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FoodItalia: come organizzare “male” una fiera di prodotti italiani

fooditalia-wien-vienna-fiera-prodotti-italianiLe aspettative per FoodItalia, presentato come il “salone delle eccellenze italiane” lo scorso fine settimana alla Messe Prater, erano molto alte: produttori di tutto rispetto, un programma di seminari e workshop interessante, e un prezzo di ingresso (ben 29,- Euro) che prometteva un fine settimana di alta qualità a Vienna.

Purtroppo di tutto questo non se n’è vista nemmeno l’ombra.

Un’organizzazione catastrofica è stata infatti alla base di un vero e proprio insuccesso che ha fatto infuriare sia i produttori venuti dall’Italia che i (pochi) visitatori.

Appena entrati nel padiglione la prima sensazione è stata il senso di vuoto: nessuna decorazione della sala, mancanza di pareti divisorie per gli stand o indicazioni di dove si svolgessero i seminari e le attività e un palco centrale con ben 12 (!) sedie in tutto.

I seminari e workshop indicati sul programma? Annullati o spostati all’ultimo minuto in altri stand, con orario di inizio e fine sempre “fluttuanti” e organizzati in maniera così approssimativa e improvvisata che che ha fatto storcere il naso a più di una persona nel pubblico.

fooditalia-vienna-wien-prodotti-italiani-fieraParlando in seguito con alcuni degli espositori ho scoperto che molti dei produttori erano andati via già dopo un giorno a causa della scarsa organizzazione, e che la zona ristorante – che effettivamente stavo ancora cercando – non era stata nemmeno aperta per la mancanza dei permessi del comune di Vienna.

E gli organizzatori direte voi? Spariti nel nulla, o meglio dopo una lunga ricerca siamo riusciti a trovare un’unica persona – evidentemente oberata dalla situazione – che si è giustificata con un sorrisino dicendo che il tutto è un po’ “all’italiana“. Dopo questa frase – come potete immaginare – non ho potuto fare altro che ringraziare e andare via.

Unica nota positiva di questo fine settimana sono stati i produttori italiani – a cui va un grande elogio – che hanno portato effettivamente molte eccellenze italiane a Vienna, e sono stati sempre disponibili e professionali anche in queste condizioni.

Sono convinto che se la fiera fosse stata organizzata in tutt’altro modo (e probabilmente da tutt’altre persone) invece di una brutta figura per l’Italia sarebbe potuta essere un grande trampolino di lancio per i prodotti italiani e per il nostro Paese in Austria.

Peccato, davvero un grande peccato.

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Offerta di lavoro presso la “Rappresentanza Permanente presso le Organizzazioni Internazionali” di Vienna

La Rappresentanza Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali ha indetto un bando di concorso per l’assunzione di un impiegato/a a tempo indeterminato da adibire ai servizi di autista/commesso/centralinista presso la sede di Vienna.

Requisiti per la candidatura:

  • buona conoscenza delle lingue italiana e tedesca
  • residenza in Austria da almeno 2 anni
  • adeguata conoscenza del funzionamento del centralino telefonico
  • ottima conoscenza delle norme locali sulla circolazione

Il bando completo lo trovate a questo link: http://www.rapponuvienna.esteri.it/NR/rdonlyres/FCF190CB-65AF-4A4C-B295-16F86768450F/36088/BandoconcorsoautistacommessocentralinistaRappresen.pdf

I candidati dovranno inviare la domanda di ammissione per posta, per posta elettronica o direttamente a mano, entro e non oltre le ore 24:00 di mercoledì 29 ottobre 2014, al seguente indirizzo:

Rappresentanza Permanente presso le Organizzazioni Internazionali
Lugeck, 1
1010 Vienna – AUSTRIA
Email: rapponu.vienna@esteri.it

Italiani all'Estero 4 commenti

10 cose da sapere prima di partire per Vienna

Che sia per una vacanza o per rimanere a Vienna per un lungo periodo, ecco 10 consigli (tra il serio e il faceto) per chi è alle prime armi con il mondo viennese da tenere a mente prima di partire, vi renderanno sicuramente la vita più semplice:

1) La domenica è tutto (ma proprio tutto) chiuso. Mentre in Italia si è oramai consolidata l’usanza di fare shopping anche la Domenica, in Austria questa rimane “sacra”. Solo in qualche piccolo supermercato nelle stazioni ferroviarie è possibile fare acquisti (vi consiglio di recarvici solo se amate le folle…) .

