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Chi ha fallito?

La settimana scorsa un brutto fatto di cronaca ha creato un’ampia discussione in Austria: sabato 26 giugno è stato ritrovato in un prato del quartiere Donaustadt di Vienna il corpo senza vita di una ragazza di 13 anni. Le indagini hanno portato all’arresto di due afghani, di 16 e 18 anni, richiedenti asilo. Sono accusati di aver narcotizzato e abusato della vittima – che sembra conoscessero – causandone la morte.

Il fatto di per se tragico ha innescato un lungo dibattito sull’immigrazione, l’integrazione dei rifugiati e – ancora una volta – sul femminicidio.

Da quello che si è appreso dai media il più anziano dei sospettati vive in Austria dal 2015 (l’altro invece è giunto pochi mesi fa). Risulta essere già stato condannato più volte e la sua richiesta di asilo era stata bocciata nel 2018.

In molti si sono subito chiesti perché il rimpatrio non fosse stato eseguito (l’Austria non considera infatti l’Afghanistan come un territorio a rischio – anche se qui ci sarebbe forse da discutere). Come vi avevo già scritto in passato il ministero dell’interno non sembra farsi tanti scrupoli a rimpatriare intere famiglie, anche se integrate, con un lavoro e con figli piccoli (come nel caso di Tina), mentre invece in questo qui sembra aver lasciato correre.

Ma secondo me la critica maggiore deve essere fatta al processo d’integrazione, che sembra essere fallito miseramente. Come mai non è stato possibile “convertire” un ragazzo, giunto in Austria più di 6 anni fa ai valori della nostra società? Perché non è stato possibile fare un percorso di cambiamento dopo le prime condanne, oppure effettuare maggiori controlli, mentre invece sembra sia stato lasciato a continuare in attività criminali?

Il dibattito si è anche concentrato sulla comunità afghana presente in Austria: le statistiche mostrano infatti che questa è particolarmente problematica. Il tasso di criminalità è quattro volte superiore alla media nazionale, nove volte per i reati di droga e addirittura dodici volte per i reati sessuali. Certo non si può fare di tutta l’erba un fascio. Conosco personalmente persone di origine afghana che sono perfettamente integrate. Ma anche qui sembra che lo Stato non stia facendo abbastanza per migliorare la situazione.

Qui diventa ancora necessaria anche una riflessione politica. I governi Kurz (sia quello attuale che precedente) hanno sempre posto un forte accento contro l’immigrazione, sul dire che gli stranieri “portano la criminalità in Austria” e che tutti coloro che non si integrano sarebbero stati subito perseguiti e rimpatriati. Allo stato dei fatti solo parole al vento. Dopo questo fatto tutti si sono naturalmente affrettati a dire che si userà la mano dura, che le cose devono cambiare, ma nessuno sembra essere stato capace di fare autocritica, come sempre la colpa è “degli altri”.

E arriviamo all’ultimo punto di cui si è parlato troppo poco in questa storia, ovvero la morte di un’altra donna, un problema che in Austria ancora non viene preso sul serio a sufficienza (ne avevo già scritto qui). Il dibattito si è infatti quasi esclusivamente concentrato sulla provenienza dei sospettati, ma anche questa volta siamo di fronte a uomini che uccidono una donna solo perché non vuole accettare la loro volontà.

Questa storia ha tante domande e poche risposte. Penso rimanga solo da chiedersi chi ha fallito e se la morte di una ragazza di 13 anni si poteva evitare.

Ritorno da Venezia

In molti hanno risposto alla scorsa newsletter raccontandomi la propria esperienza di viaggio (e i controlli) tra Italia e Austria. Da come sembra i controlli aerei (almeno verso l’Austria) sono quelli eseguiti in maniera più stringente, mentre su strada o in treno vengono effettuati solamente a campione.

Da parte mia posso confermarlo con il viaggio di ritorno: già al check-in a Venezia è stato chiesto a tutti i passeggeri di mostrare un certificato (di vaccinazione, guarigione o test negativo) che permettesse l’ingresso in Austria. All’arrivo poi era anche presente una postazione di controllo dove dei soldati dell’esercito hanno controllato nuovamente la validità dei certificati.

Aggiornamenti Coronavirus

Sebbene la situazione in tutta l’Austria sia sempre molto stabile – con il numero di casi in continua diminuzione – il governo continua a premere per cercare di raggiungere almeno l’80% di vaccinati prima dell’arrivo dell’autunno. La variante delta infatti preoccupa infatti anche qui e si vuole evitare a tutti i costi di ripetere la situazione dell’anno scorso, dove dopo un’estate “spensierata” a settembre è stato necessario reintrodurre varie restrizioni.

A Vienna come vi avevo già scritto da alcune settimana le vaccinazioni (con Pfizer) sono aperte a tutti i residenti con più di 12 anni, ci si può prenotare tramite il sito web  impfservice.wien. Questa settimana è inoltre possibile vaccinarsi anche senza prenotazione (con AstraZeneca) presso l’Austria Center (qui le informazioni dettagliate).

Dal 1 luglio c’è stato nel frattempo un nuovo allentamento delle misure:

  • in bar e ristoranti non è più necessario utilizzare la mascherina, è tolto anche il limite di persone ai tavoli. L’ingresso rimane permesso in base alla regola 3-G.
  • anche per gli eventi – al chiuso o all’aperto – non è più necessario l’uso della mascherina. Vale sempre la regola 3-G per l’ingresso.
  • nei mezzi pubblici e nei negozi non è più obbligatorio l’uso di una mascherina FFP2 ma è sufficiente quella di stoffa o monouso.
  • nelle attività commerciali a contatto (come barbiere/parrucchiere) non è più obbligatorio l’uso della mascherina.
  • discoteche e club sono nuovamente aperti

Dalla settimana scorsa è inoltre disponibile anche in Austria la app ufficiale per il passaporto verde (Grüner Pass). Anche se mancano ancora alcune funzioni può essere utile già installarla.

Attualmente in tutta l’Austria ci sono 1.709 casi attivi di coronavirus, di cui 132 ricoverati in ospedale. Il 61,3% della popolazione ha ricevuto almeno una prima di vaccino, il 51,4% a Vienna.

Una vigneto piccolo piccolo…

Una curiosità per chi pensa di conoscere ogni angolo di Vienna: proprio nel centro storico si trova un piccolo vigneto con una storia interessante, che può sfuggire se non ci avete mai fatto caso. Tutti i dettagli sul blog.

Quella maledetta estate del 1873

Vi segnalo un altro articolo dal blog per chi vuole approfondire la storia di Vienna. Nel maggio 1873 venne inaugurata al Prater l’Esposizione Universale. Doveva essere un grande momento per l’impero asburgico, ma non tutto andò come nei piani. Una lettura da non perdere.

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A lunedì prossimo!

Paolo

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Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

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