Dintorni di VIenna Lascia un commento

La Kängurufarm di Harzberg: una passeggiata a visitare i canguri

Con gastronomia, musei e altre strutture chiuse causa Covid, si fa sempre maggiore la necessità di trovare nuovi spazi all’aperto dove trascorrere una bella giornata con la propria famiglia, lasciando i nostri cuccioli liberi di esplorare nuovi orizzonti. Per questo voglio condividere con voi la nostra piccola avventura di sabato scorso alla Kängurufarm, dove siamo stati con una coppia di amici e i nostri rispettivi bimbi di quattro anni.

Il punto di partenza del nostro giretto inizia dal Kurpark di Bad Vöslau, cittadina a circa 30 km a sud di Vienna, famosa per le omonime terme. Qui è possibile parcheggiare nei pressi del Kursalon, situato presso l’entrata a sud del parco. All’interno del Kurpark si trova anche un piccolo parco giochi per bambini, che può rivelarsi molto pratico nel caso si debba aspettare qualche amico ritardatario.

Dal Kurpark parte il percorso che ci porterà alla Kängurufarm, offrendoci alcune belle vedute del Wiener Becken (Harzbergrunde, segnale giallo-bianco). La salita non è eccessiva ed è agevolata da dei gradoni nei tratti più ripidi. Camminando tranquillamente e facendo una pausa, in meno di un’ora arriviamo alla Kängurufarm. Qui si trovano anche la Schutzhaus (una specie di baita-trattoria alla buona), la Jubiläumswarte (una torre di avvistamento) e un piccolo parco giochi, da cui si gode di un bel panorama della pianura sottostante.

Mentre i bimbi si precipitano a vedere i canguri stesi sul prato all’interno di un recinto, noi grandi ci occupiamo del pranzo. Le Kaiserschmarrn e la Gulaschsuppe che ordiniamo alla Schutzhaus si rivelano memorabili. Il tutto al momento rigorosamente to-go. Il piccolo parco giochi offre poi alcuni momenti di svago per i piccoli e un’occasione di relax per noi genitori.

Prima di ritornare verso il Kurpark ci avventuriamo in cima alla Jubiläumswarte, da dove si gode di una vista spettacolare sul Wiener Becken, lo Schneeberg e le Leithagebirge. Per ridiscendere continuiamo il percorso circolare della Harzbergrunde. Dopo un po’ più di metà strada lungo il sentiero attraverso il bosco troviamo un altro piccolo parco giochi, che si rivela perfetto per una pausa.

Infine torniamo al nostro punto di partenza al Kurpark. Sono le due del pomeriggio passate e per soddisfare la nostra voglia di caffè ci azzardiamo verso un chioschetto nei pressi del parco. Ci può stare. Molto simpatico anche il menù che offre una Coronaküche da asporto.

Il nostro giro termina qui. Dopo aver fatto spompare definitivamente i bimbi con instancabili scapparelli nel parco, siamo pronti per ripartire in direzione Vienna; un po’ stanchi ma felici per il bel tempo trascorso all’aperto in una splendida giornata di sole.

Per approfondire:

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Freundschaft, Genossen! 

Il 1º maggio in tutto il mondo si celebra la festa dei lavoratori, ma è anche il giorno più importante per tutti coloro che si identificano nei valori della socialdemocrazia. A Vienna il partito socialdemocratico (SPÖ) organizza ogni anno una grande marcia di tutte le sezioni fino al municipio, per festeggiare insieme questo giorno (a causa della pandemia sia quest’anno che l’anno scorso questo evento non si è potuto svolgere).

Ma sebbene a Vienna continui a essere il partito più votato – vi ricordo che esprime il sindaco dal 1945 – a livello nazionale l’SPÖ ha invece avuto negli anni un costante calo di consensi, arrivando nel 2019 a solo il 21% dei voti, il risultato peggiore della sua storia. La crisi della socialdemocrazia in Austria nasce da lontano, ed è stata sicuramente accentuata dall’ascesa di Sebastian Kurz, ma i problemi principali sono da cercare al suo interno.

Dopo l’era di Werner Faymann, che ha guidata l’Austria per 10 anni fino al 2017, è mancata una figura che riuscisse a unire le tante correnti all’interno del partito. L’attuale presidente Pamela Rendi-Wagner, medico ed ex ministro della sanità, è una persona risoluta e battagliera, ma la sua nomina è stata messa in discussione fin dall’inizio da molti esponenti del partito. Questo si è tramutato in continue contrapposizioni che si sono riversate spesso all’esterno, confondendo e allontanando molti elettori. Prima dell’inizio della pandemia si erano moltiplicate le voci di una sua sostituzione, ma la verità è che nessuno voleva (e vuole anche tuttora) prendere il suo posto.

Ma il problema principale che molti esperti vedono nell’attuale partito socialdemocratico sta nella mancanza di una chiara linea nella scelta dei temi. Mentre la “nuova” gestione di Sebastian Kurz del partito popolare è incentrata su una comunicazione semplice e diretta (anche se spesso più guidata dai sondaggi che dai contenuti), l’SPÖ ha spesso la tendenza di voler mettere tutti d’accordo per non scontentare nessuno, finendo però in questo modo per deludere un po’ tutti. Manca una intesa tra gli attori principali del partito sulle idee e sulle strategie principali che si vogliono seguire, quelle con cui riuscire a convincere la maggioranza della popolazione per poter tornare al governo.

Trovarla viene visto da molti come una priorità, soprattutto per sfruttare il momento favorevole: il partito popolare di Kurz è da mesi sotto indagine, e la sua aurea di “uomo nuovo” della politica sembra ormai finita. Il partito della libertà (FPÖ) si sta riposizionando su posizioni ancora più estreme e bizzarre dopo lo scandalo Ibiza. E anche i verdi stanno facendo difficoltà all’interno del governo a portare avanti i propri temi, cosa che molti nella base elettorale lo vivono con malumore.

Quanto sia importante lo si vede dagli ultimi sondaggi che – quasi solo grazie ai problemi degli altri partiti – ha già fatto risalire i socialdemocratici al 25%. Si vedrà nei prossimi mesi – quando si tornerà a parlare di altri temi oltre al coronavirus – se l’SPÖ riuscirà a mantenere o allargare questo bacino di voti. E c’è già chi si immagina una futura coalizione con verdi e NEOS per spodestare Sebastian Kurz dal trono di cancelliere.

Aggiornamenti Coronavirus

Oggi finisce a Vienna il lockdown “totale” e si torna a quello “parziale”. Questo significa che negozi e attività commerciali potranno riaprire (con obbligo di mascherina FFP2 e test per quelli a stretto contatto), mentre bar e ristoranti dovranno ancora attendere. Il divieto di lasciare la propria abitazione se non pero motivi di necessità ritorna a essere solo dalle 20 alle 6.

Riguardo alle riaperture in tutta l’Austria previste per il 19 maggio non ci sono al momento aggiornamenti rispetto a quelli già annunciati. Unica novità interessante riguarda l’ingresso dall’estero, dove sarebbe infatti prevista la rimozione dell’obbligo di quarantena per tutti i Paesi non ad alto rischio.

