Visitare Vienna Lascia un commento

Visitare Vienna da casa: idee e consigli per rivivere monumenti, musei e molto altro

Passeggiando in queste settimane per il centro di Vienna c’è una cosa che proprio manca: i turisti!

Anche se non è un bene per l’economia, devo ammettere che non mi dispiace potermi godere la mia città in maniera più tranquilla rispetto al solito.

Allo stesso tempo immagino anche che a tanti di voi lettori Vienna manchi: forse avevate già in programma un viaggio, oppure vorreste rivivere le meraviglie che avete visto l’ultima volta che siete stati qui.

Per fortuna grazie ad internet oggigiorno si può visitare gran parte di Vienna senza muoversi da casa, vediamo insieme come!

Innanzitutto c’è Google Maps: grazie alla funzione Street View potete passeggiare virtualmente per ogni angolo di Vienna, dai luoghi più conosciuti, come Santo Stefano, l’Opera di Stato o il Municipio ma anche quelli meno visitati, come il Böhmischer Prater o la Wotrubakirche.

Il progetto Arts & Culture (sempre di Google) offre la possibilità di visitare i musei più famosi di Vienna comodamente da casa. Ecco alcuni dei più interessanti a disposizione:

Molti sono inoltre anche i monumenti ed edifici storici che si possono visitare virtualmente:

Se volete farvi guidare attraverso un video, su Youtube si trovano moltissime riprese ad alta definizione degli angoli più conosciuti della città. Ecco alcuni tra i più belli:

Per chi ama il teatro e l’opera anche qui le possibilità non mancano.  In streaming vengono offerti infatti video integrali di spettacoli delle ultime stagioni (in tedesco):

In un viaggio a Vienna non può naturalmente mancare la musica classica: anche qui Youtube ci viene in aiuto, dove sono disponibili le registrazioni di alcuni dei più famosi concerti che si svolgono ogni anno a Vienna, come il concerto di Capodanno o il Concerto di una Notte d’Estate.

Mancherebbe solo poter assaggiare una torta Sacher insieme ad un Melange, ma questo mi auguro sarà possibile nuovamente tra poche settimane!

Abitare a Vienna 6 commenti

Come funziona il “Wohnbeihilfe”, il sussidio per l’affitto a Vienna

La Vienna “rossa”, da più di 100 anni governata dal partito socialdemocratico, ha ancora oggi tra i suoi pilastri fondamentali il diritto alla casa.

Una tradizione sociale che permette affitti agevolati per più della metà degli abitanti, tramite l’edilizia popolare (Gemeindebau), le cooperative (Genossenschaft) ma anche grazie a sovvenzioni per chi ha un reddito basso.

In questo articolo mi voglio soffermare in particolare sul sussidio per l’affitto (Wohnbeihilfe) che si basa su un’idea semplice ma efficacie: in base al reddito viene calcolato l’affitto che una persona o famiglia può sostenere. Se quello che attualmente paga è più alto di questa cifra, il comune lo aiuta con un sussidio pari alla differenza tra i due valori.

Per richiederlo bisogna innanzitutto avere, oltre ad un contratto di affitto in regola, la residenza principale (Hauptwohnsitz) a Vienna ed un permesso di permanenza in Austria valido (Anmeldebescheinigung).

Il diritto o meno al sussidio viene poi calcolato in base ai seguenti criteri:

  • l’importo dell’affitto principale (senza le spese condominiali)
  • le dimensioni dell’appartamento
  • il numero di persone che vivono all’interno

Per accedere al sussidio è inoltre necessario avere un reddito superiore ad una certa soglia. Può sembrare un paradosso ma non lo è. La cifra corrisponde infatti al reddito minimo che in Austria viene considerata come soglia di povertà (nel 2020 per persone sigole 917,- e per coppie 1.375€). Chi non la raggiunge può richiedere una integrazione (Mindestsicherung) che comprende già un sussidio per l’affitto (Mietbeihilfe).

Il sussidio per l’alloggio viene concesso per un periodo limitato (solitamente 1 o 2 anni), dopodiché si potrà inviare una nuova richiesta dove verrà valutata la nuova situazione economica.

La richiesta può essere effettuata anche da persone che vivono in un appartamento condiviso (per esempio studenti), ma in questo caso il reddito verrà calcolato sommando le entrate di tutti coloro che vivono nella casa.

L’ufficio del comune responsabile per il sussidio all’affitto è l’MA 50, dove si può inviare la documentazione (anche per posta o email) o richiedere un appuntamento per una consulenza.

Maggiori informazioni come anche i moduli da presentare sono presenti su questa pagina del comune di Vienna.

Se avete già fatto la richiesta del sussidio per l’affitto raccontate la vostra esperienza nei commenti!

Lavoro 2 commenti

2 offerte di lavoro presso l’Ambasciata d’Italia a Vienna

L’Ambasciata d’Italia a Vienna ha pubblicato due bandi di concorso per impiegati a contratti, uno da adibire ai servizi di collaboratore nel settore consolare, ed un secondo come assistente amministrativo.

