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Si riparte

Ciao a tutti e ben ritrovati!

Alcuni di voi mi hanno scritto preoccupati non avendo ricevuto la newsletter nelle scorse settimane, forse non avevo scritto abbastanza in evidenza che mi sarei preso un periodo di pausa, scusatemi (mi ha fatto comunque piacere che ci teniate così tanto!).

Ho utilizzato questo tempo per raccogliere nuovi argomenti per le prossime newsletter, ma anche per fare un po’ di vacanza. A fine agosto sono stato in Stiria con la mia famiglia. Conosciuta come il cuore verde dell’Austria è una regione dove si respira ancora l’atmosfera di un tempo. Tanta natura, piccole città, paesaggi da cartolina. Mi ha fatto riflettere come spesso “noi viennesi” pensiamo che la nostra città sia il luogo dove tutto accade in Austria, mentre ci sono tante altre realtà, molto diverse tra loro, da non dimenticare. La Stiria è una regione che merita di essere esplorata per conoscere l’Austria da un altro punto di vista, tornerò sicuramente a parlarvene.

Ma torniamo a noi: in due settimane pensavo che non sarebbe successo molto in Austria, e invece ci sono vari aggiornamenti e segnalazioni da non perdere, partiamo.

Innanzitutto la situazione coronavirus, che purtroppo non si sta mettendo bene. In molti (anche io) pensavano che finalmente grazie ai vaccini saremmo potuto tornare a una vera e propria normalità. Purtroppo anche in Austria le vaccinazioni sono stagnanti, con circa il 60% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose. Il risultato è continuo un aumento dei casi giornalieri, ora arrivati a 1.500 in media, e si sta parlando apertamente di una quarta ondata. La maggior parte dei nuovi contagiati, come anche dei ricoverati in ospedale sono persone che non si sono vaccinate o sui cui i vaccini per motivi di salute non hanno avuto l’effetto sperato. Al momento non ci sono state ancora decisioni da parte del governo se la situazione dovesse continuare a peggiorare. Oggi riapriranno le scuole e si teme che fra due settimana ci sarà una vera e propria esplosione dei contagi.

Passando a qualche aggiornamento più strettamente politico, Sebastian Kurz è stato rieletto alla guida del partito popolare (ÖVP). La rielezione era decisamente scontata, ma ha fatto comunque alzare qualche sopracciglio la sua vittoria con ben il 99,4% (!) dei voti. Kurz ha sicuramente riportato il partito a successi che fino a pochi anni fa sembravano impossibili, ma ha stupito che gli scandali e le indagini degli ultimi mesi non abbiano scalfito per nulla il suo seguito. I sondaggi mostrano il partito popolare ancora saldo al primo posto a livello nazionale, e finché Kurz porterà i voti al partito, nessuno metterà in dubbio la sua leadership.

La settimana scorsa si è anche concluso il processo a Heinz-Christian Strache, ex-leader del partito della libertà (FPÖ) ed ex-vicecancelliere sotto il primo governo Kurz. Come sicuramente ricorderete si era dimesso dopo lo scandalo Ibiza, ma quello che è stato detto nelle registrazioni sta avendo ora le prime conseguenze giudiziarie. Il processo si è concluso in primo grado con una condanna a 15 mesi di reclusione per corruzione. Se verrà confermata in appello, sarà quasi sicuramente la fine della carriera politica di Strache.

Arriviamo ora a qualche aggiornamento sulla comunità italiana in Austria. Sono state pubblicate nei giorni scorsi le modalità per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni Comites (che vi ricordo si svolgeranno il 3 dicembre), i punti principali validi per l’Austria:

  • le liste devono essere formate da almeno 12 membri.
  • devono essere presentate alla Cancelleria Consolare di Vienna tra il 23 settembre e il 3 ottobre.
  • ogni lista deve essere sottoscritta da almeno 50 persone.
  • sia i candidati che i sottoscrittori devono essere iscritti all’AIRE e negli elenchi elettori per le elezioni Comites.

Tutti i dettagli li trovate sul sito web dell’Ambasciata. Vi ricordo che anche per votare è necessario iscriversi nell’elenco degli elettori entro il 3 novembre 2021 (qui trovate come fare)

Dopo la pausa estiva ricominciano anche gli appuntamenti del Club di Lettura, finalmente in presenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna (sarà necessario presentare una certificazione 3G per accedere). Il prossimo appuntamento si svolgerà martedì 14 settembre, con il tema “I libri della mia estate”. Invece di discutere di un solo testo ogni partecipante avrà a disposizione 5 minuti per parlare di uno (o più) libri che ha letto in questi mesi e ritiene che siano meritevoli da condividere con gli altri partecipanti. La partecipazione è aperta a tutti, maggiori dettagli li trovate nella newsletter.

Infine qualche segnalazione di eventi “italiani” a Vienna:

  • Arriva anche a Vienna il documentario Paolo Conte – Via con me del regista Giorgio Verdelli. Musica, interviste esclusive, materiali inediti: un racconto ironico e appassionante su uno dei più grandi autori della musica italiana. Il film verrà proiettato dal 17 settembre presso il Votiv Kino, in italiano con sottotitoli in tedesco.
  • Il 20 settembre presso l’Hotel Regina si svolgerà la Selezione Doctor Wine, organizzata da Wein & Kultur. All’evento saranno presenti 22 produttori dall’Italia, premiati nella “Guida essenziale ai vini d’Italia” di e Daniele Cernilli (Doctor Wine). Qui le modalità di partecipazione.
  • Dal 4 settembre al 17 ottobre 2021 il FilmMuseum di Vienna dedica una retrospettiva al Neorealismo italiano. Ogni domenica verranno proiettati i grandi classici di questo periodo, come Ladri di Biciclette, Paisà o Roma città aperta. Tutte le proiezioni sono in italiano con sottotitoli in tedesco, qui il programma dettagliato.
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Vaccini in Austria, un aggiornamento

La settimana scorsa ho ricevuto (finalmente) la seconda dose di vaccino per il coronavirus. Colgo quindi l’occasione per fare il punto sullo stato delle vaccinazioni in Austria.

Attualmente il 55,8% della popolazione risulta completamente vaccinata. Mentre però la quota sopra i 65 anni è già oltre l’80%, tra i più giovani questa cala drasticamente, è al momento intorno al 50%, e avanza molto lentamente.

La causa non è sicuramente nella scarsità di vaccini. Sono tutti disponibili e in abbondanza, e da alcune settimane è addirittura possibile scegliere quale ricevere. L’attesa è inoltre praticamente nulla. A Vienna per esempio i si può recare in qualunque momento presso l’Austria Center, senza appuntamento o la necessità di avere la e-card (la tessera sanitaria austriaca).

