nei confronti dei limiti alla nudità imposti sui social network più diffusi, che rendono complicato promuovere online le gallerie e i musei che ospitano opere con soggetti svestiti.
  • Martedì 9 novembre, alle ore 18:00, nuovo appuntamento del Club di Lettura presso l’Istituto Italiano di Cultura, dove discuteremo del romanzo “La piccola Parigi” di Massimiliano Alberti. L’autore sarà presente per discutere insieme a noi la nascita e gli argomenti del libro.
  • Giovedì 11 novembre, alle ore 19:30, Andrea Uxo Alberti presenterà il suo romanzo Il cane può morire presso la libreria Hartliebs (Porzellangasse 36, 1090). Entrata libera, è richiesta l’iscrizione (1090@hartliebs.at)
  • Mercoledì 17 novembre, alle ore 19:30, Bruno Ciccaglione presenterà il suo libro Radicchio presso la libreria Hartliebs (Porzellangasse 36, 1090). Entrata libera, è richiesta l’iscrizione (1090@hartliebs.at)
  • Concludo ricordandovi ancora una volta che c’è tempo fino al 3 novembre per registrarsi e votare alle elezioni Comites. Farlo è semplice e ci vogliono pochi minuti, tutte le istruzioni le trovate sul sito web della lista COM.IT.AT di cui anche io faccio parte.

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La casa svedese

IKEA: mobili dal design funzionale, di buona qualità e soprattutto dal costo contenuto. Grazie a queste caratteristiche – e alla capacità di convincere i suoi clienti che possa essere un divertente passatempo montare mobili da soli – l’azienda svedese è diventata un marchio di successo in tutto il mondo.

L’unico grande problema di IKEA è però sempre stata la posizione dei suoi negozi, collocati per necessità di spazio nelle periferie. E per chi vive in una città come Vienna, dove sempre meno persone possiedono una macchina, raggiungerli (e trasportare gli acquisti) si trasforma spesso in una piccola odissea.

L’apertura qualche mese fa di un punto vendita in centro – tra la Mariahilerstrasse e la Westbahnhof – ha forse segnato una svolta in tutto questo. Il nuovo negozio – chiamato “hus” (casa in svedese) – è basato infatti su un modello completamente diverso, che cerca di sfruttare al massimo il commercio online.

Le famose stanze di esposizione sono ridotte al minimo lasciando invece spazio ai piccoli oggetti di decorazione. Non c’è parcheggio e neanche un vero e proprio magazzino. Tutto è incentrato sul servizio clienti, con tantissimi addetti sempre disponibili, e sulla possibilità di ordinare qualunque mobile online, che verrà poi consegnato direttamente a casa.

Il punto vendita non è comunque piccolo: suddiviso su cinque piani offre tutta la gamma di prodotti IKEA, più un ristorante e un bar panoramico sul tetto. Il classico colore blu è stato però eliminato, per creare un edificio più urbano ed ecologico, con piante e oltre 160 alberi sui lati della facciata.

L’idea alla base di tutto questo è nata da una richiesta e da una intuizione quasi 10 anni fa. Come ha raccontato il settimanale Falter, quando i responsabili IKEA fecero richiesta all’assessore per l’urbanistica – a quel tempo guidata dal partito dei verdi – di ottenere uno spazio per un negozio situato in zona centrale, venne imposta un’unica condizione: zero parcheggi.

Sembrava un’idea folle, e invece qualcuno capì già allora che poteva essere il futuro. Iniziò così una lunga progettazione, che ha portato infine alla creazione di un negozio innovativo ed ecologico, che ha come obiettivo diventare un luogo di attrazione per il quartiere e permettere il rilancio della zona.

L’apertura è avvenuta ad agosto (io ci sono stato solo qualche giorno fa) – e che sia finanziariamente di successo non credo sia necessario dirlo, tra acquisti d’impulso (non ho visto nessuno uscire senza qualcosa in mano) e persone che ordinano online.

Ma potrebbe anche essere l’inizio di un nuovo modello di business per molte catene commerciali, con filiali più piccole, incentrate maggiormente sul servizio clienti, mentre la vendita si sposta sempre di più online.

Le segnalazioni della settimana

  • Anche questa settimana non ci sono molti aggiornamenti sulla situazione coronavirus in Austria. Il numero di nuovi casi è altalenante, con una media comunque oltre i 2.000 al giorno. L’allerta rimane comunque alta, l’indice settimanale in particolare in Alta Austria ha superato il 250 e alcuni comuni sono stati messi in quarantena. Il numero di vaccinati rimane stagnante, e sembra difficile superare la soglia che porterà a una immunità di gregge.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 22.154, di cui 854 ricoverati in ospedale e 217 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (247), Salisburgo (218) e Bassa Austria (170). Il 65,1% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • La lista COM.IT.AT – di cui anche io faccio parte – è stata ammessa ufficialmente alle elezioni per il Comites Austria. Da qualche giorno è online il sito web della nostra lista, con informazioni sui candidati e le nostre idee e proposte per la comunità italiana in Austria. Vi ricordo che per votare alle elezioni Comites è necessario iscriversi nell’apposito elenco elettorale entro il 3 novembre (anche chi è già iscritto all’AIRE).
  • Mercoledì 27 ottobre, alle ore 19, le scrittrici Dacia Maraini e Barbare Frandino saranno a Vienna presso la sede centrale della biblioteca comunale (Hauptbücherei, Urban-Loritzplatz 2a, 1070) per presentare i loro nuovi romanzi, “Trio” e “È quello che ti meriti”, pubblicati da poco in tedesco. Ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria.
  • Si apre giovedì 21 ottobre la Viennale, il festival del cinema di Vienna, organizzato dall’italiana Eva Sangiorgi. Nel vastissimo programma si trovano anche molti interessanti film italiani (qui la lista completa). La prevendita è già iniziata!