Avviso di assunzione di n.1 impiegato/a a contratto da adibire ai servizi di collaboratore amministrativo nel settore consolare

Il primo bando di concorso riguarda l’assunzione di un impiegato/a a contratto da adibire ai servizi di collaboratore amministrativo nel settore consolare.

I requisiti principali per partecipare alla selezione sono:

  • aver compiuto il 18° anno di età
  • essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o equivalente (“diploma di maturità”).
  • avere la residenza (Hauptwohnsitz) continuativa in Austria da almeno 2 anni

E’ inoltre necessaria un’ottima conoscenza dell’italiano e del tedesco, poiché tra le prove d’esame è prevista una traduzione scritta ed un colloquio in entrambe le lingue, senza l’uso del dizionario.

Le domande di ammissione alle prove devono essere presentate entro venerdì 29 maggio 2020, utilizzando il modulo presente su questa pagina, ed allegando curriculum vitae ed una copia di un documento d’identità.

Ulteriori informazioni sono presenti sul sito web dell’Ambasciata.

Avviso di assunzione di n.1 impiegato/a a contratto da adibire ai servizi di assistente amministrativo

Il secondo bando di concorso riguarda l’assunzione di un impiegato/a a contratto da adibire ai servizi di assistente amministrativo.

I requisiti principali per partecipare al concorso in questo caso sono:

  • aver compiuto il 18° anno di età
  • essere in possesso di un diploma di istruzione secondaria di primo grado o equivalente (“licenza media”).
  • avere la residenza (Hauptwohnsitz) continuativa in Austria da almeno 2 anni

Anche qui è necessaria una ottima conoscenza del tedesco, essendo prevista tra le prove d’esame una traduzione scritta senza l’uso del dizionario, oltre ad un colloquio in entrambe le lingue.

Le domande di ammissione devono essere presentate entro mercoledì 3 giugno 2020, utilizzando il modulo presente su questa pagina, ed allegando curriculum vitae ed una copia di un documento d’identità.

Ulteriori informazioni sono presenti sul sito web dell’Ambasciata.

Libri Un commento

La Marcia di Radetzky Remix 2020

La battaglia di Solferino – Stampa 1859

Non sempre lo stesso libro provoca lo stesso impatto emotivo, se letto in momenti diversi. Personalmente l’ho scoperto proprio in questi giorni, rileggendo “La Marcia di Radetzky”, l’opera più celebre di Joseph Roth, uno dei “cantori” della Mitteleuropa. Ed è stato leggendolo ora, in piena emergenza Coronavirus, che sono riuscito ad entrare totalmente nel suo spirito. Quale? Lo scoprirete continuando a leggere questo articolo, che non sarà, però, la classica recensione di un libro.

I protagonisti

Il romanzo si snoda attraverso le vicende della famiglia Trotta, che grazie a un atto di coraggio del sottotenente di fanteria, Joseph, durante la battaglia di Solferino, conquisterà il favore imperiale, e, da semplice figlio di una famiglia slovena di contadini, assumerà un titolo nobiliare. La trama, però, seguirà più i passi del nipote dell’eroe di Solferino, Carl Joseph, e il suo rapporto con il padre, mentre la figura del nonno sarà sempre sullo sfondo, proprio come il suo ritratto appeso nella casa del capitano distrettuale, barone Franz von Trotta e Sipolje. La cornice della storia si snoda nei territori dell’Impero Asburgico, e più esattamente nelle sue zone più orientali, ovvero Moravia, Galizia e Vienna. E il tutto sull’onda di un sentimento verso una Patria che sempre più andava disgregandosi.

Il giovane Carl Joseph percepisce come qualcosa stia cambiando, nel suo servizio nell’esercito asburgico e la sua personalità fragile, unita ad un forte senso del dovere e dell’onore, male si staglia sullo sfondo di una società annoiata, dove i giorni passano apparentemente uguali e caratterizzati da una serie di gesti rituali, che servono più a confermare una sicurezza quotidiana che a concretizzare un vero senso di unità. La vita di Carl Joseph prosegue fra una serie di lutti che lo segneranno (l’amante Katharina, l’amico Max Demant, il capitano Wagner), il rapporto ricercato, ma sempre distaccato e anaffettivo col padre, l’amore per Wally, e la pesante eredità del suo cognome. In questo turbinio di sentimenti, egli cerca il suo posto nella vita, tanto da farsi trasferire a Brody, a pochi chilometri dalla Russia. Ed è in questo ambiente, dove convivono popolazioni di lingua ucraina, russa, tedesca ed ebrei, che vede il suo mondo sgretolarsi, e soprattutto la sua granitica fede negli Asburgo.

