Storia dell'Austria 10 commenti

Rodolfo d’Asburgo – un affascinante mistero

Quando si vuol parlare di Rodolfo d’Asburgo si parte sempre da lì: Mayerling, 30 gennaio 1889, ovvero il giorno in cui non solo la vita di un casato ma anche quella dell’intera Europa mutò improvvisamente. Sono trascorsi esattamente 125 anni dalla morte dell’unico figlio maschio di Francesco Giuseppe ed Elisabetta, tanto che ancora strane voci circolano su un presunto complotto ai danni dell’erede al trono.

Ma chi era il rampollo degli Asburgo e perché era così pericoloso agli occhi dei suoi contemporanei?

Intelligente, raffinato e perspicace ecco come appare Rodolfo fin dalla prima giovinezza, con tratti caratteriali derivanti sì dagli Asburgo ma maggiormente appartenenti al ramo materno dei Wittelsbach. All’erede al trono viene assegnato fin dall’infanzia un programma di studi abnorme che ne minerà il fisico e anche il fragile equilibrio psichico.

Profondo conoscitore delle lingue straniere, con le quali si distinguerà nei suoi numerosi viaggi all’interno dell’Impero, egli però si dedicherà sempre più allo studio delle scienze naturali in particolar modo all’ornitologia, studi che non potrà mai approfondire all’Università in quanto il padre lo indirizzerà alla carriera militare. La vita da “soldato” non impedirà però a Rodolfo di proseguire nella sua passione e redigerà alcune opere (la più famosa è “Quindici giorni sul Danubio“) di approfondimento in materia.

La vita militare, la febbrile attività da studioso, ed anche interessi più “leggeri” tengono però distante Rodolfo dalla vita politica della Hofburg, ma non volutamente, in quanto a non introdurlo nella “stanza dei bottoni” è proprio Francesco Giuseppe. Egli teme e diffida di questo figlio che definisce “chiacchierone”, non gradisce la cerchia di amici e collaboratori di cui si circonda (in particolar modo di ebrei e massoni) e critica le idee liberali del figlio, in modo particolare per quanto riguarda le alleanze internazionali e l’assetto istituzionale interno.

Rodolfo mal sopporterà questo, avvertendo le grandi nubi che si addensano sulla monarchia danubiana, comincia a redigere articoli firmati con lo pseudonimo “Julius Felix” sul quotidiano “Wiener Tagsblatt” dell’amico Moritz Sepz. Nel corso degli anni Rodolfo sarà sempre più spiato dalla polizia del primo ministro Taafe e del capo della polizia viennese Kraus, perché sospettato di tramare contro l’Impero stesso.

La parabola del Principe Ereditario sta giungendo sempre più veloce al termine corsa. A 23 anni si sposa con la principessa Stefania del Belgio, e dopo i primi anni di serenità matrimoniale culminata con la nascita della loro unica figlia Elisabetta, egli riprenderà una vita piuttosto stancante e, a causa depressione, ritorna agli antichi vizi: alcool e donne. Dopo un’avventura amorosa con una ballerina tzigana contrae la gonorrea e contagerà quindi anche la moglie, con l’infausta conseguenza che non potrà avere altri figli.

Tutto questo spinge Rodolfo sempre più verso l’abisso, e complice la malattia comincerà a far uso di morfina. Il 1888 sarà un anno disastroso, perché nonostante la simpatia che ancora gode fra i sudditi dell’impero, Rodolfo farà di tutto per farsi disprezzare all’interno della famiglia imperiale, arrivando anche a sparare al padre durante una partita di caccia a Muerzteg. Fortunatamente ad essere colpito al braccio è stato un solerte partecipante alla battuta, parandosi davanti all’Imperatore ed evitando un tragico epilogo a quell’episodio.

A seguito di questo avvenimento Rodolfo sarà tenuto a debita distanza dal padre che, non si fiderà più di lui, e questo influirà ancor di più sulla sua fragile personalità. Proporrà quindi all’amica di sempre (la prostituta Mitzi Caspar) un patto suicida, che lei rifiuterà categoricamente e che troverà invece risposta con l’ultima amante, Mary Vetsera, lui all’età di 30 anni e lei a soli 17.