La decisione si dovrebbe orientare ai dati forniti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che ogni giovedì pubblica una mappa con i Paesi dell’Unione Europea suddivisi per colore in base alla situazione coronavirus:

  • per chi proviene da Paesi “gialli” o “verdi” non ci saranno restrizioni.
  • per i Paesi che saranno indicati come “rosso chiaro” sarà previsto solo l’obbligo di pre-registazione e di presentare un test negativo al confine. Tra questi al momento c’è l’Italia (come anche la Germania e altri Paesi confinanti con l’Austria).
  • per i Paesi in “rosso scuro” rimarrà invece l’obbligo di 10 giorni di quarantena, riducibili a 5 con test negativo.

Per quanto riguarda l’ingresso in Italia al momento rimane in vigore l’obbligo di 5 giorni id quarantena.

I numeri della settimana

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 22.331 (3.406 in meno rispetto a una settimana fa)
  • i ricoverati in ospedale sono 1.566 (-230), di cui 476 (-46) in terapia intensiva. I deceduti sono 10.245 (+158).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente il Vorarlberg (223), seguita da Stiria (171), Tirolo (167), Salisburgo (164), Alta Austria (153), Carinzia (148), Vienna (143), Bassa Austria (106) e Burgenland (88).
  • riguardo ai vaccini, il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 2.326.018 (30.88% della popolazione), di cui 459.822 a Vienna.

Lo avete già fatto il vaccino “contro le zecche”?

In questi mesi se si parla di vaccini tutti pensano a quello per il coronavirus, ma ci sono (purtroppo) anche tante altre malattie per cui (per fortuna) è disponibile una protezione. In Austria in particolare è altamente consigliato quello contro la FSME (o comunemente detto “contro le zecche”). Tutto il Paese è infatti ad alto rischio, ed è quindi importante che sia i bambini che gli adulti siano immunizzati. Per tutti i dettagli vi rimando a questo articolo sul blog.

Musa Artothek: opere d’arte per il salotto

Se avete mai avuto il desiderio di appendere alle pareti di casa un’opera d’arte, una interessante possibilità la offre la Musa Artothek del museo cittadino (Wien Museum). Tramite questa è infatti possibile affittare per il prezzo simbolico di 2,50€ al mese una tra le oltre 1900 opere disponibili. Il catalogo comprende autori più o meno conosciuti del panorama austriaco. Per i meno esperti è possibile naturalmente farsi consigliare dai responsabili della collezione. Maggiori dettagli come anche la lista degli artisti la trovate sul sito web del museo.

Nuovo motore di ricerca per offerte di lavoro

Il centro di collocamento statale (AMS) ha un nuovo motore di ricerca. Più semplice e immediato, permette di cercare sia tra le offerte di lavoro interne che tra quelle presenti sul web. Oltre ovviamente a poter indicare la città, sono inoltre disponibili altri filtri come per esempio il tipo di contratto o la richiesta di titoli specifici. Cercando tra quelle che richiedono l’italiano si trovano al momento più di 60 posizioni aperte solo per Vienna. Consigliato!

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A lunedì prossimo!

Paolo

P.S. Il titolo di questa newsletter “Freundschaft, Genossen” è un tradizionale, anche se ora in parte caduto in disuso, modo di salutare tra socialisti, che si può tradurre come “amicizia, compagni”.

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La luce in fondo al tunnel?

Mentre l’Italia riparte già da oggi, in Austria si dovrà aspettare ancora qualche settimana. In una conferenza stampa il governo austriaco ha infatti fissato per il 19 maggio il giorno in cui potranno riaprire ristoranti, alberghi, attività sportive e culturali.

Tutto naturalmente con le dovute precauzioni e limitazioni (più sotto trovate i dettagli), ma comunque con libertà che non si hanno ormai da mesi (molti settori sono chiusi da novembre).

È qualcosa che molti – me compreso – aspettano da tanto, e potrebbe essere veramente la volta buona: più di 2 milioni di persone hanno già ricevuto a oggi almeno una prima vaccinazione (circa il 25% della popolazione), che continuerà naturalmente a crescere.

Le misure pensate per le riaperture sono inoltre abbastanza restrittive per evitare un “libero tutti”, e ci si aspetta inoltre che grazie alla bella stagione molti si incontreranno all’aperto, dove il rischio di contagio è minore.

Ci sono però anche dei ma.

La situazione a Vienna e nelle altre regioni orientali non è ancora sotto controllo. Come ben sapete fino al 2 maggio è ancora in vigore un lockdown, e sebbene i casi stiano lentamente scendendo, si attende ancora per capire i prossimi passi (domani ci sarà una conferenza stampa del sindaco Ludwig).

Anche nel resto dell’Austria il numero di nuovi contagi sta diminuendo, ma si è ancora molto lontani dall’indice settimanale al di sotto di 50, che era stato prospettato come obiettivo ancora a gennaio e mai raggiunto, nemmeno nella “regione modello” Vorarlberg.

E a proposito del Ländle, dove la ripartenza di ristoranti ed eventi è già iniziata a metà marzo. In poche settimane i casi sono quadruplicati, ed è a oggi la regione con l’indice settimanale più alto di tutta l’Austria, destando molte preoccupazioni negli esperti.

Il piano del governo è quindi da una parte molto ambizioso ma allo stesso tempo contiene grandi rischi. Se si riuscirà a tornare alla “normalità” dipenderà soprattutto dalla popolazione. Quello che gli si chiede è in fin dei conti sempre lo stesso: di essere prudenti e di rispettare le regole. Se ognuno farà la sua parte, ne usciremo insieme.

Il piano di riapertura

Vediamo ora nel dettaglio quali sono le disposizioni che sono state presentate per la ripartenza dal 19 maggio.

Bar e ristoranti riapriranno dunque le loro porte, ma per accedere sarà necessario essere testati, guariti o vaccinati. È previsto l’uso di un “passaporto verde” (Grüner Pass) per dimostrare il proprio stato all’ingresso. All’interno sarà possibile sedere con un massimo di 4 persone, all’esterno con massimo 10. È inoltre obbligatoria la registrazione come anche l’uso di mascherine FFP2 quando non al tavolo. L’orario di chiusura sarà alle 22.

Per quanto riguarda la cultura, eventi con più di 11 persone dovranno essere autorizzati, quelli con oltre 51 persone dovranno essere approvati dalle autorità sanitarie. Le sale con posti fissi potranno essere occupate al massimo al 50%. Sarà obbligatorio indossare una mascherina FFP2 durante tutta la durata, gli eventi dovranno concludersi alle 22. Anche qui per accedere verrà richiesto il passaporto verde.

Anche gli alberghi e altre strutture di accoglienze riapriranno, con le stesse modalità per accedere e l’obbligo d’indossare una mascherina FFP2 negli spazi comuni.

Nei negozi si potrà accedere senza test, ma rimane obbligatorio l’uso di mascherine FFP2 come anche il limite di un cliente per 20mq.

Le scuole ricominceranno il 17 maggio con la normale attività in presenza, senza turni.

Non è invece ancora chiara la situazione dei confini, se sarà comunque necessaria una quarantena per spostarsi tra un Paese e l’altro o meno. Molti dettagli verranno comunque chiariti nelle prossime settimane quando sarà ultimato il decreto.

