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Austria e Ucraina

Anche in Austria lo shock è stato grande quando la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina. Che una guerra potesse scoppiare in Europa nel 2022 è qualcosa che credo nessuno fino a pochi giorni fa riteneva possibile.

Non mi voglio mettere qui a fare analisi politiche o discutere degli scenari che ci aspettano, ma vorrei semplicemente cercare come sempre di darvi qualche informazione in più sull’Austria, e in questo caso sul suo legame con l’Ucraina e la Russia per capire meglio per capire meglio quale sarà il suo ruolo e le sue posizioni in questa vicenda.

Partiamo da un dato geografico: l’Ucraina è molto più vicina all’Austria di quello che forse si pensa. I due paesi sono divisi infatti solo dalla Slovacchia, poco più di 500 km in linea d’aria, meno di quello che ci vuole per raggiungere il Vorarlberg da Vienna.

Ma la vicinanza è anche storica. Molti ormai lo considerano come forse qualcosa da studiare nei libri di storia, ma le regioni occidentali ucraine di Rutenia, Galizia e Bucovina sono state parte dell’Impero Austro-Ungarico per oltre due secoli, fino alla sua dissoluzione alla fine della prima guerra mondiale. La città di Leopoli – in tedesco Lemberg, in ucraino Lwiw – è stata per lungo tempo una delle più importanti dll’impero, e ancora oggi sono presenti le influenze della cultura asburgica.

Questi fattori hanno portato ad una fitta rete di interscambi economici tra i due Paesi, in particolare nel settore bancario. Raiffeisen Bank, una delle banche più importanti del Paese, risulta essere particolarmente esposta sul mercato dell’est europa, dove produce una quota di ricavi del 20% realizzata in Russia e con un ammontare di prestiti di 10,5 miliardi di Euro, considerando anche l’Ucraina. Dopo l’inizio della guerra il titolo in borsa è crollato, con perdite di oltre un quarto del suo valore, e con le sanzioni che colpiranno la Russia ci potrebbero essere ripercussioni anche sul settore austriaco.

C’è infine un ultimo aspetto su cui mi vorrei soffermare e che penso sia importante conoscere: l’Austria è uno dei pochi paesi dell’Unione Europea che non fa parte della NATO. La cosiddetta “neutralità” è uno status che venne richiesto nel 1955 proprio dall’Unione Sovietica come condizione per riacquistare la piena sovranità del paese dopo dieci anni di occupazione alleata. L’obiettivo era appunto quello di impedire che l’Austria aderisse alla NATO, cosa infatti mai successa.

Questa condizione è diventata negli anni un elemento dell’identità austriaca: il 26 ottobre, giorno in cui venne ratificata la neutralità, è festa nazionale. Ma ha anche permesso al Paese di diventare un luogo di dialogo e di incontro, ospitando tra l’altro una sede delle Nazioni Unite a Vienna, o una zona neutrale per negoziati (si tengono per esempio qui già da qualche anno gli incontri sul nucleare iraniano).

Questo ruolo non vuole dire però non prendere posizione. Come ha dichiarato il presidente Van der Bellen nei giorni scorsi la neutralità non significa mettere la testa sotto la sabbia, ma al contrario deve essere una spinta per promulgare la pace, ed ha offerto la sede di Vienna come sede neutrale per i negoziati.

Per chi vuole aiutare la popolazione ucraina, il modo più semplice al momento tramite una donazione alle organizzazione che si sono già attivate e possono aiutare direttamente sul posto, per esempio la Caritas dall’Austria o la Croce Rossa dall’Italia.

Aggiornamenti Coronavirus

La guerra ha messo in secondo piano la pandemia, ma questa naturalmente non si è fermata. Anche se i nuovi contagiati dalla variante omicron continuano ad essere alti, la vita a Vienna sembra quasi tornata alla normalità. Certo l’accesso a locali ed eventi è sottoposto a controllo di vaccinazione o guarigione ed è necessario ancora indossare (più o meno bene) una mascherina, ma l’impressione è che molti ormai si siano abituati a questa situazione, e si cerchi di tornare ad una somiglianza di normalità.

Come accennato il numero di nuovi casi rimane comunque alto, con una media di 25.000 nuovi contagi giornalieri, ma come nelle ultime settimane i ricoveri, sia normali che in terapia intensiva rimangono stabili ad un livello considerato gestibile.

Non ci sono novità particolari riguardo alle restrizioni, o meglio al loro allentamento, comunicato dal governo. Dal 5 marzo sarà possibile accedere a tutti i luoghi chiusi senza mostrare il green pass, inclusi ristoranti, eventi, ecc. Solo a Vienna continuerà a venire richiesto il certificato 2G. Rimarrà invece ovunque l’obbligo di utilizzare mascherine FFP2 nei supermercati, poste, banche, farmacie e sui mezzi pubblici.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 274.258, di cui 2.368 ricoverati in ospedale e 197 in terapia intensiva. Il 69,9% della popolazione risulta protetta da un vaccino.

(Per rimane aggiornati sulle misure in vigore, sia in Italia che in Austria, vi consiglio come sempre la pagina Focus Coronavirus dell’Ambasciata di Vienna)

Altre segnalazioni

  • L’Ambasciata d’Italia a Vienna ha pubblicato un avviso esplorativo per l’affidamento diretto del servizio di “social media management”, con l’obiettivo di rendere più professionale ed efficace la comunicazione istituzionale. Maggiori informazioni sul sito web ambvienna.esteri.it.
  • Con la primavera alle porte, e forse anche per pensare a qualcos’altro, vi consiglio questo vecchio ma ancora attuale articolo dal blog con 5 idee per luoghi da visitare intorno a Vienna in giornata, ideali per una gita durante il fine settimana.
  • Con il miglioramento della situazione legata al coronavirus riprenderanno gli incontri del Club di Lettura di persona presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. Il prossimo si svolgerà martedì 8 marzo, dove discuteremo di “Fiore di roccia” di Ilaria Tuti. Per ricevere tutti gli aggiornamenti potete iscrivervi a questo link

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  • mandandomi consigli, idee e segnalazioni, basta rispondere a questo messaggio.

A lunedì prossimo!

Paolo

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

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