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Kirchenbeitrag: informazioni e consigli sul contributo alla Chiesa Cattolica in Austria

In Austria tutti i membri della Chiesa Cattolica hanno l’obbligo di versare annualmente un contributo finanziario, il cosiddetto Kirchenbeitrag (o Kirchensteuer).

A differenza dell’Italia – dove l’otto per mille viene versato da tutti i contribuenti e suddiviso poi tra le varie confessioni religiose – in Austria ogni confessione è responsabile per il contributo finanziario versato da parte dei suoi credenti.

Il Kirchenbeitrag deve essere versato sia dai cittadini austriaci che dai lavoratori stranieri residenti in Austria (di religione cattolica) in quanto anch’essi appartenenti alla comunità cattolica austriaca.

Storia del Kirchenbeitrag

Il Kirchenbeitrag venne istituito nel 1939. Prima di questa data la Chiesa cattolica austriaca aveva a disposizione per il proprio mantenimento il cosiddetto Religionsfond, un fondo statale istituito nel 1782 dall’imperatore Joseph II. creato dalla confisca e gestione statale dei possedimenti della Chiesa.

Il regime nazista dopo la presa del potere confiscò tutti gli introiti del Religionsfond ed istituì il Kirchenbeitrag.

Dopo la fine della guerra si decise di continuare a mantenere questo contributo finanziario per il sostentamento della Chiesa Cattolica in Austria.

Come funziona il Kirchenbeitrag?

Al momento della consegna del Meldezettel per l’iscrizione della propria residenza in Austria, è possibile indicare il proprio credo religioso in un apposito spazio.

Indicando l’appartenenza alla religione cattolica il Comune comunicherà la vostra presenza in territorio austriaco all’ufficio competente della Diocesi.

Dopo poco tempo verrete contattati dalla Diocesi con una lettera di benvenuto che oltre a varie informazioni relative alla comunità cattolica del vostro luogo di residenza vi invierà la richiesta del pagamento del Kirchenbeitrag.

Quanto bisogna versare?

L’ammontare del contributo da pagare (annualmente) equivale al 1,1 percento del reddito imponibile annuo (Lohnsteuerbemessungsgrundlage), meno 50 € di esenzione fissa (comunque minimo € 90 annuali).

La prima volta l’Ufficio delle Imposte della Diocesi vi richiederà una somma da pagare calcolata in base ad una stima dei vostri possibili guadagni, chiedendovi di mettervi in contatto con loro o di inviare una copia del vostro stipendio per poter calcolare esattamente l’importo da pagare.

Per varie categorie sono presenti esenzioni dal pagamento, per esempio studenti o disoccupati, o riduzioni, per esempio se si è genitori single e in base al numero di figli. Inoltre effettuando il pagamento tramite

Da ricordare inoltre che è possibile detrarre dalle tasse il Kirchenbeitrag fino a € 400.

E’ possibile calcolare il contributo da versare tramite un sistema online presso il sito ufficiale www.kirchenbeitrag.at.

E’ possibile non pagare il Kirchenbeitrag?

Il Kirchenbeitrag è un contributo finanziario per l’appartenenza alla Chiesa cattolica in Austria, e l’unico modo ufficiale per non pagarlo è distaccandosi dalla Chiesa.

Le conseguenze di questa uscita dalla Chiesa sono tra l’altro l’impossibilità di ricevere la comunione, di sposarsi in Chiesa o di ricevere una funziona religiosa in caso di decesso.Questo significa che i sacramenti ricevuti verranno annullati, in pratica una sorta di “scomunica”, sebbene in base alle mie ricerche da un punto di vista teologico non sarebbe mai possibile uscire dalla Chiesa cattolica, poiché il battesimo non può essere annullato.

Una possibilità per non versare questo contributo è eventualmente non dichiarare l’appartenenza alla Chiesa Cattolica alla presentazione del Meldezettel (lasciando semplicemente in bianco l’apposito spazio Religionsbekenntniss).

In questo nessuno conoscerà la vostra religione e i vostri dati non verranno comunicati all’ufficio competente. Questo è ovviamente possibile solamente la prima volta che presentate il Meldezettel.

Se avete già ricevuto i bollettini di pagamento è sconsigliato ignorarli, in quanto le successive ingiunzioni di pagamento conterranno una multa aggiuntiva da pagare. Inoltre non è nemmeno possibile distaccarsi dalla Chiesa per non pagarli. La migliore cosa da fare è mettersi in contatto con l’Ufficio di Riscossione della Diocesi e accordarsi su un importo da pagare per le “rate arretrate”, dopodiché sarà possibile distaccarsi dalla Chiesa cattolica.

Una riflessione per concludere

Molti italiani che vengono a conoscenza dell’obbligo di pagamento di questo contributo sono contrariati e cercano spesso in tutti i modi di non pagarlo, probabilmente dimenticando che in Italia esiste l’otto per mille, che tutti – credenti o meno – sono obbligati a pagare.

In questo senso il modello austriaco mi è sempre sembrato molto più coerente con le scelte di una persona.