I numeri della settimana

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 25.737 (2.570 in meno rispetto a una settimana fa)
  • i ricoverati in ospedale sono 1.786 (-225), di cui 522 (-24) in terapia intensiva. I deceduti sono 10.087 (+189).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente il Vorarlberg (233), seguita dal Tirolo (201), Alta Austria (193), Vienna (188), Stiria (183), Salisburgo (166), Carinzia (153), Bassa Austria (130) e Burgenland (110).
  • riguardo ai vaccini, il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 2.018.702 (26.8% della popolazione), di cui 395.577 a Vienna.

Primo maggio, che cosa si festeggia in Austria?

Sembra ieri che festeggiavo (in lockdown) il Natale, e sabato è già il primo maggio (ancora in lockdown). Come risaputo non ci saranno eventi o possibilità di organizzare picnic o scampagnate. Vi lascio come consolazione almeno una lettura dal blog, dove potrete conoscere la storia del primo maggio in Austria, e cosa si festeggia “ufficialmente”.

Il prossimo incontro del Club di Lettura

La settimana scorsa ho inviato la nuova newsletter del nostro Club di Lettura. Il prossimo incontro si svolgerà martedì 11 maggio 2021, al momento ancora in videoconferenza. La discussione verterà sul libro “L’Italia è un sentiero. Storie di cammini e camminatori” di Natalino Russo, come sempre siete tutti invitati. Altre informazioni le trovate sulla pagina quivienna.com/clubdilettura

Austria in Azione

Vi segnalo che si è costituito il gruppo estero per l’Austria di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda. Il gruppo è aperto a tutti coloro che vogliano dare un contributo o anche sono solo interessati ai suoi valori. Per maggiori informazioni o per partecipare alle prossime riunioni potete contattare la responsabile Donatella Magliani scrivendo ad austriainazione@gmail.com

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Sanità a due binari

“Un ministro della sanità è responsabile della salute di tutti i cittadini, anche della propria”. Con queste parole Rudolf Anschober ha annunciato lunedì scorso le sue dimissioni per motivi di salute. Alcune settimane fa aveva avuto un collasso per sovraccarico di lavoro e dopo un secondo episodio si è deciso a fare un passo indietro.

Ma come (parafrasando) dice il proverbio, dimesso un ministro se ne fa un altro, e infatti poche ore dopo è stato presentato il suo successore. Si tratta di Wolfgang Mückstein, di professione medico di base e funzionario dell’Ordine dei Medici. E’ da tempo un collaboratore dei Verdi ed è stato anche nei negoziati del contatto di governo, ma non ha mai ricoperto cariche politiche.

Una scelta quindi inusuale e coraggiosa, ma secondo me già orientata verso il futuro, a quello che ci sarà da fare per l’Austria dopo la fine della pandemia. Un ministro con “esperienza sul campo”, che conosce da vicino i problemi dei pazienti, potrebbe essere un’ottima scelta per migliorare un sistema che ha bisogno di molte riforme.

Mi soffermo qui su un solo aspetto che però penso sia esemplare: la costante diminuzione di medici pubblici.

Chi di voi vive a Vienna può sicuramente confermare quanto piene siano le sale d’attesa dei medici di base, o quanto sia difficile trovate un ginecologo o un pediatra che prenda nuovi pazienti. E anche quando si ha un appuntamento dopo lunghe attese, il tempo che si ha a disposizione è pochissimo.

E’ una situazione che negli ultimi anni sta diventando sempre più problematica. A causa delle basse tariffe pubbliche e dei rischi di aprire un proprio ambulatorio, molti dottori preferiscono infatti lavorare in un ospedale. E quelli che aprono comunque uno studio offrono quasi sempre prestazioni solo private, per poter dedicare maggior tempo ad ogni paziente, guadagnando anche di più.

Si crea quindi di fatto una sanità a due binari: i pazienti che se lo possono permettere vanno dai medici privati, mentre tutti gli altri sono costretti a lunghe attese e ad trattamento più sbrigativo (per necessità da parte dei medici che vogliono comunque offrire un servizio a tutti, ma sono oberati di lavoro).

Le riforme per migliorare queste situazioni in realtà ci sarebbero già, ma fanno fatica a essere messe in atto. Proprio il nuovo ministro Mückstein é stato uno dei primi che ha creato un ambulatorio a Vienna dove lavorano insieme vari medici di base per poter offrire sia più tempo che prestazioni migliori ai pazienti grazie al lavoro di squadra. Aiutare altri medici nella creazione di centri simili potrebbe essere quindi una strada per iniziare a trovare una soluzione.

Il giuramento del nuovo ministro della Sanità avverrà oggi, non mi resta che auguragli buon lavoro, non è sicuramente il compito più facile da assumere nella situazione attuale.

Aggiornamenti Coronavirus

Lunedì scorso – naturalmente dopo l’invio della newsletter – è stato annunciato un nuovo prolungamento del lockdown a Vienna, fino al 2 maggio. E’ stata una scelta necessaria da parte del sindaco Michael Ludwig a causa delle terapie intensive ancora al limite delle loro capacità. I numeri stanno ora lentamente migliorando (come nel resto del Paese), ma Ludwig non si è ancora espresso sui prossimi passi. Mentre il governo e il cancelliere Sebastian Kurz hanno già messo le mani avanti e promesso riaperture di tutti i settori a metà maggio (senza in realtà avere ancora un piano preciso), il sindaco di Vienna rimane ancora cauto. Si prevede che verso la fine di questa settimana si sapranno maggiori dettagli in base all’evolversi della situazione.

I numeri della settimana

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 28.307 (3.215 in meno rispetto a due settimane fa fa).
  • i ricoverati in ospedale sono 2.011 (-294), di cui 546 (+56) in terapia intensiva. I deceduti sono 9.898 (+211).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente Vienna (223), seguita dal Tirolo (205), Carinzia (204), Alta Austria (201), Bassa Austria (175), Salisburgo (163), Vorarlberg (151), Burgenland (129) e Stiria (124).
  • riguardo ai vaccini, il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 1.743.873 (23,16% della popolazione), di cui 330.177 a Vienna.

Nuove disposizioni per chi entra in Italia dal 19 aprile

Sono state rese note le nuove disposizioni per chi entra in Italia dall’estero. Da oggi sarà necessario:

  • registrarsi tramite il sito web euplf.eu , che sostituisce l’autodichiarazione.
  • presentare un test negativo eseguito nelle 48 ore precedenti al confine.
  • sottostare a 5 giorni di isolamento.
  • effettuare un test conclusivo al termine della quarantena.

Maggiori informazioni alla pagina Focus Coronavirus della Cancelleria Consolare.

Raccolta fondi per la Dante di Innsbruck

Sono venuto a sapere che la sede della Società Dante Alighieri di Innsbruck è in gravi difficoltà economiche e sta facendo una raccolta fondi per poter proseguire con le proprie attività. Questa sede organizza spesso iniziative molto interessanti (questa settimana per esempio una serie di incontri per la settimana del libro italiano), purtroppo è lontana da Vienna ma mi sembra giusto cercare di sostenerla come possibile. Maggior informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale.

La rete ciclabile di Vienna si estende

Vienna continua ad espandere la propria rete di piste ciclabili, già ora con quasi 1.500 chilometri in tutta la città. Quest’anno si aggiungeranno 21 nuovi percorsi, alcuni più lunghi, altri più brevi, ma che aiuteranno a rendere la rete cittadina ancora più completa. I dettagli per ogni distretto li trovate in questo articolo. E vi ricordo per tutti gli interessati che potete ordinare una mappa (gratuita) delle piste ciclabili presenti a Vienna tramite questa pagina.