E non bisogna pensare che siano tutti “no vax” in Austria. Certo anche qui ci sono, ma in base ad alcuni sondaggi rappresentano all’incirca il 10% della popolazione (un numero comunque alto, ma ancora sopportabile).

Si sta dunque cercando di allargare in tutti i modi le campagne vaccinali, rendendo in particolare l’accesso il più semplice possibile. A Vienna per esempio le possibilità sono molteplici: oltre ai centri predisposti e dai medici di base è possibile vaccinarsi anche in alcuni centri commerciali, tramite autobus adattati e posizionati in luoghi di passaggio, su delle imbarcazioni al Danubio e dalla settimana scorsa anche presso il duomo di Santo Stefano.

L’obiettivo è raggiungere il maggior numero di persone entro metà settembre. L’inizio della stagione fredda che favorisce gli incontri al chiuso come anche la riapertura delle scuole destano infatti molta preoccupazione.

Già ora la curva dei contagi sta risalendo: la settimana scorsa si è nuovamente superata la cifra di 1.000 nuovi casi giornalieri, che non si registrava da maggio. La maggior parte di questi sono persone non ancora vaccinate, come anche la quasi totalità delle persone ricoverate negli ospedali.

Al momento vige in tutta l’Austria per l’ingresso nei ristoranti, bari e nella maggior parte delle attività al chiuso la “regola 3-G”. Questa prevede che l’accesso sia permesso solo a chi è testato (Getestet), vaccinato (Geimpft) o guarito (Genesen).

Ma anche qui si stanno valutando delle modalità per aumentare la pressione su chi ancora non si è fatto vaccinare. Per esempio da ieri è necessario avere entrambe le vaccinazioni, e non solo una come in precedenza, per essere considerati in regola. L’assessore alla salute di Vienna Peter Hacker ha però anche detto che si sta valutando la possibilità di dare maggiori permessi ai soli vaccinati se la situazione non dovesse migliorare, con l’obbiettivo di evitare un nuovo lockdown.

Un obbligo vaccinale per tutta la popolazione è stato in ogni caso escluso dal governo (in Austria non esiste nemmeno l’obbligo per i vaccini “classici”), anche se per alcune categorie di lavoratori, come nelle case di riposo o negli asili, è praticamente già presente.

Molti speravano finalmente il coronavirus sarebbe stato solo un ricordo. E lo sarà quando tutti ci saremo vaccinati. Farlo è semplice e sicuro. Cosa state aspettando?

Attualmente ci sono 8.559 casi di coronavirus in Austria. I ricoverati in ospedale sono 255, di cui 55 in terapia intensiva. I decessi sono 10.756.

Le segnalazioni della settimana

  • Un ottimo articolo de Il Post riassume la situazione del Wiener Zeitung, il quotidiano di Vienna tra i più antichi al mondo che rischia di chiudere.
  • Anche questa settimana ripesco un interessante articolo dall’archivio del blog: il tormento di un abbraccio vi porterà alla scoperta di Egon Schiele.
  • E poi per chi invece si interessa del buon vino di Vienna ecco un articolo sul Gemischter Satz, una vera specialità austriaca.
  • Ultima segnalazione: la newsletter va in vacanza. Mi prendo una pausa di due settimane e ci rivediamo a settembre!
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L’elezione più importante dell’anno

In pochi forse lo sanno, ma domani si svolgerà in Austria l’elezione più importante dell’anno. Chiamati alle urne sono solo 35 persone, ma avranno un ruolo decisivo per le sorti del paese. Dovranno infatti scegliere chi fino al 2027 guiderà la ORF, la radiotelevisione nazionale austriaca.

Stiamo parlando di una azienda con più di 3.000 dipendenti e un fatturato di oltre un miliardo di euro. Ma soprattutto del luogo da dove passa la maggior parte dell’informazione ai cittadini.

I canali della ORF sono infatti da sempre i più seguiti in tutto il Paese. Quelli televisivi hanno uno share medio giornaliero di oltre il 30%, con oltre il 50% per quanto riguarda i notiziari. Le emittenti radiofoniche raggiungono addirittura il 70%. E anche il portale orf.at è il terzo più visitato dopo Google e Facebook.

La scelta del direttore generale – e a seguire di tutti i maggiori dirigenti che vengono posizionati insieme a lui – è quindi una decisione strategica per il futuro dell’Austria. Ma è anche soprattutto una prova di forza per i partiti, per misurare chi al momento comanda il paese.

Lo Stiftungsrat, il consiglio dei 35 che deciderà l’elezione, è infatti una emanazione diretta della politica. I membri vengono selezionati in maniera proporzionale dal governo, dalle regioni e dai singoli partiti. Solo una piccola minoranza viene scelta dall’azienda stessa e dai suoi dipendenti.

L’attuale direttore generale, Alexander Wrabetz, è in carica dal 2007. Grazie alle sue abili capacità di mediatore è riuscito a farsi rieleggere per ben tre volte. Vicino al partito socialdemocratico (SPÖ), è passato attraverso ben otto cambi di governo e sebbene anche questa volta si sia ricandidato, le sue chance sembrano poche.

La maggioranza dei membri del consiglio risulta infatti essere attualmente vicina al partito popolare (ÖVP) del cancelliere Sebastian Kurz. E il suo candidato si chiama Roland Weißmann.

Weißmann lavora in ORF da oltre 25 anni e ha seguito tutta la classica carriera interna. Da redattore capo, fino a responsabile di trasmissioni, per poi passare a posizioni manageriali. Attualmente è vicedirettore finanziario.

A meno di colpi di scena, il prossimo direttore generale dovrebbe essere lui. Ma anche se perderà l’elezione, Wrabetz rimarrà in carica fino al 31 dicembre, e potrà ancora prendere delle decisioni importanti per dare un’ultima impronta alla ORF del futuro.

Le segnalazioni della settimana

  • Il lento ma continuo aumento di nuovi casi di coronavirus in Austria è proseguito anche questa settimana. Ieri si sono registrati 553 nuovi positivi, portando l’attuale numero in tutto il paese a 6.189 (più 806 rispetto alla settimana scorsa). Il numero di ricoverati in ospedale rimane al momento costante e risulta essere quasi esclusivamente composto da persone che non hanno ancora ricevuto un vaccino.
  • Il ministro della sanità ha intanto comunicato che si stanno iniziando i preparativi per una terza dose di vaccino da somministrare ai gruppi più anziani e a rischio in autunno, se gli studi lo dovessero consigliare, maggiori informazioni a riguardo verranno diffuse nelle prossime settimane.
  • Vienna continua a estendere le possibilità per vaccinarsi senza appuntamento e attese burocratiche. Dalla settimana scorsa si può fare anche in vari centri commerciali e su alcune stazioni mobili (degli autobus adattati appositamente) che verranno posizionate in varie piazze e luoghi ad alta frequenza.
  • Per chi vuole migliorare il proprio tedesco a Vienna durante questo agosto che non offre molte attività, ecco dall’archivio del blog sette idee e consigli, dal tandem alla lettura di fumetti fino al praticare uno sport.
  • E sempre a riguardo di consigli, a settembre arriveranno come ogni anno molti studenti a Vienna con il programma Erasmus. Ho raccolto in questo articolo dieci consigli utili per una esperienza indimenticabile. Una lettura da non perdere se siete tra questi.
  • Concludo questa settimana ricordandovi che il 3 dicembre si svolgeranno le elezioni dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES). Per votare è necessario iscriversi nell’elenco elettorale tramite il portale Fast It o inviando la richiesta alla Cancelleria Consolare di Vienna. Tutte le informazioni le trovate sul sito web dell’Ambasciata.