Se non si è credenti o si appartiene ad un Credo che non richiede alcun contributo da parte dei fedeli, allora non si è obbligati a pagare nulla.

Chi invece appartiene ad una comunità che lo richiede, allora dato che si ricevono dei benefici sarà necessario accettarne anche le regole e gli oneri.

In conclusione quindi un appartenente alla religione cattolica in Austria se è coerente e ne condivide le regole dovrebbe sentirsi quindi “moralmente obbligato” al sostegno della propria comunità tramite un contributo comune di tutti i fedeli alla causa (che poi vuol dire sostenere se stesso nel proprio credo religioso).

 

Italiani all'Estero 5 commenti

Vivere fuori dall’Italia vuol dire…

Tramite il blog Vediamo, dai scopro questo bellissimo articolo di SmilaBlomma in cui racconta la sua esperienza di vita lontana dall’Italia (in Inghilterra).

E’ un racconto che nella sua semplicità riesce a descrivere i motivi per cui ha lasciato l’Italia e a raccogliere sia gli aspetti positivi che quelli negativi di una vita all’estero, e che per questo vi propongo:

Questo post me l’avete praticamente strappato dalla penna. Tutti voi (tanti, cazz!) che ogni giorno iniziate la vostra emigrazione cercando su google “andare via dall’Italia”. E arrivate qua e incominciate a farvi un’idea di quello che possa voler dire farla veramente, quella cosa che vi viene in mente a ogni visione di TG, a ogni curriculum senza risposta, a ogni nuova tassa sulle mutande a pois, a ogni De Gennaro nominato sottosegretario.

Questo post ve lo scrivo in una giornata qualunque fuori dall’Italia e fuori dall’Euro, durante una tipica pioggia battente tra i raggi del sole. Durante una pioggia forte e duratura che non è un acquazzone estivo, non anticipa nessuna bella giornata e non porterà nemmeno l’arcobaleno. Alzerà vagamente le temperature, portandole a mala pena sopra la soglia del numero a due cifre.

Scrivo oggi – in una pessima giornata grigia e senza aprire i giornali italiani online – nel tentativo di essere razionale. Ché se per puro caso oggi qua ci fosse il sole o stessi leggendo uno di quei titoli dei nostri giornali mainstream (schifosi in forma e contenuti), questo post reciterebbe più o meno così: “sì, dobbiamo andarcene tutti dall’Italia”.

Quando sono partita per Manchester la sensazione era di aver preso una decisione molto importante in un tempo molto piccolo. Pensavo di aver fatto le valigie in quattro e quattr’otto senza essere stata a rifletterci troppo. Pensavo che la mia partenza fosse stata una diretta derivazione di pochi fattori che si erano sistemati in modo da tracciare una via irrinunciabile: perdita del lavoro, trasloco inevitabile, S. direzionato verso Manchester.

E invece non era così. Quelli sono stati solo gli episodi scatenanti. Latente, da molti anni oramai, c’era la consapevolezza di non stare bene, di aver bisogno di cambiare aria e soprattutto di smettere di vivere l’umiliazione quotidiana di lavorare in Italia, con una paga che non era uno stipendio, senza ferie, senza permessi, senza malattia, senza orari stabiliti, senza poter mettere da parte un soldo. La mia non-carriera italiana, fatta di lavori che mi piacevano molto e non pagavano e lavori che non mi piacevano e pagavano poco, fatta di giorni liberi dal primo lavoro per andare a fare il secondo, serate passate a lavorare da casa a cose interessanti e giornate passate in ufficio con gente meschina e approfittatrice, mi aveva stancato. Era chiaro che “fare gavetta” era una frase vuota. Perché quando esperienza, responsabilità e competenze aumentano mentre lo stipendio e i diritti diminuiscono, quello non si chiama gavetta, ma sopraffazione.

Allora mi sono trovata all’improvviso in un’altra nazione. Con l’entusiasmo e la paura delle cose nuove, quelle grandi, che cambiano la storia della tua vita.

Vivere fuori dall’Italia vuol dire accorgersi, con imbarazzo, di provare stupore per cose che dovrebbero essere la norma ma da noi non esistono: il tuo capo che ti dice grazie, un lavoro a tempo intedeterminato, il tuo stipendio che cresce ogni 3 o 6 mesi, assieme alla tua esperienza. E poi la possibilità di affittare una casa vera, intera, solo per te, anche se fai un lavoro umile, l’autobus che passa all’ora stabilita, le visite mediche con l’interprete nel caso tu non sia ancora pratico con la lingua. I figli di ragazze giovani, nati perché essere incinta non vuol dire anche essere licenziata. Le serate che iniziano alle 6.30 perché 8 ore di lavoro sono abbastanza e nessuno viene insultato per essere uscito dall’ufficio all’orario stabilito dal suo contratto. Essere considerato adulto e non ragazzo a 30 anni, con tutte le responsabilità del caso.

