La settimana scorsa, mentre il resto dell’Austria si godeva una giornata di ferie grazie alla festa dell’Ascensione, il cancelliere Sebastian Kurz viveva invece alcune delle giornate più lunghe della sua carriera politica.
Mercoledì è stata infatti avviata ufficialmente una indagine contro di lui per falsa testimonianza, in merito a delle dichiarazioni che aveva fatto alla “commissione Ibiza”. Se vi ricordate si tratta della commissione parlamentare messa in piedi dopo lo “scandalo Ibiza”, il video registrato con una telecamera nascosta in cui si vedeva Heinz-Christian Strache, leader del partito della libertà (FPÖ) e vice-cancelliere al momento della pubblicazione, parlare di tangenti e scambi di favori.
Inizialmente il focus della commissione si concentrò sulle attività dell’FPÖ, ma le indagini si sono ben presto allargate alle attività del partito popolare (ÖVP), e in particolare a quelle di un gruppo ristretto di politici, molti dei quali attualmente al governo. Avevamo già parlato qualche settimana fa delle indagini sul ministro delle finanze Gernot Blümel, indagato per corruzione, e anche di quelle legate alle nomine della ÖBAG, la holding pubblica che gestisce le partecipazioni dello Stato.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che entra in gioco Sebastian Kurz. Il cancelliere era stato infatti interrogato dalla commissione lo scorso giugno e tra i temi gli si era stato anche chiesto se fosse stato coinvolto nelle decisioni legate alla holding. Le sue risposte – non solo su questo tema – furono molto vaghe, dicendo di non ricordare o al massimo di essere stato solo informato dei fatti.
Ma secondo la magistratura le chat che sono state estratte dal telefonino di Thomas Schmid, attuale amministratore delegato dell’ÖBAG, mostrano un quadro ben diverso. Kurz avrebbe infatti partecipato attivamente nelle decisioni, cercando in tutti i modi di far nominare il suo uomo di fiducia. La magistratura ha quindi deciso d’intervenire, avviando le indagini per falsa testimonianza, un delitto che in Austria può portare fino a 3 anni di carcere.
Sebastian Kurz ha reagito in maniera decisamente distaccata. Ha detto che rimarrà in carica anche se si arriverà a processo e che non si immagina nemmeno che una condanna sia possibile.
Ma anche se il cancelliere – almeno pubblicamente – sembra vedere questa indagine solo come una seccatura, le conseguenze sul suo operato politico potrebbero essere significative:
I giuristi a cui è stato chiesto un parere sul caso sono divisi. Quasi tutti dicono che si arriverà a un processo, ma su quale sarà il risultato ognuno la vede in modo diverso. Quello che è sicuro è che ne parleremo ancora.
Mentre la politica è in subbuglio, tutto il resto del Paese si rallegra invece per le imminenti aperture. Questa settimana – per la precisione mercoledì 19 – potranno infatti riaprire la maggior parte delle attività in tutta l’Austria, compresi bar e ristoranti (vi ricordate quando è stata l’ultima volta che siete stati a mangiare fuori?).
Il tutto con le dovute precauzioni e limitazioni (sul sito dell’Ambasciata trovate un ottimo riassunto), ma è sicuramente un grande passo in avanti e da molti visto come il “l’inizio della fine” della pandemia.
Le condizioni per sperare sono infatti buone: il numero di casi è in costante diminuzione in tutta l’Austria, con un indice nazionale di 69 e meno di 1000 nuovi casi al giorno. Le vaccinazioni sembrano finalmente prendere velocità, con quasi il 40% della popolazione che ha ricevuto già un prima dose.
Vi ricordo infine che anche il viaggiare sarà più facile: dal 19 si potrà infatti entrare in Austria senza obbligo di quarantena per chi può dichiarare di essere “testato, vaccinato o guarito” (e per i viaggi verso l’Italia la stessa norma è già in vigore da ieri).
E’ oramai da qualche anno che i podcast stanno diventando sempre più popolari. Anche in Austria questo fenomeno sta crescendo, con produzioni interessanti e di qualità sempre maggiore. Ho pensato quindi di segnalarvene alcuni sul blog: ovviamente sono in tedesco, ma quasi tutti con una parlata semplice da ascoltare (e poi si possono mettere in pausa o riascoltare in ogni momento). In fondo alla lista ne trovate anche uno in italiano!
Il 28 maggio la comunità cristiana di tutta l’Austria invita a una serata nei propri luoghi di culto, con manifestazioni e iniziative spirituali, dal vivo e online. A Vienna la “notte bianca” coinvolgerà oltre 120 parrocchie con un programma molto variegato, anche se limitato a causa delle restrizioni in vigore. Tutti gli aggiornamenti sul sito web ufficiale langenachtderkirchen.at.
Torna anche quest’anno l’offerta dei musei statali con la Bundesmuseen Card che permette di accedere a 8 musei di Vienna fino al 31 agosto a solo 19,- Euro. La lista comprende tra gli altri Albertina, Belvedere, museo di storia dell’arte (KHM) e museo di storia naturale (NHM) e molti altri. La card si può acquistare online o in tutti i musei partecipanti.
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La settimana scorsa si è tornato a parlare in Austria di femminicidio, dopo che due donne sono state uccise dai rispettivi partner. Sono già undici le vittime quest’anno e purtroppo non saranno le ultime.
Una statistica è stata in particolare riportata da molti quotidiani: in base ai dati Eurostat, l’Austria è l’unico Paese in Europa dove vengono uccise più donne rispetto agli uomini (dati 2017). Anche nel 2020, su 43 omicidi, 31 sono state donne. Un numero alto per un Paese come l’Austria che ha solo otto milioni di abitanti. Sempre in base ai dati Eurostat l’Austria ha avuto infatti 0,98 femminicidi per 100.000 abitanti, mentre l’Italia “solo” 0,43 (dati 2018).