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Documentari

Mi avete scritto in molti la settimana scorsa, incuriositi dal documentario su Kurt Waldheim. E’ una storia che ritengo sia importante per capire veramente l’Austria (e gli austriaci). Quella elezione, e le sue conseguenze, sono state un punto di svolta per il Paese. Hanno portato alla luce molte contraddizioni che ancora oggi sono presenti. Ma gli hanno anche permesso di elaborare finalmente il suo passato, guardando al futuro.

Mi avete anche chiesto di consigliare altri documentari sull’Austria o Vienna, e lo faccio volentieri in questa newsletter.

Partiamo da quello che definirei il libro di testo della storia dell’Austria, ovvero i film Österreich I & II. Si tratta di una serie di documentari prodotti dal giornalista Hugo Portisch e dal produttore Sepp Riff sulla storia della prima e seconda repubblica austriaca. Utilizzando filmati d’epoca, ritrovati negli archivi di stato, e con l’aiuto di studiosi e testimoni dell’epoca, hanno ricostruito la storia dell’Austria dal 1918 fino al 1995. Alcuni video si trovano su Youtube, e spesso vengono anche ritrasmessi dai canali ORF. Per avere la serie completa l’unica possibilità è al momento acquistare i DVD.

Una seconda serie di documentari, questa volta concentrati invece su Vienna è quella chiamata Mein Bezirk. Sono 23 film, di circa 60 minuti l’uno, dedicati ai singoli quartieri della capitale. In ogni puntata artisti e personaggi famosi raccontano i propri ricordi d’infanzia e di come la città si è evoluta, frammentato da filmati d’epoca. La maggior parte delle puntate sono disponibili nella TvThek della televisione pubblica austriaca (all’interno trovate anche un infinito archivio di altri documentari e programmi).

Uno dei documentari austriaci più apprezzati degli ultimi anni è stato Die Dohnal, sulla figura di Johanna Dohnal, prima ministro per le donne in Austria e una delle personalità più importanti del movimento per le pari opportunità durante gli anni ’80 e ’90. Questo film fa un ritratto della sua persona, dei suoi successi ma anche delle difficoltà di essere una donna in politica. Uscito nel 2019, viene ancora oggi riproposto spesso nei cinema, potete seguire gli eventi sul sito web ufficiale.

Dello stesso anno è un altro documentario legato alla politica, anche se a quella degli ultimi anni. Si tratta di Inland, un film che segue la vita di alcuni sostenitori austriaci del partito di destra FPÖ. In maniera molto obiettiva e senza giudizio, la regista Ulli Gladik cerca di analizzare e capire le motivazioni che portano le persone a votare per partiti estremisti. Anche qui potete seguire le prossime proiezioni tramite il sito web ufficiale.

Per conoscere fino in fondo l’Austria non può mancare in questa lista un documentario su Falco, uno dei musicisti più interessanti della musica contemporanea austriaca (e in parte anche mondiale). In Die zwei Leben des Falco, (disponile su Youtube) il canale tedesco ZDF ricostruire la sua vita, il suo successo e la sua caduta, in un film con interviste alle persone che lo hanno conosciuto.

Concludo infine questa lista con un bel documentario sul cimitero centrale di Vienna. Non si tratta di un film triste, al contrario. La cultura viennese ha da sempre un legame particolare con la morte, e in Es lebe den Zentralfriedhof (disponibile su Youtube) viene fatto un viaggio tra musica e poesia sulle tombe di alcuni dei personaggi più conosciuti dell’Austria. Secondo me da non perdere.

Le segnalazioni della settimana

  • Le discussioni sull’introdurre o meno un obbligo vaccinale per alcune professioni continua a tenere banco nella politica, ma non ci sono sviluppi particolari. I casi continuano lentamente a crescere, ma l’impressione è che – come l’anno scorso – tutti stiano facendo passare l’estate e poi a settembre si vedrà. Non un buon auspicio visto come abbiamo trascorso lo scorso autunno e inverno. I casi attivi a oggi in tutta l’Austria sono 5.383. Le persone ricoverate in ospedale 121. Il 51,6% della popolazione è vaccinato.
  • Nel frattempo Vienna continua a estendere le possibilità per vaccinarsi. Da questa settimana presso l’Austria Center ci si può presentare tutti i giorni senza appuntamento (non serve nemmeno la e-card), e si può anche scegliere il vaccino che si preferisce (tra BionTech/Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson).
  • La Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, ha pubblicato un bando di concorso per la selezione di un impiegata/o a contratto a tempo indeterminato da adibire ai servizi di assistente amministrativo. Ci si può candidare fino al 27 agosto, maggiori informazioni le trovate qui.
  • Anche a Vienna è possibile sottoscrivere la raccolta firme per il “referendum sull’eutanasia legale”. Si può depositare la propria firma presso la Cancelleria Consolare (Ungargasse 43, 1030 Vienna) ogni giorno dalle ore 9 alle ore 12, senza appuntamento. La sottoscrizione è riservata ai soli iscritti AIRE. Maggior informazioni sul sito web dell’Ambasciata.
  • Poiché dai click ho visto che la settimana scorsa è stato molto apprezzato, vi lascio anche in questa newsletter un articolo dall’archivio del blog per chi vuole approfondire la storia d’Austria: Maria Teresa d’Asburgo: la sovrana, la donna, la madre. Buona lettura!
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Il valzer di Waldheim

La settimana scorsa sono finalmente riuscito a vedere “Waldheims Walzer”, un documentario del 2018 sulla figura di Kurt Waldheim (regia di Ruth Beckermann).

Per le nuove generazioni questo nome forse non vi dirà molto, ma è stato segretario generale delle Nazioni Unite dal 1972 al 1981 e in seguito presidente dell’Austria dal 1986 al 1992.

Il documentario racconta la campagna elettorale del 1986, durante la quale venne alla luce che Waldheim aveva nascosto vari aspetti della sua biografia prima e durante la seconda guerra mondiale.