2) Il tedesco non è quello che avete imparato a scuola (ma nemmeno un’altra lingua). A Vienna si parla un tedesco che si può definire “dialettale“: la pronuncia è in parte diversa da quella della Germania e alcune parole sono usate solo in Austria (per esempio “Erdäpfel” invece di “Kartoffeln” per le patate). Non mi preoccuperei comunque più di tanto, dopo qualche giorno il vostro orecchio riuscirà a distinguere un viennese da un tedesco senza problemi.

3) Quasi ovunque i parcheggi sono a pagamento dalle 8:00 alle 22:00 (a parte i festivi), se arrivate in macchina vi consiglio di lasciarla in uno dei parcheggi Park&Ride in periferia e utilizzare i mezzi pubblici.

4) Occhi alla pista ciclabile! In particolare sulla Ringstrasse non è facile capire quale sia il marciapiede e quale la zona riservata ai ciclisti. Guardate bene i segnali per non farvi insultare (o scontravi) con i ciclisti che corrono (troppo) sulla loro “area riservata”.

5) Il bidet non c’è! Questo “utensile” è presente (purtroppo) solo in Italia. Anche se all’inizio ne sentirete la mancanza, vi abituerete molto presto a “sistemi alternativi”.

6) Se volete un buon caffè è meglio portarselo dall’Italia. Vienna ha moltissime combinazioni, il Melange prima di tutto, ma se volete un buon espresso la mattina, vin consiglio di preparalo da voi per evitare delusioni (o peggio) nei bar di Vienna.

7) Non serve che la cerchiate, la metropolitana numero 5 non c’è. No, la vostra mappa non è sbagliata, le linee della metropolitana a Vienna sono proprie numerate 1, 2, 3, 4, e …6. Per una serie di coincidenze storiche la linea numero 5 non è stata (ancora) costruita.

8) La prima domenica del mese molti musei sono gratis! Tutti i musei comunali (Wien Museum, museo romano, museo degli orologi, …) e alcuni minori hanno ingresso gratuito ogni prima domenica del mese, una occasione da non perdere per gli amanti dell’arte e della cultura

9) In molti bar e ristoranti è (purtroppo) ancora possibile fumare. Dal 1 novembre 2019 (finalmente) in tutti i ristoranti e bar vige il completo divieto di fumo!

10) In Austria si lascia la mancia! Soprattutto nei bar e ristoranti, alla fine del pasto è usanza lasciare una mancia al cameriere se si è rimasti soddisfatti del servizio, corrispondente a circa il 10% per cento del conto.

Avete altri consigli da dare a chi è “alle prime armi” a Vienna?

Curiosita' Un commento

Obi, Cappy, Soda Himbeer e Almdudler: le bevande analcoliche a Vienna

Dato che sono astemia non ne so nulla di birra né di vini; però in quattro anni mi sono fatta un’idea abbastanza precisa sulle bevande analcoliche e il loro consumo da queste parti.

Quindi ecco a voi una breve guida all’idratazione consapevole.

Partiamo dalle basi: l’acqua minerale in bottiglia è carissima, in compenso l’acqua del rubinetto è ottima, una delle migliori d’Europa. Se siete a Vienna e squattrinati, ma non potete rinunciare alle bollicine, ripiegate sulla Sodawasser: acqua con aggiunta di anidride carbonica.

I succhi di frutta non si bevono quasi mai puri, è tutto gespritz: diluito con la Sodawasser o con la Leitungswasser (l’acqua del rubinetto).

I succhi più diffusi sono il succo di mela e il succo d’arancia, chiamati rispettivamente Obi e Cappy dal nome dei marchi di produzione più popolari.

Anche lo sciroppo di lampone è molto apprezzato, e la “Soda Himbeer” è un must sia per gli adulti che per i bambini. Molto diffuso anche lo sciroppo di fiori di sambuco (Holunder).