Nuovo volo Perugia – Vienna

Da giugno Ryanair avvierà una nuova tratta aerea tra Vienna e Perugia il lunedì e il giovedì, una ottima possibilità per chi vuole viaggiare da (e per) il centro Italia. Rimane naturalmente l’incognita coronavirus, ma è già possibile acquistare i biglietti sul sito web della compagnia.

Concludo questa settimana segnalandovi il video di una interessante discussione su Vienna dal punto di vista turistico, organizzata dalla pagina “Di AndatA e RitornO”, da non perdere se vi manca poter visitare la nostra città.

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Il re è nudo

Per lungo tempo Sebastian Kurz ha coltivato l’immagine di uomo nuovo della politica: giovane, ambizioso, con la faccia da “bravo ragazzo” e la promessa di portare un nuovo modo di fare politica in Austria. Di tutto questo in poche settimane non sembra rimanere più traccia. Ma cosa è successo?

Dopo i vari scandali che già stavano intaccando il suo “cerchio magico”, alcuni giorni fa sono state rese pubblicate delle chat tra Thomas Schmid e alcuni membri del governo. Schmid è attualmente amministratore delegato della Öbag, la holding pubblica che gestisce le partecipazioni dello Stato in alcune importanti società austriache. La sua carriera è da sempre strettamente legata a quella di Kurz e di altri membri dell’attuale governo, tutti provenienti dal movimento giovanile del partito popolare (Jünge ÖVP).

Gli scambi di messaggi hanno mostrato che il nuovo stile di Kurz e compagni in realtà non è poi molto diverso da quello vecchio, tra scambi di favori, nomine legate alla fedeltà al partito più che alla competenza, e minacce di ritorsioni a chi vuole esprimere delle critiche. Niente di illegale hanno prontamente ribadito i diretti interessati, ed è vero. Ma questa sembra essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per l’immagine di Kurz.

Nei sondaggi la sua popolarità è crollata, e anche in quelli legati al voto il suo partito perde ogni settimana qualche punto. Inoltre in Europa Kurz, fino a poco tempo fa considerato un astro nascente del centro destra, non viene più visto bene come una volta . Un articolo di Politico – rivista molto letta nei circoli dell’Unione Europea – ne fa un ritratto spietato.

Si sta dunque già avvicinando la fine dell’era Kurz? Io non penso. A meno che non arrivino nuovi scandali ancora più grossi che lo tocchino direttamente, penso che rimarrà ancora a lungo sulla scena della politica austriaca.

Innanzitutto i sondaggi sono ancora a suo favore. Sono certamente in calo, ma il partito popolare rimane ancora saldamente al primo posto (33%). Kurz è inoltre un grande esperto di “marketing politico”. Anche se al momento la sua immagine è scalfita, quando saremo usciti dalla pandemia è probabile che riesca a reinventarsi su nuovi temi e con nuovi alleati, come già fatto in passato.

E infine quello che al momento manca assolutamente è una alternativa. I socialdemocratici (SPÖ), l’unico partito che potrebbe puntare ad essere una alternativa di governo, sono al momento più interessati alle lotte interne che a migliorare i propri sondaggi. Il partito della libertà (FPÖ) si sta spostando sempre di più su posizioni complottiste e “no-mask” per raccogliere voti e non sembra più un possibile alleato di governo. E infine i verdi come i NEOS rimangono ancora troppo piccoli per avere altre ambizioni oltre a quella di alleato “junior” di governo.

Aggiornamenti Coronavirus

Come sicuramente già sapete, il lockdown in atto a Vienna, Bassa Austria e Burgenland è stato prolungato fino al 18 aprile. Se la data verrà rispettata verrà deciso questa settimana in base all’andamento dei contagi, anche nelle altre regioni. Al momento l’indice è in leggera discesa, ma non è chiaro se questo è solo un effetto della settimana pasquale o se è un trend che continuerà nei prossimi giorni. Il numero di persone in terapia intensiva, in particolare nelle regioni orientali rimane molto alto. Le operazioni non assolutamente necessarie vengono rimandate e la situazione non sembra ancora migliorare.

Per quanto riguarda i viaggi con l’Italia, dalla settimana scorsa sono entrate in vigore le nuove norme che regolano l’ingresso dall’Austria (valide fino al 30 aprile). In base a queste rimane necessario l’obbligo di presentare un test negativo al confine ma la quarantena è ridotta a solo 5 giorni. Al termine è obbligatorio sottoporsi ad un ulteriore test molecolare o antigenico.

I numeri della settimana:

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 31.522 (4.068 in meno rispetto a due settimane fa fa)
  • i ricoverati in ospedale sono 2.305 (+154), di cui 602 (+83) in terapia intensiva. I deceduti sono 9.687 (+431).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente Vienna (261), seguita dalla Carinzia (210), Alta Austria (206), Bassa Austria (202), Salisburgo (197), Burgenland (193), Tirolo (170), Stiria (162) e Vorarlberg (142).
  • riguardo ai vaccini, il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 1.469.191 (19,08% della popolazione), di cui 288.523 a Vienna.

Andare dal medico senza copertura sanitaria

Mi ha colpito molto un articolo in cui si presume che oltre 10.000 persone vivano a Vienna senza copertura sanitaria. In Austria la sanità è pubblica, e quindi nessuno deve temere di rimanere senza cure, ma allo stesso tempo molto burocratica. Chi non ha la e-card (come si chiama la tessera sanitaria in Austria) ha quindi maggiori difficoltà se ha bisogno di cure mediche. Se anche voi vi trovate a Vienna e per qualche motivo non avete la e-card, vi rimando a questo articolo del blog per capire cosa fare in caso di necessità.

Elezioni Comites annunciate per il 3 dicembre

La Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina ha comunicato che le elezioni per il rinnovo dei Comites si terranno il 3 dicembre 2021. L’indizione delle elezioni verrà formalizzata tre mesi prima con decreto di ciascun Ufficio Consolare. Come forse sapete a Vienna il Comites non è attualmente attivo dopo essere stato sciolto nel 2017. Per saperne di più vi rimando ai vari articoli sul blog che ho dedicato al tema.

“Il cane può morire” di Andrea Uxo Alberti

Vi segnalo l’uscita del romanzo d’esordio di Andrea Uxo Alberti, italiano residente a Vienna, dal titolo “Il cane può morire”. Ambientato a Vienna, racconta della fragilità umana, della dipendenza, della fuga da se stessi, per poi scoprire che scappare non serve a niente. Lo potete acquistare presso la libreria Hartliebs o tramite i più importanti rivenditori online.

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Il ritorno dei Landesfürsten

Dopo che lunedì scorso il vertice tra cancelliere ed esperti si era concluso con un “nulla di fatto“, il ministro della salute Anschober si è riunito con i governatori di Vienna, Bassa Austria e Burgenland con l’obiettivo di arginare la terza ondata che sta colpendo particolarmente queste regioni.

Come probabilmente già sapete il risultato è stato di annunciare un nuovo lockdown per i giorni di Pasqua (denominato Osterruhe, ovvero “quiete pasquale”). Più sotto vi scriverò delle misure nel dettaglio, ma la cosa che ho trovato più interessante è stato il risalto che hanno ottenuto nuovamente i governatori regionali.

