Alcuni di voi lo hanno forse già scoperto: QuiVienna da qualche giorno ha un forum dove poter discutere, scambiare informazioni e consigli, organizzare incontri o semplicemente fare quattro chiacchiere tra amici “digitali”.
Il QuiVienna Forum è un servizio aggiuntivo e complementare al blog, che penso possa essere utile come punto di incontro per la comunità italiana a Vienna, e per tutti coloro che ne vogliono diventare parte.
Anche chi vuole conoscere Vienna solo da “turista” avrà comunque un suo spazio dove poter organizzare la propria vacanza al meglio grazie ai consigli di chi ci è già stato o di chi vive a Vienna.
Al momento nel forum di QuiVienna sono presenti le seguenti sezioni:
Vivere a Vienna
Spazio dedicato agli italiani che vivono a Vienna: informazioni e consigli pratici ma anche considerazioni sulla città e la sua società.
Vacanze a Vienna
Consigli e informazioni per una vacanza a Vienna: l’organizzazione del viaggio, consigli per mangiare e dormire, le cosa da fare e da vedere.
Trasferirsi a Vienna
Qui si possono condividere le proprie esperienze personali e le proprie motivazioni nel trasferirsi a Vienna, ma anche scambiare informazioni e consigli su casa e lavoro, scuola ed università…
Eventi e incontri
Vuoi condividere degli eventi imperdibili a Vienna? Vuoi organizzare una pizza fra italiani? Ecco il posto giusto per organizzarsi.
Intanto in Italia…
Qui si può discutere dell’Italia e delle vicende italiane viste da fuori.
Inoltre è presente una “bacheca” per le offerte di lavoro e per la ricerca di stanze e appartamenti.
Vi aspettiamo sul forum di QuiVienna! Iscriviti adesso, è semplice e gratis!
L’autunno sta arrivando anche a Vienna.
Il vento che si insinua tra i vestiti e le giornate sempre più corte ci ricodano di iniziare a controllare il riscaldamento e di tirare fuori la giacca invernale, per prepararsi al sempre (troppo) lungo inverno di Vienna.
Ma fuori dalle case l’autuno porta anche bellissimi colori – nei parchi, sulle strade e nel cielo – raccolti in queste prime impressioni.
(Premete sulle immagini per ingrandirle)
(Foto di Michele Salmi)
Gli italiani che si trasferiscono a vivere in Austria stanno diventando sempre di più. In base ai dati AIRE aggiornati a Gennaio 2013 gli italiani residenti in Austria sono 21.581, su un totale di 4.341.156 italiani residenti all’estero.
In un articolo di un po’ di tempo fa avevo trovato il numero degli italiani residenti in Austria in base alle cifre dell’ufficio per le statistiche austriache (Statistik Austria), che calcolava (al 1. Gennaio 2012) 26.278 italiani residenti in Austria.
I nuovi dati AIRE ci permettono di sapere proprio quello che mancava nell’altro articolo, ovvero la regione di provenienza degli italiani residenti in Austria, come mostrato nella seguente tabella:
Abruzzo | 233 |
Basilicata | 148 |
Calabria | 421 |
Campania | 953 |
Emilia Romagna | 505 |
Friuli Venezia Giulia | 1.799 |
Lazio | 1.248 |
Liguria | 324 |
Lombardia | 1.638 |
Marche | 232 |
Molise | 64 |
Piemonte | 570 |
Puglia | 884 |
Sardegna | 340 |
Sicilia | 1.010 |
Toscana | 581 |
Trentino Alto Adige | 8.709 |
Umbria | 96 |
Valle D’Aosta | 24 |
Veneto | 1.802 |
Dai dati si nota una fortissima predominanza degli italiani provenienti dal Trentino Alto Adige, molto probabilmente persone di lingua tedesca che si sono spostate in Austria. A seguire ci sono gli italiani provenienti dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia, molto probabilmente a causa della vicinanza geografica.
E voi da dove venite?
Mi è sempre piaciuto l’autunno, fin da piccolo le giornate di fine settembre mi mettevano allegria, nonostante l’estate dei giochi dovesse lasciare spazio alla scuola.
Ancora adesso questa è la stagione che preferisco e così, in una mattina quasi autunnale, sotto una lieve pioggia e un cielo grigio, accompagno Martino a scuola, Marianna all’asilo e salgo sul treno diretto per Klagenfurt, dove il giorno dopo, sabato 21 settembre, si corre il Wörthersee Trail Maniak.