Altra bevanda gettonata quanto la “Soda Himbeer” è la “Soda Zitrone”, acqua gassata con succo di limone puro. Non una limonata zuccherata, soltanto acqua e limone.

Venduta in bottiglia sia di plastica che di vetro è l’Almdudler. Si tratta di acqua gassata aromatizzata con delle erbe. È limpida e di colore ambrato. Non il giallo paglierino dell’urina, qualcosa di più vicino all’arancione. A me non piace nemmeno l’odore, ma a Vienna è molto venduta e viene usata anche mescolata alla birra per la Radler. Ma qui entriamo nel territorio a me sconosciuto delle bevande alcoliche. Anche l’Almdudler (e persino la Coca-Cola) possono venire “gespritz”.

Tra le bevande calde, la delusione più cocente che mi è capitata e da cui non mi sono mai ripresa è stata la cioccolata calda. Qui, sotto il nome di cioccolata calda, servono del latte e cacao solubile, quello che forse anche voi avete bevuto per tutta la vostra infanzia.

In alternativa presentano una barretta di cioccolato, magari anche pregiato, da sciogliere in un bicchiere di latte caldo, ma il risultato a mio avviso è un’analoga delusione. La cioccolata calda densa, quella in cui resta in piedi il cucchiaino o quasi, non è prevista.

Per quanto riguarda i caffè, imprescindibile il Wiener Melange. Per i profani non è altro che un cappuccino, gli esperti (= Wikipedia) dicono invece che nel Melange c’è una base di caffè più lungo e che la tostatura è più leggera.

Per i caffè usano i colori: l’espresso è Schwarz, nero, ma con l’aggiunta del latte (notoriamente di colore bianco) diventa Brauner, marrone. Quindi un kleine Schwarz sarà un semplice caffè espresso, mentre un kleine Brauner sarà un espresso macchiato. Un espresso costa circa due euro, anche se servito al banco.

E ora che sapete tutto sulle bevande analcoliche… beveteci su!

Cinema & Televisione Lascia un commento

Viennale 2014: il festival internazionale del cinema ritorna a Vienna

Anche quest’anno dal 23. ottobre al 6. novembre 2014 Vienna ritorna capitale del cinema grazie alla Viennale, il festival internazionale di cinematrografia più importante dell’Austria.

Sebbene non così famoso come il festival di Venezia o di Cannes, la Viennale offre veramente molto: nei 14 giorni verranno proiettati più di 300 film, documentari e cortometraggi, oltre a moltissimi incontri e workshop con registi, attori e personalità del cinema.

Un evento sicuramente da non perdere per gli amanti del cinema d’autore, che potranno raggiungere Vienna facilmente grazie alle tante offerte per voli Ryanair di Volagratis.

L’edizione 2014 – giunta alla 52. edizione – presenta inoltre 4 “programmi speciali” che si concentreranno sui seguenti temi:

  • A Dangerous Method : una retrospettiva dei film con la’ttore Viggo Mortensen (sarà forse presente a Vienna?)
  • Revolutionen in 16mm : una raccolta dei migliori film girati in questo formato particolare
  • Arabische Utopie : retrospettiva del regista algerino Tariq Teguia
  • Die Inschrift der Welt : retrospettiva in ricordo del regista tedesco Harun Farocki

Vi ricordo che la Viennale è anche un’occasione per vedere film che difficilmente arriveranno nelle sale cinematografiche austriache, uno sguardo al programma è quindi imperdibile a prescindere.

Una lista dei film e documentari che verranno mostrati durante il festival è presente alla pagina www.viennale.at/de/programmvorschau

Il programma completo con orari e date verrà pubblicato il 14. ottobre sul sito ufficiale www.viennale.at

Dal 18. ottobre 2014 sarà poi possibile acquistare i biglietti per le singole proiezioni (da prendere obbligatoriamente in anticipo, quasi tutti i film saranno esauriti il giorno della proiezione).

Buona visione!

Comites Lascia un commento

Elezioni Comites 2014: registratevi per votare!

