La settimana scorsa un brutto fatto di cronaca ha creato un’ampia discussione in Austria: sabato 26 giugno è stato ritrovato in un prato del quartiere Donaustadt di Vienna il corpo senza vita di una ragazza di 13 anni. Le indagini hanno portato all’arresto di due afghani, di 16 e 18 anni, richiedenti asilo. Sono accusati di aver narcotizzato e abusato della vittima – che sembra conoscessero – causandone la morte.
Il fatto di per se tragico ha innescato un lungo dibattito sull’immigrazione, l’integrazione dei rifugiati e – ancora una volta – sul femminicidio.
Da quello che si è appreso dai media il più anziano dei sospettati vive in Austria dal 2015 (l’altro invece è giunto pochi mesi fa). Risulta essere già stato condannato più volte e la sua richiesta di asilo era stata bocciata nel 2018.
In molti si sono subito chiesti perché il rimpatrio non fosse stato eseguito (l’Austria non considera infatti l’Afghanistan come un territorio a rischio – anche se qui ci sarebbe forse da discutere). Come vi avevo già scritto in passato il ministero dell’interno non sembra farsi tanti scrupoli a rimpatriare intere famiglie, anche se integrate, con un lavoro e con figli piccoli (come nel caso di Tina), mentre invece in questo qui sembra aver lasciato correre.
Ma secondo me la critica maggiore deve essere fatta al processo d’integrazione, che sembra essere fallito miseramente. Come mai non è stato possibile “convertire” un ragazzo, giunto in Austria più di 6 anni fa ai valori della nostra società? Perché non è stato possibile fare un percorso di cambiamento dopo le prime condanne, oppure effettuare maggiori controlli, mentre invece sembra sia stato lasciato a continuare in attività criminali?
Il dibattito si è anche concentrato sulla comunità afghana presente in Austria: le statistiche mostrano infatti che questa è particolarmente problematica. Il tasso di criminalità è quattro volte superiore alla media nazionale, nove volte per i reati di droga e addirittura dodici volte per i reati sessuali. Certo non si può fare di tutta l’erba un fascio. Conosco personalmente persone di origine afghana che sono perfettamente integrate. Ma anche qui sembra che lo Stato non stia facendo abbastanza per migliorare la situazione.
Qui diventa ancora necessaria anche una riflessione politica. I governi Kurz (sia quello attuale che precedente) hanno sempre posto un forte accento contro l’immigrazione, sul dire che gli stranieri “portano la criminalità in Austria” e che tutti coloro che non si integrano sarebbero stati subito perseguiti e rimpatriati. Allo stato dei fatti solo parole al vento. Dopo questo fatto tutti si sono naturalmente affrettati a dire che si userà la mano dura, che le cose devono cambiare, ma nessuno sembra essere stato capace di fare autocritica, come sempre la colpa è “degli altri”.
E arriviamo all’ultimo punto di cui si è parlato troppo poco in questa storia, ovvero la morte di un’altra donna, un problema che in Austria ancora non viene preso sul serio a sufficienza (ne avevo già scritto qui). Il dibattito si è infatti quasi esclusivamente concentrato sulla provenienza dei sospettati, ma anche questa volta siamo di fronte a uomini che uccidono una donna solo perché non vuole accettare la loro volontà.
Questa storia ha tante domande e poche risposte. Penso rimanga solo da chiedersi chi ha fallito e se la morte di una ragazza di 13 anni si poteva evitare.
In molti hanno risposto alla scorsa newsletter raccontandomi la propria esperienza di viaggio (e i controlli) tra Italia e Austria. Da come sembra i controlli aerei (almeno verso l’Austria) sono quelli eseguiti in maniera più stringente, mentre su strada o in treno vengono effettuati solamente a campione.
Da parte mia posso confermarlo con il viaggio di ritorno: già al check-in a Venezia è stato chiesto a tutti i passeggeri di mostrare un certificato (di vaccinazione, guarigione o test negativo) che permettesse l’ingresso in Austria. All’arrivo poi era anche presente una postazione di controllo dove dei soldati dell’esercito hanno controllato nuovamente la validità dei certificati.
Sebbene la situazione in tutta l’Austria sia sempre molto stabile – con il numero di casi in continua diminuzione – il governo continua a premere per cercare di raggiungere almeno l’80% di vaccinati prima dell’arrivo dell’autunno. La variante delta infatti preoccupa infatti anche qui e si vuole evitare a tutti i costi di ripetere la situazione dell’anno scorso, dove dopo un’estate “spensierata” a settembre è stato necessario reintrodurre varie restrizioni.
A Vienna come vi avevo già scritto da alcune settimana le vaccinazioni (con Pfizer) sono aperte a tutti i residenti con più di 12 anni, ci si può prenotare tramite il sito web impfservice.wien. Questa settimana è inoltre possibile vaccinarsi anche senza prenotazione (con AstraZeneca) presso l’Austria Center (qui le informazioni dettagliate).
Dal 1 luglio c’è stato nel frattempo un nuovo allentamento delle misure:
Dalla settimana scorsa è inoltre disponibile anche in Austria la app ufficiale per il passaporto verde (Grüner Pass). Anche se mancano ancora alcune funzioni può essere utile già installarla.
Attualmente in tutta l’Austria ci sono 1.709 casi attivi di coronavirus, di cui 132 ricoverati in ospedale. Il 61,3% della popolazione ha ricevuto almeno una prima di vaccino, il 51,4% a Vienna.
Una curiosità per chi pensa di conoscere ogni angolo di Vienna: proprio nel centro storico si trova un piccolo vigneto con una storia interessante, che può sfuggire se non ci avete mai fatto caso. Tutti i dettagli sul blog.
Vi segnalo un altro articolo dal blog per chi vuole approfondire la storia di Vienna. Nel maggio 1873 venne inaugurata al Prater l’Esposizione Universale. Doveva essere un grande momento per l’impero asburgico, ma non tutto andò come nei piani. Una lettura da non perdere.
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A lunedì prossimo!
Paolo
Questa settimana una newsletter un po’ diversa dal solito. Mentre vi scrivo mi trovo infatti a Venezia per un breve viaggio, per me il primo da quando è possibile muoversi – più o meno liberamente – tra Italia e Austria. Niente lunga introduzione quindi, ma solamente una riflessione “di viaggio” e qualche segnalazione a seguire.
