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Stalingraz

Uno spettro si aggira per l’Europa scrivevano più di 150 anni fa Marx ed Engels. E il 26 settembre 2021 sembra aver fatto tappa a Graz, dove il partito comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ) ha vinto le elezioni amministrative.

Con il 28,8% dei voti la lista guidata da Elke Kahr ha infatti superato quello del sindaco uscente Siegfried Nagl (partito popolare, ÖVP) che dopo 18 anni non guiderà più la capitale della Stiria.

Anche se ha sorpreso più di un osservatore, questo risultato non è però comparso dal nulla. Mentre infatti a livello nazionale il partito comunista è praticamene inesistente (è dal 1959 che non è più rappresentato in parlamento), a Graz è riuscito invece a crearsi negli anni un forte seguito, in particolare grazie alle personalità prima di Ernest Kaltenegger e ora di Kahr.

Entrambi hanno sempre seguito una politica in difesa degli indigenti, non solo a parola, ma anche con i fatti. Donando parte del proprio stipendio per progetti locali, organizzando orari di ricevimento per chiunque avesse bisogno di un supporto e concentrandosi in particolare sul problema delle abitazioni.

Certo, andando a guardare i programmi molte delle loro idee sembrano uscite dagli anni della guerra fredda, ma questo non è interessato agli elettori che nel corso degli anni hanno supportato con sempre maggiore seguito (e voti) il loro operato. Già nella scorsa elezione il partito comunista era così arrivato al secondo posto con oltre il 20% dei voti (dando alla città il soprannome di Stalingraz).

Il successo dei comunisti è inoltre proseguito di pari passo con il declino dei socialdemocratici (SPÖ), che dopo aver governato la città fino al 2003, ha continuato a perdere consensi a ogni elezione (in quest’ultima ottenendo solo il 9,5% dei voti).

L’ultimo supporto è arrivato proprio dal sindaco uscente Nagl, ampiamente criticato negli ultimi anni per una politica fatta di slogan e senza progetti concreti che potessero rilanciare veramente la città, la seconda per dimensioni dell’Austria, ma relegata da sempre a un ruolo marginale.

L’elezione di Graz è stata quindi una resa dei conti dei cittadini con l’establishment. La maggior parte degli elettori non hanno votato Kahr perché comunista. Ma hanno scelto la sua personalità, il suo modo di fare, la sensazione che possa veramente cambiare qualcosa in città.

Al momento una trattativa è in corso con il partito dei verdi (Grüne), grande altro vincitore di queste elezioni, che rispetto a quattro anni fa ha aumentato i consensi di otto punti, arrivando al 17%. Le somiglianze tra i due sono molte, ma servirà comunque l’appoggio di un terzo partito.

Per Graz si tratta comunque di un deciso spostamento della politica cittadina a sinistra, dopo quasi vent’anni di governo di centrodestra. Che sia il primo passo per spostare anche gli elettori del resto del paese?

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti Coronavirus: la situazione in Austria è stabile, anche se non si può definire un segnale veramente positivo. Le vaccinazioni sono stagnanti, e il numero di nuovi casi giornalieri rimane alto (anche se costante). Vari esperti avvertono che da metà ottobre ci potrebbe essere una nuova crescita esponenziale. Al momento il governo, oltre che spingere tramite una campagna vaccinale (decisamente blanda) non sta discutendo l’introduzione di nuove restrizioni.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 20.708, di cui 820 ricoverati in ospedale e 218 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (202), Vienna (173) e Salisburgo (151). Il 64,38% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • Vi aggiorno anche sulla nostra lista COM.IT.AT per le elezioni del Comites. Tutti gli adempimenti burocratici sono stati completati, ora manca solo la risposta ufficiale da parte del Consolato. Non appena arriverà (entro il 15 ottobre) inizieremo con una campagna per farvi conoscere meglio i nostri candidati e le nostre idee. Nel frattempo potete continuare ad iscrivervi per votare alle elezioni.
  • Come già annunciato questa settimana si è insediato ufficialmente Stefano Beltrame, nuovo Ambasciatore d’Italia a Vienna. Beltrame ha una lunga carriera diplomatica alle spalle, con incarichi in Iran, Stati Uniti e Cina. Benvenuto a Vienna e i migliori auguri di buon lavoro.
  • Visto l’arrivo della stagione fredda, concludo questa settimana ricordando a tutti voi lettori di Vienna e che avete un riscaldamento autonomo di fare l’annuale revisione della caldaia. E’ consigliata sia per evitare problemi con il proprietario che per evitare di rimanere al freddo nel mezzo dell’inverno. Sul blog trovate altri consigli utili a riguardo.

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Diamo i numeri

68: sono queste le sottoscrizioni che siamo già riusciti a raccogliere fino a oggi per presentare la nostra lista COM.IT.AT alle elezioni per il Comites.

Mancano solo alcuni piccoli ostacoli burocratici, ma se tutto va come previsto dovremmo riuscire a essere sulle schede elettorali. Grazie a tutti coloro che ci hanno già dato il loro sostegno, vi informerò al più presto sui prossimi passi.

In realtà i numeri di cui vi volevo scrivere in questa newsletter sono però altri. Il comune di Vienna ha infatti pubblicato la versione aggiornata di Wien in Zahlen, un interessante opuscolo che raccoglie tantissimi numeri e dati su ogni aspetto della città.

Partiamo dalla popolazione: al primo gennaio di quest’anno vivono a Vienna 1.920.949 persone, il che la rende la quinta città per dimensioni in Europa. Di questi solo il 68,5% è austriaco, il 13,8% proviene da altri paesi dell’Unione Europea il 17,7% è extracomunitario. Gli italiani a Vienna sono 12.110 il che ci rende la 14 comunità tra le minoranze straniere.

Vienna è grande più di 400 km². Il quartiere più piccolo è l’ottavo, Josefstadt, con solo 1,1 km², e quello più grande il ventiduesimo, Donaustadt, con oltre 100 km². La natura fa da padrona in città: il 50% della superficie è infatti composta da aree verdi, il 36% da abitazioni e il 14% da strade. Il punto più alto della città è presso l’Hermannskogel, con 543 metri sul livello del mare, quello più basso si trova al Lobau, con 151 metri di altitudine.