Il 19. Dicembre 2014 si svolgeranno anche in Austria le elezioni dei nuovi COMITES – i comitati dei cittadini italiani residenti all’estero.

I COMITES sono un organo elettivo di rappresentanza dei connazionali che vivono nel mondo. Sono una sorta di consiglio comunale degli italiani all’estero.

Vengono eletti in ogni circoscrizione dove è presente un consolato italiano, e sono composti da 12 membri, per le collettività fino a 100.000 cittadini italiani residenti nella circoscrizione, o da 18 membri, per le collettività composte da più di 100.000 cittadini italiani residenti.

Obiettivo dei COMITES è di collaborare sia con il consolato che con le autorità locali nei rispettivi Paesi di residenza per individuare le necessità di natura sociale, culturale e civile della collettività italiana, promuovendo tutte quelle iniziative ritenute opportune in materia di vita sociale e culturale, assistenza sociale e scolastica, formazione professionale, settore ricreativo e tempo libero.

I MEMBRI DEI COMITES restano in carica cinque anni e non percepiscono remunerazione per la loro attività.

Per votare è necessario registrarsi!

Per partecipare alle elezioni è necessario essere iscritti all’AIRE da almeno 6 mesi, inoltre (molto importante!) è necessario esprimere il proprio interesse al voto registrandosi all’albo degli elettori al Consolato di residenza entro il 30 ottobre 2014 19 novembre 2014.

L’iscrizione al registro è possibile nei seguenti modi:

– recandosi di persona al Consolato di residenza
– inviando al Consolato il modulo di iscrizione compilato per posta, fax oppure via email. Al modulo va allegata una copia del proprio documenti di identità!

Qui potete scaricare il modulo per la domanda di iscrizione al registro elettorale

Il voto avverrà per posta, ma il plico con le schede arriverà a casa esclusivamente a chi sarà registrato nell’elenco degli elettori presso il proprio Consolato di riferimento.

Chi desidera votare, dunque, deve essere iscritto all’AIRE e deve registrarsi ANCHE all’elenco degli elettori compilando un apposito modulo, con il quale esprime la volontà di partecipare alle elezioni.

Il rinnovo dei COMITES è un momento sicuramente importante per fare sentire la voce degli Italiani all’estero all’interno delle istituzioni. Registratevi dunque per votare e sensibilizzate amici, parente e conoscenti a fare altrettanto!

Nei prossimi giorni spero che il consolato di Vienna comunichi altre informazioni più dettagliate, vi aggiornerò appena possibile!

Lavoro Un commento

Trovare lavoro come babysitter o Au Pair a Vienna

Tra i 17.831 italiani in Austria oltre agli studenti ed ai lavoratori ci sono anche molti “pulcini”.

Quando la mamma e il babbo sono impegnati al lavoro, ed i nonni non sono nelle immediate vicinanze, inizia la ricerca di una persona che possa prendersi cura dei propri figli.

Spesso i genitori pubblicano annunci online per trovare coloro che affiancheranno i bimbi durante le loro assenze.

Ma dove ci sono queste offerte di lavoro?

Aupair- world, Betreut e Unijobs sono delle piattaforme utili per aspiranti babysitter, tate, bambinaie, Au Pair ecc.ecc.

Diverse associazioni come Hilfswerk offrono a prezzi accessibili (8 ore a 35€/ 16 ore a 60€) dei corsi per babysitter (Kinderbetreuungskurse) che comprendono anche lezioni di pronto soccorso.

Non sono poche le famiglie in Austria che desiderano una babysitter di madrelingua italiana.

Federica, un’ italiana a Vienna, ci racconta un aneddoto legato alla sua esperienza:

Fino a giugno 2013 ho seguito un bimbo italiano, ho cominciato quando aveva 8 mesi fino ai 2 anni.

Mi divertivo molto, andavamo in giro sul tram ‘tam’ che lui adorava, giocavamo nei parchi e salutavamo qualsiasi cosa quando dovevamo andar via per l’ora della pappa.

Ad esempio se stavamo giocando con una pozzanghera dicevamo ‘ta tao fango a dopo’ perché anche il fango sarebbe dovuto andare a mangiare – era l’unico modo dolce per portarlo a casa senza proteste.