È un problema che, come anche in altri Paesi, viene sottovalutato e torna alla ribalta solo dopo fatti tragici come quelli appena accaduti. Ma perché non si riesce a cambiare questa situazione?
In Austria le leggi di prevenzione ci sono, come anche le possibilità per chiedere aiuto. Il governo dopo gli ultimi fatti ha anche promesso di aumentare i fondi e di avviare una campagna di sensibilizzazione sul tema. Ma quello che manca come spesso accade è un cambio di mentalità. Sia da parte delle autorità – che troppo spesso minimizzano i problemi e non applicano le normative vigenti – che soprattutto da parte degli uomini.
Purtroppo l’Austria è un Paese ancora molto conservatore per quanto riguarda la parità di genere. Leggevo proprio ieri i risultati di un sondaggio: secondo il 32% degli intervistati, il ruolo degli uomini in famiglia è solo quello di guadagnare lo stipendio, mentre quello delle donne è di occuparsi della casa e della famiglia. O ancora: il 75,2% delle donne ha solo un lavoro part-time perché deve occuparsi della famiglia, mentre il 92,6% degli uomini lavora a tempo pieno.
Sono dati che fanno riflettere. Quello che è necessario affinché la situazione cambi è stato discusso tante, troppe volte: bisogna che si crei una parità reale tra uomini e donne, non solo a parole. Nel lavoro, nella vita di coppia e nella gestione dei figli. È un lavoro lungo ma necessario – non solo in Austria. Mi auguro che si inizi al più presto, prima che vengano pubblicate altre tragiche statistiche.
A meno di dieci giorni dalle previste aperture, la situazione in Austria è in costante miglioramento, il che fa sperare che non ci saranno modifiche al piano presentato. In tutte le regioni l’indice di casi positivi è in diminuzione e anche a Vienna la situazione sembra finalmente sotto controllo.
Dopo alcuni tentennamenti nelle scorse settimane il sindaco Michael Ludwig ha confermato che anche la capitale seguirà il piano di riaperture proposto dal governo per il 19 maggio, con la riapertura di ristoranti, bar e attività culturali. Oggi è prevista una conferenza stampa in cui verranno svelati tutti i dettagli.
Le vaccinazioni nel frattempo continuano a buon ritmo, a oggi 2.6 milioni di persone hanno ricevuto una prima dose, e quasi un milione già la seconda. Si prevede che nelle prossime settimane verrà estesa la possibilità di vaccinarsi a molti nuovi gruppi di popolazione. Se non lo avete ancora fatto è consigliato quindi pre-registrarsi tramite il sito web impfservice.wien.
Dal 15 maggio ingresso libero in Italia
Il premier Mario Draghi ha annunciato che dopo il 15 maggio la quarantena per coloro che entrano in Italia dai Paesi dell’Unione Europea (e quindi anche l’Austria) non sarà più necessaria. In attesa del “passaporto verde” europeo, l’Italia introdurrà infatti un pass nazionale, che permetterà sia di spostarsi tra le regioni sia di entrare dall’estero senza quarantena, a patto che si possa dimostrare di essere guariti dal coronavirus, vaccinati o negativi a un tampone. Una ordinanza apposita verrà presentata nei prossimi giorni con maggiori dettagli.
I numeri della settimana
Come ogni anno il partito dei verdi di Vienna offre per tutta l’estate un servizio gratuito tramite il quale far controllare le condizioni della propria bicicletta (ed effettuare piccole riparazioni). I meccanici e volontari sono presenti ogni giorni in una piazza diversa, il calendario lo trovate sul sito ufficiale della Grüne Radrettung.
Ho aggiunto questa settimana la Dr. Rossella Angotti-Arthofer, specializzata in pneumologia, alla lista dei medici italiani (o che parlano italiano) presenti a Vienna. La dottoressa ha un suo studio nel 2º distretto e accetta tutte le casse malati. Per maggiori informazioni vi rimando al suo sito web lunge-leopoldstadt.at.
Proprio oggi è il mio anniversario di matrimonio, ho pensato quindi di ripescare per voi due articoli che avevo scritto a riguardo, con consigli e idee nel caso voleste anche voi fare il “grande passo”:
Per chi ha bambini, ma anche per chi ama gli animali, a pochi chilometri fuori da Vienna c’è la fattoria dei canguri (Kängurufarm). Ideale per una escursione in giornata ora che sembra veramente arrivata la primavera. Tutti i dettagli ve li racconta Pier in questo nuovo articolo sul blog.
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Con gastronomia, musei e altre strutture chiuse causa Covid, si fa sempre maggiore la necessità di trovare nuovi spazi all’aperto dove trascorrere una bella giornata con la propria famiglia, lasciando i nostri cuccioli liberi di esplorare nuovi orizzonti. Per questo voglio condividere con voi la nostra piccola avventura di sabato scorso alla Kängurufarm, dove siamo stati con una coppia di amici e i nostri rispettivi bimbi di quattro anni.
Il punto di partenza del nostro giretto inizia dal Kurpark di Bad Vöslau, cittadina a circa 30 km a sud di Vienna, famosa per le omonime terme. Qui è possibile parcheggiare nei pressi del Kursalon, situato presso l’entrata a sud del parco. All’interno del Kurpark si trova anche un piccolo parco giochi per bambini, che può rivelarsi molto pratico nel caso si debba aspettare qualche amico ritardatario.
Dal Kurpark parte il percorso che ci porterà alla Kängurufarm, offrendoci alcune belle vedute del Wiener Becken (Harzbergrunde, segnale giallo-bianco). La salita non è eccessiva ed è agevolata da dei gradoni nei tratti più ripidi. Camminando tranquillamente e facendo una pausa, in meno di un’ora arriviamo alla Kängurufarm. Qui si trovano anche la Schutzhaus (una specie di baita-trattoria alla buona), la Jubiläumswarte (una torre di avvistamento) e un piccolo parco giochi, da cui si gode di un bel panorama della pianura sottostante.
