E così come molti già prevedevano, l’Austria entra oggi in un nuovo lockdown per tutta la popolazione. C’è da chiedersi perché sprecare ulteriori sette giorni, quando era già chiaro che escludere solamente i “non vaccinati” sarebbe stato insufficiente a fermare la diffusione del virus.
Purtroppo da quello che ho letto nei retroscena sono state necessarie forti pressioni per far cambiare opinione al governo, che fino all’ultimo voleva evitare la chiusura totale per non dover contraddire la narrazione tenuta finora, in particolare dal partito popolare (ÖVP), che già prima dell’estate aveva annunciato la “fine della pandemia per i vaccinati”.
Ma come ho già scritto in passato questa è ancora la pandemia di tutti. E la variante delta insieme a un tasso di vaccinazione tra i più bassi in Europa ha condotto l’Austria a essere il primo Paese a reintrodurre un lockdown, che nuovamente si poteva evitare.
Esattamente un anno fa avevo inviato una newsletter in cui scrivevo la stessa cosa. Quel lockdown (il secondo in Austria) era diventato necessario, ma si poteva evitare. Ecco un estratto:
Mi chiedo chi abbia sbagliato. Se i cittadini, che affollano i centri commerciali e non rispettano le regole, pensando che il coronavirus sia qualcosa che tocca solo gli altri. O il governo, che non è riuscito a far capire alle persone la portata di questa pandemia, ed è arrivato impreparato alla situazione attuale.
Quello che so è che da marzo non abbiamo imparato nulla. E ora chi deve pagare sono nuovamente i bambini che non potranno andare a scuola e le famiglie che devono nuovamente prendersi in carico di tutto. Sperando sempre che questo non sia il colpo di grazia per tantissime aziende e lavoratori.
Questo nuovo lockdown è diventato necessario, ma si poteva evitare. Sarebbe bastato che ognuno si prendesse le sue responsabilità, si comportasse da persona adulta, pensando non solo a se stessa, ma anche al prossimo. Molti cittadini lo hanno sicuramente fatto, ma tanti altri no. E questo governo non lo ha fatto, giocando invece sui proclami per sembrare forte nell’illusione che la situazione si risolvesse magicamente da sola
Nelle prossime settimane molto probabilmente il numero dei casi scenderà, e a dicembre ci daremo tutti delle grandi pacche sulle spalle dicendoci quanto siamo stati bravi. E poi? Avremo veramente imparato questa volta? O ricominceremo tutto da capo?
L’anno scorso il lockdown iniziò il 17 novembre, interrotto per alcune settimane a dicembre e ricominciò subito dopo Natale per poi durare fino a maggio. La storia si ripeterà anche questa volta?
Un breve commento anche sull’obbligo di vaccinazione, che il governo ha annunciato di voler introdurre da febbraio 2022. Anche qui l’Austria è il primo paese in Europa con questa misura, anche qui è un cambio di rotta totale rispetto alle scelte fatte finora (al contrario dell’Italia, in Austria nessun vaccino è obbligatorio). È sicuramente una misura molto drastica, ed è possibile che porti a una divisione ancora maggiore all’interno della popolazione. Ma è anche probabile che sia l’unico modo per porre veramente una parola fine alle restrizioni e alla pandemia. L’iter legislativo è comunque solo all’inizio, le discussioni non mancheranno sicuramente.
A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 149.444 (più 37.551 rispetto a una settimana fa), di cui 2.923 (+596) ricoverati in ospedale e 527 (+95) in terapia intensiva. La regione con l’incidenza dei contagi più alta è Salisburgo (1.843), seguita da Alta Austria (1.691), Vorarlberg (1.310), Carinzia (1.288), Tirolo (1.272), Bassa Austria (909), Stiria (747), Burgenland (731) e Vienna (643). Il 65,96% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.
Le regole del lockdown in vigore da oggi:
- è reintrodotto il divieto di lasciare la propria abitazione sia di giorno che di notte. Fanno eccezione l’acquisto di beni di prima necessità, motivi di lavoro, passeggiate, motivi di salute o assoluta necessità.
- negozi e attività commerciali dovranno rimanere chiusi, a eccezione di quelli di prima necessità (supermercati, farmacie, banche, uffici postali, etc.).
- ristoranti e bar rimarranno chiusi, ma sarà possibile l’asporto.
- i luoghi di cultura e di ritrovo rimarranno chiusi, tutti gli eventi in presenza sono annullati.
- le scuole rimarranno aperte ma senza l’obbligo di frequenza.
La fine è prevista per il 12 dicembre, ma dovrebbe continuare per chi non è ancora vaccinato.
Per gli ultimi aggiornamenti sulle regole in vigore per chi desidera muoversi tra Italia e Austria consiglio di seguire gli aggiornamenti della pagina Focus Coronavirus sul sito web dell’Ambasciata.
Le segnalazioni della settimana
- È attiva dalla settimana scorsa la nuova piattaforma Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente tramite la quale si potranno ottenere facilmente molti certificati anagrafici online, in maniera autonoma e gratuita, senza bisogno di recarsi a uno sportello. Per esempio il certificato di nascita, di residenza (anche AIRE) o lo stato di famiglia. Per accedere è necessario lo SPID o le credenziali della Carta d’Identità Elettronica.
- È stato pubblicato il bando della quinta edizione del premio “Italian Bilateral Scientific Cooperation Award”, destinato a scienziati italiani che abbiano dato un contributo di rilevanza nel settore della scienza e della tecnologia. Il termine per presentare le domande è il 31 dicembre, il bando completo è presente sul sito web dell’Ambasciata.
- La nostra lista Com.It.AT ha lanciato un questionario per sapere quali sono gli interessi e i bisogni della comunità italiana al fine di organizzare al meglio il nostro programma e iniziative. Per partecipare – non ci vogliono più di 5 minuti – basta premere qui: https://forms.gle/8FJBqcSZTxUw5TCy7. Tutte le informazioni saranno raccolte in forma anonima, il questionario rimarrà online fino al 30 novembre. Grazie!
- Sempre a riguardo del Comites, se vi siete registrati per le elezioni ma non avete ancora ricevuto il plico elettorale potete contattare da oggi la Cancelleria Consolare di Vienna all’indirizzo vienna.elettorale@esteri.it per ottenere un duplicato.
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