Pazienza, affetto, creatività e fantasia sono le caratteristiche necessarie per svolgere questo lavoro ma soprattutto per conquistare il cuore dei più piccini!

Avete lavorato come babysitter o Au Pair a Vienna? Raccontateci la vostra esperienza!

Arte Un commento

Cinque opere d’arte da vedere a Vienna

Se pensate che vi dica di correre al Belvedere per essere colti dalla sindrome di Stendhal di fronte all’indiscussa magnificenza del Bacio di Klimt, tirate pure un sospiro di sollievo: il bacio è fuori classifica e possiamo occuparci d’altro.

Iniziamo da una chiesa poco distante da Hofburg, la Chiesa di Sant’Agostino all’interno della quale si trova una magnifica scultura del Canova. Si tratta del monumento funebre fatto erigere da Alberto di Sassonia per la moglie Maria Cristina d’Austria. Poiché costei è seppellita insieme agli altri Asburgo nella Cripta Imperiale, il monumento è vuoto, e la cosa mi piace molto. Una sorta di spreco della bellezza, o meglio ancora, l’esaltazione della bellezza fine a se stessa.

Nonostante la scultura non abbia un’illuminazione dedicata e non sia messa in risalto in alcun modo, la prima volta che l’ho vista mi ha subito conquistata in modo irrazionale e viscerale. E poco importano i significati, la commistione vita-morte e tutto quello che c’è dietro. È semplicemente meravigliosa e il fatto che per goderne non si debba nemmeno pagare un biglietto la rende imperdibile.

Da qui proseguiamo il nostro breve viaggio nell’arte viennese raggiungendo, in una decina di minuti a piedi, il Museo di Storia Naturale, dove è conservata la Venere di Willendorf. Una statuetta di undici centimetri scolpita su pietra calcarea. È stata ritrovata, per l’appunto, a Willendorf – settanta chilometri da Vienna – all’inizio del ‘900.

Si stima che quest’opera sia stata realizzata 25.000 – 26.000 anni fa, in epoca paleolitica. Pur essendo impossibile ricostruirne il significato culturale, si ipotizza che le forme femminili così accentuate ne facessero un simbolo di fertilità. La suggestiva esposizione mette in risalto lo straordinario valore artistico di quest’opera che viene davvero difficile definire arte “primitiva”.

Proprio di fronte al Museo di Storia Naturale si trova quello di Storia dell’Arte. Migliaia di opere d’arte dall’antichità al 1600, distese di quadri fiamminghi, Cristi e Madonne. Tra gli italiani ci si trova qualche Arcimboldo, il Caravaggio e persino Tiziano. Ma in tutto questo concentrato di bellezza, in cui diventa davvero complicato orientarsi, spicca sicuramente La torre di Babele di Bruegel.

Il quadro illustra l’episodio narrato nel libro della Genesi secondo cui Dio, indispettito dall’arroganza degli uomini che volevano costruire una torre che arrivasse fino al cielo, decise di confondere le cose facendo in modo che non si parlasse più un’unica lingua. Considerando che siete in un paese di lingua tedesca, comprendere lo spaesamento di quei poveretti non vi sarà difficile.

A pochi passi da questi due enormi musei si trova il Leopold, il museo che ospita la più vasta collezione di opere di Schiele. Di Schiele, a mio avviso, è bello tutto. Anche se L’abbraccio, il mio quadro preferito in assoluto, si trova al Belvedere, al Leopold ci sono oltre quaranta quadri e 188 lavori su carta.

Scegliete quello che vi attrae di più, guardatelo a lungo e lasciatevi conquistare dalla forza e dalla profondità di questo artista morto a ventotto anni. Io a quell’età mi rendevo a malapena conto di essere al mondo. Lui aveva già avuto modo di rappresentare la vita, la morte, l’angoscia, lo strazio, le contraddizioni in immagini attuali a un secolo di distanza.