Ieri come oggi

Emblematica sarà la “festa d’Estate”, organizzata nel giugno del 1914, una festa a cui verranno invitati rappresentanti della nobiltà e dell’esercito dalle varie parti dell’Impero. Mentre tutti ballano, al riparo nella villa del conte Chojnicki (era scoppiato improvvisamente un furioso temporale), dalla città arriva la notizia dell’assassinio dell’erede al trono a Sarajevo. Il conte raduna immediatamente le cariche più rappresentative della serata, in una sala a parte e comunica la notizia, scatenando immediatamente una scena surreale: chi afferma che la festa andasse subito fermata, chi, invece, grida che si deve proseguire la serata, qualcuno che afferma che si tratta sicuramente di una “fake news”, altri che alzano il calice, brindando alla morte di Francesco Ferdinando. E nel mentre, nella sala principale, si continua a volteggiare a suon di valzer ed a ubriacarsi con vino e liquori vari.

Quando mi sono imbattuto in queste pagine (capitolo diciannovesimo), la mente è subito tornata alla prima settimana di marzo, quando ovunque, dalla televisione, ai social, per strada, non si faceva altro che parlare del “morbo cinese” in arrivo. Chiunque diceva la propria, ognuno aveva la giusta ricetta o comunque una risposta pronta. E mentre tutto questo accadeva, ci si ammassava sulle piste innevate della Alpi, nei locali all’aperto, negli stadi.

Un’altra immagine fortemente simbolica è data da un avvenimento che ha scosso la vita di Franz von Trotta. Il capitano distrettuale (una sorta di prefetto nell’impero austroungarico) di una città della Moravia, una mattina di maggio, nota che a servire la colazione non vi è Jacques, il suo maggiordomo, in quanto indisposto. Per il tranquillo e abitudinario figlio dell’eroe di Solferino, questa è una scossa che fa tremare una vita, composta da gesti sempre uguali e ritmati ogni giorno. Per il barone von Trotta quella giornata sarà uno spartiacque nel suo mondo: per la prima volta in vita sua non si recherà in ufficio, andrà al capezzale di Jacques, e, nonostante egli sia stato in casa con lor fin da quando era bambino, solo in quelle ore verrà a conoscenza di tante cose del suo maggiordomo, una figura a lui molto cara, di più, uno di famiglia. Ed alla fine si troverà anche a sorridere in quella giornata “sospesa”.

Ecco, anche questo episodio (capitolo decimo), mi rimanda a queste nostre lunghe giornate, in modo particolare all’inizio di questa quarantena, quando, in maniera così repentina e forte, ci siamo trovati a vivere momenti di “sospensione” ed in tanti casi (ri)scoprendo, oltre ai nostri spazi, anche chi questi spazi con noi li condivide.

Oggi come ieri

Il capitano distrettuale prenderà, per la prima volta in vita sua, una decisione per lui insolita e inaudita. Dopo la morte di Jacques, egli decide di fare le valigie. Per esattezza, le farà fare alla governante e non è nemmeno la prima volta che viaggia, in quanto per lavoro regolarmente si muove verso Vienna, ma sarà la prima volta che si prenderà una vacanza. Infatti, Franz von Trotta sente improvvisamente il desiderio di andare a trovare suo figlio, di stanza al confine orientale. Si rende conto che forse Carl Joseph ha bisogno di lui, ma sicuramente che anche lui stesso ha bisogno di ritrovare suo figlio.

Il capitano distrettuale non si è mai preso una vacanza in vita sua, così come non si è mai sentito in dovere di (pre)occuparsi del figlio. Quanto avviene in questa parte della storia (capitolo undicesimo), qualcosa per noi di così usuale, per Franz è un fatto straordinario, che avviene all’interno di un mondo, sia interiore sia esterno a lui, che sta vivendo momenti di epocali cambiamenti. Alzi la mano chi in questi giorni, non sta progettando qualcosa di (personalmente) eclatante da realizzare, non appena questo momento di transizione sarà terminato?

La banda della domenica mattina

Se dovessi descrivere brevemente il romanzo, lo definirei di “malinconica dolcezza”. Attraverso le vicende della famiglia Trotta, l’autore ci fa percepire in noi quello che è stato non solo il crollo di una monarchia, ma lo smarrimento di chi da sempre ha creduto nel composito mondo degli Asburgo. Proprio come lo stesso Joseph Roth, che è riuscito inoltre a tratteggiare umanamente la figura dell’imperatore Francesco Giuseppe (capitolo quindicesimo).

Non vi svelerò il finale, non vi rivelerò se e come Carl Joseph e suo padre Franz abbiano affrontato il mutamento del loro mondo. Joseph Roth ci racconta comunque di sé, di lui e tanti come lui, che hanno visto tutte le loro certezze cadere improvvisamente, con la fine della Monarchia Asburgica.

Però una cosa sì, quella voglio rivelarvela: leggendo il romanzo di Roth, anche voi, di tanto in tanto, vi troverete a ripensare a quelle domeniche estive, nelle quali la banda militare del maresciallo Nechwal suonava nella piazza davanti alla casa del capitano distrettuale. E come Carl Joseph, respirerete ogni volta, attraverso quel ricordo, la libertà della spensieratezza.