Sul treno mi gusto il paesaggio, sfoglio giornali, ascolto musica, ma soprattutto mi leggo il racconto che il mio caro amico Fabrizio mi ha inviato al termine della sua gara attorno al Monte Bianco. Una frase mi colpisce, quella in cui Fabrizio descrive i giorni prima della gara:
“Ancor prima di vivere l’attimo, la montagna sapeva come toccare le nostre corde emozionali: non sono forse il sognare o l’attendere, un dono meraviglioso già di per sé?”
Già, Fabrizio ancora una volta con la sua sensibilità, con poche parole ha dipinto lo stato d’animo che mi pervade in questo viaggio. E mi ripeto nella mente le sue parole mentre Klagenfurt si avvicina.
Arrivato in città, lascio il mio zaino nell’alberghetto che ho prenotato e mi avvio verso il lago dove si trova il centro organizzativo della gara per ritirare il pettorale. Arrivato nella “Trail City”, come è stata battezzata l’area, noto le differenze rispetto alla Veitsch Alpinmarathon, che ho corso lo scorso giugno con l’amico Igor. A Veitsch l’organizzazione era molto più rustica, ma comunque simpatica ed efficiente.
Qui tutto è curato e professionale (effettivamente, il costo d’iscrizione è ben il doppio). Ritiro il pettorale e il pacco gara, che contiene tra l’altro una bella maglietta con la poco scaramantica scritta FINISHER, e mi mangio un piatto di pasta offerto dall’organizzazione in riva al lago. Il sole scalda parecchio e ora non sembra più che l’autunno sia alle porte.
La mattina successiva la sveglia suona presto e alle 6, nella sala colazione dell’albergo incontro diversi altri concorrenti. E così, stupito nel vedere tanta gente a quest’ora di mattina, strizzata dentro pantaloncini e magliette aderenti e coloratissime, il padrone dell’albergo domanda informazioni sulla corsa. Ha l’aria di chi ci giudica degli svitati che non hanno nulla di meglio da fare, e magari ha ragione!
Esco dall’albergo e l’aria fresca mi sveglia definitivamente.
In attesa della partenza, per scaldarmi un poco, cammino sul lungolago e la mia vista è inevitabilmente catturata da piccoli nuclei familiari e coppie di fidanzati in cui i bimbi e le mogli o le compagne incoraggiano e riscaldano in un abbraccio i loro papà prima del via.
Non posso negare di invidiarli, mi manca la gioia di poter vivere un momento così e quindi, con discrezione, rubo con gli occhi un briciolo della loro intimità e la faccio mia. Vengo riportato alla realtà dopo pochi minuti dalla musica degli AC/DC che richiama i corridori verso la partenza e, con Thunderstruck in sottofondo, lo speaker incomincia il conto alla rovescia: “Ziehen, Neun,…Fünf,…Drei, Zwei, Eins! Los Geht’s”.
Poche centinaia di metri sul lungolago e ci si tuffa nel bosco. Fa ancora freddo, ma non c’è vento e cosi ci si riscalda in fretta. Mi godo l’autunno che qui, nel bosco rivolto a sud e cotto dal caldo dell’estate, è decisamente cominciato: le foglie cadute frusciano sotto i piedi, la terra umida e i funghi emanano un il loro profumo caratteristico.
Dopo un tratto di qualche chilometro a saliscendi arriva la prima discesa su un bel sentiero terroso: mi lancio! Favoloso, non sono mai stato un discesista, eppure qui è come se stessi compiendo una metamorfosi, scendo veramente a velocità doppia rispetto ai molti concorrenti eppure avverto sicurezza e ne sorpasso parecchi, balzando con entusiasmo tra sassi e radici. Mi chiedo se gli allenamenti dietro casa, su e giù dall’Hameau e dall’Hermannskogel stiano dando i loro frutti.
Al termine della discesa mi chiedo anche se ho esagerato, perché so che c’è il rischio che i quadricipiti mi presentino il conto nella seconda parte della gara. Non fa nulla, non mi risparmio e così farò per tutte le discese del percorso, fino all’ultima, senza avvertire particolari sofferenze. Quindi, grazie Wienerwald!