Vivere fuori dall’Italia è vedere una televisione che oltre alle scemenze presenta anche programmi interessanti, é vedere i film nella loro lingua originale. E’ ascoltare la gente comune fare domande a politici che rispondono per davvero. E’ ritrovare una dignità di persona e lavoratore che da noi non esiste più.

Vivere fuori dall’Italia vuol dire anche essere lo straniero: immergersi in una cultura nuova e sconosciuta, non capire le battute nazionalpopolari e non conoscere i personaggi famosi, sperimentare la guerra tra un cervello che pensa con la sua cultura e una bocca che parla una nuova lingua. Vuol dire sentirsi rispondere “è per questo che l’Italia è fallita” ogni volta che commenti il prezzo esagerato dell’insalata, vuol dire comprare i pomodorini a decine anziché a chili, rinunciare al pane vero.

Vivere fuori dall’Italia vuol dire essersene andato e cioè stare lontano: da quegli amici cui non devi raccontare il passato perché l’hanno vissuto con te, dalla famiglia, dal tuo locale preferito, dal profumo della peperonata al giovedì e della pasta col sugo avanzato il giorno dopo. Vuol dire dover rendere tua un’altra casa, senza i mobili di sempre e lo specchio nel quale ti vedi più magra. Vuol dire litigare col tuo fidanzato e non poter sbattergli la porta in faccia per andare a parlar male di lui con la tua amica. Vuol dire non esserci quando succedono le cose importanti a quelli che conosci e aspettare di essere tutti connessi a skype per dirsi le novità. Dover andare al matrimonio con un vestito inglese, cercando quello che sembri meno inglese possibile. Tenere sotto controllo quotidiano le offerte delle compagnie aeree.

Vuol dire provare frustrazione al ventesimo giorno di pioggia, a maggio, quando il tuo corpo è pronto alle maniche corte ma fuori ci sono 11°. Vuol dire cominciare nuove relazioni, conoscere nuovi locali e nuovi indirizzi, con tutta l’eccitazione dei primi mesi e la stanchezza dei mesi successivi. Vuol dire nostalgia costante, più o meno intensa, ma presente, come compagnia fissa.

Vivere fuori dall’Italia vuol dire sapere cosa succede in patria dai giornali e dagli amici, senza vivere in prima persona lo spirito del tempo e senza contribuire in nessun modo. Vuol dire vedere il tuo paese che continua la sua caduta e sentirti vigliacco ed egoista per non aver provato a metterci del tuo.

E poi vuol dire molte altre cose: divertenti, estenuanti, piacevoli o insopportabili. Vuol dire diventare più ricchi di esperienze e più poveri di relazioni, più forti per alcuni versi e più deboli per altri. E mille altri contrasti e sensazioni difficili o facili da vivere a seconda del tuo umore o del clima o dell’avvicinarsi del tuo prossimo rientro in patria.

Insomma non è facile. Ma nemmeno così difficile. Si fa, lo possono fare tutti. Secondo me quello che ci vuole più di tutto è non programmare troppo in là, procedere un po’ per giorno. E vedere come va.

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Andare o non andare alla Donauinselfest… questo è il problema!

Come ogni anno ritorna a Vienna il più grande festival all’aperto d’Europa, con più di 3 milioni di visitatori, da venerdì 22. a domenica 24. giugno 2012.

Sto ovviamente parlando della Donauinselfest, una 3 giorni di musica e spettacolo sulla Donauinsel (Isola sul Danubio) dove si esibiranno più di 200 bands e artisti da tutto il mondo.

Quest’anno, ripensando alle esperienze passate, mi sto però chiedendo se valga veramente la pena partecipare o meno, ecco qualche dubbio che mi frulla per la testa:

Il viaggio

Se normalmente per raggiungere la Donauinsel ci vogliono circa 15 minuti con la U-Bahn, durante tutti i giorni del festival il viaggio diventa una vera e propria odissea.

Sebbene gli intervalli delle metropolitana vengano ridotti, aspettatevi file chilometriche fino all’esterno della stazione e di essere poi pressati (nel vero senso della parola) all’interno dei vagoni.

Il ritorno ovviamente è uguale… quante Ubahn ci vogliono secondo voi per spostare 1 milione di persone?

L’isola

Se giunti sulla Donauinsel pensavate che il peggio fosse già passato, purtroppo vi sbagliate: mentre nel pomeriggio l’isola può sembrare un bel prato spensierato, la sera diventa un luogo buio ed estremamente caotico.

Quasi subito perdere di vista tutti gli amici con cui vi siete avventurati al festival e trascorrete ore al telefono per ritrovarvi (consigliata corda da alpinisti per rimanere insieme…).

Infine se finalmente avrete raggiunto il palco dove volevate andare, spero per voi che non vogliate più muovervi. Andare verso un’altro palco significa infatti una camminata di anche un’ora, ovviamente tra masse di persone mezze ubriache e nel chaos della notte.