Bambini 2 commenti

L’annuale lotteria degli asili comunali

Ogni anno a fine marzo migliaia di genitori attendono trepidanti una lettera dal comune di Vienna: si tratta della risposta alla loro richiesta d’iscrizione negli asili comunali.

L’apprensione non è ingiustificata, in base ai dati disponibili ogni anno ci sono infatti posti a disposizione per meno della metà delle richieste per bambini sotto i 3 anni (mentre per quelli dai 3 ai 6 anni c’è posto a sufficienza).

Oggigiorno nella maggior parte delle famiglie entrambi i genitori lavorano e – anche utilizzando entrambi il periodo di congedo parentale – dopo massimo 24 mesi dalla nascita è necessario trovare una soluzione per accudire i bambini.

Ma facciamo un passo indietro per chi non conosce il sistema austriaco: negli asili in Austria si trovano tutti i bambini fino a 6 anni. Questi sono suddivisi in gruppi da 0 a 3 anni (Kinderkrippe) e da 3 a 6 anni (Kindergarten). In molte strutture sono anche presenti gruppi dove tutti i bambini – da 0 a 6 anni – stanno insieme (Familiengruppe).

Gli asili comunali di Vienna sono molto richiesti innanzitutto perché gratuiti. Non ci sono infatti costi a parte un contributo mensile per il cibo di circa 70 € . Inoltre il rapporto educatore/bambini è molto alto, con 2 educatori e 2 assistenti per ogni gruppo di massimo 15 bambini.

Non potendo coprire tutte le richieste l’alternava sono i tanti asili privati: da quello che so la spesa in più non è altissima, ma il problema è che anche qui ci sono spesso liste d’attesa di più anni, ed ho sentito persone consigliare di iscriversi addirittura ancora prima del parto.

Tornando agli asili comunali, la procedura d’iscrizione è uguale per tutti: ogni anno tra novembre e fine dicembre è possibile fare richiesta – online o di persona – presso gli uffici comunali (MA10).

Nel modulo bisognerà indicare in particolare lo stato lavorativo dei genitori (presentando un attestato del datore di lavoro), se si desidera lasciare il bambino solo fino a dopo pranzo o fino a sera, da quale mese si vuole iniziare e due opzioni di scelta dell’asilo (qui trovate la lista per distretto).

E poi inizia l’attesa – come scrivevo all’inizio fino a fine marzo – quando vi arriverà a casa la fatidica lettera.

Qualche giorno fa – quest’anno in ritardo a causa del Coronavirus – con estrema gioia abbiamo ricevuto una risposta positiva, ottenendo un posto proprio nell’asilo che avevamo scelto. E a voi come è andata?

Riflessioni 4 commenti

Ripartiamo.

Come forse avrete notato nelle ultime settimane non ho aggiornato il blog con nuovi articoli.

Potrei dirvi che ero troppo impegnato a seguire l’evoluzione del coronavirus in Austria e nel mondo, e sicuramente non è una bugia se conoscete gli aggiornamenti quotidiani del mio “osservatorio”.

Ma la verità è che non me la sentivo di scrivere riguardo ad altri argomenti mentre in tutto il mondo è in corso una pandemia che ha cambiato e cambierà la vita di molti.

Ma ritengo che ora sia arrivato il momento di ripartire.

Il coronavirus è ancora li fuori, e dobbiamo iniziare ad imparare a conviverci. La vita deve andare avanti, forse in modo diverso da come eravamo abituati prima, e quindi voglio che anche questo blog vada avanti.

Questo non vuol dire che vi riempirò di articoli “frivoli”, chi mi segue da tanto tempo sa che il mio stile è anzi forse troppo distaccato.

Ma voglio ricominciare a dare spazio ai tanti temi di cui voglio scrivere e che mi auguro come sempre che possano essere interessanti per voi lettori, anche se non solamente legati al coronavirus (che comunque ci accompagnerà sicuramente almeno per tutto quest’anno).

Cercherò quindi di riprendere a pubblicare (almeno) una volta in settimana. L’obiettivo è sempre lo stesso: essere un blog di informazione e attualità su Vienna e l’Austria.

Dentro ogni articolo c’è una piccola parte di noi: le nostre conoscenze, le nostre esperienze, la nostra voglia di condividere con voi ciò che siamo.

Ripartiamo.

Coronavirus 5 commenti

Osservatorio Coronavirus Austria

Il Coronavirus è diventato in pochissimo tempo anche in Austria una vera e propria emergenza. Le notizie e gli aggiornamenti si susseguono ogni giorno, a volte ogni ora.

Per aiutare voi (e anche me stesso) a seguire in maniera più strutturata l’evoluzione di questa situazione ho creato quindi una pagina apposita, chiamata “Osservatorio Coronavirus Austria“.

All’interno trovate dati, statistiche, mappe e notizie in italiano sul Coronavirus in Austria.

Le statistiche riportate sulla pagina si basano sui dati ufficiali del Ministero della Salute austriaco. Le tabelle ed i grafici vengono aggiornati quotidianamente dopo la presentazione delle informazioni complessive per la giornata (ore 15).