Poco dopo il 20km, ad un ristoro acchiappo un bicchiere convinto che sia un integratore salino…ma, appena buttatone giù un sorso mi accorgo che è Red Bull. E certo, non poteva mancare la bevanda nazionale. Poco dopo, sposto gli occhi più in là e vedo un bel vassoio di cetrioli, cosa mai vista in nessuna delle gare cui ho partecipato finora. E così decido di completare la mia nemesi austriaca e ne acchiappo due belle fette, olé! In effetti l’esperimento funziona, tanto che ne prenderò sempre qualche fetta anche nei ristori successivi per avere in bocca un sapore diverso da quello dei seppur utili integratori.
Ripartito, costeggio una casa con due alberi di mele che hanno lasciato cadere i loro frutti a terra, il profumo inebriante accompagnato dal sole tiepido mi emozionano ed entusiasmano ancora di più. E altrettanto lo fa il tratto che costeggia il piccolo Forstsee, anch’esso irradiato di sole. E rallento volutamente, mi fermo per gustarmi il momento. Non c’è fretta, anche se sono in gara non c’è proprio motivo di trascurare il piacere di godere delle bellezze della natura. Sono qui innanzitutto per questo.
“Atterrato” a Wenden, dopo una bella e veloce discesa, avverto un contrasto marcato con quanto vissuto finora: l’atmosfera selvatica del bosco qui, attraverso i vicoletti e il lungolago, scompare naturalmente per lasciare spazio a rumori e colori caratteristici di un posto elegante e tranquillo, forse un po’ troppo patinato per i miei gusti, ma non così tanto da infastidirmi.
Tra i passanti colgo diverse voci italiane e immediatamente un pensiero mi interroga:
“chissà se sono alcuni dipendenti di quelle famose aziende fuggite dalla povera Italia per approdare in Carinzia, attratte da una fiscalità più favorevole e infrastrutture più moderne”.
Con questo pensieri in testa, mentre termino il tratto sul lungolago per rientrare nel naturale abbraccio del bosco, mi rendo conto di essere proprio fortunato. In effetti io sono arrivato a Vienna per scelta con un buon lavoro già in tasca e non in fuga dall’Italia, come invece diversi giovani connazionali di cui leggo su internet le fatiche e spesso le delusioni.
Corro su un bel sentiero in saliscendi, tratti con alberi fitti si alternano a piccole radure e osservo quanto il bosco qui, sul lato opposto del lago, quello che guarda a Nord, sia differente dal precedente. Qui la vegetazione è ancora decisamente rigogliosa, viva, è ancora estate. Come se il bosco voglia concedersi un ultimo momento di verde trionfo al termine di un’ estate troppo calda.
E arriva anche il momento della salita al Pyramidenkogel, la più lunga di tutta la gara. Poca cosa rispetto ad altre salite che ho affrontato in altre gare, sulle mie amate Grigne nel lecchese per esempio, ma ci sono già 35km nelle gambe e più di 20 ancora da fare. Non si corre quindi, solo un bel passo svelto e qui gli allenamenti sul Kahlenberg danno qualche frutto.
In effetti Vienna non ha grandi montagne attorno, ma rispetto a Milano è un paradiso da questo punto di vista. In vetta al Pyramidenkogel, uno sguardo veloce all’Aussichtsturm col suo scivolo elicoidale e al Wörthersee sottostante e un bel bicchiere di mineral sportsuppe tiepida (un’altra delikatessen austriaca) e giù, di nuovo veloce in discesa.
La stanchezza si fa sentire, ma tutto sommato le gambe girano ancora bene: sarà merito dei rustici cetrioli o dei supertecnici pantaloncini compressivi che indosso per la prima volta? Forse entrambi, ma il vero doping è l’entusiasmo: legale e oggi abbondante.
Il percorso ci fa costeggiare un piccolo lago dove vedo un ragazzino che pesca: tre canne appoggiate sui treppiedi e lui seduto su una sdraio a giocare o mandare messaggi col telefonino. E allora penso a mio nonno, a quando mi portava a pescare sull’Adda: io non riuscivo a stare fermo con la canna da pesca in mano, correvo e saltavo e facevo cadere sassi in acqua, altro che telefonino. Pochi pesci ma tanta gioia.
Mi scuoto: sto diventando bacchettone e melanconico, forse per via della stanchezza. E allora spengo i pensieri e mi metto gambe in spalla (si fa per dire…) e via verso il traguardo.