La gente

Siamo ad un festival e quindi la gente si vuole divertire. Purtroppo molti capiscono il divertimento solo come ubriacarsi fino a non riuscire più a capire dove sono, e la Donauinselfest si riempie sempre più di queste persone nel corso della serata. Insomma se vi piace vedere la gente che casca nel Danubio, siete nel posto giusto.

I prezzi

All’interno del festival è proibito portate qualunque tipo di bevanda alcolica.  Ovviamente nei vari stand gastronomici vengono però venduti birra, vino e superalcolici senza problemi e soprattutto a prezzi incredibilmente alti. Per quanto riguarda il cibo offeto negli stessi chioschi, i prezzi sono ovviamente anche qui estramente maggiorati e di una qualità per cui ogni commento è vano.

Artisti e band

Quest’anno gli artisti principali sono Simple Minds, Samy Deluxe, Silbermond, James Morrison e molti altri prevalentemente austriaci. Certo, il festival è gratuito e quindi non si possono pretendere Bruce Springsteen o Madonna, però qualcosa di più si potrebbe sicuramente fare.

Diverstamente dagli altri anni, in questa edizione non è inoltre presente nemmeno un’artista dall’Italia che mi possa invogliare nell’odissea di raggiungere la Donauinsel. L’unico che mi aveva quasi illuso è stato tale “Nino de Angelo” che purtroppo (o per fortuna) ho scoperto essere solo un omonimo del nostrano Nino d’Angelo…

Le alternative

Se vi ho convinti e anche voi quest’anno lascerete perdere la Donauinselfest, quali sono le attività alternative per questo fine settimana?

Ovviamente in questi giorni ci sono ancora gli Europei di Calcio, quindi ogni sera è possibile guardare una delle partite. Queste verranno sicuramente trasmesse anche sugli schermi della Donauinsel, ma credo che in quei giorni il WUK sarà deserto e si troverà un posto a sedere anche a metà del primo tempo.

Se non amate il calcio potrebbe essere invece una buona possibilità per andare alla scoperta di Vienna in tutta calma, visto che quasi tutti saranno alla Donauinsel.

Se non vi ho comunque convinto e volete partecipare alla Donauinselfest, vi rimando al sito ufficiale della manifestazione per tutte le informazioni dettagliate su artisti e band.

Parteciperete alla Donauinselfest 2012?

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5 motivi per non venire a lavorare a Vienna

Negli ultimi tempi sembra che tutti gli italiani vogliano andare a lavorare all’estero.

Gli articoli più letti del blog sono quelli relativi alle possibilità di lavoro a Vienna e quasi ogni giorno mi giungono messaggi di persone che chiedono consigli su come trovare un lavoro in Austria.

La situazione lavorativa è oggettivamente migliore rispetto all’Italia: la disoccupazione è la più bassa d’Europa, l’assistenza sociale è molto più estesa e in generale trovare una occupazione non è difficile.

Ma come si suol dire, non tutto è oro quel che luccica, e per questo motivo ho messo insieme 5 motivi su cui riflettere prima di lanciarsi all’avventura alla ricerca di un lavoro a Vienna:

1) Il tedesco

Per la maggior parte dei posti di lavoro in Austria è ovviamente necessario sapere il tedesco, e se non avete conoscenze almeno basilari le offerte lavorative si restringono molto velocemente.

Sebbene in certi settori e aziende sia certamente possibile lavorare anche con l’inglese e in alcune rare occasioni anche con l’italiano, la conoscenza del tedesco rende molto più facile sia la vita lavorativa che quella di tutti i giorni.

Per capire meglio quanto sia importante la conoscenza della lingua del Paese dove ci trova, io faccio sempre un facile paragone: quante aziende conoscete in Italia dove si lavora con l’inglese? E che lavori potrebbe fare uno straniero che non sappia parlare italiano?

2) Il clima

A Vienna d’inverno fa freddo… molto freddo. La temperatura può arrivare fino a 20 gradi sotto lo zero, anche a causa al famigerato vento che riesce a penetrare qualunque giacca a vento.

Per compensare solitamente negli uffici e soprattutto nei mezzi pubblici il riscaldamento è acceso al massimo a tutte le ore.

Quindi se siete freddolosi pensateci due volte prima di venire nelle “steppe viennesi” o preparate in valigia una giacca veramente pesante.

Ultimo appunto: lasciate a casa gli ombrelli, a Vienna (non so perchè) non li usa nessuno (molto meglio una giacca con cappuccio).

3) Gli austriaci

Il modo di relazionarsi degli austriaci (sia sul lavoro che al di fuori) è molto diverso rispetto a quello italiano, e per alcuni può essere inizialmente un vero e proprio shock.

Mentre noi siamo aperti, socievoli e “chiacchieroni”, gli austriaci sembrano invece più freddi e distaccati.

In realtà (in base alla mia esperienza) è semplicemente un atteggiamento riservato e tranquillo.

Infatti basta uscire a bere una (e più) birre insieme e si diventa quasi subito amiconi.

4) Il cibo

Vera e proria spina nel fianco degli italiani che vengono a Vienna: non ho mai conosciuto nessuno (me compreso) che non si lamentasse della cucina austriaca e avesse nostalgia dei prodotti italiani.