Da un punto di vista puramente formale il ministro della salute non avrebbe infatti bisogno di coinvolgerli nelle proprie scelte, ma è diventato nelle ultime settimane l’unico modo per non dover affrontare resistenze ad ogni nuova decisione (come era già successo in Tirolo).

Questa necessità ha origine nella forte influenza che i Länder hanno da sempre sul governo centrale austriaco. Storicamente le regioni austriache sono infatti molto conservatrici, e la maggior parte di esse sono governate dagli stessi partiti fin dalla fine della seconda guerra mondiale (come Vienna per esempio).

I governatori rimangono quindi in carica anche per decenni (per cui vengono definiti scherzosamente Landesfürsten – “principi regionali”), e il loro potere è tale da influenzare le scelte dei governi come anche il destino dei ministri, e a volte dei cancellieri stessi.

Il successo di Sebastian Kurz a livello nazionale sembrava aver diminuito il potere dei governatori, ma la crisi legata al coronavirus li sta nuovamente rafforzando. La popolazione, stanca dell’incertezza e della gestione altalenante della pandemia da parte del governo nazionale, cerca risposte a livello locale dove può sembrare più facile farsi ascoltare.

Che il ministro della salute coinvolga quindi le regioni nelle decisioni è sicuramente una cosa positiva (e necessaria), ma al tempo stesso un processo che necessita di molto più tempo, una cosa che nel mezzo di una terza ondata bisognerebbe perdere il meno possibile.

Le restrizioni della “quiete pasquali”

Come scrivevo, il lockdown sarà dal 1 al 6 aprile a Vienna, in Bassa Austria e in Burgenland. Alcuni punti non sono ancora stati chiariti nel dettaglio, per esempio la possibilità di spostarsi verso altre regioni, come anche in base a quali criteri potrebbe venire prolungato.

Al momento queste sono le misure comunicate:

  • tutte le attività commerciali dovranno rimanere chiuse, a eccezione di quelle di prima necessità (supermercati, farmacie, banche, ecc.)
  • il divieto di lasciare la propria abitazione viene di nuovo esteso a tutto il giorno. Sono anche qui previste eccezioni per attività strettamente necessarie.
  • viene esteso l’obbligo di usare una mascherina FFP2 in tutti i luoghi chiusi (non privati) dove si trova più di una persona.
  • nelle aziende sarà obbligatorio farsi testare due volte alla settimana
  • verranno intensificati i controlli alle frontiere. Per i pendolari i test saranno validi per 72 ore (invece di una settimana come ora).
  • la scuola (chiusa già dal 27 marzo al 5 aprile per la Pasqua), riprenderà con l’insegnamento a distanza fino all’11 aprile.
  • dal 7 aprile sarà obbligo mostrare un test negativo per entrare in tutti i negozi (escluso quelli di prima necessità).

Alle Gurgelt

Il comune di Vienna continua ad ampliare l’offerta di test con l’iniziativa Alles Gurgelt, con cui è possibile sottoporsi ad un test molecolare fai-da-te tramite gargarismo. Si può ottenere in tutte le filiali dei negozi BIPIA, è gratuito, semplice e si riceve un risultato entro 24 ore. Tutte le altre possibilità per testarsi a Vienna le trovate qui.

I numeri della settimana

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 35.590 (3.868 in più rispetto a sette giorni fa)
  • i ricoverati in ospedale sono 2.151 (+266), di cui 519 (+109) in terapia intensiva. I deceduti sono 9.256 (+182).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente Vienna (341), seguita dal Burgenland (276), Bassa Austria (272), Salisburgo (243), Tirolo (238), Alta Austria (225), Carinzia (189), Stiria (184) e Vorarlberg (117).
  • riguardo ai vaccini, il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose sono 1.121.653 (14,89% della popolazione), di cui 213.033 a Vienna.

Il prossimo incontro del Club di Lettura

E’ stata inviata la settimana scorsa la nuova newsletter del Club di Lettura dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. Il prossimo incontro si svolgerà martedì 13 aprile 2021, al momento ancora in videoconferenza. La discussione verterà sul romanzo “Semina il vento” di Alessandro Perissinotto, come sempre siete tutti invitati. Altre informazioni le trovate sulla pagina quivienna.com/clubdilettura

17 Musei X 17 Sustainable Development Goals

In questo nuovo articolo sul blog Francesco ci racconta del progetto “17 Musei X 17 Sustainable Development Goals”, una iniziativa che coinvolge 17 musei austriaci a cui sono stati associati gli obiettivi che l’ONU si è posto quali priorità da raggiungersi entro il 2030 per garantire lo sviluppo sostenibile dell’umanità.

Pasqua a Vienna: tradizioni ed “eventi”

Anche quest’anno a causa delle restrizioni sui viaggi la maggior parte di noi trascorrerà la Pasqua a Vienna. Con la primavera che finalmente è arrivata non sarebbe nemmeno una cosa malvagia, ma il nuovo lockdown non permetterà quasi nessuna attività. Gli unici “eventi” dal vivo autorizzati di cui sono a conoscenza sono le funzioni religiose, che si svolgeranno (con le dovute precauzioni) sia presso la Missione Cattolica Italiana che alla Chiesa Nazionale Italiana – Minoritenkirche. Inoltre se volete sfruttare questo periodo per conoscere meglio le tradizioni pasquali che si svolgono solitamente in Austria vi rimando a questo articolo del blog.

La newsletter va in vacanza

Concludo questa settimana con una breve comunicazione di servizio, ovvero che anche la newsletter festeggerà la Pasqua e quindi lunedì prossimo non verrà inviata. Come sempre vi ringrazio per seguirmi e vi auguro di trascorrere (per quanto possibile) delle giornate serene e in salute.

Ci risentiamo lunedì 12 aprile, a presto!

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17 musei per un futuro sostenibile

Il Museo. Basta la sola parola per riportare alla mente dedali di corridoi infiniti, rivestiti di bacheche stracolme di oggetti e tappezzate da didascalie incomprensibili. Per quanto ancora legati ad un immaginario ottocentesco, i musei si sono invece evoluti in maniera radicale nel corso degli ultimi decenni.

Proprio a Vienna nel 2007 l’International Council of Museums (ICOM) ha adottato quella che è riconosciuta come la più autorevole definizione di ciò che un Museo dovrebbe essere nel mondo contemporaneo: “…un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto.”

Nulla a che vedere dunque con sole vetrinette e plastici. I musei del nostro tempo aspirano ad essere istituzioni democratiche, al servizio della società, concentrate sulle sue trasformazioni e col fine di servirne lo sviluppo. Ecco perché è intrinseca natura dei musei l’essere dei luoghi politici.

L’avvenuto compimento della trasformazione dei musei in attori di cambiamento sociale oltre che culturale, è al cuore del progetto “17 Musei X 17 Sustainable Development Goals” lanciato lo scorso Febbraio da ICOM Austria in cooperazione con il Ministero Federale per Arte, Cultura, Servizio Civile e Sport.

L’iniziativa coinvolge 17 musei di varie dimensioni e sparsi sull’intero territorio austriaco a cui sono stati associati altrettanti Sustainable Development Goals (SDGs), ovvero gli obiettivi che l’ONU si è posto quali priorità da raggiungersi entro il 2030 per garantire lo sviluppo sostenibile dell’umanità. Tramite laboratori e consultazioni aperti a tutta la cittadinanza, sarà compito dei diversi musei quello di sviluppare dei programmi che mirino a progredire l’SDG a loro assegnato.