Sono innumerevoli le “leggende” che circolano su questo caso: chi parla di complotto interno (ordito da Taafe e i conservatori), chi della pista internazionale (tedeschi e francesi), chi addirittura di assurde trame familiari (quindi opera di Francesco Giuseppe), chi pensa a questioni di onorabilità (si pensi ai fratelli Baltazzi, zii di Mary Vetsera). Anche Zita di Parma-Borbone, la moglie dell’ultimo imperatore Carlo I, aveva promesso di svelare la verità sul caso Mayerling, ma nella sua centenaria esistenza non ha rivelato alcunché.

La verità in fondo è quella più triste e banale. Rodolfo ha sempre avuto un carattere più debole rispetto al padre, una visione politica troppo anticipata rispetto ai tempi, e una predisposizione alla depressione caratteristica del ramo materno. Sicuramente una tempra e una costanza maggiore, unite ad una paziente attesa avrebbero impedito il declino psicologico di questo promettente rampollo imperiale e magari il corso degli eventi futuri avrebbe potuto assumere una valenza diversa. Ma qui (purtroppo) rimaniamo nel campo dei “forse”.

Rodolfo e Vienna

Il pittore Franz Xaver Pausinger, così descrisse il rapporto fra Rodolfo e la sua città natale:

“Forse non vi è stato ancora nessuno che abbia amato Vienna così intensamente come il principe ereditario Rodolfo. Quando si parla di Vienna o dei viennesi, gli si spalanca il cuore, e quando sente il dialetto viennese con i suoi suoni caldi, suadenti, il suo sguardo s’ illumina. E’ una splendida persona!”

Bibliografia e filmografia

Caro lettore, se sei arrivato fin qui vuol dire che la figura di Rodolfo ti appassiona ed affascina, proprio come a me. Quindi vorrei consigliarti qualcosa da leggere o da guardare, nulla di romanzato o idealizzato, ma che possa farti conoscere ed amare meglio la figura dello sfortunato Principe Ereditario.

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In viaggio verso Vienna… solo andata!

In Italia, da un pò di anni a questa parte, la fine degli studi universitari non rappresenta più “il trampolino di lancio”, “il traguardo”, “ tutti gli sforzi verranno ora ripagati”, “indipendenza e affermazione sociale” o, per dirla proprio in maniera più che materialista: lavoro, acquisto di una casa… l’inizio di una vita dignitosa da adulti insomma!

Il post-laurea con tutte le sue aspettative e progetti si riduce a poche, tuttavia estenuanti e degradanti domande di lavoro, negoziando sulla paga ed implorando per un contratto,che puntualmente viene negato, attese infinite agli uffici di collocamento, e rifiuti senza una spiegazione plausibile.

Trascorso un anno di tentativi falliti, rifiuti, graduatorie irremovibili, concorsi pubblici “di facciata” ho deciso di partire e tentare una nuova vita. Così dopo un lavoro stagionale (grazie al quale ho potuto pagarmi il biglietto aereo) ho iniziato a progettare la mia fuga dall’ Italia, paese al quale sono legata e che amo ma assolutamente invivibile al momento!

Ho iniziato quindi un’ assidua ed approfondita ricerca di un posto che innanzitutto offrisse lavori per insegnanti certificati di lingua italiana e che mi consentisse di continuare a parlare il Tedesco, studiato all’ università. Dopo un’ attenta analisi la mia scelta è caduta su Vienna.

Città meravigliosa, ricca di spazi verdi, in grado di offrire una buona qualità di vita anche a chi viene da fuori e un ottimo sistema sanitario. E poi c’è una piccola ma ben radicata comunità italiana…e questo mi ha rassicurata ulteriormente!

Senza perdere altro tempo ho applicato online per un lavoro come insegnante di italiano per stranieri in un eccellente istituto privato di lingue a due passi dal centro di Vienna. Senza alcun tipo di certezza, ma con tanta tantissima speranza, ho ricevuto risposta il giorno stesso. Concordato quindi il colloquio entro le 2 settimane successive ho subito iniziato la ricerca di un volo e di un alloggio.

Anche in questo caso il web è stato un valido alleato fornendomi delle soluzioni ed offerte interessanti per entrambi. Sul portale Volo24.it. ho trovato diversi voli low-cost diretti a Vienna.

Mentre per dormire, tramite un passaparola di alcuni italiani che vivono da molti anni a Vienna, ho trovato sistemazione in casa di una famiglia austriaca. Per i primi tempi va più che bene!