Se siete grandi amanti della cucina italiana o iniziate già da ora ad abituarvi a mangiare wurstel e cotolette, oppure inizierte a fare lunghi viaggi dall’Italia con valige piene di mozzarelle, mortadelle e biscotti Mulino Bianco…

5) La lontanza da amici e parenti

Lasciare tutto per una nuova città straniera significa anche lasciare indietro la propria famiglia e le amicizie create nel corso degli anni, e rivedersi solo poche volte all’anno.

Sebbene anche a Vienna si faranno sicuramente nuove amicizie, ci vuole tempo prima di riuscire a ricreare lo stesso tipo di relazione come quella con i “vecchi amici” o con la famiglia.

Se all’inizio questo non può sembrare un problema, con il tempo ci si accorge che le amicizie lentamente si perdono, e anche che non è facile far capire alla propria famiglia la propria vita.

Venire o non venire?

Con questo articolo non voglio scoraggiare nessuno – se io vivo a Vienna senza ripensamenti da così tanti anni ci sarà sicuramente un motivo.

Questi vogliono solo essere degli spunti di riflessione per chi vuole lasciare l’Italia per venire a lavorare a Vienna che secondo me devono essere tenuti in considerazione.

Nessuno dei punti elencati è infatti insuperabile, e anzi in poco tempo verrete sicuramente “austriacizzati” anche voi e questi atteggiamenti vi sembreranno la normalità quotidiana.

Cosa pensate di questi motivi per non venire a lavorare a Vienna? Sono giusti o sbagliati? Ne conoscete altri?

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Car2Go : il carsharing per muoversi in macchina a Vienna

Da alcuni mesi avrete forse già notato moltissime Smart bianche e azzurre parcheggiate in molti angoli di Vienna.

Sono le auto del servizio di carsharing offerto da Car2Go, un’azienda presente in più di 20 città in tutto il mondo e da inizio 2012 anche a Vienna.

Il modello di carsharing offerto da Car2Go si basa sul noleggio delle automobili per un breve periodo per spostarsi in città.

L’idea innovativa risiede nel fatto che la macchina dopo l’uso non deve essere riportata nella centrale di prestito ma può essere lasciata in un normale parcheggio a disposizione del cliente successivo nelle vicinanze.

Come funziona il servizio?

Per utilizzare il servizio bisogna innanzitutto registrarsi tramite il sito web car2go.com ad un costo di € 9,90.

Dopo la registrazione è possibile ritirare la propria carta car2go presso la sede di Vienna di car2go (Hintere Zollamtsstraße 9, 1030 Wien) con la quale potrete anche accedere alla macchina.

Per trovare una auto libera potete girovagare per Vienna oppure (più comodamente) utilizzare l’applicazione per smartphone o il sito web che segnala le macchine libere in tempo reale.

Quali sono i costi?

La tariffazione per l’uso delle auto è al minuto: fino a 21 km di percorso (per ogni utilizzo) il costo è di 29 cent al minuto, per i chilometri successivi bisogna aggiungere altri 29 cent per chilometro.

Se il vostro viaggio dovesse durare più a lungo o per più chilometri, il costo per un’ora di noleggio sarà comunque al massimo di € 12,90 ed eventualmente di € 39,00 per tutto il giorno.

Inoltre la benzina è inclusa nel prezzo, e se farete il pieno dopo l’utilizzo presso una delle stazioni adibite, vi verranno abbuonati 20 minuti di viaggio.

Riassumendo…

L’idea è sicuramente interessante e per quelle zone di Vienna dove non arrivano i mezzi pubblici anche conveniente.

Le piccole Smart non permettono sicuramente di effettuare un trasloco, ma sono comode ed è facile trovare parcheggio.

Maggiori informazioni le trovate sul sito car2go.com

Avete già utilizzato il servizio di carsharing car2go? Cosa ne pensate?

Italiani a Vienna 16 commenti

Festa della Repubblica all’Ambasciata italiana a Vienna… o no?

Il 2. Giugno in Italia è la Festa della Repubblica italiana, in questa data si ricorda il referendum del 2. e 3. giugno 1946 con il quale gli italiani decisero fra monarchia o repubblica.

Mentre in Italia si tengono ovunque festeggiamenti, l’Ambasciata italiana di Vienna anche quest’anno sembra ignorare completamente l’evento e non organizza nulla per i concittadini residenti in Austria (lo stesso è accaduto per i festeggiamenti dei 150. anni dell’Unità d’Italia)

Il ruolo dell’ambasciata italiana a Vienna dovrebbe essere (secondo me) oltre a quello di rappresentanza dell’Italia presso le istituzioni austriache e di centro dei servizi consolari anche un punto di riferimento per tutti gli italiani residenti in questo Paese, dove è possibile incontrarsi, conoscersi e aiutarsi a vicenda.

Purtroppo invece per molti italiani l’Ambasciata italiana a Vienna non è molto di più di uno sportello a cui rivolgersi solamente quando si hanno problemi o bisogno di documenti nuovi.