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Il cancelliere ombra

La notizia ormai la sapete già tutti: Sebastian Kurz si è dimesso da cancelliere, e il suo posto lo prenderà l’attuale ministro degli esteri Alexander Schallenberg.

È stata una settimana politica di quelle che non si vedono spesso in Austria (per gli avvenimenti giorno per giorno vi rimando agli articoli di Austria Vicina, quiqui e qui), e le conseguenze di questo cambio al potere sono ancora tutte da valutare.

Sebastian Kurz è stato negli ultimi dieci anni “l’enfant prodige” della politica austriaca. Una carriera fulminante lo ha portato alla leadership del partito popolare (ÖVP) a soli 31 anni, che grazie alla sua guida è risalito nei sondaggi e ha vinto due elezioni.

In lui molti hanno sempre visto un enorme talento nell’arte del marketing politico e una indubbia flessibilità ideologica, capacità che gli hanno permesso di creare prima una coalizione con la destra e ora con i verdi.

Ma se un tempo queste abilità sembravano quasi invidiate dai suoi concorrenti, le indagini dei giorni scorsi calano un’ombra sul suo percorso. Le accuse della procura indicano infatti che per questa scalata al potere sono stati utilizzati metodi illeciti, tra cui l’uso di fondi pubblici per manipolare i sondaggi e per compare il benestare di un quotidiano tramite l’acquisto d’inserzioni pubblicitarie.

Ma oltre a questo aspetto più strettamente penale, gli scambi di messaggi hanno mostrato quanto in maniera cinica Kurz si sia mosso per arrivare al potere: sabotando progetti che avrebbero potuto aiutare il paese, utilizzando ogni mezzo per attaccare politici non allineati con le sue idee e muovendosi con un atteggiamento di arroganza verso tutti coloro che avrebbero potuto intralciare i suoi piani.

Già ad aprile l’indagine legata alle nomine della ÖBAG avevano mostrato che il nuovo stile di Kurz non era poi molto diverso da quello vecchio, tra scambi di favori e nomine legate alla fedeltà al partito più che alla competenza, ma queste ultime rivelazioni sembrano essere state la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Sicuramente nei verdi che hanno chiesto la testa del cancelliere come condizione per continuare la coalizione. Ma anche all’interno del partito popolare – sebbene nessuno lo dica ufficialmente – sembra che la pressione nei confronti di Kurz a lasciare il suo posto sia stata alta, in particolare da parte dei potenti governatori locali, interessati a salvare la faccia e mantenere le posizioni di governo.

Kurz ha quindi fatto un passo indietro, o meglio “laterale” come lo ha definito lui stesso, ma non è andato tanto lontano dalle stanze del potere. Rimarrà infatti alla guida del partito e capogruppo in parlamento, il che gli permetterà di partecipare ai consigli dei ministri e di controllare i lavori del governo.

Ma forse le indagini ancora in corso, che porteranno sicuramente a nuove rivelazioni, come anche le conseguenze sull’elettorato, che si vedranno presto nei sondaggi, potrebbero cambiare ancora le carte in tavola. Al governo rimangono inoltre tutti i ministri fedeli a Kurz, alcuni anche sotto indagine, e molti si aspettano che presto il governo tornerà nuovamente a vacillare.

La crisi di governo sembra al momento superata, e – come è stato già definito – Sebastian Kurz vuole prendere il ruolo di cancelliere ombra. O sarà solo l’ombra di un cancelliere?

Le segnalazioni della settimana

  • Anche se tutta l’Austria questa settimana ha pensato ad altro, la pandemia da coronavirus non è naturalmente finita. La situazione rimasta stabile ma con un alto rischi che si arrivi velocemente di nuovo ad una curva esponenziale. Ad oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 20.102, di cui 825 ricoverati in ospedale e 224 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (198), Salisburgo (179) e Stiria (155). Il 64,78% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • Riguardo al Comites, nell’attesa di ricevere conferma che la nostra lista COM.IT.AT venga accettata dal comitato elettorale, ho creato una guida alle elezioni per conoscere la procedura per votare e saperne di più su questo organismo rappresentativo.
  • Il 21 ottobre alle 19:30 presso la libreria Hartliebs lo scrittore Paolo Frusca presenterà il suo libro “Una casacca di seta blu”, con la moderazione di Remo Castellini. È richiesta la prenotazione scrivendo a 1090@hartliebs.at o chiamando il numero +43 1 3151145.