La maggiore attrazione turistica della città è il castello di Schönbrunn, con oltre 4 milioni di visitatori l’anno. Il museo più visitato è la Galleria del Belvedere, con oltre 1.7 milioni di persone.

Vienna è anche una grande città universitaria, con quasi 200.000 studenti, la seconda dopo Berlino nell’area di lingua tedesca. Il numero di residenti che possiedono un titolo accademico è anche molto alto, il 30% delle donne e il 25% degli uomini.

La strada più corta di Vienna è la Tethysgasse, nel secondo distretto, lunga solo 11 metri. Quella più lunga è invece la Höhenstraße, di ben 14,8 chilometri. La maggior parte dei viennesi non possiede un’auto: solo il 27% dei cittadini usa un’auto per spostarsi giornalmente, e solo il 37% ne possiede una. Oltre 800.000 persone hanno un abbonamento annuale dei mezzi pubblici.

E infine qualche curiosità sui nostri amici animali: sono più di 55.000 cani vivono a Vienna, non si conosce invece il numero dei gatti. Gli allevamenti sono praticamente scomparsi: in città ci sono solo 70 mucche, 83 maiali, 123 capre e 204 pecore. In compenso è possibile incontrare più di 9500 scoiattoli e oltre 450 specie di api.

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti coronavirus: dopo una rapida crescita all’inizio di settembre, ora la curva dei contagi sembra in diminuzione. Gli esperti dicono che grazie ai vaccini potrebbe essere possibile non far rialzare la curva, ma non c’è ancora da cantar vittoria. Nel frattempo a Vienna saranno introdotte nuove restrizioni dal 1 ottobre. Da questa data in tutti i negozi sarà obbligatorio utilizzare una mascherina FFP2. Per i bar e locali notturni l’accesso sarà possibile solo per vaccinati e guariti (i test non saranno quindi validi).
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 21.239, di cui 860 ricoverati in ospedale e 229 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Alta Austria (183), Vienna (176) e Salisburgo (126). Il 63,88% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • Ieri si sono svolte sia le elezioni regionali in Alta Austria che quella per il sindaco di Graz. In quest’ultima il primo partito in assoluto è stato il partito comunista (avete letto bene), con quasi il 30% dei voti. Dietro c’è una storia molto interessante, ne riparleremo sicuramente in una delle prossime newsletter.
  • Mi è arrivata la notizia che nelle prossime settimane si insedierà il nuovo ambasciatore italiano in Austria, sostituendo l’attuale Sergio Barbanti. Si tratta di Stefano Beltrame, diplomatico di lungo corso. Il suo curriculum è disponibile sul sito web del ministero dell’Interno.
  • Vi segnalo una offerta di lavoro come assistente commerciale in cui viene richiesta, oltre a un’ottima conoscenza del tedesco, anche l’italiano. Stipendio lordo a partire da 2300€. Maggiori informazioni e le modalità per candidarsi le trovate qui.
  • Concludo segnalandovi le registrazioni di due brani per organo eseguiti da Sophie Magnanini, organista italiana che vive a Vienna, presso la Schottenktiche. I brani di J. Brahms e M. Dupré, li trovate qui e qui.

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Letture domenicali

Mi chiedo sempre se sia solo una mia impressione, ma Vienna di domenica è come se si trasformasse. La città è sonnolenta e si vedono poche persone in giro. Tutti i negozi sono chiusi, e anche molti ristoranti.

Ma c’è una cosa che invece compare solo in questo giorno (e nei festivi) in tutti angoli delle strade: delle borse di plastica, appese ai semafori e ai cartelli stradali, con grandi scritte e un piccolo box per raccogliere le monete.

Si tratta dei Sonntagsstandl, o “sacchetti portagiornali”, dove si trovano per l’appunto le edizioni domenicali dei maggiori quotidiani.

È un sistema – credo unico al mondo – che nacque nel 1962, quando la federazione dei giornalai austriaci decise di applicare la chiusura domenicale a tutti i suoi negozi.

Kurt Falk, uno dei fondatori del Kronen Zeitung (il più importante quotidiano austriaco), ebbe quindi l’idea di appendere l’edizione domenicale negli angoli più trafficati di ogni città, chiedendo agli acquirenti di lasciare il prezzo del quotidiano di propria spontanea volontà in piccole cassette portamonete.

L’idea venne inizialmente derisa dagli altri editori ma ebbe invece un grandissimo successo, contribuendo anche alla crescita dei lettori del quotidiano, che cominciarono ad acquistarlo durante la settimana.

Presto questa modalità venne quindi copiata da molti altri quotidiani, e oggi si possono trovare appese ai pali di tutte le città le edizioni domenicali di Österreich, Kurier, Kleine Zeitung, Die Presse e Tiroler Tageszeitung.

Le edizioni domenicali, essendo il giorno in cui le persone hanno più tempo per dedicarsi alla lettura, sono sempre state per molto quotidiani quelle con il maggior numero di lettori, e anche grazie a questo sistema vanno letteralmente “a ruba”.

Come potete immaginare infatti, la fiducia che viene concessa agli acquirenti non sempre viene ripagata (anche qui letteralmente), al contrario. Sono moltissimi quelli che prendono una copia senza lasciare il prezzo indicato.

Ma il sistema funziona lo stesso. Innanzitutto come scritto per fidelizzare i lettori. Inoltre queste edizioni hanno molta più pubblicità rispetto a quelle settimanali, grazie a cui viene appianato il mancato guadagno.

Anche dopo tutti questi anni il Kronen Zeitung rimane il re dei quotidiani austriaci, con una tiratura di oltre 1 milione di copie (il doppio rispetto a quella settimanale).

Se volete saperne di più su quotidiani e riviste austriaci vi rimando anche a questo articolo pubblicato sul blog.