Mentre i bimbi si precipitano a vedere i canguri stesi sul prato all’interno di un recinto, noi grandi ci occupiamo del pranzo. Le Kaiserschmarrn e la Gulaschsuppe che ordiniamo alla Schutzhaus si rivelano memorabili. Il tutto al momento rigorosamente to-go. Il piccolo parco giochi offre poi alcuni momenti di svago per i piccoli e un’occasione di relax per noi genitori.
Prima di ritornare verso il Kurpark ci avventuriamo in cima alla Jubiläumswarte, da dove si gode di una vista spettacolare sul Wiener Becken, lo Schneeberg e le Leithagebirge. Per ridiscendere continuiamo il percorso circolare della Harzbergrunde. Dopo un po’ più di metà strada lungo il sentiero attraverso il bosco troviamo un altro piccolo parco giochi, che si rivela perfetto per una pausa.
Infine torniamo al nostro punto di partenza al Kurpark. Sono le due del pomeriggio passate e per soddisfare la nostra voglia di caffè ci azzardiamo verso un chioschetto nei pressi del parco. Ci può stare. Molto simpatico anche il menù che offre una Coronaküche da asporto.
Il nostro giro termina qui. Dopo aver fatto spompare definitivamente i bimbi con instancabili scapparelli nel parco, siamo pronti per ripartire in direzione Vienna; un po’ stanchi ma felici per il bel tempo trascorso all’aperto in una splendida giornata di sole.
Per approfondire:
Il 1º maggio in tutto il mondo si celebra la festa dei lavoratori, ma è anche il giorno più importante per tutti coloro che si identificano nei valori della socialdemocrazia. A Vienna il partito socialdemocratico (SPÖ) organizza ogni anno una grande marcia di tutte le sezioni fino al municipio, per festeggiare insieme questo giorno (a causa della pandemia sia quest’anno che l’anno scorso questo evento non si è potuto svolgere).
Ma sebbene a Vienna continui a essere il partito più votato – vi ricordo che esprime il sindaco dal 1945 – a livello nazionale l’SPÖ ha invece avuto negli anni un costante calo di consensi, arrivando nel 2019 a solo il 21% dei voti, il risultato peggiore della sua storia. La crisi della socialdemocrazia in Austria nasce da lontano, ed è stata sicuramente accentuata dall’ascesa di Sebastian Kurz, ma i problemi principali sono da cercare al suo interno.
Dopo l’era di Werner Faymann, che ha guidata l’Austria per 10 anni fino al 2017, è mancata una figura che riuscisse a unire le tante correnti all’interno del partito. L’attuale presidente Pamela Rendi-Wagner, medico ed ex ministro della sanità, è una persona risoluta e battagliera, ma la sua nomina è stata messa in discussione fin dall’inizio da molti esponenti del partito. Questo si è tramutato in continue contrapposizioni che si sono riversate spesso all’esterno, confondendo e allontanando molti elettori. Prima dell’inizio della pandemia si erano moltiplicate le voci di una sua sostituzione, ma la verità è che nessuno voleva (e vuole anche tuttora) prendere il suo posto.
Ma il problema principale che molti esperti vedono nell’attuale partito socialdemocratico sta nella mancanza di una chiara linea nella scelta dei temi. Mentre la “nuova” gestione di Sebastian Kurz del partito popolare è incentrata su una comunicazione semplice e diretta (anche se spesso più guidata dai sondaggi che dai contenuti), l’SPÖ ha spesso la tendenza di voler mettere tutti d’accordo per non scontentare nessuno, finendo però in questo modo per deludere un po’ tutti. Manca una intesa tra gli attori principali del partito sulle idee e sulle strategie principali che si vogliono seguire, quelle con cui riuscire a convincere la maggioranza della popolazione per poter tornare al governo.
Trovarla viene visto da molti come una priorità, soprattutto per sfruttare il momento favorevole: il partito popolare di Kurz è da mesi sotto indagine, e la sua aurea di “uomo nuovo” della politica sembra ormai finita. Il partito della libertà (FPÖ) si sta riposizionando su posizioni ancora più estreme e bizzarre dopo lo scandalo Ibiza. E anche i verdi stanno facendo difficoltà all’interno del governo a portare avanti i propri temi, cosa che molti nella base elettorale lo vivono con malumore.
Quanto sia importante lo si vede dagli ultimi sondaggi che – quasi solo grazie ai problemi degli altri partiti – ha già fatto risalire i socialdemocratici al 25%. Si vedrà nei prossimi mesi – quando si tornerà a parlare di altri temi oltre al coronavirus – se l’SPÖ riuscirà a mantenere o allargare questo bacino di voti. E c’è già chi si immagina una futura coalizione con verdi e NEOS per spodestare Sebastian Kurz dal trono di cancelliere.
Oggi finisce a Vienna il lockdown “totale” e si torna a quello “parziale”. Questo significa che negozi e attività commerciali potranno riaprire (con obbligo di mascherina FFP2 e test per quelli a stretto contatto), mentre bar e ristoranti dovranno ancora attendere. Il divieto di lasciare la propria abitazione se non pero motivi di necessità ritorna a essere solo dalle 20 alle 6.
Riguardo alle riaperture in tutta l’Austria previste per il 19 maggio non ci sono al momento aggiornamenti rispetto a quelli già annunciati. Unica novità interessante riguarda l’ingresso dall’estero, dove sarebbe infatti prevista la rimozione dell’obbligo di quarantena per tutti i Paesi non ad alto rischio.
La decisione si dovrebbe orientare ai dati forniti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), che ogni giovedì pubblica una mappa con i Paesi dell’Unione Europea suddivisi per colore in base alla situazione coronavirus:
Per quanto riguarda l’ingresso in Italia al momento rimane in vigore l’obbligo di 5 giorni id quarantena.