Voglio infatti condividere con voi la mia esperienza con i controlli richiesti per viaggiare (e mi piacerebbe conoscere come è stato per voi). Per l’ingresso in Italia l’attuale decreto prevede la presentazione – a scelta – di un certificato di avvenuta vaccinazione, di guarigione o un test negativo (non più vecchio di 48 ore). Io e mia moglie ci siamo muniti di tutte le carte, abbiamo effettuato la registrazione online e siamo partiti.
Siamo arrivati all’aeroporto di Vienna. Nessun controllo. Siamo saliti sull’aereo, e anche qui nessun controllo. Ok ci siamo detti, verrà fatto in Italia, anche se stare un’ora chiusi insieme a cento persone senza sapere se tutti sono stati corretti come noi già ci dava un po’ di “mal di pancia”.
Atterriamo, andiamo a prendere le valigie e ci avviamo verso l’uscita con i nostri certificati in mano. Ma anche qui, nessun controllo. Ci siamo guardati un po’ spaesati intorno, come anche gli altri passeggeri, ma poi ognuno ha semplicemente preso la sua strada.
Ora. Forse è stata una eccezione quella che abbiamo vissuto noi? Probabile. Ma mi chiedo: ci sono queste regole, viviamo da un anno e mezzo in questo stato di pandemia, e non è ancora possibile organizzare dei semplici controlli, a Vienna o in Italia? Basta che una sola persona sia infetta (anche senza saperlo) e si ricomincia tutto da capo.
Oggi ripartirò in direzione Vienna, vedremo se la situazione sarà diversa.
Le segnalazioni della settimana:
E per questa settimana è tutto, ci sentiamo lunedì prossimo con una “normale” newsletter da Vienna.
A presto!
Paolo
Quando può una persona dire di essere italiana (o austriaca)? Quando è nata da un genitore italiano? O perché è nata in Italia? E se vive per 10, 20 o 30 anni in Italia (o in Austria), allora è più italiana o austriaca?
Non c’è un risposta univoca a questa domanda, e ci vorrebbe un libro, non una newsletter, per analizzare tutti gli aspetti.
Ma è una questione a cui nel nostro mondo globalizzato, dove è ormai normale per le persone vivere in un altro Paese rispetto a quello dove si è nati, e dove sempre più figli nascono da genitori di nazioni diverse (e poi magari crescono in un altro Paese ancora) diventa sempre più importante trovare una risposta.
In Austria la settimana scorsa si è riacceso il dibattito a riguardo per una proposta fatta dal partito socialdemocratico (SPÖ) di semplificare la normativa per la concessione della cittadinanza. Attualmente per “diventare austriaci” la legge ha dei criteri molto stringenti:
L’idea del partito socialdemocratico è di semplificare queste regole, in particolare rendendo per tutti a 6 anni il tempo di attesa per effettuare la richiesta, riducendone il costo e semplificando le prerogative. Ma la richiesta più interessante che è stata fatta è quella di dare a chiunque sia nato in Austria la cittadinanza se un genitore si trova legalmente nel Paese da almeno 5 anni, muovendo quindi la legislazione verso lo “ius solis”.
Queste proposte hanno toccato un nervo scoperto, e infatti le discussioni sui giornali sono andate avanti per vari giorni. In Austria il numero di persone straniere – residenti anche da molti anni – è in continua crescita. A Vienna in particolare questa situazione è sentita da molti, dove si calcola che il 30 percento dei residenti non ha diritto di voto. E non stiamo parlando solo d’immigrati: sono infatti ben 45.000 i giovani nati in Austria che ogni anno raggiungono l’età per poter votare, ma che non lo potranno fare perché nati da genitori stranieri.
Sono numeri importanti, che vi fanno capire come una grande fetta della popolazione sia esclusa dal processo democratico e da scelte che influenzano anche le loro vite.
Mentre il partito dei verdi e dei NEOS hanno accolto in maniera positiva queste proposte, il partito popolare (ÖVP) del cancelliere Kurz come anche il partito della libertà (FPÖ) si sono opposti fermamente. Le motivazioni sono state di natura prettamente morale (“la cittadinanza è un bene superiore e non va dato a chiunque”), ma la vera questione, come hanno fatto notare in molti, è come spesso succede in politica legata ai voti.
In base alle proiezioni i voti di questi potenziali nuovi cittadini andrebbe infatti per la maggior parte ad avvantaggiare i socialdemocratici e i verdi. Pochissimi voterebbero il partito popolare o la destra, ed ecco quindi spiegata questa forte contrarietà, che non si è mostrata in altre situazioni. Se vi ricordate infatti due anni fa il partito popolare era intenzionato a dare una doppia cittadinanza ai madrelingua tedesca dell’Alto Adige (poi non se ne fece nulla per la caduta del governo) e nessuno si pose dei “problemi morali”. Probabilmente i calcoli fatti a quel tempo mostravano che avrebbe portato un maggiore vantaggio verso altri partiti.
La proposta dei socialdemocratici rimane comunque solo un’idea, essendo il partito attualmente all’opposizione. Ma è un tema sui cui la politica austriaca dovrà prima o poi confrontarsi in maniera seria per trovare una risposta alla crescente richiesta di rappresentanza delle persone straniere che vivono in Austria.
Il titolo di questa newsletter è una canzone del cantautore Rainhard Fendrich, inno “inufficiale” austriaco e amata da tutti coloro che si sentono austriaci, indipendentemente dalla propria cittadinanza.
Il governo ha comunicato la scorsa settimana che dal 1 luglio ci sarà un nuovo allentamento delle misure in vigore:
Anche se al momento i numeri dei contagi sono in costante diminuzione, come nel resto dell’Europa preoccupa la variante delta (“indiana”). In Austria sono già presenti alcuni casi e si pensa che dopo l’estate potrebbe portare a una nuova ondata se le vaccinazioni non avranno portato a una copertura sufficiente.
Attualmente i casi attivi in tutta l’Austria sono 2.771 (di cui 1.127 a Vienna), con 251 persone ricoverate in ospedale. Il 56,4% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
Quasi ogni settimana apre una nuova attività italiana a Vienna (e fa sicuramente piacere). Questa volta vi segnalo Cibaria Italiana, un nuovo ristorante nel 2. distretto, con specialità della cucina genovese e bolognese, tutte preparate con pasta fresca. Appena possibile ci saranno anche eventi di arte, musica e spettacolo, promette bene!