Furono infatti trovati documenti che attestavano la sua appartenenza alle SA – i reparti d’assalto del partito nazista – e che era rimasto in servizio attivo fino al 1945 nei Balcani, dove furono compiute molte rappresaglie contro i partigiani (e non fino al 1942 come lui aveva sempre affermato).

Waldheim si difese con una serie di contraddizioni affermando di non aver mai partecipato ad attività di combattimento e di non essersi mai accorto delle ritorsioni.

In Austria il “caso Waldheim” aprì per la prima volta un ampio dibattito sul ruolo del paese durante il nazismo. Fino ad allora una intera generazione era infatti riuscita a fingere a se stessa di essere stata solo la “prima vittima” dei nazisti con l’annessione del 1938, e che durante la guerra compirono solo “il proprio dovere”.

Da li iniziò una elaborazione pubblica della complicità austriaca nel nazionalsocialismo, con una maggiore presa di responsabilità. Vennero istituite varie commissioni d’inchiesta e iniziò un lavoro di restituzione e risarcimento alle vittime, che dura ancora oggi.

Waldheim vinse le elezioni con il 53,9% dei voti. Le polemiche e le mobilitazioni contro di lui adombrarono però il suo mandato. Gli fu infatti vietato l’ingresso negli Stati Uniti e anche in molti altri paesi non fu mai il benvenuto come Capo di Stato.

Come ha scritto la regista Beckermann, probabilmente Waldheim non è stato né un sostenitore del nazismo, né un criminale di guerra, ma solamente un burocrate che ha eseguito gli ordini che gli venivano dati senza farsi domande. La banalità del male che si ripete.

(Waldheims Walzer non risulta essere al momento disponibile sulle piattaforme di streaming, ma su Youtube sono presenti il trailer e alcuni estratti).

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti coronavirus: la curva dei casi anche questa settimana continua a essere in lenta ma costante risalita. Come in Italia, anche in Austria si sta discutendo su come aumentare il numero di vaccinati e se sarà necessario introdurre un obbligo per alcune professioni. Dal 21 luglio nel frattempo sono entrate in vigore alcune nuove norme: in tutti i luoghi dove vige la “regola 3-G” non è più necessario utilizzare una mascherina (bar, ristoranti, musei, palestre, …). Rimane obbligatoria nei mezzi pubblici, nei supermercati e – solo a Vienna – in tutti i negozi. A oggi sono 4.588 i casi attivi in tutta l’Austria, di cui 99 ricoverati in ospedale. Il 54,7% della popolazione ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino.
  • È online VIE – Voci italiane in Europa, un progetto che raccoglie interviste e informazioni sulle comunità e su diverse attività avviate da italiani in alcune città europee, tra cui Vienna. Ho dato anche io un piccolo contributo al progetto, ve lo segnalo molto volentieri.
  • La Legio Italica, squadra italiana di calcio di Vienna che milita nella prima liga della federazione Ökfb Kleinfeldliga è alla ricerca di nuovi giocatori e di sponsor che possano aiutare nella crescita della squadra. Maggiori informazioni e i contatti li trovate sulla pagina Facebook della squadra.
  • Concludo questa settimana ripescando per voi un articolo dall’archivio del blog, da non perdere per chi vuole conoscere meglio la figura di Sisi: in tutti gli uomini dell’imperatrice scoprirete i personaggi maschili vicini all’Imperatrice Elisabetta, e come questi abbiano influenzato la sua vita e la storia dell’Austria.
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Strada del sole

«Sono qui in questo caldo sulla strada del sole / i piedi mi fanno male nei sandali nuovi / la mia ragazza è scappata con un italiano / e mi hanno anche rubato tutti i soldi» cantava così già 40 anni fa Rainhard Fendrich, cantautore viennese, le (dis)avventure di un austriaco in Italia per le vacanze estive. Il testo di “Strada del sole” è naturalmente ironico e ancora oggi un classico conosciutissimo in Austria.

Anche io mi trovo questa settimana in Italia, proprio sulla costa adriatica – “Die Adria” come si dice in tedesco – e quale occasione migliore per scrivere del rapporto che gli austriaci hanno con il nostro Paese?

Partiamo proprio dal mare: per molti austriaci l’Italia è infatti sinonimo di vacanze. Fino all’arrivo dei voli lowcost le ferie estive significava andare sull’adriatico – in particolare la zona tra Grado e Venezia. Jesolo, Bibione e Caorle sono per molti austriaci ancora il primo luogo dove hanno visto il mare (ma anche la pizza e gli spaghetti).

Anche se oggigiorno le destinazioni si sono moltiplicate, in base alle statistiche l’Italia è ancora la prima scelta dove gli austriaci trascorrono le vacanze all’estero.

Forse è anche a causa di questi “ricordi d’infanzia” che tanti austriaci amano ancora l’Italia (e gli italiani). Ogni volta che mi presento la mia provenienza provoca sempre un grande interesse. Vogliono sapere di preciso da dove vengo, e si mettono spesso a raccontare dei posti che hanno visitato, aggiungendo anche qualche parola di italiano che conoscono. Certo molti austriaci hanno una visione un po’ stereotipata dell’Italia e potrebbero fare qualche commento “superficiale”, ma per tutti rimane uno dei Paesi più belli al mondo.

L’amore per l’Italia lo si vede anche in quanti sono interessati alla nostra lingua. In base alle statistiche delle Volkshochschule – le “università popolari” di Vienna – l’italiano è infatti la seconda lingua più studiata dagli adulti dopo l’inglese. Anche nel 2020, quando a causa del coronavirus molti corsi sono stati annullati o offerti solo online, oltre 15.000 persone in tutta l’Austria hanno comunque studiato l’italiano tramite questi corsi (e sicuramente molti di più tramite altri istituti di cui non ho dati a disposizione).

Ovviamente oltre alla lingua gli austriaci amano anche la nostra cucina, e lo si vede bene dal successo che hanno ristoranti, pizzerie e gelaterie presenti a Vienna. Nella mappa che gestisco si trovano attualmente più di 100 locali (e sicuramente ne ho dimenticato qualcuno).

Infine un aspetto che forse si nota meno ma che è da non sottovalutare sono i legami commerciali tra i nostri due Paesi. Con un volume commerciale di poco meno di 18 miliardi di euro (dati 2020), l’Italia è infatti il secondo partner economico dell’Austria dopo la Germania. Gli scambi più importanti sono soprattutto legati a prodotti industriali, ma naturalmente una porzione rilevante è anche realizzata da prodotti alimentari e dalle produzioni “made in Italy”.

