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La pandemia dei non vaccinati

Quasi 10.000 nuovi casi al giorno. Le terapie intensive che si riempiono. La prospettiva di un nuovo lockdown. Pensavo che non avrei dovuto più scrivere una frase del genere, e invece – dopo quasi due anni dall’inizio della pandemia – il coronavirus ha di nuovo l’Austria in pugno.

Come molti esperti già avvertivano da mesi, il basso tasso di vaccinazione nella popolazione, fermo al 66,8%, avrebbe portato a una nuova ondata. La variante delta sta facendo aumentare il numero di casi a una velocità mai vista prima. Mentre in Italia l’indice di contagio sui sette giorni è 57,5, la media austriaca è schizzata a 592,3.

E come mostrano le statistiche la maggior di coloro che si ammalano gravemente sono proprio i non vaccinati. Il governo austriaco ha quindi deciso l’introduzione immediata di nuove restrizioni, che entreranno in vigore da oggi per tutto il paese:

  • sarà permesso solo a vaccinati o guariti (regola-2G) l’ingresso in bar, ristoranti, alberghi, parrucchieri e agli eventi con più di 25 persone.
  • chi ha ricevuto una sola dose di vaccino avrà tempo quattro settimane per ricevere anche la seconda, in questo arco di tempo potrà accedere alle strutture indicate sopra presentando un test molecolare (PCR).
  • sul posto di lavoro rimane in vigore la regola 3-G, verranno quindi anche accettati i test (solo molecolari) per accedere.
  • viene reintrodotto l’obbligo d’indossare una mascherina FFP2 nei negozi, biblioteche e musei.

Sono misure credo tra le più restrittive in Europa per quanto riguarda le limitazioni per chi non è ancora vaccinato. Ma sembra che già solo l’annuncio abbia fatto un primo effetto. Nel fine settimana si sono infatti formate lunghe code presso tutti i centri vaccinali del Paese.

Si potrebbe dire “ben gli sta” ai non vaccinati, ma incolpare i cittadini di questa situazione secondo me non è giusto. Anche in Austria ci sono i “novax”, ma sono comunque una piccola parte della popolazione.

Il motivo per cui siamo di nuovo in questa situazione è purtroppo da cercare nella classe politica di questo paese. Il governo e in particolare l’ex cancelliere Sebastian Kurz ha gestito la pandemia fin dall’inizio come un patriarca: ferreo quando la situazione diventava drammatica e benevolo durante l’estate quando diventa comodo per raccogliere voti.

Invece di creare un senso di comunità, di fare un vero sforzo comune per uscire dalla pandemia, si è cercato soluzioni facili sostenute solo dai sondaggi. La campagna vaccinale è stata quindi debole, con poche informazioni. Già ad aprile il messaggio era stato che la pandemia fosse già finita, invece di cercare di spingere per le vaccinazioni.

Ma anche il modello federalista austriaco, che lascia grandissimi poteri decisionali alle regioni è stato una causa del fallimento. I governatori hanno applicato misure a piacimento, senza considerare la situazione nazionale, spesso solo per gestire i propri interessi. Ma in un paese così piccolo come l’Austria questo non può funzionare, e si vede ora nella differenza di vaccinati tra le varie regioni e quindi anche nel numero di casi.

Questa settimana i casi continueranno sicuramente a salire, vedremo presto se le misure ora in vigore saranno sufficienti o se lo scenario di un lockdown (alcuni dicono solo per alcune regioni) potrebbe diventare reale.

A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 72.546, di cui 1.903 ricoverati in ospedale e 365 in terapia intensiva. Le regioni con l’indice più alto di casi sono Salisburgo (913!), Alta Austria (906!) e Bassa Austria (641). Vienna è attualmente la più virtuosa, con un indice di “solo” 371. Il 66,8% della popolazione ha ricevuto almeno una prima dose di vaccino.

Le segnalazioni della settimana

  • Martedì 9 novembre alle ore 18:00 si svolgerà il prossimo incontro del Club di Lettura con la discussione di “La piccola Parigi”, di Massimiliano Alberti. L’autore – che vive a Vienna – avrà il piacere di essere presente durante la serata, e potremo discutere direttamente con lui del testo e della sua attività letteraria. Per l’ingresso saranno valide le norme vigenti anti-covid.
  • Sempre martedì 9 novembre alle ore 10 la Fondazione Migrantes presenterà il Rapporto Italiani nel Mondo 2021, per il quale anche io ho scritto un contributo sulla comunità italiana a Vienna e come questa ha vissuto la pandemia. Si potrà seguire la presentazione in diretta streaming tramite il canale Youtube della CEI.
  • L’11 Novembre in tutta l’Austria si celebra la festa di San Martino – una tradizione dell’Europa centrale in cui viene ricordato il Santo, vescovo di Tours. La festa è caratterizzata in particolare dall’usanza di una cena a base di oca ma anche da molte altre tradizioni per adulti e bambini. Per chi vuole saperne di più trovare un approfondimento sul blog.
  • Infine un breve aggiornamento riguardo al Comites: in base alle informazioni forniteci dal Consolato sono state quasi 500 le persone che si sono registrate per votare. Un grazie a tutti voi! I plichi elettorali arriveranno nelle prossime settimane. Nel frattempo stiamo continuando a lavorare “dietro le quinte” alle prime iniziative, vi informerò sicuramente nelle prossime settimane.

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A lunedì prossimo!

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Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

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