In questi mesi se si parla di vaccini tutti pensano a quello per il coronavirus, ma ci sono (purtroppo) anche tante altre malattie per cui (per fortuna) è disponibile una protezione. In Austria in particolare è altamente consigliato quello contro la FSME (o comunemente detto “contro le zecche”). Tutto il Paese è infatti ad alto rischio, ed è quindi importante che sia i bambini che gli adulti siano immunizzati. Per tutti i dettagli vi rimando a questo articolo sul blog.
Se avete mai avuto il desiderio di appendere alle pareti di casa un’opera d’arte, una interessante possibilità la offre la Musa Artothek del museo cittadino (Wien Museum). Tramite questa è infatti possibile affittare per il prezzo simbolico di 2,50€ al mese una tra le oltre 1900 opere disponibili. Il catalogo comprende autori più o meno conosciuti del panorama austriaco. Per i meno esperti è possibile naturalmente farsi consigliare dai responsabili della collezione. Maggiori dettagli come anche la lista degli artisti la trovate sul sito web del museo.
Il centro di collocamento statale (AMS) ha un nuovo motore di ricerca. Più semplice e immediato, permette di cercare sia tra le offerte di lavoro interne che tra quelle presenti sul web. Oltre ovviamente a poter indicare la città, sono inoltre disponibili altri filtri come per esempio il tipo di contratto o la richiesta di titoli specifici. Cercando tra quelle che richiedono l’italiano si trovano al momento più di 60 posizioni aperte solo per Vienna. Consigliato!
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Paolo
P.S. Il titolo di questa newsletter “Freundschaft, Genossen” è un tradizionale, anche se ora in parte caduto in disuso, modo di salutare tra socialisti, che si può tradurre come “amicizia, compagni”.
Mentre l’Italia riparte già da oggi, in Austria si dovrà aspettare ancora qualche settimana. In una conferenza stampa il governo austriaco ha infatti fissato per il 19 maggio il giorno in cui potranno riaprire ristoranti, alberghi, attività sportive e culturali.
Tutto naturalmente con le dovute precauzioni e limitazioni (più sotto trovate i dettagli), ma comunque con libertà che non si hanno ormai da mesi (molti settori sono chiusi da novembre).
È qualcosa che molti – me compreso – aspettano da tanto, e potrebbe essere veramente la volta buona: più di 2 milioni di persone hanno già ricevuto a oggi almeno una prima vaccinazione (circa il 25% della popolazione), che continuerà naturalmente a crescere.
Le misure pensate per le riaperture sono inoltre abbastanza restrittive per evitare un “libero tutti”, e ci si aspetta inoltre che grazie alla bella stagione molti si incontreranno all’aperto, dove il rischio di contagio è minore.
Ci sono però anche dei ma.
La situazione a Vienna e nelle altre regioni orientali non è ancora sotto controllo. Come ben sapete fino al 2 maggio è ancora in vigore un lockdown, e sebbene i casi stiano lentamente scendendo, si attende ancora per capire i prossimi passi (domani ci sarà una conferenza stampa del sindaco Ludwig).
Anche nel resto dell’Austria il numero di nuovi contagi sta diminuendo, ma si è ancora molto lontani dall’indice settimanale al di sotto di 50, che era stato prospettato come obiettivo ancora a gennaio e mai raggiunto, nemmeno nella “regione modello” Vorarlberg.
E a proposito del Ländle, dove la ripartenza di ristoranti ed eventi è già iniziata a metà marzo. In poche settimane i casi sono quadruplicati, ed è a oggi la regione con l’indice settimanale più alto di tutta l’Austria, destando molte preoccupazioni negli esperti.
Il piano del governo è quindi da una parte molto ambizioso ma allo stesso tempo contiene grandi rischi. Se si riuscirà a tornare alla “normalità” dipenderà soprattutto dalla popolazione. Quello che gli si chiede è in fin dei conti sempre lo stesso: di essere prudenti e di rispettare le regole. Se ognuno farà la sua parte, ne usciremo insieme.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le disposizioni che sono state presentate per la ripartenza dal 19 maggio.
Bar e ristoranti riapriranno dunque le loro porte, ma per accedere sarà necessario essere testati, guariti o vaccinati. È previsto l’uso di un “passaporto verde” (Grüner Pass) per dimostrare il proprio stato all’ingresso. All’interno sarà possibile sedere con un massimo di 4 persone, all’esterno con massimo 10. È inoltre obbligatoria la registrazione come anche l’uso di mascherine FFP2 quando non al tavolo. L’orario di chiusura sarà alle 22.
Per quanto riguarda la cultura, eventi con più di 11 persone dovranno essere autorizzati, quelli con oltre 51 persone dovranno essere approvati dalle autorità sanitarie. Le sale con posti fissi potranno essere occupate al massimo al 50%. Sarà obbligatorio indossare una mascherina FFP2 durante tutta la durata, gli eventi dovranno concludersi alle 22. Anche qui per accedere verrà richiesto il passaporto verde.
Anche gli alberghi e altre strutture di accoglienze riapriranno, con le stesse modalità per accedere e l’obbligo d’indossare una mascherina FFP2 negli spazi comuni.
Nei negozi si potrà accedere senza test, ma rimane obbligatorio l’uso di mascherine FFP2 come anche il limite di un cliente per 20mq.
Le scuole ricominceranno il 17 maggio con la normale attività in presenza, senza turni.
Non è invece ancora chiara la situazione dei confini, se sarà comunque necessaria una quarantena per spostarsi tra un Paese e l’altro o meno. Molti dettagli verranno comunque chiariti nelle prossime settimane quando sarà ultimato il decreto.
Sembra ieri che festeggiavo (in lockdown) il Natale, e sabato è già il primo maggio (ancora in lockdown). Come risaputo non ci saranno eventi o possibilità di organizzare picnic o scampagnate. Vi lascio come consolazione almeno una lettura dal blog, dove potrete conoscere la storia del primo maggio in Austria, e cosa si festeggia “ufficialmente”.