Insomma gli austriaci amano l’Italia! Qualcuno forse vi chiamerà “Itaker”, un termine un po’ canzonatorio che ha origine come abbreviazione di “italienischer Kamerad” (camerata italiano). Non offendetevi, non lo fanno mai con cattiveria. Anzi la prossima volta che sarete in Austria scambiate qualche parola in italiano con un austriaco, lo renderete sicuramente felice!

Le segnalazioni della settimana

  • Anche in Austria la curva dei contagi sta lentamente risalendo, certo non parliamo di grandi numeri (3.433 casi attivi ad oggi, di cui 107 in ospedale) ma questo desta comunque molte preoccupazione negli esperti. Il motivo sembra essere da ricondurre da una parte alla variante delta, ma anche alla rimozione di quasi tutte le restrizioni in vigore. Al momento non sono previsti cambiamenti nel piano del governo, ma solo un rafforzamento della campagna vaccinale.
  • A questo proposito il comune di Vienna continua la campagna per cercare di vaccinare più persone possibile entro la fine dell’estate. Questa settimana sarà possibile ottenere la vaccinazione con Pfizer/Biontech senza bisogno di appuntamento presso l’Austria Center.
  • Siccome mi sono arrivate alcune domande a riguardo, per ottenere a Vienna il “passaporto verde” (Grüner Pass) dopo aver fatto la vaccinazione le possibilità sono due:
  1. si può scaricare tramite il sito web gesundheit.gv.at dove è però necessario registrarsi per ottenere l’accesso verificato tramite Handysignatur e può richiedere alcuni giorni (vi viene inviato un codice per posta).
  2. in alternativa si può ritirare una copia presso alcune “Teststraßen”, la lista la trovate in fondo a questa pagina.
  • Ho scoperto questa settimana un nuovo blog (in realtà è già attivo dal 2016) di una ragazza italiana che vive a Vienna. Si chiama Una siciliana sotto la neve, vi invito come sempre a seguire la “collega” blogger.
  • Mi è stato segnalato che si sta svolgendo in queste settimane una rassegna di musica d’organo (Orgelfest) presso la Augustinerkirche. In particolare partecipano anche al programma due italiani: questa sera, 19 luglio, si esibirà Sophie Magnanini (insieme a Mila Chervenivanova) e il 26 Federico Vallini.
  • Concludo questa settimana con un consiglio per una piccola gita alla scoperta di qualcosa di nuovo a Vienna: si tratta della Werkbundsiedlung, un progetto di quartiere costruito negli anni ’30 nel 13. distretto e ancora oggi un esempio di architettura all’avanguardia. Sul blog trovate tutti i dettagli.
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Ascesa e caduta

A maggio 2019 Heinz-Christian Strache era all’apice della sua carriera. Vice-cancelliere e ministro, era riuscito dopo quindici anni a riportare il Partito della Libertà (in tedesco Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ) nelle stanze del potere austriaco. Nessuno poteva immaginare che poche settimane dopo un video ripreso di nascosto a Ibiza ne avrebbe provocato una fine rovinosa.

Fin da giovane vicino alle posizioni della destra nazionalista, inizia la sua carriera politica a 21 anni, quando viene eletto consigliere distrettuale. Prima dei 30 anni siede già nel parlamento della capitale e nel 2004 è segretario della sezione di Vienna.

Ma è il 2005 che segnerà la sua carriera. In quell’anno Jörg Haider e tutta l’ala più moderata dell’FPÖ, dopo una difficile esperienza di governo, si staccò per fondare l’Alleanza per il Futuro dell’Austria (in tedesco Bündnis Zukunft Österreich, BZÖ). Fu l’occasione per Strache di prenderne il timone e spostare il partito su posizioni nettamente di destra. Sotto la sua guida l’FPÖ divenne un partito di protesta, anti-EU, contrario all’immigrazione e all’Islam. Campagne populiste e controverse segnarono fin dall’inizio questo nuovo corso provocando da un lato ampie critiche da tutte le forze più moderate, ma dall’altra colpendo un nervo scoperto della popolazione e facendo quindi aumentare i suoi consensi a ogni elezione.

Il periodo di maggior successo iniziò nel 2015. Strache riuscì con un’abile campagna a trasformare l’elezione del sindaco di Vienna in un testa a testa tra lui e il candidato socialdemocratico Michael Häupl. Sebbene non riusci a vincere, il suo partito ottenne più del 30% dei voti. L’anno seguente Norbert Hofer – uno dei suoi più stretti collaboratori – arrivò al ballottaggio per l’elezione del Presidente della Repubblica insieme al candidato dei Verdi Alexander Van der Bellen, e perse per poche centinaia di migliaia di voti.

L’ascesa dell’FPÖ sembrava inarrestabile: i sondaggi lo vedevano come primo partito a livello nazionale e molti si aspettavano un enorme successo alle successive elezioni. Ma la politica può cambiare da un giorno all’altro e infatti il panorama austriaco fu completamente ribaltato dall’ascesa di Sebastian Kurz. Il futuro – e attuale – cancelliere dopo aver preso le redini del partito popolare (ÖVP) ne spostò infatti le posizioni decisamente a destra, inglobando molte delle idee (e dei voti) proprio del partito di Strache. Nelle elezioni del 2017 il Partito della Libertà ottenne comunque il migliore risultato nazionale sotto la guida di Strache (25,9%), che portò ad una coalizione con il Kurz. Questa sembrava aprire una nuova era nella politica austriaca, spostando il Paese decisamente verso destra.

Ma – nuovamente – tutto può cambiare in un giorno. E quel giorno fu il 17 maggio 2019, con la pubblicazione del famoso video di Ibiza. Registrato con una telecamera nascosta due anni prima, mostrava Strache discutere di finanziamenti illegali in cambio di appalti pubblici con una (finta) nipote di un oligarca russo. Lo scandalo portò – oltre alla caduta del governo – alle sue dimissioni e alla sua espulsione dal Partito della Libertà. Nel 2020 ha provato comunque a ricandidarsi a Vienna con un suo partito (Team HC), non riuscendo però a venire eletto.

Anche se la sua carriera politica sembra finita (la settimana scorsa si è aperto un processo che lo vede indagato per corruzione), l’eredità di Strache sarà ancora presente a lungo. Mentre il suo (ex)partito è tornato a posizioni di protesta e anti-sistema, il “nuovo” partito popolare di Sebastian Kurz ha raccolto molte delle idee e della retorica del “vecchio” FPÖ. Il suo successo elettorale mostra che l’Austria sta ancora a destra.