Mi è stato segnalato un decreto ministeriale in base al quale per tutti gli iscritti AIRE è previsto in Italia l’ingresso gratuito nei musei, parchi archeologici e luoghi della cultura gestiti dallo Stato per gli anni 2021, 2022 e 2023. Per ottenere lo sconto è necessario esibire un documento che attesti l’iscrizione all’AIRE. Un eventuale certificato si può richiedere al comune d’iscrizione (il consolato non può rilasciarlo) oppure tramite il portale Fast It. Non ho trovato purtroppo molte altre informazioni a riguardo, né sul sito web del ministero né su quello di alcuni musei che ho consultato, vi aggiornerò non appena ci saranno novità.
Qualche settimana fa scrivevo della tendenza a Vienna a disincentivare l’uso delle automobili, ed ecco una notizia che conferma questa idea. È stato infatti comunicato che dal 1 marzo 2022 i parcheggi in strada a pagamento verranno estesi a tutta la città, anche nei quartieri più periferici. Da questa data si potrà sostare con la propria macchina dalle 9 alle 22 (dal lunedì al venerdì) solamente pagando 2,20 euro/ora oppure con un abbonamento annuale (120 Euro), valido però solo per un distretto.
Mentre una volta l’Austria era considerato un Paese dal clima mite e temperato ora i giorni con temperature da record stanno diventando ogni anno sempre più la normalità. Sarà colpa di questo fantomatico riscaldamento globale? Lo dovremmo chiedere a un meteorologo o forse a qualche presidente che pensa di aver capito tutto, ma a me, come immagino a tanti di voi, la cosa che al momento interessa di più è dove trovare un po’ di refrigerio fino all’arrivo dell’autunno (o delle ferie). Vi rimando quindi a un articolo sul blog con alcune idee per rinfrescarsi con un bel bagno!
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Paolo
Ieri era la “Festa del Papà” (in Austria si festeggia sempre la seconda domenica di giugno, mentre in Italia il 19 marzo), e colgo quindi l’occasione per qualche riflessione sull’essere padri.
Partiamo da un dato di fatto: in Austria i diritti che hanno i padri – almeno a confronto con l’Italia – sono veramente molti.
Alla nascita si può per esempio richiedere il cosiddetto “mese del Papà” (Papamonat), fino a quattro settimane di congedo dal lavoro, durante il quale si riceve un indennizzo di circa 700€.
Il congedo parentale (Karenz), che in Austria è possibile richiedere fino al compimento del secondo anno di vita del bambino, è inoltre un diritto per entrambi i genitori e può essere quindi suddiviso tra essi. Mia moglie è stata per esempio a casa il primo anno e io sono stato i sei mesi successivi fino a quando nostra figlia non è andata all’asilo (anche qui si riceve una indennità mensile per tutto il periodo di assenza dal lavoro).
Ma anche per tutti gli altri diritti i padri e le madri hanno gli stessi criteri di accesso, come la possibilità di ridurre l’orario di lavoro fino al 7. anno del bambino o di prendere fino a 2 settimane di congedo all’anno in caso di malattia di dei figli.
Sembrerebbe insomma una situazione ideale, ma sorprendentemente queste possibilità vengono utilizzate solo da una minoranza. Attualmente circa il 3% dei padri utilizza il Papamonat, e solo il 5% è stato più di 2 mesi in congedo parentale o ha ridotto il proprio orario di lavoro.
Le motivazioni sono varie: molti hanno paura di perdere la propria posizione o di non poter avanzare nella carriera se si assentano dal lavoro e spesso sono le aziende stesse a ostacolare queste possibilità. Per altri il deterrente è l’aspetto economico, quando già solo un genitore lavora.
Ma nella maggior parte dei casi il problema di fondo è la mentalità che ancora persiste nella società austriaca. Se una donna sta un anno a casa è visto come normale, se un uomo manca un mese dal lavoro sembra la fine del mondo.
Papà che mi state leggendo: se vivete in Austria sfruttate queste possibilità. E se mi leggete dall’Italia lottate per ottenere più diritti. Qualche mese di assenza dal lavoro non vi cambieranno la carriera, ma cambieranno per sempre il legame con i vostri figli.
Per la prima volta da mesi non ci sono questa settimana grandi novità riguardo alla situazione coronavirus in Austria. Il numero di casi in tutte le regioni e in continua diminuzione, cosicché alcuni focolai riescono a venire contenuti facilmente.
L’unica novità interessante sono le voci riguardo una ulteriore riduzione delle restrizioni da luglio, ma non è ancor stata fatta alcuna comunicazione ufficiale. (Qui trovate quelle attualmente in vigore)
Per viaggiare verso l’Italia rimane necessario presentare un test molecolare o antigenico negativo, anche se già vaccinati. Per l’Austria invece rimane in vigore anche per i viaggi la regola 3-G, quindi dimostrare di essere testati, guariti o vaccinati.
Dall’11 giugno è stato riattivato un collegamento diretto via rotaia tra Vienna e Trieste. La linea viaggia sul tracciato storico (passando per Lubiana, Maribor e Graz), che già nel 1857 collegava la capitale dell’impero con il suo sbocco principale sul mare.
Il collegamento ha alto valore storico e simbolico, ma non è purtroppo dei più pratici. Il tempo di percorrenza in entrambe le direzioni è infatti di quasi 9 ore, mentre quello che passa per Udine e Villach impiega quasi due ore in meno (anche se in parte tramite pullman).
L’Istituto Italiano di Cultura di Vienna ricomincia con l’organizzazione di eventi dal vivo con la proiezione martedì 22 giugno alle ore 19:00 del documentario “Generazioni d’amore – Le quattro Americhe di Fernanda Pivano” di Ottavio Rosati.
L’evento – a ingresso gratuito – ha posti limitati e si svolgerà nel rispetto delle normative anti-covid (regola 3-G). Per partecipare è necessario mandare una conferma all’indirizzo eventi.iicvienna@esteri.it.
Mi è stato segnalato che da quest’anno è prevista una riduzione dell’IMU e della TARI per i pensionati residenti all’estero proprietari d’immobili a uso abitativo in Italia.
La riduzione può riguardare un solo immobile ed è pari al 50% dell’imposta municipale unica (IMU) e di due terzi per la tassa sui rifiuti (TARI). Per poter accedere a questa agevolazione l’immobile non possono essere affittati o ceduti in comodato, anche gratuito.
Per fare richiesta si consiglia di contattare i CAF e patronati della città dove è presente l’immobile.