Per finire raggiungiamo, in un quarto d’ora a piedi dal Museumsquartier, Karlsplaz dove troviamo il palazzo della Secessione. Qui è custodita un’opera stupenda di Klimt, che non è il Bacio, ma Il fregio di Beethoven: 24 metri di meraviglia. Un affresco che occupa tre pareti e vuole essere la trasposizione in immagini della nona sintonia di Beethoven, una sorta di sinestesia, un capolavoro sul capolavoro tutto da guardare.

E voi siete d’accordo? Qual è la vostra opera d’arte da vedere a Vienna?

Cucina austriaca 2 commenti

Dall’Apfelstrudel al Mohr im Hemd: i migliori dolci di Vienna

Sono una golosa e se fosse per me i dolci da provare, a Vienna e non solo, sarebbero tutti, soprattutto se a base di cioccolato.

Il mio motto è: datemi del cioccolato e vi solleverò il mondo.

Per questo il mio dolce preferito, qui, è il Mohr im Hemd, un tortino al cioccolato servito tiepido, a volte con una pallina di gelato alla vaniglia, ma sempre e comunque con la panna. Mohr im Hemd significa “negro in camicia” e, data la connotazione molto razzista e decisamente poco politically correct del nome, alcuni locali e ristoranti l’hanno ribattezzato.

Al Café Central, per esempio, è diventato Warmer Alt-Wiener Schokokuchen: torta al cioccolato calda della tradizione viennese.

Se siete in attesa di un’apologia della Sachertorte, da me non l’avrete. Trovo che la Sacher sia sopravvalutata, sia che la prendiate all’Hotel Sacher che da Demel. Provarla è d’obbligo, ma nessuno vi costringe ad amarla.

L’albicocca è un ingrediente imprescindibile della pasticceria austriaca. La Marille, termine austriaco per quello che in tedesco standard è l’Aprikose, si trova infatti sotto forma di marmellata nella Sachertorte, nelle Palatschinken (crêpe), nei Krapfen – che qui è abbastanza raro trovare alla crema – mentre intera fa da ripieno ai Knödel (i tipici gnocchi che si trovano spesso in versione salata).

Scopro ora che esiste il verbo Aprikotieren: albicoccare.

Ingrediente esotico ma diffusissimo è il Mohn, i semi di papavero, che danno la tipica colorazione nera a brioche, torte, gelato, semifreddi, Knödel e così via. Ha un sapore a mio avviso non sgradevole ma un po’ nauseante.

Molto buono è lo strudel. L’Apfelstrudel, lo strudel di mele, è meraviglioso soprattutto se servito tiepido con la salsa alla vaniglia.

Altra variante è il Topfenstrudel. Il Topfen è un formaggio ottenuto dalla lavorazione del latte di mucca. Quando degli italiani mi chiedono cos’è, dico che è una specie di ricotta, ma la Wikipedia mette in guardia da questo errore da principianti.

Con il Topfen si possono fare anche i Topfenknödel. L’unica volta che li ho mangiati è stato in ospedale, quindi ne ho un pessimo ricordo, ma non escludo che in situazioni più gradevoli possano essere buoni.

Per finire i Kaiserschmarrn. Sono una spessa crêpe stracciata, cosparsa di zucchero a velo e servita con marmellata. Ammetto di non averli mai provati, cosa che per una golosa come me è un peccato imperdonabile, ma prometto che recupererò presto.

Storia dell'Austria Un commento

Antonio Canova a Vienna e il monumento funebre a Maria Cristina d’Austria

Quante volte lo scultore italiano Antonio Canova si recò a Vienna?
Che cosa vide e con chi parlò durante i suoi viaggi?
Scopriamolo insieme in questa fanta-cronistoria relativa ai soggiorni viennesi del “Michelangelo” di Possagno….

Antonio Canova: fu a Vienna nel 1815?

La storiella potrebbe cominciare così: ci sono un austriaco, un francese, un inglese, un russo e un tedesco riuniti intorno a un tavolo a Vienna. E mentre loro se le cantano di santa ragione, un furbo italiano se ne va a Parigi per far man bassa di tesori…..