Qualche altra segnalazione della settimana:

  • Sebbene il numero di persone positive al coronavirus rimanga ancora molto basso (esattamente 2.000 in tutta l’Austria) la “variante Delta” preoccupa molto gli esperti. Due terzi dei casi registrati nelle ultime settimane sono infatti riconducibili a questa. Il governo austriaco continua comunque con il suo piano di riduzione delle restrizioni: in base alle ultime informazioni dal 22 luglio l’obbligo di indossare la mascherina rimarrà valido solo nei mezzi pubblici e nei supermercati. Rimarrà comunque in vigore la “regola 3-G” per l’ingresso nella maggior parte dei luoghi chiusi (bar, ristoranti, cinema, palestre, ecc.).
  • Grazie ad una gentile segnalazione ho aggiunto due nuovi medici che parlano italiani nella lista sul blog: si tratta della dott.ssa Eva Raunig, medico generico nel 9. distretto e del dott. Martin Ortler, neurochirurgo con studio nel 1. distretto.
  • Dal 26 luglio all’8 agosto con l’abbonamento annuale delle Wiener Linien sarò possibile utilizzare gratuitamente anche i mezzi pubblici in altre 5 città (Graz, Linz, Salisburgo, Klagenfurt e Innsbruck). Una interessante occasione per invogliare a visitare altre città in Austria.
  • Sono ricominciati i tour organizzati dal blog Vienna e Dintorni, ogni sabato e domenica alle 10, con partenza dalla piazza di Santo Stefano. La partecipazione è gratuita e si può contribuire con una donazione a fine tour. Per prenotare è necessario selezionare su questa pagina la data desiderata e compilare il modulo di prenotazione.
  • Vi ricordo infine che questa settimana inizierà “Nuovo Cinema Italia”, il festival del cinema italiano presso il Votiv Kino. Qui trovate il programma e le date. La prevendita è già iniziata, si consiglia di prenotare (i posti sono limitati causa restrizioni covid).

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A lunedì prossimo!

Paolo

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Chi ha fallito?

La settimana scorsa un brutto fatto di cronaca ha creato un’ampia discussione in Austria: sabato 26 giugno è stato ritrovato in un prato del quartiere Donaustadt di Vienna il corpo senza vita di una ragazza di 13 anni. Le indagini hanno portato all’arresto di due afghani, di 16 e 18 anni, richiedenti asilo. Sono accusati di aver narcotizzato e abusato della vittima – che sembra conoscessero – causandone la morte.

Il fatto di per se tragico ha innescato un lungo dibattito sull’immigrazione, l’integrazione dei rifugiati e – ancora una volta – sul femminicidio.

Da quello che si è appreso dai media il più anziano dei sospettati vive in Austria dal 2015 (l’altro invece è giunto pochi mesi fa). Risulta essere già stato condannato più volte e la sua richiesta di asilo era stata bocciata nel 2018.

In molti si sono subito chiesti perché il rimpatrio non fosse stato eseguito (l’Austria non considera infatti l’Afghanistan come un territorio a rischio – anche se qui ci sarebbe forse da discutere). Come vi avevo già scritto in passato il ministero dell’interno non sembra farsi tanti scrupoli a rimpatriare intere famiglie, anche se integrate, con un lavoro e con figli piccoli (come nel caso di Tina), mentre invece in questo qui sembra aver lasciato correre.

Ma secondo me la critica maggiore deve essere fatta al processo d’integrazione, che sembra essere fallito miseramente. Come mai non è stato possibile “convertire” un ragazzo, giunto in Austria più di 6 anni fa ai valori della nostra società? Perché non è stato possibile fare un percorso di cambiamento dopo le prime condanne, oppure effettuare maggiori controlli, mentre invece sembra sia stato lasciato a continuare in attività criminali?

Il dibattito si è anche concentrato sulla comunità afghana presente in Austria: le statistiche mostrano infatti che questa è particolarmente problematica. Il tasso di criminalità è quattro volte superiore alla media nazionale, nove volte per i reati di droga e addirittura dodici volte per i reati sessuali. Certo non si può fare di tutta l’erba un fascio. Conosco personalmente persone di origine afghana che sono perfettamente integrate. Ma anche qui sembra che lo Stato non stia facendo abbastanza per migliorare la situazione.

Qui diventa ancora necessaria anche una riflessione politica. I governi Kurz (sia quello attuale che precedente) hanno sempre posto un forte accento contro l’immigrazione, sul dire che gli stranieri “portano la criminalità in Austria” e che tutti coloro che non si integrano sarebbero stati subito perseguiti e rimpatriati. Allo stato dei fatti solo parole al vento. Dopo questo fatto tutti si sono naturalmente affrettati a dire che si userà la mano dura, che le cose devono cambiare, ma nessuno sembra essere stato capace di fare autocritica, come sempre la colpa è “degli altri”.

E arriviamo all’ultimo punto di cui si è parlato troppo poco in questa storia, ovvero la morte di un’altra donna, un problema che in Austria ancora non viene preso sul serio a sufficienza (ne avevo già scritto qui). Il dibattito si è infatti quasi esclusivamente concentrato sulla provenienza dei sospettati, ma anche questa volta siamo di fronte a uomini che uccidono una donna solo perché non vuole accettare la loro volontà.

Questa storia ha tante domande e poche risposte. Penso rimanga solo da chiedersi chi ha fallito e se la morte di una ragazza di 13 anni si poteva evitare.

Ritorno da Venezia

In molti hanno risposto alla scorsa newsletter raccontandomi la propria esperienza di viaggio (e i controlli) tra Italia e Austria. Da come sembra i controlli aerei (almeno verso l’Austria) sono quelli eseguiti in maniera più stringente, mentre su strada o in treno vengono effettuati solamente a campione.

Da parte mia posso confermarlo con il viaggio di ritorno: già al check-in a Venezia è stato chiesto a tutti i passeggeri di mostrare un certificato (di vaccinazione, guarigione o test negativo) che permettesse l’ingresso in Austria. All’arrivo poi era anche presente una postazione di controllo dove dei soldati dell’esercito hanno controllato nuovamente la validità dei certificati.

Aggiornamenti Coronavirus

Sebbene la situazione in tutta l’Austria sia sempre molto stabile – con il numero di casi in continua diminuzione – il governo continua a premere per cercare di raggiungere almeno l’80% di vaccinati prima dell’arrivo dell’autunno. La variante delta infatti preoccupa infatti anche qui e si vuole evitare a tutti i costi di ripetere la situazione dell’anno scorso, dove dopo un’estate “spensierata” a settembre è stato necessario reintrodurre varie restrizioni.

A Vienna come vi avevo già scritto da alcune settimana le vaccinazioni (con Pfizer) sono aperte a tutti i residenti con più di 12 anni, ci si può prenotare tramite il sito web  impfservice.wien. Questa settimana è inoltre possibile vaccinarsi anche senza prenotazione (con AstraZeneca) presso l’Austria Center (qui le informazioni dettagliate).