Sabato 19 sulla Ringstrasse si terrà l’annuale parata arcobaleno (Rainbow Parade) per sensibilizzare a favore della parità di diritti delle persone LGBTIQ. Questa è solo l’evento conclusivo del Vienna Pride, che già dalla settimana scorsa propone iniziative ed eventi (forse avete visto le bandiere arcobaleno presenti sui tram e su molti edifici).
Come ogni anno ci sarà anche un gruppo di italian* in Austria che parteciperanno insieme. Se anche voi ne volete far parte trovate tutte le informazioni sull’evento Facebook.
Venerdì 18 giugno si svolgerà il tradizionale “Concerto di una Notte d’Estate” (Sommernachtskonzert) presso il giardino del castello di Schönbrunn. A causa delle restrizioni ancora in vigore anche quest’anno non sarà permesso l’ingresso a tutti. Sarà però possibile seguirlo in diretta radio (OE1), televisione (ORF2 e 3sat) o in streaming.
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Paolo
P.S. Per chi segue il calcio: l’Austria ieri ha vinto la sua prima partita in una partecipazione alla competizione europea (3-1 contro la Macedonia del Nord), complimenti!
Se vivete a Vienna e vi muovete in macchina, siete già una minoranza. Solo il 40% dei viennesi possiede infatti un’auto e chi dice di usarla abitualmente come mezzo per muoversi è ancora meno, il 27% dei residenti.
Per le strade le automobili non mancano, ma questa statistica non mi sorprende. Io stesso in oltre 15 anni da quando vivo a Vienna non ho mai posseduto una macchina, e conosco pochi amici che ne hanno una, quasi sempre solo per necessità lavorative.
Questa evoluzione – negli anni ’90 le auto erano ancora il mezzo più usato – è merito di una strategia su cui la politica locale sta puntando da lungo tempo.
Da una parte l’uso delle macchine viene scoraggiato: tramite l’estensione dei parcheggi a pagamento in tutti i distretti, con la creazione di ampie zone con un limite di 30km/h o di cosiddette “strade condivise” (Begegnungszone), dove macchine, ciclisti e pedoni condividono – a tempo ridotto – gli spazi.
Dall’altra vengono offerte valide alternative: in primo luogo tramite una ampia rete di mezzi pubblici, tra le più efficienti al mondo. Metropolitana, autobus e tram coprono ogni angolo della città, gli intervalli sono di pochi minuti e la qualità del servizio è sempre ottima. Il tutto a un prezzo accessibile, tramite un abbonamento fissato – grazie alle sovvenzioni comunali – a 365 Euro all’anno.
Ci sono poi le piste ciclabili, anche qui con una rete (oltre 1.654 chilometri) che permette di raggiungere quasi ogni angolo di Vienna e in continua espansione. Non mancano le sovvenzioni per l’acquisto di biciclette, come anche progetti per incentivarne l’uso. Per esempio il servizio CityBike che permette di noleggiare una bicicletta per un tragitto fino a un’ora gratuitamente.
Infine negli ultimi anni il comune sta puntando molto sulla cosiddetta “share economy”, ovvero l’uso condiviso di mezzi di trasporto. A partire dalle automobili, parte integrante della città con il servizio ShareNow (ex Car2Go), ma anche con sistemi alternativi, come gli e-scooter – amati od odiati – ma presenti ormai ovunque.
Il risultato di questa politica si vede negli altri risultati delle statistiche che ho accennato all’inizio. I mezzi più utilizzato dai viennesi per spostarsi in città sono infatti quelli pubblici (38%), seguita dal muoversi a piedi (28%), quindi dalla macchina (27%) e infine dalla bicicletta (7%).
Vienna diventerà prima o poi una città senza auto? Forse è un’utopia, ma la tendenza è sicuramente in una riduzione nell’uso, in particolare nei centri città. In futuro forse nessuno possiederà un’auto ma verrà condivisa e utilizzata solo quando necessario, magari parcheggiandola all’esterno delle città. E voi avete una macchina a Vienna?
Fino a poche settimane fa molti – me compreso – temevano che le riaperture avrebbero portato a un rialzo dei contagi. Questo timore sembra per il momento scongiurato, con il numero di casi in continua diminuzione.
In città l’atmosfera è molto rilassata e a parte i controlli per accedere a bar e ristoranti e le mascherine – a cui ormai ci siamo abituati – sembra di essere tornati all’inizio della scorsa estate, quando la pandemia sembrava già finita dopo pochi mesi.
Vienna sembra rinata, forse anche grazie al caldo degli ultimi giorni, e le attività non mancano. Con moltissimi eventi in programma (per esempio i campionati europei – ne scrivo più sotto), che porteranno tante persone a incontrarsi con minori controlli, si vedrà se la situazione rimarrà comunque buona come ora.
Alcune segnalazioni in breve:
Una segnalazione soprattutto per chi verrà a Vienna nei prossimi mesi: un lungo tratto della linea 2 della metropolitana è attualmente chiusa per lavori di ampliamento e lo rimarrà fino alla fine del 2023.
Si tratta delle quattro fermate centrali, da Schottentor a Karlplatz. Come alternativa è stata istituito un tram (U2Z) che percorre più o meno lo stesso tragitto delle stazioni della linea chiusa, ed è stata aumentata la frequenza della linea 1 e dei tram che percorrono la Ringstrasse.
Gli europei 2021 (anzi 2020) sono il primo grande evento che coinvolge tutta l’Europa da quando la pandemia è iniziata. È sicuramente una grande prova per la gestione di questa fase. Come forse saprete saranno anche itineranti, ovvero le partite si giocheranno in 11 città europee. Vienna purtroppo non è fra queste, ma ci sarà sicuramente possibilità di seguire le partite.
L’Austria è infatti anche qualificata al torneo (le sue chance non sono proprio le migliori) e quindi tutti i bar e ristoranti di Vienna offriranno la possibilità di seguire le partite. Come già accennato nella scorsa newsletter, dal 10 giugno le misure per i locali saranno in parte allentati:
Se volete seguirle le partite con tanti altri tifosi vi segnalo in particolare l’EM-Quartier presso il WUK e quello presso il Prater. I posti in entrambi sono limitati, è consigliata la prenotazione.
A proposito di europei, il settimanale Falter organizza anche quest’anno la Wuchtelwette. Si tratta di un gioco online dove per ogni risultato esatto si possono vincere birra e molti altri premi. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.
Vi segnalo una nuova pizzeria italiana che ha aperto la settimana scorsa, “Lievito 48” presso il Florisdorfer Markt. Finalmente si potrà mangiare una vera pizza italiana anche nel 21 distretto!