È così che preparati i bagagli, salutati amici e parenti e fatto un respiro profondo sono partita. Come tanti miei coetanei sto dando inizio alla mia nuova vita, e la voglia di farcela e di scoprire questa magnifica città, bella da vedere e super vivibile sotto ogni aspetto, è davvero tanta!

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I ristoranti con stelle Michelin di Vienna

Sebbene in Austria non venga pubblicata una propria versione della famosa guida Michelin per ristoranti, Vienna (e Salisburgo) sono però comprese nella guida Main Cities of Europe, dove vengono recensiti i migliori ristoranti delle più importanti città d’Europa.

Scrivo subito che in Austria non c’è nessun ristorante che abbia ottenuto le prestigiosissime 3 stelle Michelin (il massimo raggiungibile).

Ma questo non vuol dire che manchi la qualità. Anche il famosissimo Noma di Copenhagen – da molti considerato attualmente il migliore ristorante al mondo – sulla guida Michelin ottiene infatti solo due stelle.

Di seguito la lista dei ristoranti stellati di Vienna:

Due stelle

Una stella

Bib gourmand

I cosiddetti “Bib Gourmand” sono ristoranti che vengono segnalati nelle guide Michelin per proporre una cucina regionale di qualità con un menu completo a meno di 35 €.

  • Meierei im Stadtpark
  • Tempel
  • Vestibül
  • Artner auf der Wieden
  • Freyenstein
  • Tian
  • Eisvogel
  • Limes

Nota: I dati si riferiscono alla guida Michelin Main Cities of Europe 2013.

Se siete già stati in uno (o più) dei ristoranti elencati, mi piacerebbe sapere se secondo voi meritano le stelle Michelin!

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Aspettando l’inverno a Vienna…

Quest’anno l’inverno a Vienna sembra non essere ancora arrivato.

Le temperature gelide e il vento freddo che solitamente attanagliano la città non si fanno ancora sentire, e la neve non si è vista a parte qualche fiocco prima di Natale.

Sarà quindi un inverno… senza inverno? Non vi rallegrate più tanto, le previsioni indicano infatti che proprio questo fine settimana le temperature scenderanno (finalmente?) sotto lo zero!

 

 

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Cosa pensano gli austriaci dell’Italia?

Sicuramente c’è chi la ama e chi la odia, colui che ci va in vacanza e colei che proprio non riesce ad andarci, quello che la vede con sospetto e quella che si lascia incantare… le risposte a questa domanda saranno molteplici come differenti sono le persone alle quali si porrà questa domanda.

E allora forse è meglio un’altro approccio per avere un minimo di risposta alla nostra domanda, ovvero tramite la musica!

Di seguito ho elencato 3 canzoni “nazionalpopolari” che in qualche modo hanno a che fare con l’Italia.

Ascoltatele e se vi sentiste offesi non prendetevela troppo, anche se in qualche caso piene di stereotipi e luoghi comuni sono pur sempre un tributo al Belpaese!

Falco – “Junge Römer”

Johann “Hans” Hölzel, in arte Falco: sicuramente il più famoso dei 3 artisti. Negli anni 80 ha dominato la scena musicale di lingua tedesca, arrivando pure al primo posto dei Billboard Charts con “Rock me Amadeus”, primo cantante di lingua tedesca a riuscire in questa impresa.

La canzone “Junge Römer” é tratta dall’omonimo secondo album di Falco, che per l’artista però si rilevò un flop in termini di vendite.

La canzone composta da 3 strofe, viene cantata in 3 lingue: tedesco, italiano e inglese. Può essere forse vista come un tributo alla città capitolina e alle sue notti di festa dove si balla fino al mattino aspettando il nuovo giorno.

Reinhard Fendrich – “Strada del sole”

Reinhard Fendrich: uno degli esponenti del cosiddetto “Austropop”, genere musicale di cantautori austriaci, che cantano in dialetto. Assieme a Wolfgang Ambros e Georg Danzer ha dato vita al gruppo “Austria 3“, che fino alla morte di Danzer ha spopolato in tutto il paese. Fendrich ha anche composto “I am from Austria” ritenuto da tanti l’inno ufficioso dell’Austria.