L’assenza di eventi non può nemmeno essere giustificata da costi eccessivi o da difficoltà organizzative.

Come vedete dalle serate che a volte organizziamo tramite questo blog o Facebook, è infatti possibile mettere insieme un’evento che riesca a riunire gli italiani a Vienna praticamente a “costo zero”, e semplicemente con un poco di buona volontà.

Per dimostrare che non tutte le ambasciate italiane all’estero hanno dimenticato la festa della Repubblica, mi è bastato cercare tra i vari siti web delle ambasciate.

In poco tempo ho infatti scoperto che alcune – purtroppo poche – sedi organizzano eventi per festeggiare la festa della Repubblica, come per esempio a Copenhagen (Danimarca), Chisinau (Moldavia) e Teheran (Iran), Buenos Aires.

Questo articolo non vuole essere una critica all’operato dell’ambasciata italiana a Vienna nel suo complesso, che sicuramente svolge un’importante lavoro di rappresentanza del nostro Paese presso le istituzioni austriache, ma solamente un’incitamento ad essere più presente per i cittadini italiani all’estero almeno nelle ricorrenze importanti dell’Italia.

Insomma se tra i lettori ci fosse per caso l’Ambasciatore o uno dei suoi collaboratori, sarei felice di aiutarvi ad organizzare per l’anno prossimo un evento per tutti gli italiani a Vienna per festeggiare la Festa della Repubblica.

Per chi volesse comunque trascorrere una serata italiana, vi ricordo che al Votiv Kino si tiene l’annuale rassegna di film Nuovo Cinema Italia fino al 7. giugno.

Vorreste festeggiare la festa della Repubblica italiana presso l’ambasciata? Cosa vi piacerebbe venisse organizzato?

Vienna 5 commenti

Visitare Vienna in un giorno: idee e consigli

Si può visitare tutta Vienna in un giorno solo?

Difficile, forse impossibile diranno alcuni, ma con un programma ben strutturato e tanta voglia di correre da un posto all’altro è forse possibile scoprire almeno i luoghi più famosi e interessanti.

Se avete solo un giorno di tempo per scoprire Vienna, ecco un possibile programma per visitare tutto il meglio:

Mattina al castello di Schönbrunn

Iniziamo la mattinata presso la meta più amata da tutti i turisti di Vienna, ovvero il castello di Schönbrunn. Una meta forse un po’ troppo classica, ma che non può mancare in una visita di Vienna.

Schöbrunn è facilmente raggiungibile con la metropolitana U4, all’interno è possibile passeggiare nel parco fino alla Gloriette oppure visitare l’interno del castello (a pagamento).

Maggiori informazioni sul sito ufficiale www.schoebrunn.at

Pranzo veloce al Naschmarkt

Dopo aver concluso la visita a Schönbrunn prendete nuovamente la metropolitana U4 fino alla stazione Kettenbrückengasse.

Da qui è possibile passeggiare all’interno del Naschmarkt, il mercato più famoso di Vienna, con più di 100 bancarelle e locali dove potrete pranzare.

Siccome il tempo è tiranno in questa veloce giornata alla scoperta di Vienna, vi consiglio un pranzo veloce, per esempio potete assaggiare una delle innumerevoli qualità di Wurstel presenti in Austria presso un tipico “Wurstelstand” , oppure mangiare un’ottimo Kebab presso i molti venditori all’interno del mercato.

Pomeriggio nel centro storico

Dopo pranzo continaute la passeggiata fino alla fine del Naschmakrt e vi troverete davanti al palazzo della Secessione e proseguite fino all’Opera per entrare nel centro storico di Vienna.

Da qui potete passeggiare lungo la Kärntner Straße fino a raggiungere Stephansdom (Duomo di Santo Stefano) e poi proseguire lungo il Graben fino al complesso dell’Hofburg, la residenza imperaliale.

Proseguendo vi ritroverete sulla imponente Ringrstrasse, la strada ad anello che circonda il centro di Vienna.

Date un’occhiata ai grandi musei d’arte (Kunsthistorisches Museum) e di storia naturale (Naturhistorisches Museum) imperiali e poi proseguite sulla destra nella zona pedonale.

Durante il percorso potrete ammirare il parlamento austriaco, il municipio (Rathaus), il teatro imperiale (Burgtheater) e infine l‘università di Vienna presso Schottentor.

Se avete ancora voglia di camminare da qui potrete ritornare presso il Duomo di Santo Stefano passando per il Freyung oppure visitare la Minoritenkirche, la chiesa italiana di Vienna.

Durante la passeggiata o prima della cena vi consiglio infine di fare una sosta in una delle molte caffetterie tradizionali viennesi per assaggiare una fetta di Sachertorte, per esempio il Cafe Griensteidl oppure presso la pasticceria Oberlaa.

Cena tipica viennese

Con le gambe stanche dopo questa lunga giornata è giunto finalmente il momento di godersi un po’ di riposo mangiando a dovere.