L’ultimo chilometro è accompagnato dalla musica che proviene dal traguardo che cresce col diminuire della distanza. Un piccolo crampo dispettoso ferma però la mia corsa a poche centinaia di metri dal traguardo. Nulla di grave, quattro passi e riprendo a correre sempre più veloce (ancora: si fa per dire…). Salgo sulla passerella galleggiante molto scenografica per gli ultimi venti metri fino alla linea di arrivo: è fatta! Tra poche ore si torna a vedere i sorrisi di Mirella, Martino e Marianna.
In conclusione, qualche numero: il Trail Maniak Wörthersee è lungo 57km, con 1800m di dislivello positivo (la cosiddetta salita). Ho impiegato 6h 39′ 45“, arrivando 76mo su 223. All’interno della medesima manifestazione ci sono anche corse più “brevi”, da 30km e da 15km
Torna anche quest’anno l’appuntamento con la Lunga Notte dei Musei di Vienna.
Nella notte tra il 5. e 6. Ottobre 2013 (dalle 18:00 all’1:00) sarà possibile visitare tutti i musei di Vienna con un solo biglietto.
In tutta l’Austria sono più di 600 i musei aderenti all’iniziativa, e più di 100 solo a Vienna.
Il costo del biglietto è di € 13,- (ridotto € 11,-), acquistabile presso tutti i musei aderenti all’iniziativa.
Tutti i musei di Vienna prendono parte alla manifestazione, dai più grandi come Albertina e MUMOK ai più piccoli e sconosciuti.
Se volete andare ai musei più importanti di Vienna non aspettatevi quindi una visita tranquilla. Spesso è infatti necessario farsi largo tra la gente per riuscire a vedere le opere, e dopo una certa ora si possono formare anche code davanti agli ingressi.
Una possibilità per evitare il caos è utilizzare questa occasione per andare alla scoperta dei musei più piccoli e curiosi presenti a Vienna, che altrimenti difficilmente si visiterebbero in altre occasioni.
Vorrei segnalare credo l’unico artista italiano contemporaneo che parteciperà all’evento, ovvero Aldo Giannotti, presente con le sue opere all’interno della mostra INNENaußenINNEN / Der nicht digitale virtuelle Raum presso la Kunstraum Niederösterreich.
Alle ore 19:00 si terrà una performance dell’artista intitolata “Italian Square”.
Maggiori informazioni http://langenacht.orf.at/
Ogni anno Vienna si posiziona tra i primi posti delle città con la migliore qualità della vita: servizi che funzionano, situazione politica stabile, trasporti pubblici efficienti e molto altro ancora.
In molti però si chiedono ancora se sia possibile che in una città con più di 1,5 milino di abitanti anche il tasso di criminalità sia veramente basso.
Insomma, è Vienna una città sicura?
Se me lo chiedessero a me, direi immediatamente di sì.
Quando prendo la metropolitana non ho paura che mi rubino il portafogli, non conosco zone della città che siano “pericolose” o da evitare e anche se sono in giro da solo di notte non ho il timore di guardare dietro ogni angolo cosa mi aspetta.
Certamente ci sono stati di amici a cui hanno rubato il portafogli o sono entrati i ladri in casa, ma sono tutto sommato casi abbastanza isolati.
Andando però a cercare dati più oggettivi rispetto alla mia esperienza che mettano anche a confronto Vienna con altre città europee per quanto riguarda la criminalità, esce un quadro sicuramente interessante.
In base ad una inchiesta che mette a confronto le capitali di tutte le nazioni dell’Unione Europea, le persone a Vienna che sono state vittime di un atto di criminalità almeno una volta nella vita sono il 17% , esattamente allo stesso livello di Roma.
Entrambe sono però posizionate molto più indietro rispetto alla prima classificata – Londra – dove ben il 32% delle persone intervistate hanno detto di essere state vittima di un atto di criminalità.
Interessante è anche un’altra ricerca che ha messo a confronto il senso di sicurezza percepito tra gli abitanti di Vienna, Cracovia, Amburgo, Budapest e Amsterdam.
I risultati mostrano che – sebbene ai viennesi piaccia lamentarsi su qualunque cosa – in realtà il senso di sicurezza è molto alto. Meno del 10% ha infatti paura di essere vittima di un delitto, mentre a Cracovia più del 40%, sebbene il tasso di criminalità in entrambe le città risulti pressochè identico.