La settimana scorsa ho inviato la nuova newsletter del nostro Club di Lettura. Il prossimo incontro si svolgerà martedì 11 maggio 2021, al momento ancora in videoconferenza. La discussione verterà sul libro “L’Italia è un sentiero. Storie di cammini e camminatori” di Natalino Russo, come sempre siete tutti invitati. Altre informazioni le trovate sulla pagina quivienna.com/clubdilettura
Vi segnalo che si è costituito il gruppo estero per l’Austria di Azione, il partito fondato da Carlo Calenda. Il gruppo è aperto a tutti coloro che vogliano dare un contributo o anche sono solo interessati ai suoi valori. Per maggiori informazioni o per partecipare alle prossime riunioni potete contattare la responsabile Donatella Magliani scrivendo ad austriainazione@gmail.com
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“Un ministro della sanità è responsabile della salute di tutti i cittadini, anche della propria”. Con queste parole Rudolf Anschober ha annunciato lunedì scorso le sue dimissioni per motivi di salute. Alcune settimane fa aveva avuto un collasso per sovraccarico di lavoro e dopo un secondo episodio si è deciso a fare un passo indietro.
Ma come (parafrasando) dice il proverbio, dimesso un ministro se ne fa un altro, e infatti poche ore dopo è stato presentato il suo successore. Si tratta di Wolfgang Mückstein, di professione medico di base e funzionario dell’Ordine dei Medici. E’ da tempo un collaboratore dei Verdi ed è stato anche nei negoziati del contatto di governo, ma non ha mai ricoperto cariche politiche.
Una scelta quindi inusuale e coraggiosa, ma secondo me già orientata verso il futuro, a quello che ci sarà da fare per l’Austria dopo la fine della pandemia. Un ministro con “esperienza sul campo”, che conosce da vicino i problemi dei pazienti, potrebbe essere un’ottima scelta per migliorare un sistema che ha bisogno di molte riforme.
Mi soffermo qui su un solo aspetto che però penso sia esemplare: la costante diminuzione di medici pubblici.
Chi di voi vive a Vienna può sicuramente confermare quanto piene siano le sale d’attesa dei medici di base, o quanto sia difficile trovate un ginecologo o un pediatra che prenda nuovi pazienti. E anche quando si ha un appuntamento dopo lunghe attese, il tempo che si ha a disposizione è pochissimo.
E’ una situazione che negli ultimi anni sta diventando sempre più problematica. A causa delle basse tariffe pubbliche e dei rischi di aprire un proprio ambulatorio, molti dottori preferiscono infatti lavorare in un ospedale. E quelli che aprono comunque uno studio offrono quasi sempre prestazioni solo private, per poter dedicare maggior tempo ad ogni paziente, guadagnando anche di più.
Si crea quindi di fatto una sanità a due binari: i pazienti che se lo possono permettere vanno dai medici privati, mentre tutti gli altri sono costretti a lunghe attese e ad trattamento più sbrigativo (per necessità da parte dei medici che vogliono comunque offrire un servizio a tutti, ma sono oberati di lavoro).
Le riforme per migliorare queste situazioni in realtà ci sarebbero già, ma fanno fatica a essere messe in atto. Proprio il nuovo ministro Mückstein é stato uno dei primi che ha creato un ambulatorio a Vienna dove lavorano insieme vari medici di base per poter offrire sia più tempo che prestazioni migliori ai pazienti grazie al lavoro di squadra. Aiutare altri medici nella creazione di centri simili potrebbe essere quindi una strada per iniziare a trovare una soluzione.
Il giuramento del nuovo ministro della Sanità avverrà oggi, non mi resta che auguragli buon lavoro, non è sicuramente il compito più facile da assumere nella situazione attuale.
Lunedì scorso – naturalmente dopo l’invio della newsletter – è stato annunciato un nuovo prolungamento del lockdown a Vienna, fino al 2 maggio. E’ stata una scelta necessaria da parte del sindaco Michael Ludwig a causa delle terapie intensive ancora al limite delle loro capacità. I numeri stanno ora lentamente migliorando (come nel resto del Paese), ma Ludwig non si è ancora espresso sui prossimi passi. Mentre il governo e il cancelliere Sebastian Kurz hanno già messo le mani avanti e promesso riaperture di tutti i settori a metà maggio (senza in realtà avere ancora un piano preciso), il sindaco di Vienna rimane ancora cauto. Si prevede che verso la fine di questa settimana si sapranno maggiori dettagli in base all’evolversi della situazione.
Sono state rese note le nuove disposizioni per chi entra in Italia dall’estero. Da oggi sarà necessario:
Maggiori informazioni alla pagina Focus Coronavirus della Cancelleria Consolare.
Sono venuto a sapere che la sede della Società Dante Alighieri di Innsbruck è in gravi difficoltà economiche e sta facendo una raccolta fondi per poter proseguire con le proprie attività. Questa sede organizza spesso iniziative molto interessanti (questa settimana per esempio una serie di incontri per la settimana del libro italiano), purtroppo è lontana da Vienna ma mi sembra giusto cercare di sostenerla come possibile. Maggior informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale.
Vienna continua ad espandere la propria rete di piste ciclabili, già ora con quasi 1.500 chilometri in tutta la città. Quest’anno si aggiungeranno 21 nuovi percorsi, alcuni più lunghi, altri più brevi, ma che aiuteranno a rendere la rete cittadina ancora più completa. I dettagli per ogni distretto li trovate in questo articolo. E vi ricordo per tutti gli interessati che potete ordinare una mappa (gratuita) delle piste ciclabili presenti a Vienna tramite questa pagina.