In “Strada del sole” canta le vicende di una ragazzo che va in vacanza in Italia con la fidanzata e se la vede soffiare da un’italiano con “l’Alfa Romeo” e “molto potente”. Alla fine se ne ritorna a Vienna infischiandosene delle città che voleva vedere, meglio allora andare dai propri “Kumpani” al “Gänsehäufel” (stabilimento balneare sul Danubio). Canzone molto ironica, che gioca con le parole italiane che si conoscono o vengono usate nel linguaggio austriaco.

EAV –  “Heisse Nächte (in Palermo)”

Erste Allgemeine Verunsicherung, abbreviato EAV: gruppo musicale che si potrebbe definire gli “Elio e le storie tese” austriaci. Cantano canzoni dal testo demenziale ed irriverente, in alcuni casi con allusioni e critica specifica alla società, politica e chiesa. Alcune loro canzoni sono state oggetto di aspre critiche e furono censurate. Gli EAV sono comunque un gruppo molto famoso, che ancora oggi riesce a attirare molta gente. Si autodefiniscono un gruppo puramente di intrattenimento e divertimento.

La canzone “Heisse Nächte (in Palermo)” tratta di un boss mafioso che racconta alla sua famiglia come un tempo tutto era migliore e che invece ore é diventato tutto più difficile, perché nessuno si lascia più corrompere. Il testo é ovviamente pieno di stereotipi e luoghi comuni mafiosi e parole che sono conosciute nel gergo austriaco.

E voi conoscete altre canzoni di artisti austriaci, che hanno a che fare con l’Italia?

Curiosita' 3 commenti

Non provare ad essere una mela se sei una banana!

Chi di voi ha già preso almeno una volta il tram della linea 5 avrà sicuramente notato sul muro di una casa la seguente gigantesca scritta

Don’t try to be an apple if you are a banana, you’ll always be a second rate apple.

Il proverbio si può tradurre in italiano più o meno come “non provare ad essere una mela se sei una banana, perché rimarrai sempre una mela di seconda scelta“.

Questa misteriosa opera è stata ideata dell’artista Julie Hayward, ed è posta sulla parete esterna della palestra della scuola comunale situata nella Blindengasse 22–24.

Sul suo sito web l’artista spiega che lo scopo dell’opera è di far riflettere sul concetto dell’appartenenza ad un gruppo e di come spesso questo diventi un obbligo attraverso cui si perde la propria individualità, in particolare per i bambini/ragazzi nelle scuole.

La frase vuole quindi essere un indirizzata proprio agli studenti “diversi dagli altri”: se siete una “banana” non vi dovete sentire obbligati ad adattarvi alla maggioranza e diventare una “mela”, ma potete seguire la vostra strada senza paura.

Se si riflette si può però anche leggere un’altro significato completamente diverso nella frase, ovvero di non provare proprio a diventare qualcosa di diverso, ma di rimanere semplicemente quello che si è, perché cambiare è impossibile.

In un ottica pessimista la frase ci vuole quindi forse dire che le ambizioni sono solo dei sogni: se sei una banana storta non riuscirai mai a diventare una bellissima mela, e quindi è meglio lasciare perdere fin dall’inizio.

E voi cosa ne pensate di questa frase? Vi sentite come una banana o come una mela?

Musica 4 commenti

Come ascoltare le radio italiane all’estero

Anche dopo l’avvento di televisione e internet, la radio rimane uno dei mezzi di comunicazione più usati per ascoltare musica e informazioni.

Dopo tanti anni a Vienna mi sono abituato ad ascoltare le emittenti radiofoniche austriache, ma bisogna ammetterlo, non sono molte e non ho mia ritrovato la stessa qualità e varietà di quelle italiane.

Per fortuna oggigiorno grazie ad Internet è molto semplice ascoltare la maggior parte delle stazioni radio italiane tramite streaming.

Di seguito ho quindi raccolto una lista delle radio italiane più famose che si possono ascoltare in streaming:

Avete altre radio italiane da segnalare che si possono ascoltare all’estero?

Austria Lascia un commento

Le bandiere e gli stemmi degli Stati Federali (Bundesländer) dell’Austria

L’Austria è una repubblica federale costituita da 9 stati federati, chiamati in tedesco Länder, ma più spesso viene utilizzato il termine Bundesländer (singolare Bundesland) .