Alcuni esempi dei grafici che potete trovare sulla pagina:

Come sempre cerco di fare del mio meglio per informarvi sulla situazione, ma non posso garantire la correttezza di tutti i dati. Consiglio quindi come sempre di riferirsi anche alle fonti ufficiali, in particolare:

Se siete a conoscenza di altri dati e informazioni utili da aggiungere all’osservatorio coronavirus potete come sempre scriverli nei commenti o mandarmi un messaggio.

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Immigrato per un giorno.

Sveglia alle 5. Caffè, torta secca vecchia di due giorni. Giacca, berretto, cuffie. Fuori nel gelo mattutino. E’ Febbraio e inspiegabilmente è più freddo di Gennaio. Il vento è il problema, se non fosse per il vento si starebbe anche dignitosamente. Cammino veloce alla porta del mio studentato alla fermata della metro. Non aspetto la metro. A Vienna non aspetti la metro, è la metro che aspetta te, quasi ogni cinque minuti. Mi metto bene bene in fila ai lati della porta automatica, per fare uscire quelli seri, che avevano la sveglia ben prima delle 5. Salgo io, mi siedo. Il caffè deve ancora entrare in circolo e sarebbe pericoloso mettere alla prova la mia lucidità mattutina stando in piedi. Guardando fuori dal finestrino si vedono le solite luci intorno al Gürtel, come sempre quando il sole dorme. Macchine che viaggiano spedite intorno a Vienna, correndo a scuola, al lavoro, all’università. Mi sono sempre domandato cosa se ne faccia un Viennese della macchina. Wiener Linien dovrebbe soddisfare ogni desiderio di puntuale mobilità. Boh. Arrivo a Niederhofstraße. Ci sono già stato Mercoledì, il giorno prima, quando l’ufficio era ovviamente chiuso. Non ero l’unico ad essere lì per sbaglio, eravamo in sei o sette. Tutti allegramente sorpresi di quanta poca fila ci fosse. Ero orgoglioso e già maledicevo chi mi aveva descritto una coda lunga ed interminabile. Poi il sogno si interrompe. “Oggi è chiuso” ci redarguisce una simpatica signora che trasporta un gigante thermos di bevanda calda, “tornate domani”. Come darle torto, è scritto chiaramente ovunque che il Mercoledì l’ufficio è chiuso. Sono tornato a casa allora, stanco ma non assonnato, dopo il caffè. Ho preso sonno alle otto.

Ma oggi è diverso. Oggi è il giorno giusto. Conosco già la strada quindi velocissimo mi dirigo verso il Magistrat superando una graziosa ragazza che poi ritroverò in fila cinque minuti dopo. Fortunatamente la fila è ancora dentro l’edificio, non strabocca fuori al gelo. Bene, caldo riparo. Arriva la ragazza che avevo superato. Mi chiede se è il posto giusto. Chiedo a un corriere DHL, come suggerisce il logo sul retro del suo giaccone. Non sembra capire il tedesco nell’immediato, forse colpa della mia mascella addormentata. Alla fine annuisce, si rimette le cuffie. Io sorrido alla ragazza e lo imito. La fila oggi è parecchio grossa, ma meno spaventosa di come me la avevano descritta.

Sono le 6. L’ufficio aprirà alle 8 e già il giroscale è pieno. Arriva altra gente. La fila inizia ad allungarsi su se stessa. Tutti compressi nella hall per evitare il freddo pungente fuori dall’ingresso. La cosa sembra turbare una energetica signora dell’est che con passo deciso si avvia alla cima della coda, costringendo tutti i presenti a stringersi. Noi ultimi avanziamo. La ringrazio. Mi ignora e apre il suo zainetto. Ne tira fuori due libri: uno lo stende per terra, a mo di cuscino e vi si siede sopra. L’altro è un libro di grammatica tedesca. Lo apre e legge, alle 6.15 del mattino. Ammiro la dedizione di chi, a quella età, il tedesco non lo studia per diletto o per costrizione, ma per necessità. Estrae una mela dallo zainetto. Mi darebbe la idea di essere una insegnante, ma allo stesso modo una tipica ed energica signora Trentina di mezza età, come se ne vedono tante nella mia cittadina natale.