Come sempre se siete alla ricerca di ristoranti, pizzerie ma anche negozi vi ricordo la mappa della Vienna italiana che trovate a questa pagina: wienitaly.quivienna.com.
Quando – molti anni fa – studiavo il tedesco a scuola, all’arrivo del professore ci era stato insegnato di salutare con “Guten Morgen” o “Guten Tag” e per il commiato di utilizzare “Auf Wiedersehen”, ma nella lingua di tutti i giorni le varianti sono molto più numerose.
Aggiungeteci inoltre l’essere in Austria – una regione “periferica” rispetto alla patria del tedesco – e non vi stupirete più di tanto delle varie forme locali e colloquiali con cui ci si confronta ogni giorno.
In questo articolo sul blog metto un po’ di ordine con le varie forme di saluto più usate in Austria.
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A lunedì prossimo!
Avevo scritto che non avrei dedicato più una intera newsletter al coronavirus, ma c’è una storia legata a Vienna che secondo me merita di essere raccontata.
Come probabilmente ricorderete l’Organizzazione Mondiale della Sanità era stata molto chiara fin dall’inizio sul modo migliore per combattere il coronavirus: “testare, testare, testare”. Come sappiamo non è mai stato facile seguire questa strategia, e quasi tutti i Paesi hanno invece utilizzato i lockdown – più o meno rigidi – per cercare di arginare il diffondersi della pandemia.
Ma negli ultimi mesi Vienna sembra essere riuscita a imboccare la strada giusta grazie al progetto “Alles Gurgelt”. Questo nasce nei laboratori di Lead Horizon, una azienda che è riuscita a sviluppare un test PCR molecolare – quindi sicuro come un tampone – ma tramite gargarismo. In questo modo può essere fatto facilmente da soli a casa, e deve solo essere analizzato in laboratorio.
Il comune di Vienna ha deciso di puntare in massa su questa tecnologia. Ogni residente – come anche chi si reca in città per lavoro – ha diritto a 4 test alla settimana gratuiti, che possono essere lasciati in oltre 300 negozi e il cui risultato si ottiene tramite una app entro 24 ore dalla consegna (e in base alla mia esperienza quasi sempre molto prima).
In questo modo a oggi a Vienna vengono svolti oltre 300.000 test alla settimana, un numero veramente alto. Per farvi un confronto: in Germania sono 1.2 milioni i test PCR analizzati settimanalmente, e in Italia all’incirca 1 milione. Ma stiamo naturalmente parlando di Paesi con rispettivamente 80 e 60 milioni di abitanti, mentre Vienna non raggiunge nemmeno i 2 milioni.
Un vero successo di numeri, ma non solo. Questa strategia mostra anche che fornendo un test semplice e gratuito, tantissime persone sono disposte a farlo, per la propria sicurezza ma anche per quella degli altri. Sicuramente molti utilizzano questo metodo anche perché permette l’ingresso in bar e ristoranti da quando ci sono state le riaperture in base alla regola 3-G. Ma è in fondo un incentivo per “testare, testare, testare”, l’unico modo per scoprire gli asintomatici e bloccare eventuali focolai il prima possibile.
La strategia di Vienna è stata elogiata da molti, e stupisce che le altre regioni in Austria abbiano deciso di non seguire un modello simile. Molti ritengono che – ora che il numero di nuovi contagi sta scendendo uno sforzo e un costo del genere non sia più necessario. Ma gli esperti la vedono in altro modo: finché la maggior parte della popolazione non sarà completamente vaccinata (e al momento in Austria non è nemmeno il 20%), questa è sicuramente la strategia migliore per evitare anche in futuro un nuovo lockdown.
Vista la continua riduzione di nuovi casi il governo ha comunicato che dal 10 giugno sono previsti nuovi allentamenti in tutta l’Austria. Questi i cambiamenti più importanti:
Tutte le altre misure, in particolare l’ingresso in base alla regola 3-G e l’obbligo d’indossare mascherine FFP2 rimarranno inalterati.
Mi è arrivata la richiesta – che volentieri vi inoltro – di segnalarvi un questionario dell’associazione Transiti sulla salute psicologica degli italiani all’estero durante la pandemia di coronavirus. I risultati verranno pubblicati nel prossimo Rapporto Italiani nel Mondo, a cura della Fondazione Migrantes. Il questionario – ci vogliono 10-15 minuti per completarlo ed è anonimo – lo trovate a questo link.
Tra le iniziative che stanno ripartendo dopo le riaperture c’è anche quella promossa ogni anno dalla casa d’aste Dorotheum, grazie alla quale il 17 giugno, dalle 18 alle 21, sarà possibile visitare gratuitamente i musei della Biblioteca Nazionale Austriaca. Tra questi c’è in particolare la Prunksaal – la “Sala Magnifica” – che da sola merita sicuramente una visita.
Il prossimo appuntamento del Club di Lettura si svolgerà martedì 8 giugno, come sempre dalle 18 alle 19.30 e attualmente ancora in videoconferenza. Questo mese la discussione sarà sulla raccolta poetica “Rosa alchemica / Die alchymische Rose” di Donatella Bisutti, per partecipare trovate qui tutte le informazioni. L’incontro successivo (13 luglio) sarà dedicato a “Casa d’altri e altri racconti” di Silvio D’Arzo. Se questo appuntamento potrà essere svolto di persona verrà valutato nelle prossime settimane.
L’estate – e le restrizioni a causa del coronavirus – hanno portato a Vienna nuove idee per permettere al teatro di continuare a essere in scena. In particolare sono nate vari “palcoscenici all’aperto” (Freiluftbühne), che permettano in tutta sicurezza – e anche con il fresco della sera – di godersi alcuni dei migliori attori e cabarettisti austriaci e internazionali. Vi segnalo in particolare il Theater im Park, presso il parco del Castello del Belvedere, il Globe Wien Open Air, prodotto da Michael Niavarani presso la Marx Halle e la nuova Praterbühne di Viktor Gernot.
Se invece del teatro preferite una passeggiata all’area aperto, anche in questo caso a Vienna le possibilità non mancano. Ieri ho avuto il piacere con alcuni amici di camminare fino alla Wiener Hütte (ve ne scriverò in dettaglio un’altra volta), un breve tratto della “Rundumadum”, il percorso circolare che attraversa tutto il Grüngürtel, con più di 120 chilometri intorno alla città. Per saperne di più vi rimando a questo articolo sul blog
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A lunedì prossimo!
