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Grandi cambiamenti nella comunità cattolica italiana di Vienna

Sono in atto grandi cambiamenti all’interno della comunità cattolica italiana di Vienna. In base ad un comunicato dell’Arcidiocesi la cura pastorale degli italiani a Vienna da metà febbraio è stata infatti spostata dalla chiesa dei Minoriti (Minoritenkirche) alla parrocchia Alservorstadt nell’8. distretto.

La Missione Cattolica Italiana, data in incarico dall’Arcidiocesi all’Ordine dei Frati Minori di Vienna, continuerà presso questa nuova sede sotto la guida di Padre Thomas Manalil. Nella nota viene indicato che lo spostamento è stato reso necessario dopo che la Congregazione Italiana, proprietaria della chiesa dei Minoriti, ha comunicato di non voler prolungare la Convenzione con l’Ordine dopo la prossima scadenza il 30 giugno 2019.

Breve storia della comunità cattolica italiana di Vienna

Per capire meglio il significato e le conseguenze di questo cambiamento è necessario conoscere la storia della comunità italiana cattolica di Vienna e in particolare il suo legame con la chiesa dei Minoriti. (qui posso tentare di fare solo un breve riassunto, per chi volesse approfondire rimando all’ottimo libro di Manfred Zips e la tesi di laurea di Giacomo Borioni).

In base alle fonti più antiche, la presenza a Vienna dell’Ordine francescano dei frati minori viene fatta risalire al 1224, quando giunsero su iniziativa del Duca Leopoldo VI. Nel 1276 iniziò poi la costruzione dell’attuale chiesa dei Minoriti, gestita nei secoli successivi dall’Ordine.

Solo nel 1625, con l’aumentare della presenza italiana a Vienna, venne fondata la Congregazione Italiana, una associazione cattolica privata, inizialmente sotto la guida della Compagnia di Gesù, nei quali locali svolgeva anche le sue attività e celebrazioni.

La temporanea soppressione dell’ordine gesuita nel 1773 portò grandi cambiamenti nella Congregazione: la sede venne spostata nella cappella di Santa Caterina (ora non più esistente) e venne modificato il proprio statuto per rendere l’associazione il più democratica e indipendente possibile tramite un consiglio direttivo con al suo vertice un Prefetto eletto.

Quando poi nel 1783 l’imperatore Giuseppe II. ordinò il trasferimento dell’Ordine dei Minoriti nel monastero situato nel 8. distretto la Minoritenkirche, rimasta ora vuota, venne affidata alla Congregazione Italiana, di cui da allora ne è rimasta proprietaria.

Nei secoli successivi la Congregazione organizzò in maniera autonoma (ma sempre in accordo con l’arcidiocesi di Vienna) la nomina di un membro del clero come responsabile per la guida pastorale – il cosiddetto Rettore – presso la chiesa dei Minoriti. Dal 1957 sulla base della cosiddetta “Convenzione” questo ruolo era sempre stato affidato ad un membro dell’Ordine dei Frati Minori.

La nuova situazione da quest’anno

Come si può quindi capire, con la decisione di non voler prolungare la Convenzione da parte della Congregazione e il conseguente spostamento della Missione Cattolica Italiana si è creata una situazione abbastanza particolare per la comunità cattolica italiana a Vienna, che ha portato ad una divisione delle sue attività.

Da una parte la cura pastorale gestita dalla Missione Cattolica Italiana su incarico dell’Arcidiocesi, presieduta da Padre Thomas Manalil, che continuerà presso la chiesa dedicata alla Santissima Trinità (Alser Straße 17). Qui da febbraio vengono svolte due messe in italiano (sabato alle 17:00 e domenica alle 10:30) oltre al catechismo, l’agape delle famiglie e i corsi per la cresima e prematrimoniali.

Dall’altra le attività presso la chiesa dei Minoriti gestite dalla Congregazione Italiana, tra cui le messe in italiano (sabato alle 17 e domenica alle 11) come anche la scuola, il coro e i corsi di musica. Al momento non è ancora chiaro se ci saranno altri sviluppi: per esempio se dopo la scadenza di giugno verrà fatta un’altra Convenzione o chi assumerà la guida spirituale della chiesa dei Minoriti. In base ad un comunicato della Congregazione l’appoggio dell’Arcidiocesi rimane in ogni caso intatto, e come già scritto anche le sue attività.

Per chi volesse approfondire e seguire gli aggiornamenti sulle attività vi rimando ai siti web della Missione Cattolica Italiana e della Congregazione Italiana.

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Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

2 Commenti

  1. Lidia ha detto:

    Mi resta un dubbio. Considerando che ci sono alcuni parroci italiani a Vienna titolari di parrocchie austriache (incontrati in qualità di organista, ci sono pure parecchi organisti italiani) e che tra i miei coetanei (30-40 anni) quei pochi che frequentano lo fanno in parrocchie austriache o di lingua inglese (i primi tempi), ha ancora senso fornire i servizi di una comunità italiana, compresi catechismo e corsi? Non basterebbe offrire delle messe in lingua italiana e la possibilità di confessarsi con i parroci di cui sopra o quelli (pure molti) che conoscono la nostra lingua, anche per i turisti (più numerosi dei residenti che ancora non parlano tedesco)? L’integrazione passa anche attraverso la religione. Negli anni ’60-’70 in Germania, le missioni italiane erano motivate da altri numeri.

  2. Lidia ha detto:

    Uhm, a risposta del mio commento precedente, sembra che ci siano lotte intestine in corso. Tipicamente, non sappiamo andar d’accordo su nulla. http://www.minoritenkirche-wien.info/daten/avviso.html

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