Nel frattempo il corriere, io e la ragazza ci siamo appoggiati al muro. Cerchiamo di resistere in piedi, quando ormai sono le 6,30. Il corriere è il primo a cedere. Dopo numerosi tentativi di trovare una posizione comoda, tra cui un breve e perfetto squat, si abbandona sul freddo pavimento. Credo sia asiatico, anche se non saprei dire di che parte del continente. La ragazza affianco a me apre un libro e alterna la lettura di questo alla tipica ricerca del nulla su Instagram, scorrendo passivamente foto altrui. Sento delle voci. Interrompo AnnenMayKantereit. Tolgo le cuffie per ascoltare. In un primo momento pensavo fosse il ragazzo al fianco del corriere. In realtà le voci provengono dal piano superiore, qualcuno che discute in una lingua slava, molto simile al serbo. Il ragazzo vicino a me sta in effetti parlando, tra sé e sé. Maledice, immagino, i suoi connazionali che strillano sul giroscale di prima mattina. Scendono ed escono entrambi a fumare. Silenzio. Mi rimetto le cuffie. A un certo punto non resisto più. Guardo l’orologio. Sono le 7.15. Una ora e un quarto in piedi non è eccessivo, ma è sufficiente. Decido di sedermi al fianco del corriere. La ragazza, stoica, resiste. La signora dell’est nel frattempo ha deciso di dilettarsi nella nobile arte dello stretching a freddo. Mette le mani sullo scorrimano e cerca il allungare il suo corpo il più possibile. Poi passa ad esercitare le caviglie. Mi pare esageri un poco. Tuttavia non sembra soddisfatta. Inizia a fare avanti e indietro nella porzione libera di scale, disturbando un altissimo ragazzo che in quel poco spazio aveva trovato rifugio per se e le sue cuffie.

Nemmeno il tempo di abituarsi alla temperatura del pavimento e già aprono l’ufficio. Inizia il pellegrinaggio, scalino dopo scalino, sotto la luce bianca dei neon da ospedale che illuminano la folla. Nel frattempo una ragazza bionda e un ragazzo forse turco sembrano aver fatto amicizia. Racconteranno forse ai loro figli di come si sono conosciuti all’ufficio immigrazione. Storia romantica, lineare con un paese come la Austria che sembra aver deciso di far vivere gli immigrati negli uffici della burocrazia. In Germania è diverso, mi raccontava il mio coinquilino serbo-bosniaco. In Germania sono più elastici. Paradossale, ma sembrerebbe vero. In realtà non sono terribilmente lenti. Dopo poco è il mio turno. Tolgo le cuffie. Mi trovo di fronte a una ragazza che avrà la mia età, bionda e tipicamente austriaca. Mi chiede con fortissimo accento austriaco cosa devo fare. Anmeldebescheinigung rispondo. “Per lei? E’ la sua prima volta qui?” Annuisco a entrambe le domande. A quel punto lancia uno sguardo al signore assonato e triste che la affianca. Il signore stacca un pezzetto di carta da una lunga striscia e me lo consegna. Sono B022. Mi invitano ad aspettare nella sala.

Sono le 8 ormai. Puntualissimi. Trovo posto dietro una giovane coppia di ragazzi, anche loro parlano una lingua slava. Sembrano benestanti. Nel frattempo vedo la ragazza dello smistamento interrogare gli avventori. Ad alcuni viene chiesto il paese di provenienza, ad alcuni no. La risposta in ogni caso è quasi sempre “Serbia”. Si accomoda affianco a me un uomo di mezza età, vestito da cantiere. E’ un’operaio probabilmente. Sbircio il suo numero. Lui è C017. Chissà cosa deve fare. Riceve una telefonata. Risponde in un tedesco stentato. Il volume del telefono è talmente alto che riesco a distinguere nettamente ogni parola sua e dell’altro interlocutore. E’ il suo capo, ed è parecchio arrabbiato. A quanto pare questa cosa di assentarsi da lavoro per andare all’ufficio immigrazione non gli è andata giù. Dovrà recuperare il turno perso, Venerdì o Sabato. “Bitte nicht am Samstag, Chef” lo prega l’operaio. Il datore non sembra particolarmente ben disposto, a tratti proprio maleducato. Chiudono la telefonata con la promessa di sbrigare la pratica il più presto possibile e di trovarsi poi in cantiere, appena finito.

Nel frattempo si sono fatte le 8,30 come mi fa notare il mio stomaco. Decido di andare al supermercato un momento. Siamo al B07. Non c’è fretta. Torno con un litro di succo alla pera e due cornetti alla nocciola. Non male. Decido di finire il succo sul giro scale, con calma. La mia calma viene infranta nel momento in cui mi accorgo dei bambini che lì stanno giocando. Un papà africano e una mamma probabilmente slava, sorvegliano i rispettivi figli mentre si rincorrono sulle scale. Entrambi i bambini hanno una energia pazzesca. Vengono rimproverati in tedesco, forse perché la lingua si presta particolarmente al rimprovero. Si divertono. Mi mettono il buon umore ma mi sento in mezzo al gioco, decido di rientrare. Riprendo il mio posto al fianco dell’operaio. Riceve un altra telefonata, stavolta è una persona amica. Si sfoga nella sua lingua madre. Rimetto le cuffie. Sento qualcosa toccami il polpaccio. Mi spavento. E’ uno dei due bambini. In qualche modo sono entrati nella sala di attesa e ora strisciano sotto le sedie dei presenti. Sorrido. Tutti sorridono. Noto che un ragazzo ha difficoltà con delle carte, si rivolge a due connazionali ben felici di aiutarlo. Prendono posto a uno dei piccoli tavoli sparsi per la sala e si mettono a compilare insieme un modulo. Li raggiunge una terza signora. La compilazione diventa un solidale lavoro di gruppo. L’operaio termina la chiamata, ma ne riceve una altra poco dopo. Il suo capo, ancora. Vuole sapere a che punto è della fila. In effetti si sono fatte le 10 nel frattempo. L’operaio, ovviamente, non può saperlo e così risponde al datore. Contrariati entrambi per diverse ragioni, decidono di risentirsi.