Il progetto riconosce quindi il ruolo centrale che le istituzioni museali possono avere nei più ampi processi politici e sociali di una democrazia. Ciò in quanto spazi inclusivi, aperti al dialogo fra e con la cittadinanza, atti alla riflessione su tematiche sensibili e capaci di offrire conoscenze e strumenti per facilitare la creazione di proposte condivise per il futuro costruite sulla comprensione del passato.

Una simile dichiarazione d’intenti stride però col fatto che proprio il settore culturale sia stato sacrificato senza troppi patemi sin dall’immediato inizio della pandemia, venendo colpito più di altri da misure draconiane non sempre del tutto giustificabili.

Da Vienna Riccardo Muti nel suo discorso di chiusura del Concerto di Capodanno 2021 esortò i governi a “considerare sempre la cultura come uno degli elementi primari per avere una migliore società nel futuro.” Speriamo allora che “17 Musei X 17 SDGs” sia l’inizio di una inversione di tendenza in questa direzione.

Potete trovare maggiori informazioni riguardo “17 Musei X 17 SDGs” e la lista dei musei che vi partecipano a questo link: https://www.bmkoes.gv.at/Kunst-und-Kultur/Neuigkeiten/Aufaktveranstaltung-Auslosung-17Museen-x-17SDGs0.html

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Zona Bianca

A metà novembre il Vorarlberg – la regione più ad ovest dell’Austria, al confine con la Svizzera – era quella con l’indice più alto di casi settimanali (oltre 700) e negli ospedali non si escludeva più la possibilità di dover scegliere chi curare e chi no.

Oggi invece, mentre il resto dell’Austria è ufficialmente nella terza ondata, l’indice nel “Ländle” (come viene chiamata in dialetto) è da settimane fermo intorno a 60 e sono state quindi tolte molte delle restrizioni in vigore (in Italia si direbbe che è diventata zona bianca).

Dal 15 marzo hanno quindi riaperto bar e ristoranti, e sono riprese anche le attività sportive e culturali (anche se con varie limitazioni). Ma quali fattori hanno permesso al Vorarlberg di diventare un modello per tutta l’Austria?

Innanzitutto la posizione geografica, tra Tirolo, Germania, Svizzera e Liechtenstein, dove i confini sono stati praticamente chiusi dall’inizio dell’anno. Si è quindi creato un “effetto Sardegna”, rendendo la regione una specie di isola con meno contatti con l’esterno.

Questo ha permesso soprattutto di rallentare l’arrivo delle cosiddette mutazioni, che invece sono diventate velocemente predominanti nel resto del Paese (ad oggi queste rappresentano a Vienna oltre l’80% dei casi, mentre in Vorarlberg solo il 32%).

Con un minore numero di nuovi casi giornalieri si è potuto quindi sfruttare al meglio il sistema di tracciamento dei contatti dei casi positivi (contact tracing), bloccando fin da subito la nascita di nuovi focolai.

Infine sta anche aiutando la strategia adottata in tutta l’Austria di mettere a disposizione dei cittadini la possibilità di farsi testare gratuitamente nel modo più veloce possibile, permettendo di far scoprire nuovi casi (soprattutto asintomatici) e bloccare la diffusione del virus.

Nessuna bacchetta magica quindi, ma una serie di circostanze che unite ad alcune caratteristiche strutturali stanno permettendo a questa regione di superare meglio la fase attuale.

In Vorarlberg le riaperture sono vissute in maniera molto positiva e come un primo passo verso il ritorno alla normalità. E anche il resto dell’Austria osserva (con un po’ d’invidia) l’evolversi della situazione.

Se qui nelle prossime settimane i contagi non aumenteranno, questo esperimento verrà ritenuto un successo da ripetere in altre regioni, o almeno non appena i numeri lo consentiranno.

Aggiornamenti Coronavirus

Come già scrivevo all’inizio, nel resto dell’Austria il numero di casi di coronavirus anche questa settimana è continuato a crescere.

La curva non è al momento esponenziale, ma non sembra comunque rallentare. Molti ospedali stanno già lanciando segnali di allarme per quanto riguarda le capacità delle terapie intensive e a Vienna è già in corso lo spostamento di operazioni non essenziali.

Per oggi è prevista una riunione del governo per valutare nuovamente la situazione insieme agli esperti e ai presidenti delle regioni e decidere eventuali misure.

I numeri della settimana:

  • casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 31.722 (4.293 in più rispetto a sette giorni fa)
  • i ricoverati in ospedale 1.885 (+224), di cui 410 (+50) in terapia intensiva. I deceduti sono 9.074 (+201).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente il Salisburgo (293), seguito da Vienna (292), Bassa Austria (259), Burgenland (245), Alta Austria (205), Tirolo (200), Stiria (190), Carinzia (179) e Vorarlberg (65).
  • il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono 928.005 (12,32% della popolazione), di cui 175.545 a Vienna.

Prolungate le restrizioni per chi entra in Austria

Sono state prolungate fino al 31 maggio le misure per chi entra in Austria dall’estero. Rimane quindi l’obbligo di pre-registrazione online del viaggio, di presentare un test negativo alla frontiera come anche di sottostare a 10 giorni di quarantena (riducibili a 5 tramite ulteriore test negativo).

Iscrizione all’AIRE solo tramite il portale Fast-IT

Dal 1. aprile 2021 tutte le richieste di iscrizione, variazione e cambio di circoscrizione AIRE dovranno essere effettuate esclusivamente tramite il portale Fast-IT. Non sarà quindi più possibile presentare tali richieste via email, posta o presso lo sportello della cancelleria consolare.

“Radicchio” di Bruno Ciccaglione

Bruno Ciccaglione, cuoco, musicista (e amico) che vive a Vienna ha pubblicato negli ultimi anni alcuni interessanti libri sul cibo. L’ultimo della serie è dedicato al radicchio e la settimana prossima terrà una presentazione (online). Qui le modalità per partecipare.

Storie cross-culturali tra Italia e Austria

Per concludere questa settimana vi consiglio un nuovo articolo pubblicato sul blog (scritto da Cristina Rinaldi). Sono brevi storie e riflessioni sulla vita di una coppia italo-austriaca, in cui credo che molti si possano ritrovare. Se anche voi avete aneddoti da raccontare lasciateli nei commenti o mandatemeli rispondendo a questa newsletter, farà piacere leggerli sia a me che a Cristina.

A lunedì prossimo!

Vienna 9 commenti

Tra Italia e Austria: storie cross-culturali nella Vienna del 3. millennio

Premessa: coppia mista, io italiana, marito austriaco. Sposati da (ormai) 15 anni. Due figli. Tutti attualmente a Vienna.

1. Strati

Anche se ormai il corredo non esiste più, alcuni aspetti su come impostare il nuovo nido coniugale rimangono prerogativa della donna. E´ lei che, per dirne una, decide come impostare il letto matrimoniale, a lei spetta di solito la disposizione del talamo.