Vi consigli alcuni ristoranti in centro dove poter mangiare tipicamente austriaco e bere una buona birra:

Serata al Museumsquartier

Se la sera avete ancora tempo vi consiglio di fare una passeggiata presso il Museumsquartier (Quartiere dei Musei) e nella zona limitrofa di Spittelberg.

Qui troverete molti locali interessanti dove potervi rilassare e godervi l’atmosfera di Vienna.

Ci sarebbero ovviamente moltissime altre cose da vedere a Vienna, ma credo che in un giorno solo non si possa fare di più.

Avete altre proposte per visitare Vienna in un giorno?

Tedesco 7 commenti

Risorse online per imparare e migliorare il tedesco

Il tedesco è una lingua che può sembrare impossibile da imparare.

La curva di apprendimento iniziale è effettivamente molto ripida, ma se si riescono ad assimilare i concetti di base, tutto diventa poi molto più facile.

In internet si trovano molte risorse per imparare o migliorare la conoscenza del tedesco. Alcuni sono ben fatti, altri un po’ meno.

Voglio premettere che – secondo il mio parere – il modo migliore per imparare il tedesco è sicuramente parlarlo.

Non bisogna avere paura di sbagliare o di dire cose che non hanno senso, perchè è solo con l’esperienza che si può migliorare la conoscenza della lingua.

Quindi provate sempre a parlare in tedesco, sia con gli amici tedeschi ma anche con quelli italiani, e anche al lavoro provate tutti i giorni a dire qualcosa in tedesco – sicuramente i vostri colleghi ne saranno felici e vi aiuteranno a migliorare.

Se non avete la possibilità di parlare in tedesco con gli amici o al lavoro, vi posso consigliare di cercare un tandem linguistico, con cui fare uno scambio tra italiano e tedesco.

Per chi è alle prime armi consiglio inoltre vivamente di seguire un corso di tedesco anche solo per qualche mese, che vi darà delle basi solide con cui eventualmente proseguire da soli.

Ed ecco infine una serie di link a risorse online per imparare e migliorare la conoscenza del tedesco:

http://www.tedesco-online.de/
Corso gratuito con molte lezioni per principianti. Utile per ripassare i concetti di base e la grammatica tedesca.

http://www.livemocha.com/
Un portale simile a Facebook che offre corsi gratuiti per molte lingue, tra cui il tedesco. Nel sito è inoltre possibile chiedere aiuto ad altri utenti per migliorare le proprie conoscenze e di offrirne ad altri che vogliono imparare l’italiano.

http://www.dw.de/dw/0,,2547,00.html
Il sito della radio tedesca Deutsche Welle offre sul proprio sito vari corsi interattivi dal principiante all’avanzato. Purtroppo tra le lingue di base non è presente l’italiano – è quindi necessaria almeno la conoscenza dell’inglese.

http://www.viaggio-in-germania.de/esercizi-online.html
Offre una serie di esercizi per tutti i livelli. Inoltre raccoglie più di 50 link ad altre pagine di esercizi per migiorare il proprio tedesco.

Se conoscete altre risorse utili le aggiungerò volentieri alla lista.

Informazioni utili Un commento

Dove fare una grigliata a Vienna?

Estate, tempo di grigliate all’aperto. Il barbecue mette allegria, e i cibi alla griglia paiono sempre un po’ più buoni del solito. Dove si può fare una grigliata a Vienna?

Balconi e terrazzi

Tutti i fortunati possessori di un’appartamento con balcone o terrazze sono fortunati e possono “grigliare” liberamente tutto l’anno.

Secondo la legge austriaca infatti (§ 364 Abs 2 ABGB) i vicini devono sopportare odori e fumo che si creano – finchè rimangono nella norma.

Il migliore consiglio per non dare inizio a dispute condominiali rimane comunque dare una letta al regolamento del palazzo in cui abitate – quasi sicuramente questa possibilita è stata regolamentata a dovere – oppure invitare i vostri vicini a mangiare insieme!

Aree con grill

Per chi non possiede un grill proprio è possibile prenotare una delle 15 aree adibite sulla Donauinsel.

Il costo è di 10 € e comprende oltre al grill della legna fornita dal comune (la carbonella non è inclusa).

Il servizio è offerto da Aprile a fine Settembre, ed è possibile prenotare lo spazio direttamente online.

Come si può immaginiare le aree sono molto richieste e soprattutto nei fine settimana è molto difficile trovare un posto libero (per esempio già adesso quasi tutti i fine settimana sono già completamente esauriti).

Links utili:

Aree pubbliche

In varie altre zone di Vienna sono presenti aree dove poter fare una grigliata in compagnia, ma è ovviamente necessario avere un proprio grill a disposizione.

Queste aree sono ad ingresso gratuito, i tavoli sono però limitati quindi è spesso necessario presentarsi molto presto.

Sulla Donauinsel sono presenti le due zone pubbliche Brigittenauerbucht” e “Steinspornbrücke” con molti tavoli dove poter mangiare.