La vicenda si fa ancora più succosa, se mettiamo un po’ di nomi a questi generici personaggi: così l’austriaco diventa niente popò di meno che l’indomito imperatore Francesco II d’Asburgo Lorena, il francese il neo-insediato re Luigi XVIII di Borbone (fratello minore del ghigliottinato Luigi XVI), l’inglese il re (folle) Giorgio III, il russo lo zar Alessandro I e il tedesco il re di Prussia Federico I.

Chi è il furbo italiano? Solo un momento, e ci arriviamo.

Prima cerchiamo di capire cosa ci fanno tutte queste teste coronate in una stessa stanza: l’avete già indovinato?

Siamo al famoso Congresso di Vienna del 1815, quello che determinò i destini dell’Europa dopo il collasso dell’Impero napoleonico.

E mentre loro (o, meglio, i rispettivi delegati) se ne stavano lì bel belli a spartirsi la torta, l’universalmente acclamato scultore italiano Antonio Canova, Fidia redivivo o rinnovato Pigmalione, invece di accompagnare la delegazione italiana a Vienna, parte di soppiato su incarico diretto del Papa Pio VII Chiaramonti per Parigi.

La sua missione? Recuperare le opere d’arte italiane trafugate da Napoleone. Sì, perché mentre c’è chi si contende terre e denari, qualcuno ci crede davvero (già allora, e forse allora più di oggi) che il vero tesoro di una nazione sia costituito dal suo patrimonio culturale!

E allora ecco Canova nel 1815 a Parigi (non dunque a Vienna!) ad aggirarsi tra le sale del Louvre e segnare, sotto lo sguardo infuriato del direttore Vivant Denon, “nostro, torna a casa” “nostro, torna a casa”, “nostro, torna a casa”. Poi andarsene alle Tuileries e indicare quanto stava sulla sommità dell’Arc du Carrousel – “nostro, torna a casa”: i famosi Cavalli di San Marco!

Antonio Canova a Vienna: nel 1798 e nel 1805

Se non nel 1815, Canova c’era invece, a Vienna, nel 1798, quando incontrò il duca di Sassonia-Teschen, neo-vedovo della “virtuosissima” Maria Cristina d’Austria: e che altro poteva fare l’addolorato marito se non commissionare al rinomatissimo scultore un monumento funebre, capace di immortalare nei secoli il nome della sua amata consorte?

Canova, c’è da dire, fece un po’ il gioco sporco: perché rifilò al duca un progetto, che aveva invece elaborato per un altro cenotafio, destinato questa volta al pittore Tiziano Vecellio, la cui realizzazione si era andata però procrastinando fino a parere non eseguibile.

Togli la statua-ritratto, metti un medaglione; togli il sarcofago, metti un’apertura centrale; fai risaltare maggiormente la piramide; scandisci un po’ la processione sulla sinistra; ingentilisci il possente genio alato poggiante sul leone a destra, et voilà, les jeux son faits.

In realtà, le cose non furono tanto semplici e Canova per portare a termine il monumento di Maria Cristina impiegò ben sette anni (fino appunto al settembre 1805), passati tra innumerevoli studi e ripensamenti, e soprattutto un serrato scambio di lettere con il committente per convincerlo della bontà di scelte stilistiche apparentemente azzardate.

Il risultato? Un capolavoro unico nell’arte funeraria, capace di impressionare e commuovere ancora oggi anche i più miscredenti spettatori. Perché come non restare profondamente colpiti da quellla melanconica processone, che accede mestamente al sarcofago, quasi scandendo la marcia funebre op. 35 di Chopin?

E cosa dire di quei simboli vagamente massonici, come la piramide coronata dal medaglione con l’uroboro egizio (il serpente che si morde la coda, da sempre associato all’alchimia ed all’ermetismo), che Dan Brown potrebbe facilmente utilizzare per intessere dei nuovi enigmi da sottoporre all’abilissimo professore Robert Langdon?

Antonio Canova (ancora) a Vienna

Insomma, stando alle fonti ufficiali, Canova si recò a Vienna solamente due volte, nel 1798 e nel 1805, sempre in relazione al Monumento di Maria Cristina.

Eppure nella capitale austriaca si conservano altri suoi celebri lavori: come ci sono arrivati e, soprattutto, dov’è possibile vederli? Ne parleremo in un prossimo post: stay tuned!