Da giugno Ryanair avvierà una nuova tratta aerea tra Vienna e Perugia il lunedì e il giovedì, una ottima possibilità per chi vuole viaggiare da (e per) il centro Italia. Rimane naturalmente l’incognita coronavirus, ma è già possibile acquistare i biglietti sul sito web della compagnia.
Concludo questa settimana segnalandovi il video di una interessante discussione su Vienna dal punto di vista turistico, organizzata dalla pagina “Di AndatA e RitornO”, da non perdere se vi manca poter visitare la nostra città.
Per lungo tempo Sebastian Kurz ha coltivato l’immagine di uomo nuovo della politica: giovane, ambizioso, con la faccia da “bravo ragazzo” e la promessa di portare un nuovo modo di fare politica in Austria. Di tutto questo in poche settimane non sembra rimanere più traccia. Ma cosa è successo?
Dopo i vari scandali che già stavano intaccando il suo “cerchio magico”, alcuni giorni fa sono state rese pubblicate delle chat tra Thomas Schmid e alcuni membri del governo. Schmid è attualmente amministratore delegato della Öbag, la holding pubblica che gestisce le partecipazioni dello Stato in alcune importanti società austriache. La sua carriera è da sempre strettamente legata a quella di Kurz e di altri membri dell’attuale governo, tutti provenienti dal movimento giovanile del partito popolare (Jünge ÖVP).
Gli scambi di messaggi hanno mostrato che il nuovo stile di Kurz e compagni in realtà non è poi molto diverso da quello vecchio, tra scambi di favori, nomine legate alla fedeltà al partito più che alla competenza, e minacce di ritorsioni a chi vuole esprimere delle critiche. Niente di illegale hanno prontamente ribadito i diretti interessati, ed è vero. Ma questa sembra essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso per l’immagine di Kurz.
Nei sondaggi la sua popolarità è crollata, e anche in quelli legati al voto il suo partito perde ogni settimana qualche punto. Inoltre in Europa Kurz, fino a poco tempo fa considerato un astro nascente del centro destra, non viene più visto bene come una volta . Un articolo di Politico – rivista molto letta nei circoli dell’Unione Europea – ne fa un ritratto spietato.
Si sta dunque già avvicinando la fine dell’era Kurz? Io non penso. A meno che non arrivino nuovi scandali ancora più grossi che lo tocchino direttamente, penso che rimarrà ancora a lungo sulla scena della politica austriaca.
Innanzitutto i sondaggi sono ancora a suo favore. Sono certamente in calo, ma il partito popolare rimane ancora saldamente al primo posto (33%). Kurz è inoltre un grande esperto di “marketing politico”. Anche se al momento la sua immagine è scalfita, quando saremo usciti dalla pandemia è probabile che riesca a reinventarsi su nuovi temi e con nuovi alleati, come già fatto in passato.
E infine quello che al momento manca assolutamente è una alternativa. I socialdemocratici (SPÖ), l’unico partito che potrebbe puntare ad essere una alternativa di governo, sono al momento più interessati alle lotte interne che a migliorare i propri sondaggi. Il partito della libertà (FPÖ) si sta spostando sempre di più su posizioni complottiste e “no-mask” per raccogliere voti e non sembra più un possibile alleato di governo. E infine i verdi come i NEOS rimangono ancora troppo piccoli per avere altre ambizioni oltre a quella di alleato “junior” di governo.
Come sicuramente già sapete, il lockdown in atto a Vienna, Bassa Austria e Burgenland è stato prolungato fino al 18 aprile. Se la data verrà rispettata verrà deciso questa settimana in base all’andamento dei contagi, anche nelle altre regioni. Al momento l’indice è in leggera discesa, ma non è chiaro se questo è solo un effetto della settimana pasquale o se è un trend che continuerà nei prossimi giorni. Il numero di persone in terapia intensiva, in particolare nelle regioni orientali rimane molto alto. Le operazioni non assolutamente necessarie vengono rimandate e la situazione non sembra ancora migliorare.
Per quanto riguarda i viaggi con l’Italia, dalla settimana scorsa sono entrate in vigore le nuove norme che regolano l’ingresso dall’Austria (valide fino al 30 aprile). In base a queste rimane necessario l’obbligo di presentare un test negativo al confine ma la quarantena è ridotta a solo 5 giorni. Al termine è obbligatorio sottoporsi ad un ulteriore test molecolare o antigenico.
Mi ha colpito molto un articolo in cui si presume che oltre 10.000 persone vivano a Vienna senza copertura sanitaria. In Austria la sanità è pubblica, e quindi nessuno deve temere di rimanere senza cure, ma allo stesso tempo molto burocratica. Chi non ha la e-card (come si chiama la tessera sanitaria in Austria) ha quindi maggiori difficoltà se ha bisogno di cure mediche. Se anche voi vi trovate a Vienna e per qualche motivo non avete la e-card, vi rimando a questo articolo del blog per capire cosa fare in caso di necessità.
La Direzione Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina ha comunicato che le elezioni per il rinnovo dei Comites si terranno il 3 dicembre 2021. L’indizione delle elezioni verrà formalizzata tre mesi prima con decreto di ciascun Ufficio Consolare. Come forse sapete a Vienna il Comites non è attualmente attivo dopo essere stato sciolto nel 2017. Per saperne di più vi rimando ai vari articoli sul blog che ho dedicato al tema.
Vi segnalo l’uscita del romanzo d’esordio di Andrea Uxo Alberti, italiano residente a Vienna, dal titolo “Il cane può morire”. Ambientato a Vienna, racconta della fragilità umana, della dipendenza, della fuga da se stessi, per poi scoprire che scappare non serve a niente. Lo potete acquistare presso la libreria Hartliebs o tramite i più importanti rivenditori online.
Dopo che lunedì scorso il vertice tra cancelliere ed esperti si era concluso con un “nulla di fatto“, il ministro della salute Anschober si è riunito con i governatori di Vienna, Bassa Austria e Burgenland con l’obiettivo di arginare la terza ondata che sta colpendo particolarmente queste regioni.