Fu così che appena sposati e trasferiti a Vienna, mio marito non obiettò in alcun modo alla mia “apparecchiatura” del letto coniugale, fatta ovviamente all’italiana – a tal proposito notare che anche se il corredo non esiste più, mia madre ci tenne prima che mi sposassi a regalarmi delle lenzuola matrimoniali… eh sì, le lenzuola….

Voi tutti avete presente di che cosa parlo: si comincia dal coprimaterasso, poi arriva il lenzuolo “di sotto”, indi il lenzuolo “di sopra”, a seguire la coperta/piumone, e, dulcis in fundo, il copriletto. Ben 5 strati, ognuno con la sua ragion d´essere. Un abisso di complessità se confrontato col nordico “sacco”: lenzuolo con angoli sotto e piumino sopra, uguale se estate o inverno.

Beh, fatto sta che per ben un anno, andando la sera a letto dopo il marito, trovavo il poverino infilato nello strato sbagliato!

Come a dire, di fronte a tanti strati il marito è stato semplicemente sopraffatto (o, come dicono qui, überfordert), capitolando molto spesso tra il lenzuolo di sopra e la coperta.

Qui è proprio uno scontro di due culture: il sacco nordico contro la stratigrafia mediterranea – c’è poco da fare!

Dopo 15 anni, posso dire che ormai l´addestramento del coniuge è stato completato a buon fine, anche in merito alle tecniche (non meno complesse) per rimontare tutto l’apparato la mattina.

Quindi, “stato del problema”: RISOLTO (in fondo, chi cerca trova)

Ps: e la prole? La prole dorme col sacco! Ebbene sì, come a dire, anche la mamma mediterranea che rifà i letti tutte le mattine negli anni ha imparato qualcosa.

2. Danke

Allora: noi italiani che viviamo a Vienna lo sappiamo già prima di venire qui che “Danke” in tedesco significa “grazie”. E nei corsi di tedesco che abbiamo frequentato è questa una tale ovvietà che nessun insegnante ci spreca fiato nemmeno nella prima lezione.

Eppure un aspetto di questa parola andrebbe illustrato meglio, e cioè il suo uso pratico (i linguisti parlano in questi casi di pragmatica della comunicazione verbale). Detto semplicemente, l’uso che si fa di questa parolina è a volte opposto al nostro, e me ne sono accorta solo cogli anni.

Come? A tavola, nelle nostre visite a casa in Italia. Premesso che il marito parla benissimo l’italiano, mia madre gli si rivolge quindi sempre in italiano, e, nei pranzi in famiglia quando vede il suo piatto vuoto e gli chiede se ne vuole ancora, lui risponde – in italiano – “grazie”, solo “grazie”, senza “sì grazie” o “no grazie”,  e si ritrova il piatto di nuovo pieno, mentre lui intendeva che non ne voleva più!

Dicevo, non è una cosa che ho capito subito, ma poi mi è diventata chiara: lui traduceva letteralmente il “Danke” che dicono qui quando ti offrono ancora da mangiare, e intendono “Nein danke”, nel senso basta, non ne voglio più (mentre se ne vogliono ancora dicono “ja bitte”). Il marito, persona affabile, nel rispondere alla suocera omette il “nein” e traduce solo il “danke”, in quanto ciò gli sembra più cortese (rifiutare un’offerta è sempre poco carino), e lo traduce alla lettera dicendo appunto “grazie”, e trovandosi il piatto pieno a sua insaputa.

Stato del problema: NON ANCORA RISOLTO (…insiste!)

Anche se forse, dopo 15 anni, mi viene un altro sospetto: nemmeno troppo in fondo, la cucina italiana il coniuge la apprezza molto quindi forse sul malinteso un po’ ci marcia.

PS: per evitare disguidi simili, quando qui mi offrono qualcosa che non voglio, strillo sempre forte e chiaro “NEIN Danke”! Tanto noi italiani strilliamo sempre, me lo dicono anche i miei figli.

3. Baci e abbracci…

Stavolta il marito non c’entra niente. Stavolta c’entriamo tutti noi italiani, e su come ci salutiamo (o almeno ci salutavamo).

Mi fa impressione parlarne, sembra un mondo dimenticato, ma prima di questa pandemia noi italiani siamo stati sempre molto espansivi nel salutarci reciprocamente, e non parlo solo di persone care conosciute da lungo tempo, ma anche di tutti i baci e gli abbracci che ci scambia(va)mo tra meri conoscenti (non sia mai, se ne baci uno e gli altri no, non sia mai che poi si offenda qualcuno). Ebbene, anche io sono tra questi.

Ma qui a Vienna mi capita spesso una cosa curiosa: quando ancora tali effusioni non erano viste come la peste, nel classico scambio di baci sulle guance mi è capitato diverse volte di “scontrarmi” col salutato arrivando più o meno a baciare il malcapitato in bocca, a volte schivando la cosa giusto all´ultimo momento!

Una volta va bene, due volte pure, ma poi ho iniziato a chiedermi che cosa era che si inceppava in quello che è per me un gesto “automatico”.

E infatti: cogli anni ho capito dov’era il problema. Nell’automatismo al contrario! Dalle mie parti (romane), ci si saluta dando sempre prima un bacetto a destra e poi uno a sinistra; guancia destra e poi guancia sinistra. Senza pensarci su, si fa così e basta.

Qui mi sono accorta che fanno l´opposto (e non solo qui, sto iniziando a farci caso), baciano prima a sinistra e poi a destra. E quando due persone siffatte si vogliono salutare, ecco che arriva il bacio in bocca. Oppure è successo solo a me?

Mi farebbe piacere saperlo. Sempre che porsi tale domanda abbia senso ormai, in questi tempi di elefanti sempre più grandi che si frappongono tra di noi e impediscono anche una semplice stretta di mano. Avessimo almeno una proboscide con cui sfiorarci…

4. Wiener Linien

Se io fossi un bambino a Vienna mi arrabbierei. Non a prescindere con chiunque, ma con le Wiener Linien. Anzi, forse più che arrabbiarmi mi metterei ad abbaiare nella metro, e nel tram. Per le Wiener Linien, infatti, bambini e cani uguali sono.

Ormai non ci faccio più caso (male!), ma ricordo che all´inizio del mio soggiorno a Vienna la cosa mi fece una certa impressione: in piena fase di orientamento, quando leggevo tutti i regolamenti possibili per cercare di capire come funzionano le cose qui, sul tabellone appeso nelle stazioni della metropolitana (quello coi prezzi delle varie categorie di biglietto) alla voce “Halbpreisfahrschein” (in pratica costo del biglietto dimezzato) ci trovai i bambini e insieme nella stessa striminzita categoria, appunto, i cani.

Controllate voi stessi se non ci avete ancora fatto caso, e ditem i che conclusioni se ne dovrebbero trarre. Che si tratta in entrambi i casi di “creature”?

Non lo so, sinceramente, me lo dovrebbero spiegare coloro che hanno redatto questo regolamento in questi termini, a ogni modo le conclusioni sono poco lusinghiere per i nostri “cuccioli” di uomo, ai quali si manca decisamente di rispetto equiparandoli senza scrupolo alcuno ai cani (alcuni amanti dei cani sosterranno anche il contrario, che è ai cani magari che si manca di rispetto – ma non entro nella discussione).

Eppure devo dire che proprio per i bambini in questa città si fanno cose incredibili, le iniziative che ho trovato qui per i bambini di tutte le età non le ho mai viste da nessuna parte e continuano a meravigliarmi (e qui noi italiani avremmo molto da imparare, ameremo pure tanto i bambini ma per loro facciamo davvero pochino).