Altre aree pubbliche attrezzate (con bagni, acqua potabile e tavoli) dove è possibile effettaure una grigliata dalle 9:00 alle 21:00 a Vienna sono le seguenti:

1110, Am Kanal, Alberner Hafenzufahrtstraße, Margetinstraße
Raggiungibile con l’autobus 76A o con la macchina (ampio parcheggio disponibile)

1140, Auhof – Retentionsbecken
Raggiungibile solo con la macchina

1160, Steinbruchwiese im Ottakringer Wald
E’ presente anche un campo da calcio.
Raggiungibile con gli autobus 46B e 146B, o con la macchina (parcheggi disponibili).

1170, Mittereckwiese im Schwarzenbergpark
Raggiungibile con l’autobus 243 e 443.

1190, Krapfenwaldgasse an der Höhenstraße, presso il Krapfenwaldbad
Raggiungibile con l’autobus 38A (Krapfenwaldgasse) uo con la macchina (parcheggi disponibili).

1230, Draschepark, Ecke Triester Straße/Sterngasse
Raggiungibile con la Badner Bahn (Personenbahnhof Inzersdorf) o con gli autobus 65A (Purkytgasse), 16A, 66A (Sterngasse)

Conoscete altre aree per grigliate a Vienna?

Medicina & Salute 31 commenti

Medici, dottori e farmacisti italiani a Vienna

Andare dal dottore quando non si parla bene una lingua straniera è sicuramente difficile e spesso si ha la paura di non farsi capire e ricevere una cura sbagliata.

Per aiutare chi non conosce bene il tedesco ho quindi raccolto – grazie ai consigli del gruppo “Italiani a Vienna” – una lista di medici, dottori e farmacisti italiani o che parlano italiano a Vienna, tutti provati e consigliati.

Vicino ad ogni nominativo trovate un link con maggiori informazioni riguardo ad orari ed indirizzo.

Medico di famiglia (Hausarzt)

Dr. Gabriele Binder – Maggiori informazioni

Dr. Eva Maria Kulcsar-Mecsery – Maggiori informazioni

Dr. Eva Huber-Cemper – Maggiori informazioni

Dr. Eva Raunig – Pulverturmgasse 20, 1090 – Maggiori informazioni

Farmacista (Apotheke)

Dott. Francesca Fraula
Apotheke am Spittelberg (www.apospittelberg.at)
Lunedì 8:00 – 12:00 e 14:00 – 18:00
Martedì 8:00 – 14:00

Dott. Oscar Gancitano
Klimt Apotheke (Hetzendorfer Str. 75A, 1120)
Maggiori informazioni

Dermatologia (Dermatologie)

Dr. Rolf Gregor Fialla – Maggiori informazioni

Dr. Martina Binder (Privato – Wahlarzt) – martinabinder.at

Dr. Martina Sanlorenzo (Privato – Wahlartz) – dermatologyvienna.com

Dentista (Zahnarzt)

Dr. Philipp Schmid – www.dents.at (Solo lui parla italiano!)

Dr. med. univ. Alfred Partik (partik.at)

Dott. Avventi (Privato – Wahlarzt) – dr-avventi.at

Chirurgia (Allgemeinchirurgie)

Dr. Alexander Di Monte – chirurgie-dimonte.at

Ginecologia (Gynäkologie)

Univ.Prof. Dr. Ambros Valentin Huber (Privato – Wahlarzt) – Maggiori informazioni

Dr. Bibiana Kalmar (Privato – Wahlarzt) – Maggiori informazioni

Neurochirurgia (Neurochirurgie)

Univ. Prof. Dr. Martin Ortler – neurochirurgie.wien

Oculistica (Augenheilkunde)

Dr. Christine Dolezal – Maggiori informazioni

Ortopedia (Orthopädie)

Dr. Philipp Heuberer (Privato – Wahlarzt) – healthpi.at

Ostetricia (Hebamme)

Dr. Annemarie Kerschbaumer – Maggiori informazioni

Pneumologia (Lungenfacharzt)

Dr. Rossella Angotti-Arthofer – lunge-leopoldstadt.at

Psicologia – Psicoterapeuta (Psychotherapeut)

Mag. Dr. Barbara Kastlunger – Maggiori informazioni

Mag. Verena Sternbach – Maggiori informazioni

Urologia ed Andrologia (Urologie und Andrologie)

Dr. Emile Valimberti – urologe1190.at

Dr. David D’Andrea – urologie-dandrea.at – meduniwien.ac.at

Altri dottori e medici

Tramite il sito http://www.praxisplan.at/ è possibile fare una ricerca tra tutti i medici di Vienna specificando tra i filtri anche la conoscenza della lingua italiana.

Purtroppo a volte i risultati non sono molto attendibili – nel senso che la conoscenza dell’italiano si rivela poi essere solo “teorica” – ma come si suol dire, tentar non nuoce.

Se conoscete medici, dottori, farmacisti (o altri professionisti del settore sanitario) che volete consigliare, li aggiungerò volentieri alla lista.