Queste ricerche sembrano insomma mostrare un quadro interessante: il tasso di criminalità di Vienna è più o meno allo stesso livello di molte altre città europee, ma grazie all’altissima qualità della vita viene percepita molto meno.
Quali sono le vostre esperienze con la “criminalità a Vienna”? Pensate che Vienna sia una città sicura?
Se state programmando un viaggio a Vienna sicuramente nel vostro bagaglio non può mancare una guida turistica.
Sebbene oggigiorno molte informazioni si possano trovare tramite i molti utili siti web – come QuiVienna :-) – solo una guida turististica vi darà un quadro completo e dettagliato di ogni aspetto della città che andrete a visitare.
Nella selezione della guida turistica per il vostro viaggio bisogna fare un po’ di attenzione: la scelta è ampia e ogni libro è sempre un po’ diverso dall’altro, inoltre bisogna stare attenti che le informazioni siano aggiornate e quindi ancora valide per il vostro viaggio.
Per darvi una mano sono andato a sfogliare le più importanti guide turistiche in italiano su Vienna, e vi segnalo quelle che secondo me sono le migliori:
La guida Mondadori di Vienna è particolarmente interessante soprattutto per le vedute tridimensionali invece della solita cartina (comunque presente alla fine del libro).
Tramite esse è infatti secondo me più facile orientarsi e non perdere nessuno dei tantissimi dettagli presenti nel libro.
Inoltre sono riportati tre itinerari a piedi per scoprire la città, oltre a centinai di fotografie e illustrazioni, sia dei monumenti che dei musei.
Le guide Lonely Planet sono tra le più conosciute e vendute al mondo, e anche quella su Vienna non è da meno.
Scritta da due autori esperti, contiene informazioni veramente dettagliate su strade, monumenti e luoghi da non perdere.
Inoltre con più di 250 consigli su negozi, ristoranti e locali, il tutto in una edizione aggiornata ogni anno.
Le guide National Geographic sono da generazioni sinonimo di amore per la scoperta e l’esplorazione.
Per farvi conoscere Vienna in modo nuovo e stimolante, sono stati scelti luoghi caratteristici e interessanti sia tra quelli più famosi sia tra quelli meno conosciuti.
La guida, oltre a suggerire alcuni itinerari, contiene dettagliate descrizioni dei luoghi ed informazioni generali, approfondimenti di storia, cultura e vita quotidiana.
Informazioni turistiche complete, inclusi alberghi, ristoranti, negozi, divertimenti e attività. Il tutto realizzato con una grafica semplice e di facile utilizzo.
La guida su Vienna della collana Top10 è un libro utile per organizzare una breve vacanza a Vienna senza perdere i luoghi e monumenti più importanti.
In un formato tascabile, raccoglie per ogni distretto le 10 cose da non perdere assolutamente.
Tripadvisor, il portale di recensioni di alberghi ma soprattutto ristorati, è diventato negli ultimi anni una vera e propria “Bibbia” del mangiare sia in Italia che all’estero.
Frequentatissimo dagli appassionati del cibo, una serie di recensioni positive possono lanciare qualunque ristorante semisconosciuto nell’olimpo della mondanità, e allo stesso tempo troppe recensioni negative possono mandare in rovina anche i migliori cuochi.
Utilizzandolo spesso quando sono in viaggio, sono andato a cercare per curiosità quali sono i ristoranti più consigliati da Tripadvisor per Vienna, ecco la classifica attuale:
Con mia sorpresa tra i ristoranti di questa classifica conoscevo solamente il Steierereck, ma penso che il motivo sia semplice: quasi tutti sono ristoranti “stellati” o da “guida michelin” e quindi non adatti alle tasche di noi comuni mortali…
Mi ha comunque stupito non trovare tra i migliori ristoranti di Vienna (anche scorrendo la lista oltre la decima posizione) molti dei locali dove vado spesso a mangiare, come per esempio Zur Stadt Krems o 7Stern.
Sono locali forse più semplici, ma che non ritengo affatto male per una cena e che anzi preferirei consigliare a chi mi chiedesse consiglio per assaggiare dei buoni piatti di cucina austriaca.
Comunque prima o poi dovrò recuperare e provare i ristoranti di questo elenco. In particolare mi hanno incuriosito l’Osteria Pronto da Salvo e il ristorante Al Borgo (11. nella classifica), chiaramente italiani.
Quando organizziamo una cena?