Stare seduti insieme a parlare del più e del meno in una Wirtshaus (il classico ristorante viennese). Un cameriere che gira per i tavoli e porta cotolette – la famosa Wiener Schnitzel – e birra alla spina. E qualcuno che gli chiede “Zahlen, bitte!”. Una scena che fino a 16 mesi fa sarebbe stata una cosa ovvia a Vienna, è diventata ora una conquista da festeggiare.
Sono stati molti coloro che hanno vissuto mercoledì scorso – 19 maggio – come una liberazione. Finalmente in tutta l’Austria bar e ristoranti, ma anche teatri, cinema e luoghi dello sport hanno potuto infatti riaprire. E anche Vienna, nel primo – e al momento unico – giorno in cui il meteo è stato clemente (venerdì) si è come risvegliata: tante persone in giro (forse troppe?), locali pieni e buonumore, come se il coronavirus non esistesse.
L’impressione che in molti – me compreso – hanno avuto dagli ultimi giorni è che ci sia tanta voglia di ripartire, di provare a lasciarsi alle spalle questo anno e mezzo e iniziare a progettare il futuro. Ci sono molte idee che si stanno rimettendo in moto, sia nella comunità italiana che nel resto della città, eventi che stanno ripartendo o sono in progettazione e tanta voglia di normalità.
La situazione in tutta l’Austria è effettivamente molto buona. Il numero di nuovi casi è in costante diminuzione e proprio ieri l’indice settimanale per tutto il Paese è sceso per la prima volta da novembre sotto il 50, il valore che era stato messo dal ministero della Sanità come obiettivo per poter tenere la pandemia sotto controllo.
Certo non bisogna pensare che sia tutto finito. Le riaperture potrebbero portare a un nuovo aumento dei casi (lo si vedrà nelle prossime settimane). Ed è importante ricordarsi gli errori dell’anno scorso, quando dopo la prima ondata si trascorse una estate senza pensieri, per poi pagarne le conseguenze in autunno.
Ma forse questa volta grazie ai vaccini le cose andranno diversamente. Le persone che hanno ricevuto almeno una prima dose sono in veloce aumento, e si prevede che chiunque lo desideri possa ricevere almeno la prima dose di vaccino per fino giugno.
Fin dall’inizio questa newsletter è stata accompagnata dal coronavirus come uno dei temi principali. Mi auguro che quella di oggi sia l’ultima, e che in futuro diventi solo un breve trafiletto per poi scomparire presto.
(Di seguito vi lascio alcune indicazioni sulle misure attualmente in vigore e informazioni utili per chi si vuole muovere tra Italia e Austria nelle prossime settimane/mesi).
Le seguenti misure sono in vigore dal 19 maggio. La “regola 3-G” prevede che l’accesso è permesso solo a chi è testato (Getestet), vaccinato (Geimpft) o guarito (Genesen), da dimostrare tramite un certificato con data.
Bar e ristoranti
Alberghi
Negozi
Strutture ricreative e culturali
(es. musei, zoo, piscine, teatri, cinema)
Attività commerciali a stretto contatto
(parrucchiere, estetista, ecc.)
Vige inoltre l’obbligo di usare una mascherina FFP2 in tutti i luoghi al chiuso accessibili al pubblico, come anche nei mezzi pubblici. All’aperto non c’è obbligo di usare la mascherina. L’obbligo di uso della mascherina FFP2 è valido dai 14 anni in su, dai 6 anni può essere utilizzata una semplice mascherina di stoffa o usa e getta, i più piccoli sono esentati.
Tutte queste misure poterebbero subire dei cambiamenti nelle prossime settimane, vi informerò di volta in volta delle novità.
Per chi entra in Austria dall’Italia non è più necessaria la quarantena, rimane obbligatorio:
In tutta l’Austria valgono poi le misure descritte sopra.
Anche chi è a Vienna per turismo se lo desidera può sottoporsi ad un test gratuitamente in vari modi:
Maggiori informazioni e altre possibilità sono sul sito web wien.info
Anche per entrare in Italia dal 16 maggio non è più necessaria la quarantena per chi entra dall’Austria. Rimane obbligatorio:
In Italia valgono poi le misure in vigore attualmente nelle singole regioni, che potete trovare a questo link
Come vi avevo già segnalato le elezioni per il rinnovo dei Comites sono previste per il 3 dicembre di quest’anno (se non sapete cosa sono i Comites trovate vari articoli sul blog). In una riunione i presidenti di varie sezioni hanno però espresso molte perplessità su molti punti. A partire dalla data, per passare alla modalità di voto (sarebbe prevista la sperimentazione del voto elettronico) e infine sulla necessità di una forte campagna informativa per aumentare la partecipazione alle elezioni (che nel 2015 è stata di solo il 4,46% degli aventi diritto). Trovate sul sito web dell’AISE il riassunto completo della riunione.
La lista dei medici italiani (o che parlano italiano) a Vienna continua ad allungarsi. Questa settimana mi è stato segnalato il Dr. Philipp Heuberer, medico ortopedico austriaco ma che parla benissimo italiano. Il suo studio è nel primo distretto, le prestazioni sono solo private. La lista completa la trovate come sempre sul blog.
Una buona occasione per tornare a visitare i musei di Vienna la offrono i “Lotterien Tagen”, una iniziativa tramite la quale si può entrare al museo (quasi) gratis. Venerdì 4 giugno per esempio, acquistando uno dei prodotti della Österreichische Lotterien (come un gratta e vinci – Rubbellos – da 2 Euro), si potrà entrare al Belvedere Superiore e al Belvedere 21 senza costi aggiuntivi. Maggiori informazioni e tutte le date e musei partecipanti li trovate sulla pagina ufficiale.
Grazie al collega Marco Di Blas e al suo blog Austria Vicina sono venuto a conoscenza di una bella serie di video su Vienna creati da Achim Ferrandina, guida turistica, intitolati “4 minuti di storia, arte e cultura” (che trovate qui su Youtube). Ottimo per chi vuole approfondire la conoscenza della città, consigliati!
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A lunedì prossimo!
La settimana scorsa, mentre il resto dell’Austria si godeva una giornata di ferie grazie alla festa dell’Ascensione, il cancelliere Sebastian Kurz viveva invece alcune delle giornate più lunghe della sua carriera politica.