A maggior ragione quindi mi sorprende questa “equiparazione” delle Wiener Linien, soprattutto in tempi in cui si sta così attenti al politically correct nel linguaggio pubblico (vedi ad esempio qui la mania ogni volta di rivolgersi rispettivamente alle/gli interlocutrici/tori femmine e maschi qualsiasi cosa si dica in pubblico).

Ecco sì, forse sono proprio i tempi che sono cambiati, e la formulazione di questo regolamento dev´essere un retaggio di tempi assai passati (in fondo le Wiener Linien non sono nate ieri)

Insomma, per concludere, vista l´equiparazione dei due generi umano e canino, non sorprendetevi poi più di tanto se un giorno vedrete una mamma che entra nella metro tenendo il cane per mano e il bambino al guinzaglio!

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E’ tutta colpa dell’Unione Europea!

Venerdì mattina il cancelliere Kurz ha organizzato in tutta fretta una conferenza stampa per lamentarsi della distribuzione dei vaccini tra i Paesi dell’Unione Europea. Sarebbe in atto un “mercato di scambio” dove alcuni membri comprerebbero vaccini da altri, senza rispettare la suddivisione in base alla popolazione.

Le accuse si sono però presto mostrare infondate: questi scambi esistono ma sono del tutto legittimi. Alcuni Paesi hanno infatti deciso di acquistare i vaccini più economici, scambiando quindi il diritto di scelta dei più cari con altri membri. Inoltre queste contrattazioni vengono fatte in totale trasparenza, in una commissione dove sono presenti i delegati di tutti i Paesi, presieduta proprio da un rappresentate austriaco.

Come mai Kurz non fosse a conoscenza di questa procedura non è al momento chiaro, ma questa sua presa di posizione è parsa a molti come un altro tentativo di addossare all’Unione Europea le colpe dei problemi nella gestione della pandemia.

Che l’Austria abbia un rapporto complicato con l’Unione Europea non è comunque cosa nuova. Fin dal suo ingresso nel 1995 i governi austriaci hanno spesso cercato di attribuirsi i meriti per i vantaggi che ne sono derivati, e di dare invece la colpa a Bruxelles per tutte le parti più scomode.

Lo scontro che si ebbe nel 2000, quando i 14 membri di allora decisero di applicare delle sanzioni diplomatiche al nuovo governo tra il partito popolare (ÖVP) e quelle della libertà (FPÖ), guidato in quegli anni da Jörg Haider, è rimasto scolpito nella memoria di molti, soprattutto nei circoli più tradizionali e conservatori.

Dire “die EU ist Schuld” (“è colpa dell’Unione Europea”) è diventato da allora di uso comune quando si vuole cercare un colpevole esterno all’Austria, per non ammettere che i problemi sarebbero da ricercare invece all’interno del Paese.

Anche l’attuale cancelliere Sebastian Kurz ha da sempre un rapporto ambiguo con l’Unione Europea. Da una parte cerca di presentarsi come amico di tutti i maggiori capi di Stato e come un leader ascoltato, ma allo stesso tempo ha tentato più volte di prendersi meriti per cose decise insieme (per esempio la gestione della rotta balcanica) o di posizionarsi in aperto contrasto quando può portargli un vantaggio in politica interna (come la polemica di cui scrivevo all’inizio o gli accordi con Israele di due settimane fa).

L’atteggiamento della popolazione verso l’Unione Europea rimane comunque positivo. Anche se le difficoltà della pandemia hanno avuto un impatto, in base ad un sondaggio di qualche settimana fa oltre il 66% degli austriaci considera imprescindibile l’appartenenza del Paese nell’Unione Europea.

Aggiornamenti Coronavirus
Purtroppo anche questa settimana la situazione legata al coronavirus non sta migliorando, al contrario. Il numero di nuovi contagi ha superato per vari giorni le 3.000 unità, facendo tornare l’indice per 100.000 abitanti sopra 200 (l’ultima volta era accaduto a dicembre, quando l’Austria era già in lockdown).

Al momento non sono state prese nuove misure per contrastare questa tendenza, ma oggi è prevista una riunione del governo per valutare il da farsi. L’unica regione “virtuosa” rimane al momento il Vorarlberg, dove l’indice è ancora in calo (attualmente intorno a 60-70) . Da oggi qui riapriranno ristoranti, bar e saranno possibili attività sportive e culturali.

Come forse avete già letto il vaccino prodotto da Johnson&Johnson è stato autorizzato dall’EMA per la somministrazione in Europa. Al momento non è però ancora chiaro quando questo sarà disponibile in Austria.

I numeri della settimana:
  • i casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 27.429 (4.224 in più rispetto a sette giorni fa)
  • i ricoverati in ospedale 1.661 (+214), di cui 360 (+46) in terapia intensiva. I deceduti sono 8.873 (+160).
  • la regione con l’indice per 100.000 abitanti più alto è attualmente il Burgenland (259), seguito da Salisburgo (256), Bassa Austria (244), Vienna (235), Carinzia (204), Stiria (185), Alta Austria (187), Tirolo (149) e Voralberg (64).
  • il numero totale di persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono 753.824 (10,01% della popolazione), di cui 143.261 a Vienna.

Innovitalia – il portale della diplomazia scientifica
Vi segnalo il sito web Innovitalia, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il Ministero dell’Università e Ricerca. Si tratta di un portale che ha l’obiettivo di supportare la rete dei ricercatori italiani all’estero, offrendo uno spazio per il networking e la collaborazione tra i diversi attori della ricerca e dell’innovazione italiana sulla scena internazionale, condividendo informazioni sulle opportunità di ricerca, lavoro e perfezionamento nei diversi Paesi esteri.

Medici e farmacisti italiani a Vienna
Per chi è alla ricerca di un medico o un farmacista che parli italiano a Vienna, sul blog è presente una lista che vi può tornare utile. E’ stata pubblicata qualche anno fa, ma cerco sempre di tenerla aggiornata. L’ultima aggiunta per esempio è il dottor David D’Andrea, specializzato in urologia. Se avete altri nominativi da inserire o aggiornare potete come sempre scrivermi.

La maratona di Vienna a settembre
Uno degli eventi sportivi più importanti e conosciuti di Vienna cerca di ripartire. Dopo essere stata annullata l’anno scorso, quest’anno la maratona di Vienna è stata fissata per il 12 settembre. Naturalmente non c’è ancora la sicurezza che si potrà svolgere, al momento sono comunque aperte le iscrizioni.

Concludo questa settimana con una rettifica. Nell’ultima newsletter ho indicato il Consiglio Europeo come autore del report sulla lotta alla corruzione in Austria, mentre si trattava del Consiglio d’Europa. E’ stata una svista ma si tratta di due organi ben diversi, ed è importante non confonderli:

  • Il Consiglio d’Europa è una organizzazione internazionale che riunisce 47 paesi europei. La sua missione è quella di promuovere la democrazia e di proteggere i diritti umani e lo stato di diritto in Europa.
  • Il Consiglio Europeo è un’istituzione dell’Unione europea, composta dai capi di Stato e di governo degli Stati membri e dal Presidente della Commissione europea, volta alla pianificazione delle politiche comunitarie.