Io monitoro la situazione numeri. Apparentemente non bene perché siamo già al B021. Sono il prossimo. B022. Mi alzo e vado nella stanza assegnatami. La 1.05. Solo in Austria possono identificare la sale con i decimali. Mi accoglie un gruppo di persone che avranno la mia età. Una mi fa cenno di avvicinarmi. Mi siedo e inizio a tirare fuori carte e documenti. E’ soddisfatta, mi pare. Dice alla collega apprendista che ho fotocopiato tutto molto bene. Ci credo, sono stato attentissimo. Non volevo una altra sfida mattutina con la burocrazia austriaca. Ritiro la mia Anmeldebescheinigung e saluto cortesemente, dopo aver pagato 29 euro. Lascio l’ufficio alle 11. Me ne vado un po’ sollevato e un po’ amareggiato, perché per una mattina mi sono sentito parte di una comunità e mi è piaciuto. Non saprei definire che comunità. Come fosse una allegra seconda classe di residenti, quella degli immigrati. Anche io sono un immigrato qui, anche se comunitario. Per fortuna comunitario. Non so se posso dirlo con certezza, ma in certa misura è stata una piccola esperienza formativa. Capisci cosa vuol dire essere “straniero” e forse impari che non è facile e magari impari anche che a volte è meglio pensare prima di parlare di immigrati e immigrazione.

Coronavirus 2 commenti

Coronavirus: la situazione a Vienna ed in Austria

❗️ Aggiornamenti Coronavirus Austria ❗️

Ho creato una pagina per aiutare a seguire l’evoluzione del Coronavirus in Austria in maniera più strutturata. Ci trovate dati, statistiche, mappe e notizie (in italiano). La pagina verrà aggiornata giornalmente per quanto possibile vista la situazione in continua evoluzione.

➡️ http://coronavirus.quivienna.com

Aggiornamento 13.03.2020: i casi confermati sono 422, di cui 74 a Vienna. Il governo austriaco ha comunicato le seguenti nuove decisioni:

  • Tutte le aziende che ne hanno la possibilità dovranno permettere il telelavoro (“home office”) ai dipendenti.
  • Da lunedì ristoranti e locali potranno rimanere aperti solo fino alle ore 15.
  • Sempre da lunedì tutti i negozi rimarranno chiusi. Eccezione sono quelli di prima necessità, come supermercati, farmacie, stazioni di servizio, tabaccai, banche ed uffici postali.
  • Gli studenti di tutte le scuole potranno stare a casa già da lunedì 16 marzo senza bisogno di giustificazione.
  • I collegamenti aerei con Spagna, Svizzera e Francia sono interrotti.
  • Le comunità di Paznauntal e St. Anton/Alberg in Tirolo sono messe in quarantena a partire da subito.

Aggiornamento 11.03.2020: i casi confermati sono saliti a 246, di cui 50 a Vienna. Il governo ha comunicato le seguenti nuove decisioni per bloccare l’epidemia:

  • Da lunedì 16 marzo tutte le scuole superiori (Oberstufen) rimarranno chiuse fino a Pasqua.
  • Per tutti le altre scuole (asili, scuole elementari, scuole medie) viene tolto l’obbligo di frequenza da mercoledì 18 marzo fino a Pasqua. Se i genitori hanno la possibilità di occuparsi dei bambini questi potranno rimanere a casa. In alternativa potranno recarsi comunque negli istituti scolastici dove verranno seguiti dal personale.

Inoltre:

  • Molti musei e luoghi culturali hanno deciso di chiudere fino a fine marzo (castello di Schönbrunn, zoo di Vienna, appartamenti imperiali, tutti i musei statali).
  • La maratona di Vienna, prevista per il 19 aprile, è stata annullata.

Aggiornamento 10.03.2020: i casi confermati in Austria sono 157, di cui 43 a Vienna. Il governo ha comunicato nuove restrizioni per ridurre il numero dei contagi:

  • L’ingresso di persone dall’Italia in Austria è sospesa senza un certificato medico valido.
  • Le lezioni nelle università sono sospese. Se possibile verranno tenute online.
  • Sono vietate tutte le manifestazioni al chiuso con più di 100 partecipanti e quelle all’aperto con più di 500 partecipanti.
  • Alle aziende viene consigliato di offrire la possibilità di telelavoro da casa.
  • Viene consigliato di ridurre i contatti e le attività sociali in generale.