Dal 1 luglio c’è stato nel frattempo un nuovo allentamento delle misure:

  • in bar e ristoranti non è più necessario utilizzare la mascherina, è tolto anche il limite di persone ai tavoli. L’ingresso rimane permesso in base alla regola 3-G.
  • anche per gli eventi – al chiuso o all’aperto – non è più necessario l’uso della mascherina. Vale sempre la regola 3-G per l’ingresso.
  • nei mezzi pubblici e nei negozi non è più obbligatorio l’uso di una mascherina FFP2 ma è sufficiente quella di stoffa o monouso.
  • nelle attività commerciali a contatto (come barbiere/parrucchiere) non è più obbligatorio l’uso della mascherina.
  • discoteche e club sono nuovamente aperti

Dalla settimana scorsa è inoltre disponibile anche in Austria la app ufficiale per il passaporto verde (Grüner Pass). Anche se mancano ancora alcune funzioni può essere utile già installarla.

Attualmente in tutta l’Austria ci sono 1.709 casi attivi di coronavirus, di cui 132 ricoverati in ospedale. Il 61,3% della popolazione ha ricevuto almeno una prima di vaccino, il 51,4% a Vienna.

Una vigneto piccolo piccolo…

Una curiosità per chi pensa di conoscere ogni angolo di Vienna: proprio nel centro storico si trova un piccolo vigneto con una storia interessante, che può sfuggire se non ci avete mai fatto caso. Tutti i dettagli sul blog.

Quella maledetta estate del 1873

Vi segnalo un altro articolo dal blog per chi vuole approfondire la storia di Vienna. Nel maggio 1873 venne inaugurata al Prater l’Esposizione Universale. Doveva essere un grande momento per l’impero asburgico, ma non tutto andò come nei piani. Una lettura da non perdere.

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Paolo

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Appunti di viaggio

Questa settimana una newsletter un po’ diversa dal solito. Mentre vi scrivo mi trovo infatti a Venezia per un breve viaggio, per me il primo da quando è possibile muoversi – più o meno liberamente – tra Italia e Austria. Niente lunga introduzione quindi, ma solamente una riflessione “di viaggio” e qualche segnalazione a seguire.

Voglio infatti condividere con voi la mia esperienza con i controlli richiesti per viaggiare (e mi piacerebbe conoscere come è stato per voi). Per l’ingresso in Italia l’attuale decreto prevede la presentazione – a scelta – di un certificato di avvenuta vaccinazione, di guarigione o un test negativo (non più vecchio di 48 ore). Io e mia moglie ci siamo muniti di tutte le carte, abbiamo effettuato la registrazione online e siamo partiti.

Siamo arrivati all’aeroporto di Vienna. Nessun controllo. Siamo saliti sull’aereo, e anche qui nessun controllo. Ok ci siamo detti, verrà fatto in Italia, anche se stare un’ora chiusi insieme a cento persone senza sapere se tutti sono stati corretti come noi già ci dava un po’ di “mal di pancia”.

Atterriamo, andiamo a prendere le valigie e ci avviamo verso l’uscita con i nostri certificati in mano. Ma anche qui, nessun controllo. Ci siamo guardati un po’ spaesati intorno, come anche gli altri passeggeri, ma poi ognuno ha semplicemente preso la sua strada.

Ora. Forse è stata una eccezione quella che abbiamo vissuto noi? Probabile. Ma mi chiedo: ci sono queste regole, viviamo da un anno e mezzo in questo stato di pandemia, e non è ancora possibile organizzare dei semplici controlli, a Vienna o in Italia? Basta che una sola persona sia infetta (anche senza saperlo) e si ricomincia tutto da capo.

Oggi ripartirò in direzione Vienna, vedremo se la situazione sarà diversa.

Le segnalazioni della settimana:

  • Con circa 100 nuovi casi al giorno in tutto il Paese la situazione legata al coronavirus in Austria rimane stabile (attualmente 2.137 persone malate). Il numero di persone in ospedale (187) è in continua diminuzione, e la campagna vaccinale sta proseguendo a buoni ritmi, con oltre il 59% della popolazione che ha già ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • A proposito di vaccini, dalla settimana scorsa a Vienna è aperta praticamente a tutti (dai 12 anni in su) la possibilità di prenotare un appuntamento. Lo potete fare tramite il sito web impfservice.wien/corona/.
  • Una informazione importante riguardo alle elezioni per il rinnovo del Comites, che come vi avevo già scritto in passato si svolgeranno il 3 dicembre 2021. La partecipazione al voto non è automatica per tutti i residenti AIRE, ma è necessario presentare espressa richiesta d’iscrizione all’elenco elettorale. Lo si può fare tramite il portale Fast It oppure presentando la domanda direttamente alla cancelleria consolare (qui le modalità).
  • Per gli amanti del cinema torna anche quest’anno a Vienna la rassegna Nuovo Cinema Italia, dedicata al film italiano d’autore. Dal 15 al 22 luglio verranno proiettate presso il Votiv Kino alcune delle migliori opere cinematografiche italiane degli ultimi anni, in originale italiano con sottotitoli in tedesco. La prevendita è già iniziata.
  • Sempre riguardo al mondo del cinema, ma questa volta austriaco, segnalo a tutti i miei lettori di Roma e dintorni la rassegna Sotto le stelle dell’Austria presso il Forum Austriaco di Cultura. Fino al 7 luglio verrà proiettata una selezione di ottimi film prodotti in Austria, in versione originale con sottotitoli in italiano.

E per questa settimana è tutto, ci sentiamo lunedì prossimo con una “normale” newsletter da Vienna.

A presto!

Paolo

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I am from Austria

Quando può una persona dire di essere italiana (o austriaca)? Quando è nata da un genitore italiano? O perché è nata in Italia? E se vive per 10, 20 o 30 anni in Italia (o in Austria), allora è più italiana o austriaca?

Non c’è un risposta univoca a questa domanda, e ci vorrebbe un libro, non una newsletter, per analizzare tutti gli aspetti.

Ma è una questione a cui nel nostro mondo globalizzato, dove è ormai normale per le persone vivere in un altro Paese rispetto a quello dove si è nati, e dove sempre più figli nascono da genitori di nazioni diverse (e poi magari crescono in un altro Paese ancora) diventa sempre più importante trovare una risposta.

In Austria la settimana scorsa si è riacceso il dibattito a riguardo per una proposta fatta dal partito socialdemocratico (SPÖ) di semplificare la normativa per la concessione della cittadinanza. Attualmente per “diventare austriaci” la legge ha dei criteri molto stringenti:

  • vengono richiesti 10 anni di residenza in Austria, che sono ridotti a 6 solo per i cittadini dell’Unione Europea, per chi può dimostrare un livello B2 di tedesco o per chi è nato in Austria.
  • si deve dimostrare di aver avuto un reddito minimo negli ultimi 3 anni (almeno 1.000 euro al mese) senza aiuti sociali.
  • si deve avere una buona conoscenza del tedesco e superare anche un test sull’Austria e la sua storia.
  • si deve rinunciare alla propria cittadinanza originale
  • e infine si ha un costo per tutta la procedura tra i 1.100 e 1.500 Euro.