Pensate che imparare il tedesco sia impossibile?
Fino a 10 anni fa lo credevo anch’io. Sebbene lo avessi studiato a scuola ero veramente una frana, e mai avrei pensato di andare a vivere a Vienna o in qualunque altro Paese di lingua tedesca.
Invece alla fine anch’io ho imparato il tedesco e più di una persona oggi mi fa i complimenti per come lo parlo. Sono un genio? Forse sì, :-) ma in realtà penso che sia una lingua che chiunque – con impegno e costanza – possa imparare.
Questo non vuol dire che sia facile! Il tedesco è sicuramente una lingua difficile diversa dall’italiano, ma superato il primo scoglio diventa molto più semplice.
Per aiutarvi in questa avventura ho raccolto una serie di consigli che sono convinto vi saranno utili per imparare il tedesco più velocemente:
- Trasferitevi in Austria o in Germania. Solo con una immersione totale nella lingua tedesca potrete veramente impararlo. Un corso di tedesco in Italia anche tutti i giorni non avrà lo stesso effetto di parlarlo e ascoltarlo in qualunque situazione della giornata.
- Seguite un corso di tedesco. Non un mese o due, ma per tutto l’anno. Il corso dovrebbe essere essere di almeno 2 o 3 lezioni alla settimana di 2 o 3 ore (e fate sempre gli esercizi che vi danno!).
- Non frequentate italiani! Siete venuti per imparare il tedesco, quindi per quest’anno potete anche dimenticare l’italiano. Molti consigliano di frequentare solo persone di lingua tedesca, in modo da “imparare copiando”, ma per esperienza credo che all’inizio sia molto più utile conversare in tedesco con altri stranieri (con cui parlete solo in tedesco – niente inglese!). Questi infatti parlano più lentamente dei madrelingua e anche loro hanno (o hanno avuto) le tue stesse difficoltà, e saranno quindi più comprensivi e cercheranno di aiutarti.
- Se avete poche possibilità di conversazione in tedesco organizzate un tandem linguistico, dove potrete alternare conversazioni in tedesco e in italiano. Consiglio comunque di utilizzare questa possibilità dopo alcuni mesi di apprendimento, quando il vostro vocabolario sarà abbastanza esteso per conversare sui temi più diversi
- Leggere, leggere, leggere! Iniziate con testi semplici, per esempio i giornali gratuiti delle metropolitane o leggendo i fumetti. All’inizio sarà molto faticoso, ma non demordete! Non cercate ogni singola parola ma provate a capire il senso del discorso. Lentamente le parole ricorrenti inizieranno ad avere un senso e si stamperanno nella vostra memoria.
- Televisione e cinema: guardate cartoni animati o film che già conoscete! Se sapete già la trama sarà più facile riuscire a seguire i discorsi e imparare nuovi vocaboli. Assolutamente da utilizzare sono i sottotitoli, ovviamente in tedesco, per facilitare la comprensione.
- Parlare, parlare e parlare! Non dovete avere paura a dire veri e propri strafalcioni, la maggior parte delle persone vi sorrideranno e cercheranno di capire comunque (magari correggendovi). Per imparare una lingua bisogna buttarsi, non si può aspettare di sapere la grammatica dalla A alla Z. Gli erorri li fanno anche i tedeschi che qui ci sono nati…
- Portate sempre con voi un taccuino su cui annotare le parole che sentite o leggete. Quando sarete a casa potete cercare il significato, ed ogni tanto sfogliarlo per ripetere i nuovi vocaboli che avete imparato.
- Abbiate sempre in tasca un piccolo dizionario tedesco-italiano per cercare al volo parole che non vi vengono in mente o di cui non sapete il significato.
Se seguirete questi consigli sono convinto che in 365 giorni riuscirete non solo a parlare tedesco, ma anche a pensare e a sognare in questa lingua (è successo anche a me!).
Ogni anno la stessa storia. Il calendario afferma che é ancora estate, le temperature scendono appena di un paio di gradi e immancabilmente ricomincia l’epopea alla ricerca di vitamine utilizzabili.
Eccomi qui, sempre a Vienna, sempre nel solito supermercato, sempre a guardarmi la punta delle scarpe cercando di farmi venire un’idea per la cena, o per il pranzo, ma anche solo per la mia irrinunciabile merenda a base di frutta.