Mercoledì è stata infatti avviata ufficialmente una indagine contro di lui per falsa testimonianza, in merito a delle dichiarazioni che aveva fatto alla “commissione Ibiza”. Se vi ricordate si tratta della commissione parlamentare messa in piedi dopo lo “scandalo Ibiza”, il video registrato con una telecamera nascosta in cui si vedeva Heinz-Christian Strache, leader del partito della libertà (FPÖ) e vice-cancelliere al momento della pubblicazione, parlare di tangenti e scambi di favori.
Inizialmente il focus della commissione si concentrò sulle attività dell’FPÖ, ma le indagini si sono ben presto allargate alle attività del partito popolare (ÖVP), e in particolare a quelle di un gruppo ristretto di politici, molti dei quali attualmente al governo. Avevamo già parlato qualche settimana fa delle indagini sul ministro delle finanze Gernot Blümel, indagato per corruzione, e anche di quelle legate alle nomine della ÖBAG, la holding pubblica che gestisce le partecipazioni dello Stato.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che entra in gioco Sebastian Kurz. Il cancelliere era stato infatti interrogato dalla commissione lo scorso giugno e tra i temi gli si era stato anche chiesto se fosse stato coinvolto nelle decisioni legate alla holding. Le sue risposte – non solo su questo tema – furono molto vaghe, dicendo di non ricordare o al massimo di essere stato solo informato dei fatti.
Ma secondo la magistratura le chat che sono state estratte dal telefonino di Thomas Schmid, attuale amministratore delegato dell’ÖBAG, mostrano un quadro ben diverso. Kurz avrebbe infatti partecipato attivamente nelle decisioni, cercando in tutti i modi di far nominare il suo uomo di fiducia. La magistratura ha quindi deciso d’intervenire, avviando le indagini per falsa testimonianza, un delitto che in Austria può portare fino a 3 anni di carcere.
Sebastian Kurz ha reagito in maniera decisamente distaccata. Ha detto che rimarrà in carica anche se si arriverà a processo e che non si immagina nemmeno che una condanna sia possibile.
Ma anche se il cancelliere – almeno pubblicamente – sembra vedere questa indagine solo come una seccatura, le conseguenze sul suo operato politico potrebbero essere significative:
I giuristi a cui è stato chiesto un parere sul caso sono divisi. Quasi tutti dicono che si arriverà a un processo, ma su quale sarà il risultato ognuno la vede in modo diverso. Quello che è sicuro è che ne parleremo ancora.
Mentre la politica è in subbuglio, tutto il resto del Paese si rallegra invece per le imminenti aperture. Questa settimana – per la precisione mercoledì 19 – potranno infatti riaprire la maggior parte delle attività in tutta l’Austria, compresi bar e ristoranti (vi ricordate quando è stata l’ultima volta che siete stati a mangiare fuori?).
Il tutto con le dovute precauzioni e limitazioni (sul sito dell’Ambasciata trovate un ottimo riassunto), ma è sicuramente un grande passo in avanti e da molti visto come il “l’inizio della fine” della pandemia.
Le condizioni per sperare sono infatti buone: il numero di casi è in costante diminuzione in tutta l’Austria, con un indice nazionale di 69 e meno di 1000 nuovi casi al giorno. Le vaccinazioni sembrano finalmente prendere velocità, con quasi il 40% della popolazione che ha ricevuto già un prima dose.
Vi ricordo infine che anche il viaggiare sarà più facile: dal 19 si potrà infatti entrare in Austria senza obbligo di quarantena per chi può dichiarare di essere “testato, vaccinato o guarito” (e per i viaggi verso l’Italia la stessa norma è già in vigore da ieri).
E’ oramai da qualche anno che i podcast stanno diventando sempre più popolari. Anche in Austria questo fenomeno sta crescendo, con produzioni interessanti e di qualità sempre maggiore. Ho pensato quindi di segnalarvene alcuni sul blog: ovviamente sono in tedesco, ma quasi tutti con una parlata semplice da ascoltare (e poi si possono mettere in pausa o riascoltare in ogni momento). In fondo alla lista ne trovate anche uno in italiano!
Il 28 maggio la comunità cristiana di tutta l’Austria invita a una serata nei propri luoghi di culto, con manifestazioni e iniziative spirituali, dal vivo e online. A Vienna la “notte bianca” coinvolgerà oltre 120 parrocchie con un programma molto variegato, anche se limitato a causa delle restrizioni in vigore. Tutti gli aggiornamenti sul sito web ufficiale langenachtderkirchen.at.
Torna anche quest’anno l’offerta dei musei statali con la Bundesmuseen Card che permette di accedere a 8 musei di Vienna fino al 31 agosto a solo 19,- Euro. La lista comprende tra gli altri Albertina, Belvedere, museo di storia dell’arte (KHM) e museo di storia naturale (NHM) e molti altri. La card si può acquistare online o in tutti i musei partecipanti.
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A lunedì prossimo!
La settimana scorsa si è tornato a parlare in Austria di femminicidio, dopo che due donne sono state uccise dai rispettivi partner. Sono già undici le vittime quest’anno e purtroppo non saranno le ultime.
Una statistica è stata in particolare riportata da molti quotidiani: in base ai dati Eurostat, l’Austria è l’unico Paese in Europa dove vengono uccise più donne rispetto agli uomini (dati 2017). Anche nel 2020, su 43 omicidi, 31 sono state donne. Un numero alto per un Paese come l’Austria che ha solo otto milioni di abitanti. Sempre in base ai dati Eurostat l’Austria ha avuto infatti 0,98 femminicidi per 100.000 abitanti, mentre l’Italia “solo” 0,43 (dati 2018).
È un problema che, come anche in altri Paesi, viene sottovalutato e torna alla ribalta solo dopo fatti tragici come quelli appena accaduti. Ma perché non si riesce a cambiare questa situazione?
In Austria le leggi di prevenzione ci sono, come anche le possibilità per chiedere aiuto. Il governo dopo gli ultimi fatti ha anche promesso di aumentare i fondi e di avviare una campagna di sensibilizzazione sul tema. Ma quello che manca come spesso accade è un cambio di mentalità. Sia da parte delle autorità – che troppo spesso minimizzano i problemi e non applicano le normative vigenti – che soprattutto da parte degli uomini.
Purtroppo l’Austria è un Paese ancora molto conservatore per quanto riguarda la parità di genere. Leggevo proprio ieri i risultati di un sondaggio: secondo il 32% degli intervistati, il ruolo degli uomini in famiglia è solo quello di guadagnare lo stipendio, mentre quello delle donne è di occuparsi della casa e della famiglia. O ancora: il 75,2% delle donne ha solo un lavoro part-time perché deve occuparsi della famiglia, mentre il 92,6% degli uomini lavora a tempo pieno.