Come probabilmente già sapete il risultato è stato di annunciare un nuovo lockdown per i giorni di Pasqua (denominato Osterruhe, ovvero “quiete pasquale”). Più sotto vi scriverò delle misure nel dettaglio, ma la cosa che ho trovato più interessante è stato il risalto che hanno ottenuto nuovamente i governatori regionali.
Da un punto di vista puramente formale il ministro della salute non avrebbe infatti bisogno di coinvolgerli nelle proprie scelte, ma è diventato nelle ultime settimane l’unico modo per non dover affrontare resistenze ad ogni nuova decisione (come era già successo in Tirolo).
Questa necessità ha origine nella forte influenza che i Länder hanno da sempre sul governo centrale austriaco. Storicamente le regioni austriache sono infatti molto conservatrici, e la maggior parte di esse sono governate dagli stessi partiti fin dalla fine della seconda guerra mondiale (come Vienna per esempio).
I governatori rimangono quindi in carica anche per decenni (per cui vengono definiti scherzosamente Landesfürsten – “principi regionali”), e il loro potere è tale da influenzare le scelte dei governi come anche il destino dei ministri, e a volte dei cancellieri stessi.
Il successo di Sebastian Kurz a livello nazionale sembrava aver diminuito il potere dei governatori, ma la crisi legata al coronavirus li sta nuovamente rafforzando. La popolazione, stanca dell’incertezza e della gestione altalenante della pandemia da parte del governo nazionale, cerca risposte a livello locale dove può sembrare più facile farsi ascoltare.
Che il ministro della salute coinvolga quindi le regioni nelle decisioni è sicuramente una cosa positiva (e necessaria), ma al tempo stesso un processo che necessita di molto più tempo, una cosa che nel mezzo di una terza ondata bisognerebbe perdere il meno possibile.
Come scrivevo, il lockdown sarà dal 1 al 6 aprile a Vienna, in Bassa Austria e in Burgenland. Alcuni punti non sono ancora stati chiariti nel dettaglio, per esempio la possibilità di spostarsi verso altre regioni, come anche in base a quali criteri potrebbe venire prolungato.
Al momento queste sono le misure comunicate:
Il comune di Vienna continua ad ampliare l’offerta di test con l’iniziativa Alles Gurgelt, con cui è possibile sottoporsi ad un test molecolare fai-da-te tramite gargarismo. Si può ottenere in tutte le filiali dei negozi BIPIA, è gratuito, semplice e si riceve un risultato entro 24 ore. Tutte le altre possibilità per testarsi a Vienna le trovate qui.
E’ stata inviata la settimana scorsa la nuova newsletter del Club di Lettura dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. Il prossimo incontro si svolgerà martedì 13 aprile 2021, al momento ancora in videoconferenza. La discussione verterà sul romanzo “Semina il vento” di Alessandro Perissinotto, come sempre siete tutti invitati. Altre informazioni le trovate sulla pagina quivienna.com/clubdilettura
In questo nuovo articolo sul blog Francesco ci racconta del progetto “17 Musei X 17 Sustainable Development Goals”, una iniziativa che coinvolge 17 musei austriaci a cui sono stati associati gli obiettivi che l’ONU si è posto quali priorità da raggiungersi entro il 2030 per garantire lo sviluppo sostenibile dell’umanità.
Anche quest’anno a causa delle restrizioni sui viaggi la maggior parte di noi trascorrerà la Pasqua a Vienna. Con la primavera che finalmente è arrivata non sarebbe nemmeno una cosa malvagia, ma il nuovo lockdown non permetterà quasi nessuna attività. Gli unici “eventi” dal vivo autorizzati di cui sono a conoscenza sono le funzioni religiose, che si svolgeranno (con le dovute precauzioni) sia presso la Missione Cattolica Italiana che alla Chiesa Nazionale Italiana – Minoritenkirche. Inoltre se volete sfruttare questo periodo per conoscere meglio le tradizioni pasquali che si svolgono solitamente in Austria vi rimando a questo articolo del blog.
Concludo questa settimana con una breve comunicazione di servizio, ovvero che anche la newsletter festeggerà la Pasqua e quindi lunedì prossimo non verrà inviata. Come sempre vi ringrazio per seguirmi e vi auguro di trascorrere (per quanto possibile) delle giornate serene e in salute.
Ci risentiamo lunedì 12 aprile, a presto!
Il Museo. Basta la sola parola per riportare alla mente dedali di corridoi infiniti, rivestiti di bacheche stracolme di oggetti e tappezzate da didascalie incomprensibili. Per quanto ancora legati ad un immaginario ottocentesco, i musei si sono invece evoluti in maniera radicale nel corso degli ultimi decenni.
Proprio a Vienna nel 2007 l’International Council of Museums (ICOM) ha adottato quella che è riconosciuta come la più autorevole definizione di ciò che un Museo dovrebbe essere nel mondo contemporaneo: “…un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali ed immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto.”
Nulla a che vedere dunque con sole vetrinette e plastici. I musei del nostro tempo aspirano ad essere istituzioni democratiche, al servizio della società, concentrate sulle sue trasformazioni e col fine di servirne lo sviluppo. Ecco perché è intrinseca natura dei musei l’essere dei luoghi politici.
L’avvenuto compimento della trasformazione dei musei in attori di cambiamento sociale oltre che culturale, è al cuore del progetto “17 Musei X 17 Sustainable Development Goals” lanciato lo scorso Febbraio da ICOM Austria in cooperazione con il Ministero Federale per Arte, Cultura, Servizio Civile e Sport.
L’iniziativa coinvolge 17 musei di varie dimensioni e sparsi sull’intero territorio austriaco a cui sono stati associati altrettanti Sustainable Development Goals (SDGs), ovvero gli obiettivi che l’ONU si è posto quali priorità da raggiungersi entro il 2030 per garantire lo sviluppo sostenibile dell’umanità. Tramite laboratori e consultazioni aperti a tutta la cittadinanza, sarà compito dei diversi musei quello di sviluppare dei programmi che mirino a progredire l’SDG a loro assegnato.
Il progetto riconosce quindi il ruolo centrale che le istituzioni museali possono avere nei più ampi processi politici e sociali di una democrazia. Ciò in quanto spazi inclusivi, aperti al dialogo fra e con la cittadinanza, atti alla riflessione su tematiche sensibili e capaci di offrire conoscenze e strumenti per facilitare la creazione di proposte condivise per il futuro costruite sulla comprensione del passato.
Una simile dichiarazione d’intenti stride però col fatto che proprio il settore culturale sia stato sacrificato senza troppi patemi sin dall’immediato inizio della pandemia, venendo colpito più di altri da misure draconiane non sempre del tutto giustificabili.
Da Vienna Riccardo Muti nel suo discorso di chiusura del Concerto di Capodanno 2021 esortò i governi a “considerare sempre la cultura come uno degli elementi primari per avere una migliore società nel futuro.” Speriamo allora che “17 Musei X 17 SDGs” sia l’inizio di una inversione di tendenza in questa direzione.
Potete trovare maggiori informazioni riguardo “17 Musei X 17 SDGs” e la lista dei musei che vi partecipano a questo link: https://www.bmkoes.gv.at/Kunst-und-Kultur/Neuigkeiten/Aufaktveranstaltung-Auslosung-17Museen-x-17SDGs0.html
A metà novembre il Vorarlberg – la regione più ad ovest dell’Austria, al confine con la Svizzera – era quella con l’indice più alto di casi settimanali (oltre 700) e negli ospedali non si escludeva più la possibilità di dover scegliere chi curare e chi no.
Oggi invece, mentre il resto dell’Austria è ufficialmente nella terza ondata, l’indice nel “Ländle” (come viene chiamata in dialetto) è da settimane fermo intorno a 60 e sono state quindi tolte molte delle restrizioni in vigore (in Italia si direbbe che è diventata zona bianca).
Dal 15 marzo hanno quindi riaperto bar e ristoranti, e sono riprese anche le attività sportive e culturali (anche se con varie limitazioni). Ma quali fattori hanno permesso al Vorarlberg di diventare un modello per tutta l’Austria?
Innanzitutto la posizione geografica, tra Tirolo, Germania, Svizzera e Liechtenstein, dove i confini sono stati praticamente chiusi dall’inizio dell’anno. Si è quindi creato un “effetto Sardegna”, rendendo la regione una specie di isola con meno contatti con l’esterno.
Questo ha permesso soprattutto di rallentare l’arrivo delle cosiddette mutazioni, che invece sono diventate velocemente predominanti nel resto del Paese (ad oggi queste rappresentano a Vienna oltre l’80% dei casi, mentre in Vorarlberg solo il 32%).
Con un minore numero di nuovi casi giornalieri si è potuto quindi sfruttare al meglio il sistema di tracciamento dei contatti dei casi positivi (contact tracing), bloccando fin da subito la nascita di nuovi focolai.
Infine sta anche aiutando la strategia adottata in tutta l’Austria di mettere a disposizione dei cittadini la possibilità di farsi testare gratuitamente nel modo più veloce possibile, permettendo di far scoprire nuovi casi (soprattutto asintomatici) e bloccare la diffusione del virus.
Nessuna bacchetta magica quindi, ma una serie di circostanze che unite ad alcune caratteristiche strutturali stanno permettendo a questa regione di superare meglio la fase attuale.
In Vorarlberg le riaperture sono vissute in maniera molto positiva e come un primo passo verso il ritorno alla normalità. E anche il resto dell’Austria osserva (con un po’ d’invidia) l’evolversi della situazione.
Se qui nelle prossime settimane i contagi non aumenteranno, questo esperimento verrà ritenuto un successo da ripetere in altre regioni, o almeno non appena i numeri lo consentiranno.
Come già scrivevo all’inizio, nel resto dell’Austria il numero di casi di coronavirus anche questa settimana è continuato a crescere.
La curva non è al momento esponenziale, ma non sembra comunque rallentare. Molti ospedali stanno già lanciando segnali di allarme per quanto riguarda le capacità delle terapie intensive e a Vienna è già in corso lo spostamento di operazioni non essenziali.
Per oggi è prevista una riunione del governo per valutare nuovamente la situazione insieme agli esperti e ai presidenti delle regioni e decidere eventuali misure.
I numeri della settimana:
Sono state prolungate fino al 31 maggio le misure per chi entra in Austria dall’estero. Rimane quindi l’obbligo di pre-registrazione online del viaggio, di presentare un test negativo alla frontiera come anche di sottostare a 10 giorni di quarantena (riducibili a 5 tramite ulteriore test negativo).
Dal 1. aprile 2021 tutte le richieste di iscrizione, variazione e cambio di circoscrizione AIRE dovranno essere effettuate esclusivamente tramite il portale Fast-IT. Non sarà quindi più possibile presentare tali richieste via email, posta o presso lo sportello della cancelleria consolare.
Bruno Ciccaglione, cuoco, musicista (e amico) che vive a Vienna ha pubblicato negli ultimi anni alcuni interessanti libri sul cibo. L’ultimo della serie è dedicato al radicchio e la settimana prossima terrà una presentazione (online). Qui le modalità per partecipare.
Per concludere questa settimana vi consiglio un nuovo articolo pubblicato sul blog (scritto da Cristina Rinaldi). Sono brevi storie e riflessioni sulla vita di una coppia italo-austriaca, in cui credo che molti si possano ritrovare. Se anche voi avete aneddoti da raccontare lasciateli nei commenti o mandatemeli rispondendo a questa newsletter, farà piacere leggerli sia a me che a Cristina.
A lunedì prossimo!