Una confezione di pomodorini ciliegia ammicca elegante dallo scaffale. Le manca solo un tocco di „azzurro Tiffany“ per guadagnarsi un posto in una delle vetrine della piú prestigiosa catena di gioiellerie del mondo.
Mezze angurie appena rosate, pesche noce di marmo, mele colorate solo a metá, come se per dipingerle le avessero tenute appoggiate su un ripiano e poi dimenticate, zucchine che sembrano appena uscite da un turno di nove ore in fabbrica, peperoni in set di tre colori perfetti come le confezioni di pongo di quando ero bambina. Tutto rigorosamente inodore. E che prezzi!
Per il resto una varietá sorprendente di creature del sottosuolo. Carote, patate, barbabietole, rafani, rape e rapanelli fanno compagnia a una folla di vicini di casa del piano superiore: krauti, cavoli e cavolfiori in abbondanza. Il cavolo contiene tanta vitamina C e folina, riecheggia la voce di mia madre nella mia mente. Ma io il cavolo non lo voglio e di certo non a merenda!
Sono la prima a sostenere che si debba mangiare frutta e verdura di stagione e non sono per le fragole a Dicembre, ma qui la stagione é davvero troppo breve.
Spio nel carrello della signora accanto a me, lo faccio spesso per ispirarmi. Tre banane, qualche mela, cipolle, cioccolata e uno jogurt. Guardo nel mio cestino la mia triste reticella di limoni, unico apporto vitaminico alla mia dieta che se non sana, esige almeno di essere colorata.
Basta ci rinuncio! Esco, svolto a destra e imbocco la via del mercato. Certo, le corsie del supermercato, bene illuminate e riparate dal vento, sono piú confortevoli e dovró prima passare a ritirare dei contanti, ma ho fame!
La gioia invade gli occhi, il naso e le orecchie. Ogni giorno trovo un nuovo motivo per rallegrarmi della presenza balcanica a Vienna. Bancarelle stracolme di frutta e verdura di stagione, di ogni forma immaginabile, di ogni sfumatura dello spettro cromatico visibile, con odori che ricordano molto qualcosa che possa addirittura essere ingerito con soddisfazione dello stomaco e delle papille gustative.
Mercanti sorridenti e gridanciani che aggiungono sempre una battuta, un mazzetto di prezzemolo o qualche noce per arrotondare il prezzo e offrire un customer service privo di strategie di marketing pianificate. Signore un po‘ sovrappeso, é vero, ma con le sporte piene! Cartellini dei prezzi che comunicano contenuti discreti, senza la pretesa di creare stupore o sconforto.
No, non parlo del Naschmarkt, gioiellieria di fiducia della upper class viennese e trappola per turisti, parlo di uno dei tanti altri mercati di Vienna, piú periferici, ma pensati per un pubblico di comuni mortali con l’esigenza di sfamarsi almeno un paio di volte alla settimana. Oltretutto in questi mercati é possibile trovare e a prezzi molto accessibili, alimenti „rari“ che passano solo ogni tanto, forse sbagliando strada, per i banchi die supermercati. Alcuni esempi: fave fresche, fichi d’india, percoche, cicorie, cachi, radicchio lungo, melograni, spighe di mais.
I mercati alimentari di quartiere, appunto, poco conosciuti e spesso ben nascosti. Ma chissà, magari proprio nei vostri paraggi. Per questo penso, in vista della inevitabile noia alimentare invernale, che possa essere utile pubblicarne qui una lista con gli indirizzi.
Gli orari di apertura sono regolamentati dal comune di Vienna e uguali per tutti i mercati:
Lunedì – Venerdì dalle 6 alle 19.30; Sabato dalle 6 alle 17.
- 2. Vorgartenmarkt, Wohlmutstraße
- 2. Karmelitermarkt, Leopoldsgasse
- 10. Viktor-Adler-Markt, Viktor-Adler-Platz
- 12. Meidlingermarkt, Niederhofstrasse
- 15. Meiselmarkt, Hütteldorferstraße, Ecke Johnstrasse.
- 15. Schwendermarkt, Schwendergasse
- 16. Brunnenmarkt, Brunnengasse
- 18. Gersthofermarkt, Gersthofer Platz
- 19. Nußdorfermarkt, Heiligenstädter staße
- 20. Hannovermarkt, Hannovergasse
- 21. Florisdorfermarkt, Brünnerstraße
Per maggiori informazioni: