Da oggi a Vienna più di 200.000 studenti non andranno a scuola per una settimana. Non saranno – come forse state pensando – in quarantena, al contrario potranno godersi le “vacanze tra i semestri” (Semesterferien).
Questa chiusura avviene ogni anno a febbraio, ed ha origine negli anni ’70, durante la cosiddetta crisi energetica, quando a causa del brusco aumento del prezzo del petrolio, in tutti i paesi europei vennero introdotte varie misure per risparmiare sui consumi.
Una tra quelle più utilizzate e che si ricorda anche in Italia fu il divieto di circolare in auto in alcune giornate, o la riduzione dell’illuminazione stradale e commerciale. Ma in Austria il governo dell’epoca decise anche d’introdurre la chiusura di tutti gli edifici scolastici per una settimana durante il mese più freddo – febbraio per l’appunto – con l’obiettivo di risparmiare dunque sul riscaldamento e sull’elettricità.
A febbraio 1974 si svolsero quindi le prime “ferie energetiche” (Energieferien – questo il nome originale), ma il risparmio effettivo per il paese fu piuttosto limitato. La maggior parte degli austriaci utilizzarono infatti fin da subito questi giorni di vacanza per andare a sciare (o per viaggi in mete più calde), spostando quindi il consumo su alberghi, macchine e aeroplani.
L’effetto sul turismo (e quindi sull’economia) si dimostrò però così vantaggioso che ci si dimenticò ben presto dell’ideale con cui era stata introdotta questa settimana, e si decise quindi di mantenerla ogni anno. Il mese di febbraio è così diventato – anche grazie a giornate di vacanza simili in Germania e Svizzera – quello di maggiore guadagno per le aree sciistiche austriache (e alcuni dicono anche quello di maggiori consumi energetici).
Sideletters
La politica austriaca continua a riservare delle sorprese: la settimana scorsa sono infatti venuti alla luce dei documenti con accordi segreti siglati tra i partiti sia del primo governo Kurz (quello con il partito della libertà – FPÖ) che del secondo con i verdi (e che continua ancora oggi anche se con Karl Nehammer come cancelliere).
Queste cosiddette “sideletters” (qui gli originali) oltre a decisioni politiche che si erano volute tenere al di fuori dei contratti di governo ufficiali, contengono anche nomi e cognomi di persone vicine ai partiti che si era deciso fin dall’inizio d’installare nelle posizioni più importanti del paese.
Per quanto riguarda le aziende controllate dallo Stato e dove il governo avrebbe comunque avuto comunque l’ultima parola non c’è in realtà niente d’illegale, (anche se si potrebbe discutere a lungo di trasparenza dei processi di selezione), ma nei documenti si trovano anche indicate le persone che dovrebbero venire assegnate per esempio a guidare la radiotelevisione pubblica, che in Austria devono essere invece indipendenti per legge.
Che questi accordi fossero stati fatti tra il partito popolare (ÖVP) e il partito della libertà (FPÖ) si era già vociferato in passato e viste le attuali indagini e processi in corso non hanno stupito più di tanto.
Molti più problemi stanno invece creando al partito dei verdi (Die Grüne), che da sempre ha messo la trasparenza e la lotta al nepotismo come alcuni dei suoi principi fondamentali. La partecipazione e il programma (ufficiale) del governo era stato inoltre approvato dal congresso nazionale, ma questi documenti erano conosciuti solo da un ristretto gruppo dirigente.
Il vice-cancelliere e leader dei verdi Werner Kogler si è scusato per questa poca trasparenza, giustificandosi che questo era stato l’unico modo per formare una coalizione, scaricando quindi la “colpa” sull’ex cancelliere Kurz, e dicendo che comunque le decisioni al suo interno rimarranno valide.
Aggiornamenti Coronavirus
L’ondata legata alla variante omicron continua a imperversare in tutta l’Austria, con la settimana scorsa una media di 30.000 nuovi casi giornalieri. Come ormai si è capito grazie alla sua minore aggressività, ma sopratutto grazie alla maggior parte della popolazione già vaccinata, anche con un numero di casi così alto il sistema sanitario sta riuscendo a gestire la situazione.
Riguardo alle restrizioni in vigore, come accennato la settimana scorsa Vienna ha deciso di non seguire le linee guida del governo. In particolare si è deciso di mantenere la richiesta di certificato 2G (guarito o vaccinato) per accedere a bar e ristoranti (mentre nelle altre regioni è possibile anche solo con un test negativo). Dal 12 febbraio cadrà invece come nel resto del paese l’obbligo di 2G per accedere agli esercizi commerciali e nei musei (rimane obbligatorio l’uso della mascherina FFP2).
A oggi i casi attivi in tutta l’Austria sono 348.884, di cui 1.896 ricoverati in ospedale e 201 in terapia intensiva. Le regioni con l’incidenza dei contagi più alta sono il Tirolo (3.007), Vorarlberg (2.809) e Alta Austria (2.692). Il 69,3% della popolazione risulta protetta da un vaccino.
(Per rimane aggiornati sulle misure in vigore, sia in Italia che in Austria, vi consiglio come sempre la pagina Focus Coronavirus dell’Ambasciata di Vienna)
Dal blog
Questa settimana non ho altre segnalazioni, vi lascio quindi invece con qualche articolo ripescato dall’archivio del blog:
- Vienna Pass e City Card a confronto: una guida per scegliere la migliore carta sconti
- La “Werkbundsiedlung”: un progetto all’avanguardia per gli amanti dell’architettura
- Reddito di cittadinanza? In Austria c’è già e si chiama “Mindestsicherung”
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A lunedì prossimo!
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