Ogni Bundesland ha una propria bandiera (Landesflagge) e un proprio stemma (Landeswappen) distintivo, interessanti da conoscere per scoprire le particolarità di ogni regione austriaca.

Per chi vuole approfondire il tema consiglio inoltre la lettura degli articoli sulla storia e il significato della bandiera e dello stemma dell’Austria e sull’inno nazionale austriaco.

Burgenland

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Kärnten (Carinzia)

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Niederösterreich (Bassa Austria)

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Oberösterreich (Alta Austria)

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Salzbug (Salisburgo)

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Steiermark (Stiria)

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Tirol (Tirolo)

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Voralberg

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Wien (Vienna)

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Bambini Un commento

Visitare i musei di Vienna con i bambini

Ogni genitore sa che visitare un museo con i bambini può spesso diventare una esperienza molto faticosa. Vienna però anche questa volta stupisce per la varietà e la qualità dell’offerta dedicata proprio ai più piccoli, con musei e visite guidate dedicate proprio ai bambini.

Iniziamo subito con lo ZOOM Kindermuseum presso il Museumsquartier, dovei bambini sono liberi di scoprire ed esplorare l’arte attraverso mostre interattive non solo da guardare, ma anche da provare!

Il museo è suddiviso in varie aree adatte all’età dei bambini, per esempio lo ZOOM Ocean per i più piccoli da 0 a 6 anni, dove giocare con i materiali dell’arte, e lo ZOOM Atelier, dove i bambini potranno partecipare a divertenti workshop e creare le loro prime opere d’arte. E per i più grandi c’è il ZOOM Trickfilmstudio, dove creare divertenti cartoni animati(consigliato per bambini dagli 8 ai 14 anni).

Al Palazzo di Schoenbrunn il museo interattivo per bambini permetterà ai più piccoli di scoprire i segreti della vita di corte dei rampolli imperiali. Alla fine della visita i bambini potranno inoltre provare i travestimenti per trasformarsi in principini e principesse.

Da non perdere secondo me inoltre una visita al Museo di Storia e Scienze Natuali (Naturhistorischesmuseum), in particolare la stanza con le riproduzioni dei dinosauri, oppure il Museo della Tecnica (Technisches Museum), con tantissimi esperimenti da provare che entusiasmeranno sicuramente anche i più grandi.

Per i bambini musicisti è d’obbligo una visita alla Casa della Musica (Haus der Musik) e in particolar modo il “direttore virtuale”, tramite il quale sarà possibile dirigere la filarmonica di Vienna nell’esecuzione delle più famose opere di Mozart.

Anche i musei più famosi di Vienna, come l’Albertina, il Leopold Museum, il Mumok e il Belvedere offrono visite guidate e workshop per bambini e famiglie per approfondire la conoscenza dell’arta in modo giocoso. Purtroppo queste opportunità sono quasi esclusivamente in tedesco, vi consiglio eventualmente di guardare sulle pagine dei musei per visite in inglese o fare eventuale richiesta per una visita in italiano.

Vi ricordo infine che tutti i musei elencati sono ad ingresso gratuito per i visitatori fino a 19 anni, un motivo in più per trascorrere una giornata con i bambini al museo!

Vienna Lascia un commento

Il 2013 di QuiVienna: un anno fantastico!

Il 2013 è stato un bellissimo anno per QuiVienna e il merito va tutto a voi lettori: più di 130.000 persone hanno visitato il blog e più di 400.000 sono state le pagine lette!

Sono stati pubblicati più di 130 articoli, molti dei quali scritti dai nuovi collaboratori che si sono aggiunti quest’anno a QuiVienna, che voglio ringraziare particolarmente (se non conoscete i nuovi autori li trovate nella pagina “Chi Siamo“).

Oltre agli articoli quest’anno ci sono state varie iniziative che mi fa piacere ricordare:

Il 2014 sarà un anno pieno di nuove idee e progetti, con i quali spero di rendere QuiVienna ancora più utile per gli italiani a Vienna e per tutti coloro che amano questa città.

Se avete proposte per migliorare QuiVienna ogni consiglio, idea e anche critica è sempre la benvenuta. Li potete scrivere nei commenti o inviandomi un messaggio tramite la pagina dei contatti.

Vi auguro un buon inizio di 2014 e continuate a seguirci!