L’idea del partito socialdemocratico è di semplificare queste regole, in particolare rendendo per tutti a 6 anni il tempo di attesa per effettuare la richiesta, riducendone il costo e semplificando le prerogative. Ma la richiesta più interessante che è stata fatta è quella di dare a chiunque sia nato in Austria la cittadinanza se un genitore si trova legalmente nel Paese da almeno 5 anni, muovendo quindi la legislazione verso lo “ius solis”.

Queste proposte hanno toccato un nervo scoperto, e infatti le discussioni sui giornali sono andate avanti per vari giorni. In Austria il numero di persone straniere – residenti anche da molti anni – è in continua crescita. A Vienna in particolare questa situazione è sentita da molti, dove si calcola che il 30 percento dei residenti non ha diritto di voto. E non stiamo parlando solo d’immigrati: sono infatti ben 45.000 i giovani nati in Austria che ogni anno raggiungono l’età per poter votare, ma che non lo potranno fare perché nati da genitori stranieri.

Sono numeri importanti, che vi fanno capire come una grande fetta della popolazione sia esclusa dal processo democratico e da scelte che influenzano anche le loro vite.

Mentre il partito dei verdi e dei NEOS hanno accolto in maniera positiva queste proposte, il partito popolare (ÖVP) del cancelliere Kurz come anche il partito della libertà (FPÖ) si sono opposti fermamente. Le motivazioni sono state di natura prettamente morale (“la cittadinanza è un bene superiore e non va dato a chiunque”), ma la vera questione, come hanno fatto notare in molti, è come spesso succede in politica legata ai voti.

In base alle proiezioni i voti di questi potenziali nuovi cittadini andrebbe infatti per la maggior parte ad avvantaggiare i socialdemocratici e i verdi. Pochissimi voterebbero il partito popolare o la destra, ed ecco quindi spiegata questa forte contrarietà, che non si è mostrata in altre situazioni. Se vi ricordate infatti due anni fa il partito popolare era intenzionato a dare una doppia cittadinanza ai madrelingua tedesca dell’Alto Adige (poi non se ne fece nulla per la caduta del governo) e nessuno si pose dei “problemi morali”. Probabilmente i calcoli fatti a quel tempo mostravano che avrebbe portato un maggiore vantaggio verso altri partiti.

La proposta dei socialdemocratici rimane comunque solo un’idea, essendo il partito attualmente all’opposizione. Ma è un tema sui cui la politica austriaca dovrà prima o poi confrontarsi in maniera seria per trovare una risposta alla crescente richiesta di rappresentanza delle persone straniere che vivono in Austria.

Il titolo di questa newsletter è una canzone del cantautore Rainhard Fendrich, inno “inufficiale” austriaco e amata da tutti coloro che si sentono austriaci, indipendentemente dalla propria cittadinanza.

Aggiornamenti Coronavirus

Il governo ha comunicato la scorsa settimana che dal 1 luglio ci sarà un nuovo allentamento delle misure in vigore:

  • Non sarà più obbligatorio indossare una mascherina in tutti i luoghi dove l’ingresso è già controllato tramite la regola 3-G: ristorazione, turismo, attività culturali e del tempo libero, scuola ed eventi.
  • Nei mezzi pubblici come anche nei negozi e nei musei non sarà più obbligatoria la mascherina FFP2 ma sarà sufficiente quella di stoffa o usa e getta.
  • Discoteche e club potranno riaprire, senza limitazioni di orario. Anche le feste private (come i matrimoni) si potranno nuovamente svolgere senza limitazioni.
  • Anche i grandi eventi saranno permessi senza limitazione, solamente la regola 3-G verrà applicata all’ingresso.

Anche se al momento i numeri dei contagi sono in costante diminuzione, come nel resto dell’Europa preoccupa la variante delta (“indiana”). In Austria sono già presenti alcuni casi e si pensa che dopo l’estate potrebbe portare a una nuova ondata se le vaccinazioni non avranno portato a una copertura sufficiente.

Attualmente i casi attivi in tutta l’Austria sono 2.771 (di cui 1.127 a Vienna), con 251 persone ricoverate in ospedale. Il 56,4% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Nuovo ristorante italiano a Vienna

Quasi ogni settimana apre una nuova attività italiana a Vienna (e fa sicuramente piacere). Questa volta vi segnalo Cibaria Italiana, un nuovo ristorante nel 2. distretto, con specialità della cucina genovese e bolognese, tutte preparate con pasta fresca. Appena possibile ci saranno anche eventi di arte, musica e spettacolo, promette bene!

Musei e parchi archeologici gratis per iscritti AIRE

Mi è stato segnalato un decreto ministeriale in base al quale per tutti gli iscritti AIRE è previsto in Italia l’ingresso gratuito nei musei, parchi archeologici e luoghi della cultura gestiti dallo Stato per gli anni 2021, 2022 e 2023. Per ottenere lo sconto è necessario esibire un documento che attesti l’iscrizione all’AIRE. Un eventuale certificato si può richiedere al comune d’iscrizione (il consolato non può rilasciarlo) oppure tramite il portale Fast It. Non ho trovato purtroppo molte altre informazioni a riguardo, né sul sito web del ministero né su quello di alcuni musei che ho consultato, vi aggiornerò non appena ci saranno novità.

Parcheggi a pagamento per tutta Vienna

Qualche settimana fa scrivevo della tendenza a Vienna a disincentivare l’uso delle automobili, ed ecco una notizia che conferma questa idea. È stato infatti comunicato che dal 1 marzo 2022 i parcheggi in strada a pagamento verranno estesi a tutta la città, anche nei quartieri più periferici. Da questa data si potrà sostare con la propria macchina dalle 9 alle 22 (dal lunedì al venerdì) solamente pagando 2,20 euro/ora oppure con un abbonamento annuale (120 Euro), valido però solo per un distretto.

Alcune idee per rinfrescarsi a Vienna

Mentre una volta l’Austria era considerato un Paese dal clima mite e temperato ora i giorni con temperature da record stanno diventando ogni anno sempre più la normalità. Sarà colpa di questo fantomatico riscaldamento globale? Lo dovremmo chiedere a un meteorologo o forse a qualche presidente che pensa di aver capito tutto, ma a me, come immagino a tanti di voi, la cosa che al momento interessa di più è dove trovare un po’ di refrigerio fino all’arrivo dell’autunno (o delle ferie). Vi rimando quindi a un articolo sul blog con alcune idee per rinfrescarsi con un bel bagno!

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