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Rudolf Nierlich: un campione volato via troppo presto

Giovane e vincente.

Rudolf Nierlich a soli 25 anni aveva già conquistato tre medaglie d’oro ai Mondiali di sci alpino e otto vittorie in Coppa del Mondo. “Rudi” – come lo chiamavano tutti – era un talento puro in uno sport nel quale l’Austria è sempre stata regina, le sue specialità erano le discipline tecniche (slalom e gigante).

Nato a Bad Ischl il 20 febbraio 1966, proveniva da una famiglia modesta. Da adolescente affrontò, assieme ai fratelli, il divorzio dei genitori, ma quando sembrava avviato ad una carriera di falegname fu scoperto e lanciato nel mondo dello sci dal tecnico Hans Pum: la grande occasione per il riscatto e per sdebitarsi con la madre che aveva sino ad allora mandato avanti la famiglia con un impiego da cuoca.

Dopo essersi portato a casa la Coppa Europa all’età di vent’anni, si concentrò sulla Coppa del Mondo. Presto colleghi, addetti ai lavori ed appassionati capirono che quella saetta bionda che scivolava tra i paletti dello slalom speciale o tra le porte del gigante, non temeva il confronto né con gli avversari né con il cronometro.

Il 30 gennaio 1988 Nierlich ottenne la prima vittoria, proprio davanti al pubblico austriaco, nel gigante di Schladming. L’anno dopo le vittorie in Coppa furono quattro, ma le soddisfazioni più grandi per Nierlich arrivarono dai Mondiali di Vail dove riuscì a mettersi al collo la medaglia d’oro sia in slalom che in gigante.

Nel 1990 Nierlich salì sul gradino più alto del podio nello slalom speciale sulla mitica neve di Kitzbühel, ma la stagione fu più problematica delle precedenti. “Rudi” ritrovò se stesso nel 1991 ottenendo il suo secondo oro mondiale in gigante di fronte al pubblico di casa nell’edizione disputatasi a Saalbach-Hinterglemm e le sue ultime due vittorie in Coppa del Mondo: negli slalom di Oppdal in Norvegia e di Aspen negli Stati Uniti (il 10 marzo 1991).

A stagione finita Rudi tornò nel suo paesino, Sankt Wolfgang im Salzkammergut, per ricaricare le batterie in vista di nuovi successi e della definitiva consacrazione nel Circo Bianco. Non andò così.

Il 18 maggio 1991 era una giornata piovosa, Nierlich si trovava a pochi metri da casa quando uscì di strada con la sua auto (pare a causa dell’asfalto bagnato e della velocità sostenuta), a niente valse la corsa all’ospedale di Bad Ischl dove era nato 25 anni prima, l’incidente gli costò la vita.

Scritto da Patrick

Triestino classe 1981, vive a Viareggio. Ama da sempre l'Austria. Sin da quando era studente ha portato avanti la sua passione per la scrittura e la comunicazione collaborando e lavorando per giornali, tv locali e radio e pubblicando due libri (“Luce opaca” e “20 dopo Kurt” per Giovane Holden Edizioni).

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