Le segnalazione della settimana:

  • Aggiornamenti Coronavirus: l’aumento dei contagi non sembra rallentare, e ci si chiede se il governo rimarrà fermo col piano attuale o se presto saranno necessari nuove restrizioni. Come annunciato già dal 15 settembre c’è stato un inasprimento delle misure anti-covid in tutta l’Austria. La validità dei test antigenici è stata ridotta a 24 ore. È stato reintrodotto l’obbligo delle mascherine FFP2 nei supermercati, farmacie e mezzi pubblici. Inoltre le persone vaccinate devono indossare una mascherina FFP2 anche ne negozi, centri commerciali, musei e biblioteche.
  • Per le regole riguardo i viaggi e in particolare l’ingresso in Austria o in Italia vi ricordo come sempre la pagina dell’Ambasciata di Vienna, con informazioni sempre aggiornare.
  • A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 23.213, di cui 845 ricoverati in ospedale e 212 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Vienna (213), Alta Austria (195) e Salisburgo (163). Il 63,38% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • I cambiamenti in atto nella chiesa dei Minoriti riportati la scorsa settimana ha avuto molte reazioni di sorpresa da parte di voi lettori. La Congregazione Italiana ha diffuso ora un comunicato in cui annuncia che le sue attività (messe in italiano, scuola, coro, ecc.) continueranno anche dopo il 2022 inalterate.
  • Per chi ama la storia di Vienna segnalo un interessante video del Wien Museum sulle scoperte fatte negli gli scavi archeologici presso la Frankhplatz durante la costruzione della nuova stazione della metropolitana (solo in tedesco).
  • Come sempre concludo ancora una volta ricordandovi le elezioni dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES). L’Ambasciata di Vienna ha ora creato una pagina dedicata con tutte le informazioni a riguardo.

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Addio chiesa dei Minoriti

La settimana scorsa è trapelata una notizia assolutamente inaspettata e che ha lasciato molti a bocca aperta: la chiesa dei Minoriti, per secoli centro della comunità cattolica italiana di Vienna, non appartiene più alla Congregazione Italiana.

Come riportato dal settimanale Die Furche, a giugno è stata infatti donata alla Fraternità sacerdotale San Pio X, conosciuta anche come comunità lefebvriana, un movimento ultra tradizionalista in conflitto con la Chiesa cattolica.

Quella dei Minoriti, il cui nome ufficiale è Chiesa Nazionale Italiana Madonna della Neve, è una delle chiese più antiche e conosciute di Vienna, situata nel primo distretto. Costruita nel 1276, venne inizialmente gestita dall’Ordine francescano dei frati minori, da cui ha preso il nome. Nel 1783 l’imperatore Giuseppe II. ordinò il trasferimento dell’Ordine nel monastero situato nell’8. distretto.

La chiesa, rimasta vuota, venne quindi donata alla Congregazione Italiana, una associazione cattolica privata attiva dal 1625, di cui da allora ne è stata proprietaria. Questa ha continuato a gestirla in autonomia fino a ora, organizzando anche la nomina di un membro del clero come responsabile per la guida pastorale.

Che ci fossero grandi cambiamenti in atto all’interno della Congregazione si era già visto due anni fa. Nel 2019, dopo la costituzione della Missione Cattolica Italiana presso la parrocchia Alservorstadt nell’8. distretto, non venne infatti prolungata la Convenzione con l’Ordine dei Frati Minori.  L’Arcidiocesi di Vienna scelse di affidare alla Missione la cura pastorale degli italiani a Vienna, che si spostarono lì in gran numero.

Questo “scisma” era già stato uno shock per molti italiani residenti a Vienna, e ora la notizia della cessione della chiesa è arrivata del tutto inaspettata. A quanto risulta infatti nemmeno l’arcidiocesi di Vienna ne era al corrente.

Quello che stupisce in particolare è la scelta della comunità a cui è stata donata la chiesa dei Minoriti. La Fraternità sacerdotale San Pio X, fondata nel 1970 da Marcel Lefebvre, è infatti un movimento che non fa ufficialmente parte della Chiesa cattolica. I lefebrviani non riconoscono le decisioni del Concilio Vaticano II e celebrano la messa esclusivamente in latino (rito tridentino). Si oppongono inoltre all’ecumenismo e al dialogo interreligioso e molti membri sono stati criticati per la vicinanza a gruppi politici dell’estrema destra e per la diffusione d’idee antisemita.

Da quanto risulta la proposta di cessione della chiesa ai lefebrviani è stata fatta dalla Congregazione a fine 2020. Quest’anno, dopo l’approvazione da parte del consiglio direttivo, il passaggio di proprietà è stato ufficializzato il 25 maggio e a fine giugno si è svolta l’iscrizione nel catasto di Vienna. In base all’accordo la fraternità sacerdotale prenderà possesso completo della chiesa dei Minoriti a partire dal 3 giugno 2022.

Da parte della Congregazione Italiana non è stato attualmente diffuso alcun comunicato relativo a questa situazione, e non si sa quindi se le attività che svolgono presso la chiesa (messa in italiano, scuola per bambini, coro, ecc.) proseguiranno anche dopo il 2022.  La Congregazione Italiana ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui conferma che le sue attività per la comunità italiana proseguiranno invariate.

Dopo oltre 230 anni finisce così un pezzo di storia della comunità italiana. Una scelta inaspettata e che avrà sicuramente conseguenze sia per la nostra comunità che per quella cattolica di Vienna.

Le segnalazione della settimana:

  • Aggiornamenti coronavirus: anche questa settimana il numero di nuovi contagi è stato in lento ma continuo aumento, e anche la situazione negli ospedali si sta aggravando. Il governo ha varato ora un piano a “gradini”. Il primo entrerà in vigore il 15 settembre con il nuovo obbligo di usare la mascherina ffp2 dove ora è richiesta solo semplice (per esempio supermercati e mezzi pubblici). Nei negozi sarà obbligatoria per i non vaccinati e solo raccomandata per i vaccinati. Inoltre i test antigenici saranno validi solo per 24 ore. A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 21.309, di cui 700 ricoverati in ospedale e 184 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Vienna (220), Alta Austria (191) e Salisburgo (180). Il 62,73% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
  • A Vienna lavorano molti ricercatori italiani, ma purtroppo i loro risultati non vengono spesso elogiati come dovrebbero. Giulia Rossetto, grazie alla scoperta di un frammento di antichi testi ancora sconosciuti durante le sue ricerche al monastero di S. Caterina in Sinai nell’ambito di un progetto di ricerca all’Accademia della Scienza di Vienna, è riuscita a dimostrare il contrario. La notizia è stata infatti riportata su tutti i maggiori quotidiani austriaci. Complimenti!
  • Vi segnalo l’inserimento di un nuovo nominativo nella lista dei medici italiani (o che parlano italiano) a Vienna. Si tratta del Dr. Alexander Di Monte, chirurgo con specializzazione per quella addominale, che lavora presso la Klinik Landstraße.
  • Vi ricordo infine che il 3 dicembre si svolgeranno le elezioni dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES). Per votare è necessario iscriversi nell’elenco elettorale tramite il portale Fast It o inviando la richiesta alla Cancelleria Consolare di Vienna. Tutte le informazioni le trovate sul sito web dell’Ambasciata

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Si riparte

Ciao a tutti e ben ritrovati!

Alcuni di voi mi hanno scritto preoccupati non avendo ricevuto la newsletter nelle scorse settimane, forse non avevo scritto abbastanza in evidenza che mi sarei preso un periodo di pausa, scusatemi (mi ha fatto comunque piacere che ci teniate così tanto!).

Ho utilizzato questo tempo per raccogliere nuovi argomenti per le prossime newsletter, ma anche per fare un po’ di vacanza. A fine agosto sono stato in Stiria con la mia famiglia. Conosciuta come il cuore verde dell’Austria è una regione dove si respira ancora l’atmosfera di un tempo. Tanta natura, piccole città, paesaggi da cartolina. Mi ha fatto riflettere come spesso “noi viennesi” pensiamo che la nostra città sia il luogo dove tutto accade in Austria, mentre ci sono tante altre realtà, molto diverse tra loro, da non dimenticare. La Stiria è una regione che merita di essere esplorata per conoscere l’Austria da un altro punto di vista, tornerò sicuramente a parlarvene.

Ma torniamo a noi: in due settimane pensavo che non sarebbe successo molto in Austria, e invece ci sono vari aggiornamenti e segnalazioni da non perdere, partiamo.

Innanzitutto la situazione coronavirus, che purtroppo non si sta mettendo bene. In molti (anche io) pensavano che finalmente grazie ai vaccini saremmo potuto tornare a una vera e propria normalità. Purtroppo anche in Austria le vaccinazioni sono stagnanti, con circa il 60% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose. Il risultato è continuo un aumento dei casi giornalieri, ora arrivati a 1.500 in media, e si sta parlando apertamente di una quarta ondata. La maggior parte dei nuovi contagiati, come anche dei ricoverati in ospedale sono persone che non si sono vaccinate o sui cui i vaccini per motivi di salute non hanno avuto l’effetto sperato. Al momento non ci sono state ancora decisioni da parte del governo se la situazione dovesse continuare a peggiorare. Oggi riapriranno le scuole e si teme che fra due settimana ci sarà una vera e propria esplosione dei contagi.

Passando a qualche aggiornamento più strettamente politico, Sebastian Kurz è stato rieletto alla guida del partito popolare (ÖVP). La rielezione era decisamente scontata, ma ha fatto comunque alzare qualche sopracciglio la sua vittoria con ben il 99,4% (!) dei voti. Kurz ha sicuramente riportato il partito a successi che fino a pochi anni fa sembravano impossibili, ma ha stupito che gli scandali e le indagini degli ultimi mesi non abbiano scalfito per nulla il suo seguito. I sondaggi mostrano il partito popolare ancora saldo al primo posto a livello nazionale, e finché Kurz porterà i voti al partito, nessuno metterà in dubbio la sua leadership.

La settimana scorsa si è anche concluso il processo a Heinz-Christian Strache, ex-leader del partito della libertà (FPÖ) ed ex-vicecancelliere sotto il primo governo Kurz. Come sicuramente ricorderete si era dimesso dopo lo scandalo Ibiza, ma quello che è stato detto nelle registrazioni sta avendo ora le prime conseguenze giudiziarie. Il processo si è concluso in primo grado con una condanna a 15 mesi di reclusione per corruzione. Se verrà confermata in appello, sarà quasi sicuramente la fine della carriera politica di Strache.

Arriviamo ora a qualche aggiornamento sulla comunità italiana in Austria. Sono state pubblicate nei giorni scorsi le modalità per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni Comites (che vi ricordo si svolgeranno il 3 dicembre), i punti principali validi per l’Austria:

  • le liste devono essere formate da almeno 12 membri.
  • devono essere presentate alla Cancelleria Consolare di Vienna tra il 23 settembre e il 3 ottobre.
  • ogni lista deve essere sottoscritta da almeno 50 persone.
  • sia i candidati che i sottoscrittori devono essere iscritti all’AIRE e negli elenchi elettori per le elezioni Comites.

Tutti i dettagli li trovate sul sito web dell’Ambasciata. Vi ricordo che anche per votare è necessario iscriversi nell’elenco degli elettori entro il 3 novembre 2021 (qui trovate come fare)

Dopo la pausa estiva ricominciano anche gli appuntamenti del Club di Lettura, finalmente in presenza presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna (sarà necessario presentare una certificazione 3G per accedere). Il prossimo appuntamento si svolgerà martedì 14 settembre, con il tema “I libri della mia estate”. Invece di discutere di un solo testo ogni partecipante avrà a disposizione 5 minuti per parlare di uno (o più) libri che ha letto in questi mesi e ritiene che siano meritevoli da condividere con gli altri partecipanti. La partecipazione è aperta a tutti, maggiori dettagli li trovate nella newsletter.

Infine qualche segnalazione di eventi “italiani” a Vienna:

  • Arriva anche a Vienna il documentario Paolo Conte – Via con me del regista Giorgio Verdelli. Musica, interviste esclusive, materiali inediti: un racconto ironico e appassionante su uno dei più grandi autori della musica italiana. Il film verrà proiettato dal 17 settembre presso il Votiv Kino, in italiano con sottotitoli in tedesco.
  • Il 20 settembre presso l’Hotel Regina si svolgerà la Selezione Doctor Wine, organizzata da Wein & Kultur. All’evento saranno presenti 22 produttori dall’Italia, premiati nella “Guida essenziale ai vini d’Italia” di e Daniele Cernilli (Doctor Wine). Qui le modalità di partecipazione.
  • Dal 4 settembre al 17 ottobre 2021 il FilmMuseum di Vienna dedica una retrospettiva al Neorealismo italiano. Ogni domenica verranno proiettati i grandi classici di questo periodo, come Ladri di Biciclette, Paisà o Roma città aperta. Tutte le proiezioni sono in italiano con sottotitoli in tedesco, qui il programma dettagliato.
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Vaccini in Austria, un aggiornamento

La settimana scorsa ho ricevuto (finalmente) la seconda dose di vaccino per il coronavirus. Colgo quindi l’occasione per fare il punto sullo stato delle vaccinazioni in Austria.

Attualmente il 55,8% della popolazione risulta completamente vaccinata. Mentre però la quota sopra i 65 anni è già oltre l’80%, tra i più giovani questa cala drasticamente, è al momento intorno al 50%, e avanza molto lentamente.

La causa non è sicuramente nella scarsità di vaccini. Sono tutti disponibili e in abbondanza, e da alcune settimane è addirittura possibile scegliere quale ricevere. L’attesa è inoltre praticamente nulla. A Vienna per esempio i si può recare in qualunque momento presso l’Austria Center, senza appuntamento o la necessità di avere la e-card (la tessera sanitaria austriaca).

E non bisogna pensare che siano tutti “no vax” in Austria. Certo anche qui ci sono, ma in base ad alcuni sondaggi rappresentano all’incirca il 10% della popolazione (un numero comunque alto, ma ancora sopportabile).

Si sta dunque cercando di allargare in tutti i modi le campagne vaccinali, rendendo in particolare l’accesso il più semplice possibile. A Vienna per esempio le possibilità sono molteplici: oltre ai centri predisposti e dai medici di base è possibile vaccinarsi anche in alcuni centri commerciali, tramite autobus adattati e posizionati in luoghi di passaggio, su delle imbarcazioni al Danubio e dalla settimana scorsa anche presso il duomo di Santo Stefano.

L’obiettivo è raggiungere il maggior numero di persone entro metà settembre. L’inizio della stagione fredda che favorisce gli incontri al chiuso come anche la riapertura delle scuole destano infatti molta preoccupazione.

Già ora la curva dei contagi sta risalendo: la settimana scorsa si è nuovamente superata la cifra di 1.000 nuovi casi giornalieri, che non si registrava da maggio. La maggior parte di questi sono persone non ancora vaccinate, come anche la quasi totalità delle persone ricoverate negli ospedali.

Al momento vige in tutta l’Austria per l’ingresso nei ristoranti, bari e nella maggior parte delle attività al chiuso la “regola 3-G”. Questa prevede che l’accesso sia permesso solo a chi è testato (Getestet), vaccinato (Geimpft) o guarito (Genesen).

Ma anche qui si stanno valutando delle modalità per aumentare la pressione su chi ancora non si è fatto vaccinare. Per esempio da ieri è necessario avere entrambe le vaccinazioni, e non solo una come in precedenza, per essere considerati in regola. L’assessore alla salute di Vienna Peter Hacker ha però anche detto che si sta valutando la possibilità di dare maggiori permessi ai soli vaccinati se la situazione non dovesse migliorare, con l’obbiettivo di evitare un nuovo lockdown.

Un obbligo vaccinale per tutta la popolazione è stato in ogni caso escluso dal governo (in Austria non esiste nemmeno l’obbligo per i vaccini “classici”), anche se per alcune categorie di lavoratori, come nelle case di riposo o negli asili, è praticamente già presente.

Molti speravano finalmente il coronavirus sarebbe stato solo un ricordo. E lo sarà quando tutti ci saremo vaccinati. Farlo è semplice e sicuro. Cosa state aspettando?

Attualmente ci sono 8.559 casi di coronavirus in Austria. I ricoverati in ospedale sono 255, di cui 55 in terapia intensiva. I decessi sono 10.756.

Le segnalazioni della settimana

  • Un ottimo articolo de Il Post riassume la situazione del Wiener Zeitung, il quotidiano di Vienna tra i più antichi al mondo che rischia di chiudere.
  • Anche questa settimana ripesco un interessante articolo dall’archivio del blog: il tormento di un abbraccio vi porterà alla scoperta di Egon Schiele.
  • E poi per chi invece si interessa del buon vino di Vienna ecco un articolo sul Gemischter Satz, una vera specialità austriaca.
  • Ultima segnalazione: la newsletter va in vacanza. Mi prendo una pausa di due settimane e ci rivediamo a settembre!
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L’elezione più importante dell’anno

In pochi forse lo sanno, ma domani si svolgerà in Austria l’elezione più importante dell’anno. Chiamati alle urne sono solo 35 persone, ma avranno un ruolo decisivo per le sorti del paese. Dovranno infatti scegliere chi fino al 2027 guiderà la ORF, la radiotelevisione nazionale austriaca.

Stiamo parlando di una azienda con più di 3.000 dipendenti e un fatturato di oltre un miliardo di euro. Ma soprattutto del luogo da dove passa la maggior parte dell’informazione ai cittadini.

I canali della ORF sono infatti da sempre i più seguiti in tutto il Paese. Quelli televisivi hanno uno share medio giornaliero di oltre il 30%, con oltre il 50% per quanto riguarda i notiziari. Le emittenti radiofoniche raggiungono addirittura il 70%. E anche il portale orf.at è il terzo più visitato dopo Google e Facebook.

La scelta del direttore generale – e a seguire di tutti i maggiori dirigenti che vengono posizionati insieme a lui – è quindi una decisione strategica per il futuro dell’Austria. Ma è anche soprattutto una prova di forza per i partiti, per misurare chi al momento comanda il paese.

Lo Stiftungsrat, il consiglio dei 35 che deciderà l’elezione, è infatti una emanazione diretta della politica. I membri vengono selezionati in maniera proporzionale dal governo, dalle regioni e dai singoli partiti. Solo una piccola minoranza viene scelta dall’azienda stessa e dai suoi dipendenti.

L’attuale direttore generale, Alexander Wrabetz, è in carica dal 2007. Grazie alle sue abili capacità di mediatore è riuscito a farsi rieleggere per ben tre volte. Vicino al partito socialdemocratico (SPÖ), è passato attraverso ben otto cambi di governo e sebbene anche questa volta si sia ricandidato, le sue chance sembrano poche.

La maggioranza dei membri del consiglio risulta infatti essere attualmente vicina al partito popolare (ÖVP) del cancelliere Sebastian Kurz. E il suo candidato si chiama Roland Weißmann.

Weißmann lavora in ORF da oltre 25 anni e ha seguito tutta la classica carriera interna. Da redattore capo, fino a responsabile di trasmissioni, per poi passare a posizioni manageriali. Attualmente è vicedirettore finanziario.

A meno di colpi di scena, il prossimo direttore generale dovrebbe essere lui. Ma anche se perderà l’elezione, Wrabetz rimarrà in carica fino al 31 dicembre, e potrà ancora prendere delle decisioni importanti per dare un’ultima impronta alla ORF del futuro.

Le segnalazioni della settimana

  • Il lento ma continuo aumento di nuovi casi di coronavirus in Austria è proseguito anche questa settimana. Ieri si sono registrati 553 nuovi positivi, portando l’attuale numero in tutto il paese a 6.189 (più 806 rispetto alla settimana scorsa). Il numero di ricoverati in ospedale rimane al momento costante e risulta essere quasi esclusivamente composto da persone che non hanno ancora ricevuto un vaccino.
  • Il ministro della sanità ha intanto comunicato che si stanno iniziando i preparativi per una terza dose di vaccino da somministrare ai gruppi più anziani e a rischio in autunno, se gli studi lo dovessero consigliare, maggiori informazioni a riguardo verranno diffuse nelle prossime settimane.
  • Vienna continua a estendere le possibilità per vaccinarsi senza appuntamento e attese burocratiche. Dalla settimana scorsa si può fare anche in vari centri commerciali e su alcune stazioni mobili (degli autobus adattati appositamente) che verranno posizionate in varie piazze e luoghi ad alta frequenza.
  • Per chi vuole migliorare il proprio tedesco a Vienna durante questo agosto che non offre molte attività, ecco dall’archivio del blog sette idee e consigli, dal tandem alla lettura di fumetti fino al praticare uno sport.
  • E sempre a riguardo di consigli, a settembre arriveranno come ogni anno molti studenti a Vienna con il programma Erasmus. Ho raccolto in questo articolo dieci consigli utili per una esperienza indimenticabile. Una lettura da non perdere se siete tra questi.
  • Concludo questa settimana ricordandovi che il 3 dicembre si svolgeranno le elezioni dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES). Per votare è necessario iscriversi nell’elenco elettorale tramite il portale Fast It o inviando la richiesta alla Cancelleria Consolare di Vienna. Tutte le informazioni le trovate sul sito web dell’Ambasciata.

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Documentari

Mi avete scritto in molti la settimana scorsa, incuriositi dal documentario su Kurt Waldheim. E’ una storia che ritengo sia importante per capire veramente l’Austria (e gli austriaci). Quella elezione, e le sue conseguenze, sono state un punto di svolta per il Paese. Hanno portato alla luce molte contraddizioni che ancora oggi sono presenti. Ma gli hanno anche permesso di elaborare finalmente il suo passato, guardando al futuro.

Mi avete anche chiesto di consigliare altri documentari sull’Austria o Vienna, e lo faccio volentieri in questa newsletter.

Partiamo da quello che definirei il libro di testo della storia dell’Austria, ovvero i film Österreich I & II. Si tratta di una serie di documentari prodotti dal giornalista Hugo Portisch e dal produttore Sepp Riff sulla storia della prima e seconda repubblica austriaca. Utilizzando filmati d’epoca, ritrovati negli archivi di stato, e con l’aiuto di studiosi e testimoni dell’epoca, hanno ricostruito la storia dell’Austria dal 1918 fino al 1995. Alcuni video si trovano su Youtube, e spesso vengono anche ritrasmessi dai canali ORF. Per avere la serie completa l’unica possibilità è al momento acquistare i DVD.

Una seconda serie di documentari, questa volta concentrati invece su Vienna è quella chiamata Mein Bezirk. Sono 23 film, di circa 60 minuti l’uno, dedicati ai singoli quartieri della capitale. In ogni puntata artisti e personaggi famosi raccontano i propri ricordi d’infanzia e di come la città si è evoluta, frammentato da filmati d’epoca. La maggior parte delle puntate sono disponibili nella TvThek della televisione pubblica austriaca (all’interno trovate anche un infinito archivio di altri documentari e programmi).

Uno dei documentari austriaci più apprezzati degli ultimi anni è stato Die Dohnal, sulla figura di Johanna Dohnal, prima ministro per le donne in Austria e una delle personalità più importanti del movimento per le pari opportunità durante gli anni ’80 e ’90. Questo film fa un ritratto della sua persona, dei suoi successi ma anche delle difficoltà di essere una donna in politica. Uscito nel 2019, viene ancora oggi riproposto spesso nei cinema, potete seguire gli eventi sul sito web ufficiale.

Dello stesso anno è un altro documentario legato alla politica, anche se a quella degli ultimi anni. Si tratta di Inland, un film che segue la vita di alcuni sostenitori austriaci del partito di destra FPÖ. In maniera molto obiettiva e senza giudizio, la regista Ulli Gladik cerca di analizzare e capire le motivazioni che portano le persone a votare per partiti estremisti. Anche qui potete seguire le prossime proiezioni tramite il sito web ufficiale.

Per conoscere fino in fondo l’Austria non può mancare in questa lista un documentario su Falco, uno dei musicisti più interessanti della musica contemporanea austriaca (e in parte anche mondiale). In Die zwei Leben des Falco, (disponile su Youtube) il canale tedesco ZDF ricostruire la sua vita, il suo successo e la sua caduta, in un film con interviste alle persone che lo hanno conosciuto.

Concludo infine questa lista con un bel documentario sul cimitero centrale di Vienna. Non si tratta di un film triste, al contrario. La cultura viennese ha da sempre un legame particolare con la morte, e in Es lebe den Zentralfriedhof (disponibile su Youtube) viene fatto un viaggio tra musica e poesia sulle tombe di alcuni dei personaggi più conosciuti dell’Austria. Secondo me da non perdere.

Le segnalazioni della settimana

  • Le discussioni sull’introdurre o meno un obbligo vaccinale per alcune professioni continua a tenere banco nella politica, ma non ci sono sviluppi particolari. I casi continuano lentamente a crescere, ma l’impressione è che – come l’anno scorso – tutti stiano facendo passare l’estate e poi a settembre si vedrà. Non un buon auspicio visto come abbiamo trascorso lo scorso autunno e inverno. I casi attivi a oggi in tutta l’Austria sono 5.383. Le persone ricoverate in ospedale 121. Il 51,6% della popolazione è vaccinato.
  • Nel frattempo Vienna continua a estendere le possibilità per vaccinarsi. Da questa settimana presso l’Austria Center ci si può presentare tutti i giorni senza appuntamento (non serve nemmeno la e-card), e si può anche scegliere il vaccino che si preferisce (tra BionTech/Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson).
  • La Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, ha pubblicato un bando di concorso per la selezione di un impiegata/o a contratto a tempo indeterminato da adibire ai servizi di assistente amministrativo. Ci si può candidare fino al 27 agosto, maggiori informazioni le trovate qui.
  • Anche a Vienna è possibile sottoscrivere la raccolta firme per il “referendum sull’eutanasia legale”. Si può depositare la propria firma presso la Cancelleria Consolare (Ungargasse 43, 1030 Vienna) ogni giorno dalle ore 9 alle ore 12, senza appuntamento. La sottoscrizione è riservata ai soli iscritti AIRE. Maggior informazioni sul sito web dell’Ambasciata.
  • Poiché dai click ho visto che la settimana scorsa è stato molto apprezzato, vi lascio anche in questa newsletter un articolo dall’archivio del blog per chi vuole approfondire la storia d’Austria: Maria Teresa d’Asburgo: la sovrana, la donna, la madre. Buona lettura!
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Il valzer di Waldheim

La settimana scorsa sono finalmente riuscito a vedere “Waldheims Walzer”, un documentario del 2018 sulla figura di Kurt Waldheim (regia di Ruth Beckermann).

Per le nuove generazioni questo nome forse non vi dirà molto, ma è stato segretario generale delle Nazioni Unite dal 1972 al 1981 e in seguito presidente dell’Austria dal 1986 al 1992.

Il documentario racconta la campagna elettorale del 1986, durante la quale venne alla luce che Waldheim aveva nascosto vari aspetti della sua biografia prima e durante la seconda guerra mondiale.

Furono infatti trovati documenti che attestavano la sua appartenenza alle SA – i reparti d’assalto del partito nazista – e che era rimasto in servizio attivo fino al 1945 nei Balcani, dove furono compiute molte rappresaglie contro i partigiani (e non fino al 1942 come lui aveva sempre affermato).

Waldheim si difese con una serie di contraddizioni affermando di non aver mai partecipato ad attività di combattimento e di non essersi mai accorto delle ritorsioni.

In Austria il “caso Waldheim” aprì per la prima volta un ampio dibattito sul ruolo del paese durante il nazismo. Fino ad allora una intera generazione era infatti riuscita a fingere a se stessa di essere stata solo la “prima vittima” dei nazisti con l’annessione del 1938, e che durante la guerra compirono solo “il proprio dovere”.

Da li iniziò una elaborazione pubblica della complicità austriaca nel nazionalsocialismo, con una maggiore presa di responsabilità. Vennero istituite varie commissioni d’inchiesta e iniziò un lavoro di restituzione e risarcimento alle vittime, che dura ancora oggi.

Waldheim vinse le elezioni con il 53,9% dei voti. Le polemiche e le mobilitazioni contro di lui adombrarono però il suo mandato. Gli fu infatti vietato l’ingresso negli Stati Uniti e anche in molti altri paesi non fu mai il benvenuto come Capo di Stato.

Come ha scritto la regista Beckermann, probabilmente Waldheim non è stato né un sostenitore del nazismo, né un criminale di guerra, ma solamente un burocrate che ha eseguito gli ordini che gli venivano dati senza farsi domande. La banalità del male che si ripete.

(Waldheims Walzer non risulta essere al momento disponibile sulle piattaforme di streaming, ma su Youtube sono presenti il trailer e alcuni estratti).

Le segnalazioni della settimana

  • Aggiornamenti coronavirus: la curva dei casi anche questa settimana continua a essere in lenta ma costante risalita. Come in Italia, anche in Austria si sta discutendo su come aumentare il numero di vaccinati e se sarà necessario introdurre un obbligo per alcune professioni. Dal 21 luglio nel frattempo sono entrate in vigore alcune nuove norme: in tutti i luoghi dove vige la “regola 3-G” non è più necessario utilizzare una mascherina (bar, ristoranti, musei, palestre, …). Rimane obbligatoria nei mezzi pubblici, nei supermercati e – solo a Vienna – in tutti i negozi. A oggi sono 4.588 i casi attivi in tutta l’Austria, di cui 99 ricoverati in ospedale. Il 54,7% della popolazione ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino.
  • È online VIE – Voci italiane in Europa, un progetto che raccoglie interviste e informazioni sulle comunità e su diverse attività avviate da italiani in alcune città europee, tra cui Vienna. Ho dato anche io un piccolo contributo al progetto, ve lo segnalo molto volentieri.
  • La Legio Italica, squadra italiana di calcio di Vienna che milita nella prima liga della federazione Ökfb Kleinfeldliga è alla ricerca di nuovi giocatori e di sponsor che possano aiutare nella crescita della squadra. Maggiori informazioni e i contatti li trovate sulla pagina Facebook della squadra.
  • Concludo questa settimana ripescando per voi un articolo dall’archivio del blog, da non perdere per chi vuole conoscere meglio la figura di Sisi: in tutti gli uomini dell’imperatrice scoprirete i personaggi maschili vicini all’Imperatrice Elisabetta, e come questi abbiano influenzato la sua vita e la storia dell’Austria.
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Strada del sole

«Sono qui in questo caldo sulla strada del sole / i piedi mi fanno male nei sandali nuovi / la mia ragazza è scappata con un italiano / e mi hanno anche rubato tutti i soldi» cantava così già 40 anni fa Rainhard Fendrich, cantautore viennese, le (dis)avventure di un austriaco in Italia per le vacanze estive. Il testo di “Strada del sole” è naturalmente ironico e ancora oggi un classico conosciutissimo in Austria.

Anche io mi trovo questa settimana in Italia, proprio sulla costa adriatica – “Die Adria” come si dice in tedesco – e quale occasione migliore per scrivere del rapporto che gli austriaci hanno con il nostro Paese?

Partiamo proprio dal mare: per molti austriaci l’Italia è infatti sinonimo di vacanze. Fino all’arrivo dei voli lowcost le ferie estive significava andare sull’adriatico – in particolare la zona tra Grado e Venezia. Jesolo, Bibione e Caorle sono per molti austriaci ancora il primo luogo dove hanno visto il mare (ma anche la pizza e gli spaghetti).

Anche se oggigiorno le destinazioni si sono moltiplicate, in base alle statistiche l’Italia è ancora la prima scelta dove gli austriaci trascorrono le vacanze all’estero.

Forse è anche a causa di questi “ricordi d’infanzia” che tanti austriaci amano ancora l’Italia (e gli italiani). Ogni volta che mi presento la mia provenienza provoca sempre un grande interesse. Vogliono sapere di preciso da dove vengo, e si mettono spesso a raccontare dei posti che hanno visitato, aggiungendo anche qualche parola di italiano che conoscono. Certo molti austriaci hanno una visione un po’ stereotipata dell’Italia e potrebbero fare qualche commento “superficiale”, ma per tutti rimane uno dei Paesi più belli al mondo.

L’amore per l’Italia lo si vede anche in quanti sono interessati alla nostra lingua. In base alle statistiche delle Volkshochschule – le “università popolari” di Vienna – l’italiano è infatti la seconda lingua più studiata dagli adulti dopo l’inglese. Anche nel 2020, quando a causa del coronavirus molti corsi sono stati annullati o offerti solo online, oltre 15.000 persone in tutta l’Austria hanno comunque studiato l’italiano tramite questi corsi (e sicuramente molti di più tramite altri istituti di cui non ho dati a disposizione).

Ovviamente oltre alla lingua gli austriaci amano anche la nostra cucina, e lo si vede bene dal successo che hanno ristoranti, pizzerie e gelaterie presenti a Vienna. Nella mappa che gestisco si trovano attualmente più di 100 locali (e sicuramente ne ho dimenticato qualcuno).

Infine un aspetto che forse si nota meno ma che è da non sottovalutare sono i legami commerciali tra i nostri due Paesi. Con un volume commerciale di poco meno di 18 miliardi di euro (dati 2020), l’Italia è infatti il secondo partner economico dell’Austria dopo la Germania. Gli scambi più importanti sono soprattutto legati a prodotti industriali, ma naturalmente una porzione rilevante è anche realizzata da prodotti alimentari e dalle produzioni “made in Italy”.

Insomma gli austriaci amano l’Italia! Qualcuno forse vi chiamerà “Itaker”, un termine un po’ canzonatorio che ha origine come abbreviazione di “italienischer Kamerad” (camerata italiano). Non offendetevi, non lo fanno mai con cattiveria. Anzi la prossima volta che sarete in Austria scambiate qualche parola in italiano con un austriaco, lo renderete sicuramente felice!

Le segnalazioni della settimana

  • Anche in Austria la curva dei contagi sta lentamente risalendo, certo non parliamo di grandi numeri (3.433 casi attivi ad oggi, di cui 107 in ospedale) ma questo desta comunque molte preoccupazione negli esperti. Il motivo sembra essere da ricondurre da una parte alla variante delta, ma anche alla rimozione di quasi tutte le restrizioni in vigore. Al momento non sono previsti cambiamenti nel piano del governo, ma solo un rafforzamento della campagna vaccinale.
  • A questo proposito il comune di Vienna continua la campagna per cercare di vaccinare più persone possibile entro la fine dell’estate. Questa settimana sarà possibile ottenere la vaccinazione con Pfizer/Biontech senza bisogno di appuntamento presso l’Austria Center.
  • Siccome mi sono arrivate alcune domande a riguardo, per ottenere a Vienna il “passaporto verde” (Grüner Pass) dopo aver fatto la vaccinazione le possibilità sono due:
  1. si può scaricare tramite il sito web gesundheit.gv.at dove è però necessario registrarsi per ottenere l’accesso verificato tramite Handysignatur e può richiedere alcuni giorni (vi viene inviato un codice per posta).
  2. in alternativa si può ritirare una copia presso alcune “Teststraßen”, la lista la trovate in fondo a questa pagina.
  • Ho scoperto questa settimana un nuovo blog (in realtà è già attivo dal 2016) di una ragazza italiana che vive a Vienna. Si chiama Una siciliana sotto la neve, vi invito come sempre a seguire la “collega” blogger.
  • Mi è stato segnalato che si sta svolgendo in queste settimane una rassegna di musica d’organo (Orgelfest) presso la Augustinerkirche. In particolare partecipano anche al programma due italiani: questa sera, 19 luglio, si esibirà Sophie Magnanini (insieme a Mila Chervenivanova) e il 26 Federico Vallini.
  • Concludo questa settimana con un consiglio per una piccola gita alla scoperta di qualcosa di nuovo a Vienna: si tratta della Werkbundsiedlung, un progetto di quartiere costruito negli anni ’30 nel 13. distretto e ancora oggi un esempio di architettura all’avanguardia. Sul blog trovate tutti i dettagli.