Aggiornamento 07.03.2020: i casi confermati in Austria sono 74, di cui 23 a Vienna. Il governo austriaco ha deciso di bloccare per almeno 2 settimane tutti i voli da/per Milano e Bologna. Verranno inoltre fatti controlli a campione alle frontiere con l’Italia (Brennero e Tarvisio). Le ferrovie austriache ÖBB ha deciso di sospendere i treni notturni che viaggiano verso Milano e Venezia.

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Siccome alcuni di voi lettori mi ha scritto per chiedermi informazioni di “prima mano” sulla situazione coronavirus a Vienna e in Austria, raccolgo qui di seguito alcuni appunti utili per tutti.

Ad oggi (02.03.2020) i casi accertati in Austria sono 18, di cui nove a Vienna. I test eseguiti per casi sospetti sono stati 2.120.

Anche se non risultano focolai di ampie dimensioni e non ci si attende attualmente un aumento esponenziale dei contagiati, l’allerta da parte del servizio sanitario nazionale rimane comunque alta.

Per chi viaggia in aereo da quello che mi è stato detto viene fatto un controllo della temperatura per tutti i voli che provengono dall’Italia. Per i collegamenti via treno o auto non ci sono restrizioni.

Per chi è a Vienna non ci sono attualmente da parte delle autorità indicazioni particolari da seguire, a parte quelle di prevenzione e igiene valide tutto l’anno (lavarsi spesso le mani, non toccarsi il viso con le mani sporche, tossire e starnutire nell’incavo del gomito).

Nel caso aveste sintomi riconducibili al coronavirus (febbre, tosse, problemi respiratori) viene sconsigliato di recarsi dal medico o all’ospedale ma di contattare il numero verde 1450. Verrà fatta una prima anamnesi telefonica ed eventualmente vi verrà mandato un medico a casa per ulteriori controlli.

In base alla mia personale esperienza attualmente la vita a Vienna procede come tutti i giorni. Non sono stati annullati eventi, i musei sono aperti, le persone si muovono con i mezzi pubblici come sempre e non si vedono persone con mascherine. Per chi deve venire a Vienna nelle prossime settimane non c’è quindi necessità di allarmarsi e si può viaggiare senza particolari problemi.

La situazione rimane naturalmente in continua evoluzione, consiglio quindi di tenersi aggiornati attraverso alcuni canali ufficiali.

Per chi deve mettersi in viaggio dall’Italia la migliore fonte di informazione è il sito web Viaggiaresicuri del Ministero degli Affari Esteri. Attualmente sulla pagina dedicata all’Austria non è indicato nessun rischio particolare.

Per chi sa il tedesco le pagine tematiche del Ministero della Sanità e del comune di Vienna hanno informazioni aggiornate costantemente. Anche il quotidiano Der Standard ha uno speciale sul coronavirus dove raccoglie articoli sia su Vienna che sull’Austria che vi consiglio di consultare.

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Il congedo di paternità (“Papamonat”) in Austria

Uno degli aspetti che apprezzo di più dell’Austria, in particolare da quando sono diventato padre, sono i diritti che vengono concessi ai genitori.

Ne avevo già scritto negli articoli sul diventare genitore, ma non c’era stata ancora occasione per soffermarmi in particolare sul congedo di paternità.

Il nome esatto in Austria è “mese del Papà” (Papamonat) e come potete facilmente intuire si tratta di quattro settimane di congedo dal lavoro che possono essere richiesti subito dopo la nascita.

Chi ci è già passato sa bene che le prime settimane sono le più belle ma anche le più stressanti, e poter avere un periodo da dedicare completamente alla famiglia è indispensabile (oltre che un momento unico da godersi appieno).

Dall’anno scorso il “Papamonat” è diventato un vero e proprio diritto per tutti i lavoratori dipendenti (mentre in precedenza doveva essere concesso dal datore di lavoro), basta farne richiesta in tempo, e quindi non ci sono scusanti per non usufruirne. Durante il periodo di congedo al posto dello stipendio si ottiene un indennizzo di circa 700 €.

L’Austria è sicuramente uno dei paesi più permissivi in questo frangente, l’Italia per esempio ha da poco alzato il periodo di congedo di paternità a soli 7 giorni

Allo stesso tempo è interessante notare che in base alle statistiche la possibilità del congedo di paternità in Austria è stata utilizzata finora molto poco, da meno del dieci percento dei padri.

Non è chiaro se sia stato a causa della necessità di ottenere un permesso da parte del datore di lavoro o se i padri hanno sempre preferito utilizzare giorni di ferie, ma mi auguro che con la nuova legge queste percentuali aumentino significativamente.

Personalmente ritengo che il congedo di paternità dovrebbe essere richiesto da chiunque diventi padre. Quattro settimane di assenza dal lavoro non cambiano la carriera a nessuno, ma permettono di creare un legame tra il bambino, la madre ed il padre che durerà poi per tutta la vita.

Se volete saperne di più sul congedo di paternità (o fare richiesta) potete consultare il sito web della camera dei lavoratori e della cassa malati austriaca.