Sono dati che fanno riflettere. Quello che è necessario affinché la situazione cambi è stato discusso tante, troppe volte: bisogna che si crei una parità reale tra uomini e donne, non solo a parole. Nel lavoro, nella vita di coppia e nella gestione dei figli. È un lavoro lungo ma necessario – non solo in Austria. Mi auguro che si inizi al più presto, prima che vengano pubblicate altre tragiche statistiche.
A meno di dieci giorni dalle previste aperture, la situazione in Austria è in costante miglioramento, il che fa sperare che non ci saranno modifiche al piano presentato. In tutte le regioni l’indice di casi positivi è in diminuzione e anche a Vienna la situazione sembra finalmente sotto controllo.
Dopo alcuni tentennamenti nelle scorse settimane il sindaco Michael Ludwig ha confermato che anche la capitale seguirà il piano di riaperture proposto dal governo per il 19 maggio, con la riapertura di ristoranti, bar e attività culturali. Oggi è prevista una conferenza stampa in cui verranno svelati tutti i dettagli.
Le vaccinazioni nel frattempo continuano a buon ritmo, a oggi 2.6 milioni di persone hanno ricevuto una prima dose, e quasi un milione già la seconda. Si prevede che nelle prossime settimane verrà estesa la possibilità di vaccinarsi a molti nuovi gruppi di popolazione. Se non lo avete ancora fatto è consigliato quindi pre-registrarsi tramite il sito web impfservice.wien.
Dal 15 maggio ingresso libero in Italia
Il premier Mario Draghi ha annunciato che dopo il 15 maggio la quarantena per coloro che entrano in Italia dai Paesi dell’Unione Europea (e quindi anche l’Austria) non sarà più necessaria. In attesa del “passaporto verde” europeo, l’Italia introdurrà infatti un pass nazionale, che permetterà sia di spostarsi tra le regioni sia di entrare dall’estero senza quarantena, a patto che si possa dimostrare di essere guariti dal coronavirus, vaccinati o negativi a un tampone. Una ordinanza apposita verrà presentata nei prossimi giorni con maggiori dettagli.
I numeri della settimana
Come ogni anno il partito dei verdi di Vienna offre per tutta l’estate un servizio gratuito tramite il quale far controllare le condizioni della propria bicicletta (ed effettuare piccole riparazioni). I meccanici e volontari sono presenti ogni giorni in una piazza diversa, il calendario lo trovate sul sito ufficiale della Grüne Radrettung.
Ho aggiunto questa settimana la Dr. Rossella Angotti-Arthofer, specializzata in pneumologia, alla lista dei medici italiani (o che parlano italiano) presenti a Vienna. La dottoressa ha un suo studio nel 2º distretto e accetta tutte le casse malati. Per maggiori informazioni vi rimando al suo sito web lunge-leopoldstadt.at.
Proprio oggi è il mio anniversario di matrimonio, ho pensato quindi di ripescare per voi due articoli che avevo scritto a riguardo, con consigli e idee nel caso voleste anche voi fare il “grande passo”:
Per chi ha bambini, ma anche per chi ama gli animali, a pochi chilometri fuori da Vienna c’è la fattoria dei canguri (Kängurufarm). Ideale per una escursione in giornata ora che sembra veramente arrivata la primavera. Tutti i dettagli ve li racconta Pier in questo nuovo articolo sul blog.
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A lunedì prossimo!
Con gastronomia, musei e altre strutture chiuse causa Covid, si fa sempre maggiore la necessità di trovare nuovi spazi all’aperto dove trascorrere una bella giornata con la propria famiglia, lasciando i nostri cuccioli liberi di esplorare nuovi orizzonti. Per questo voglio condividere con voi la nostra piccola avventura di sabato scorso alla Kängurufarm, dove siamo stati con una coppia di amici e i nostri rispettivi bimbi di quattro anni.
Il punto di partenza del nostro giretto inizia dal Kurpark di Bad Vöslau, cittadina a circa 30 km a sud di Vienna, famosa per le omonime terme. Qui è possibile parcheggiare nei pressi del Kursalon, situato presso l’entrata a sud del parco. All’interno del Kurpark si trova anche un piccolo parco giochi per bambini, che può rivelarsi molto pratico nel caso si debba aspettare qualche amico ritardatario.
Dal Kurpark parte il percorso che ci porterà alla Kängurufarm, offrendoci alcune belle vedute del Wiener Becken (Harzbergrunde, segnale giallo-bianco). La salita non è eccessiva ed è agevolata da dei gradoni nei tratti più ripidi. Camminando tranquillamente e facendo una pausa, in meno di un’ora arriviamo alla Kängurufarm. Qui si trovano anche la Schutzhaus (una specie di baita-trattoria alla buona), la Jubiläumswarte (una torre di avvistamento) e un piccolo parco giochi, da cui si gode di un bel panorama della pianura sottostante.
Mentre i bimbi si precipitano a vedere i canguri stesi sul prato all’interno di un recinto, noi grandi ci occupiamo del pranzo. Le Kaiserschmarrn e la Gulaschsuppe che ordiniamo alla Schutzhaus si rivelano memorabili. Il tutto al momento rigorosamente to-go. Il piccolo parco giochi offre poi alcuni momenti di svago per i piccoli e un’occasione di relax per noi genitori.
Prima di ritornare verso il Kurpark ci avventuriamo in cima alla Jubiläumswarte, da dove si gode di una vista spettacolare sul Wiener Becken, lo Schneeberg e le Leithagebirge. Per ridiscendere continuiamo il percorso circolare della Harzbergrunde. Dopo un po’ più di metà strada lungo il sentiero attraverso il bosco troviamo un altro piccolo parco giochi, che si rivela perfetto per una pausa.
Infine torniamo al nostro punto di partenza al Kurpark. Sono le due del pomeriggio passate e per soddisfare la nostra voglia di caffè ci azzardiamo verso un chioschetto nei pressi del parco. Ci può stare. Molto simpatico anche il menù che offre una Coronaküche da asporto.
Il nostro giro termina qui. Dopo aver fatto spompare definitivamente i bimbi con instancabili scapparelli nel parco, siamo pronti per ripartire in direzione Vienna; un po’ stanchi ma felici per il bel tempo trascorso all’aperto in una splendida giornata di sole.
Per approfondire: