Il 20 e 21 settembre gli italiani – anche noi residenti all’estero – sono chiamati alle urne per approvare o respingere la riforma cosiddetta del “taglio dei parlamentari”.
Per chi non sa di cosa sto parlando, ecco i punti chiave:
L’ultimo punto è quello che naturalmente mi tocca più da vicino e che mi ha spinto a decidere di votare per il NO.
Come avevo già scritto dopo l’approvazione della legge, già ora i deputati e senatori non sono sufficienti per rappresentare in modo adeguato i 5 milioni di italiani residenti all’estero. E se il referendum venisse approvato la proporzione peggiorerebbe ancora, diventando di uno ogni 400.000 italiani.
Per le realtà più piccole – come Vienna e l’Austria – che già ora sono visitate raramente dai nostri parlamentari, l’approvazione di questa riforma significherebbe una ancora maggiore diminuzione della rappresentatività degli italiani all’estero presso il Parlamento italiano.
Potreste obiettare che anche adesso la situazione non è delle migliori, e ve ne do ragione. Il mio auspicio – e anche di questo ne avevo già scritto – sarebbe una riforma completa della rappresentanza degli italiani residenti all’estero (rafforzando per esempio Comites e CGIE), ma non si può obbiettare che questo referendum rappresenti comunque un ulteriore passo indietro.
La mia posizione in generale rispetto a questa riforma è molto semplice: l’ordinamento politico dell’Italia si basa su una democrazia rappresentativa. Ognuno di noi dovrebbe avere dunque qualcuno a cui potersi rivolgere e che porti avanti le proprie istanze.
Diminuire il numero di parlamentari significa quindi rendere più difficile il rapporto diretto con i cittadini, e questo è secondo me un male per la democrazia. Per questo motivo voterò NO al referendum.
Forse sarà che sto invecchiando, ma è da qualche tempo che mi interesso alle liste. Di libri, di cinema, e come sempre si finisce a quelle delle cose da fare almeno una volta nella vita.
Nei giorni scorsi giocando con questa idea mi sono messo a riflettere sulle tante cose che ho già fatto a Vienna e a tutte quelle che ancora mi mancano. In poco tempo è nata così una lista delle 100 cose da fare una volta nella vita a Vienna (secondo me).
E’ una lista eterogenea: ci sono attività più “turistiche” ed altre che forse solo chi vive a Vienna da tanto può apprezzare. Alcune che si possono fare in un’ora ed altre per cui servono tempo ed impegno per completarle.
Naturalmente questo elenco non vuole essere esaustivo, ed è sicuramente tendenzioso verso le cose che più interessano a me. Lascio quindi come sempre a voi spazio nei commenti per aggiungere ulteriori idee!
Finora io ho già completato 61 attività, e voi a che punto siete?
(L’elenco è appositamente in ordine casuale!):
Il 20 e 21 settembre 2020 si terrà in Italia il referendum costituzionale per confermare la cosiddetta legge sul “taglio dei parlamentari” (era stato indetto per il 29 marzo e poi sospeso a causa del coronavirus)
La riforma riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Per quanto riguarda noi italiani all’estero in particolare, i deputati scenderebbero da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4.
L’Ambasciata d’Italia a Vienna ha comunicato alcune direttive riguardanti la partecipazione al voto per gli italiani residenti in Austria, sia iscritti all’AIRE che temporaneamente all’estero, che vi riporto.
Se siete iscritti all’AIRE le modalità che avete a disposizione per votare sono due:
1. Voto per corrispondenza
La modalità di voto per gli italiani in Austria è per corrispondenza. Questo significa che alcune settimane prima della votazione riceverete all’indirizzo di residenza un plico elettorale per esercitare il diritto di voto.
In caso di variazione del proprio indirizzo è quindi importante comunicarlo tempestivamente all’ufficio AIRE per poter tenere aggiornati gli elenchi (basta inviare copia del nuovo Meldezettel a anagrafe.vienna@esteri.it).
Casomai non riceveste il plico si potrà richiedere un duplicato alla Cancelleria Consolare (le modalità verranno comunicate in seguito).
2. Voto in Italia
In alternativa è inoltre possibile esercitare il voto in Italia, presso il Comune di iscrizione elettorale.
In tal caso bisognerà però far pervenire entro il 28 luglio 2020 alla Cancelleria Consolare una dichiarazione scritta o il modulo presente a questo link accompagnata da fotocopia di un documento di identità in corso di validità.
Può essere inviata per posta (Cancelleria Consolare, Ungargasse 43, 1030 Vienna), posta elettronica (vienna.elettorale@esteri.it) o consegnata a mano, sempre entro il 28 luglio.
Se si decide di votare in Italia la legge non prevede alcun tipo di rimborso per le spese di viaggio sostenute, ma solo agevolazioni tariffarie all’interno del territorio italiano.
Tutti coloro che sanno già che si troveranno temporaneamente in Austria per un periodo di almeno 3 mesi (per motivi di lavoro, studio o cure mediche) nel quale ricade la data di svolgimento del Referendum hanno la possibilità ricevere la scheda di voto per corrispondenza all’indirizzo in Austria.
Per esercitare il proprio diritto di voto per corrispondenza sarà necessario far pervenire un’apposita opzione (tramite il seguente modulo) al comune italiano d’iscrizione nelle liste elettorali entro il 19 agosto 2020.
Ulteriori informazioni e aggiornamenti sono presenti sul sito web dell’Ambasciata d’Italia.
Ci devo essere passato almeno 100 volte davanti eppure non l’avevo mai notata (grazie Mario per avermela fatta scoprire).
Nella Schwarzenbergplatz, sulla sinistra rispetto all’ingresso del palazzo dell’arciduca Ludwig Viktor, si trova infatti un po’ nascosto dietro ad un muretto questo piccolissimo vigneto.
Appena 100 m², è l’unico ancora coltivato nel centro di Vienna. Dalle informazioni che sono riuscito a trovare la prima vite venne piantata nel 1924 da tale signor Gerdenitsch, che si occupava della gestione del palazzo. Nel corso degli anni vennero donate altre piante, fino a creare questo piccolo giardino segreto.
A causa dell’eterogeneità del vigneto, il vino che si produce è quindi un classico Gemischter Satz viennese. Sono circa 60 bottiglie ogni anno, che vengono messe all’asta nella serata di beneficenza “Licht in Dunkel”.
Da farci un pensierino alla prossima occasione. O se avete già una bottiglia a casa e la volete condividere, fate un fischio!
Ritorna anche quest’anno a Vienna – anche se con qualche limitazione – la rassegna “Nuovo Cinema Italia”, dedicata al film italiano d’autore.
Dal 9 al 16 luglio verranno proiettate presso il Votiv Kino alcune delle migliori opere cinematografiche italiane degli ultimi anni, in originale italiano con sottotitoli in tedesco.
Per rispettare le regole di distanziamento sociale ancora valide in Austria il numero di posti all’interno delle sale sarà limitato, si consiglia quindi di acquistare i biglietti in prevendita. Durante la proiezione non è necessario l’uso della mascherina.
Questa la lista completa dei film che verranno proiettati:
Gli orari delle proiezioni come anche la possibilità di prenotare i biglietti sono disponibili sul sito web votivkino.at/specials/festivals/nuovo-cinema-italia/
L’estate 2020 verrà ricordata come quella delle vacanze ai tempi del Coronavirus. Ogni Stato ha annunciato regole più o meno stringenti per evitare che l’epidemia torni a diffondersi.
Anche l’Italia, che dal 3 giugno ha riapertura nuovamente i propri confini, ha pubblicato delle linee guida molto dettagliate contenenti misure sanitarie e di sicurezza per i turisti.
Sono informazioni utili da leggere non soltanto per chi ha deciso di trascorrere le proprie vacanze in Italia ma anche per chi (finalmente) si recherà a casa per rivedere i propri amici e parenti.
Innanzitutto rivediamo la situazione in generale: all’interno di tutto il Paese è possibile spostarsi liberamente. Musei e luoghi di cultura, come anche ristoranti, bar e da alberghi hanno riaperto. Gli aeroporti, le stazioni ed i servizi di trasporto sono nuovamente operativi. I rifugi di montagna e gli stabilimenti balneari sono organizzati per accogliere in tutta sicurezza i turisti.
Ci sono però ancora delle importanti misure sanitarie e di sicurezza in vigore da tenere a mente, ecco le più importanti:
Per ulteriori informazioni e approfondimenti potete consultare le Linee guida nazionali per la riapertura delle attività economiche e produttive.
Per i vostri amici e conoscenti austriaci le linee guida sono disponibili anche in tedesco.
Il ministro degli esteri Schallenberg ha comunicato oggi che dal 16 giugno l’Austria permetterà nuovamente di viaggiare senza limitazioni tra 31 Paesi, tra cui l’Italia.
Attualmente è già possibile viaggiare dall’Austria all’Italia senza controlli, ma al rientro è necessario presentare un certificato medico che attesti la negatività’ al test del Coronavirus oppure sottostare ad una quarantena di 14 giorni.
Dopo il 16 giugno queste restrizioni non saranno più necessarie e si potrà quindi andare in Italia (o venire in Austria) senza controlli come eravamo abituati fino all’inizio della pandemia, anche per motivi turistici.
Resta solamente in vigore da parte del ministero un invito alla cautela per la Lombardia, dove viene attualmente sconsigliato di recarsi.
In base alle informazioni fornite dalla compagnia OEBB, il traffico ferroviario tra Italia e Austria riprenderà a partire dal 26 giugno. Non tutte le tratte sono ancora indicate ma verranno molto probabilmente comunicate nei prossimi giorni.
Riguardo ai voli, l’unica compagnia che ha attualmente confermato la riapertura dei collegamenti aerei è la Austrian Airlines, con le tratte da e per Milano attive nuovamente dal 22 giugno, e da e per Bologna, Roma, Firenze e Venezia dal 1 luglio.
Molto probabilmente nei prossimi giorni anche le altre compagnie comunicheranno la ripresa dei voli.
Il 25 febbraio 2020 una coppia italiana residente ad Innsbruck venne messa in isolamento con febbre e tosse sospetta. Si scopriranno essere i primi casi ufficiali di Coronavirus (o Covid-19) in Austria.
Da quella data sono passati esattamente 100 giorni, un buon momento per guardarsi indietro: l’epidemia in Austria si è diffusa in maniera simile a tanti altri Paesi, sembrando inizialmente circoscritta a poche zone, ma estendendosi poi velocemente in tutto il Paese in maniera esponenziale.
Anche se non sarà mai possibile capire da dove è arrivato veramente il primo caso (a Vienna si scopri in seguito che un avvocato era già da 10 giorni in ospedale senza essere stato testato), il focolaio di Ischgl in Tirolo ad inizio marzo è stato sicuramente il fattore scatenante che ha fatto esplodere la crescita in tutto il Paese – e anche in molte altre zone d’Europa.
Da li le cose si sono evolute velocemente: il governo austriaco già il 10 marzo, con appena 182 casi accertati, decise di introdurre le prime restrizioni, tra cui il divieto di ingresso dall’Italia senza certificato medico, l’annullamento della maggior parte degli eventi e la sospensione delle università. Il giorno seguente venne comunicato che anche tutte le scuole sarebbero rimaste chiuse.
Il 13 marzo poi – quando i casi confermati erano già saliti a 504 – venne comunicata l’inizio della “quarantena” in tutto l’Austria. Tutte le aziende che ne hanno la possibilità avrebbero dovuto permettere il telelavoro, ristoranti, bar e negozi sarebbero dovuti rimanere chiusi e venne esortata la popolazione a lasciare la propria abitazione solo per 3 motivi:
Venne però comunicato che passeggiate nelle vicinanze della propria abitazione sarebbero rimaste possibili, ma solo insieme a persone del proprio nucleo familiare.
Queste misure restrittive, prese quando i casi erano ancora relativamente pochi sono state (col senno di poi) introdotte – per calcolo o per fortuna – proprio nel momento giusto. L’epidemia ha infatti raggiunto il suo picco in Austria il 3 aprile con 9.193 casi, per poi iniziare lentamente a scendere.
La strategia seguita dal governo è stata quella di introdurre nuove disposizioni, sia restrittive che di allentamento, ogni 14 giorni, per vederne gli effetti sul diffondersi del contagio.
Il 30 marzo per esempio, è stato comunicato l’obbligo di uso delle mascherine protettive nei supermercati e nelle altre attività aperte al pubblico. Dal 14 aprile venne permessa la riapertura dei piccoli negozi, ma allo stesso tempo venne introdotto l’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici.
Dal 1 maggio venne poi permessa la riapertura di tutti i negozi, dei centri commerciali e dei barbieri. Inoltre vennero sospese le limitazioni agli spostamenti attive da metà marzo.
Il 15 maggio è stata poi permessa la riapertura di bar e ristoranti, con distanze di sicurezza ed limitazioni al numero di persone trai tavoli, e infine dal 29 dello stesso mese è arrivata anche la riapertura gli alberghi, le palestre e le piscine.
Questa strategia in Austria sembra aver funzionato: attualmente in tutta l’Austria ci sono solo 358 persone ammalate di Coronavirus, in costante diminuzione. La maggior parte (211) si trova a Vienna, un numero in ogni caso molto piccolo per una città di 2 milioni di abitanti. I piccoli focolai che compaiono vengono più facilmente tracciati e al momento non sembra esserci il rischio di una nuova crescita esponenziale.
Con un totale di 16.700 casi registrarti e 670 decessi l’Austria è uno dei Paesi in cui l’impatto del Coronavirus è stato sicuramente tra i più lievi, anche se le conseguenze sull’economia e sulla popolazione sono ancora ben presenti e dureranno a lungo.
A Vienna la vita di tutti i giorni sembra tornata alla normalità (a parte la presenza costante delle mascherine protettive), ma non è ancora tutto finito: stiamo ancora aspettando che il confine con l’Italia venga riaperto ufficialmente, ed è difficile sapere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi.
Io mi auguro – e anche a voi lettori – che tutto andrà bene.
Passeggiando in queste settimane per il centro di Vienna c’è una cosa che proprio manca: i turisti!
Anche se non è un bene per l’economia, devo ammettere che non mi dispiace potermi godere la mia città in maniera più tranquilla rispetto al solito.
Allo stesso tempo immagino anche che a tanti di voi lettori Vienna manchi: forse avevate già in programma un viaggio, oppure vorreste rivivere le meraviglie che avete visto l’ultima volta che siete stati qui.
Per fortuna grazie ad internet oggigiorno si può visitare gran parte di Vienna senza muoversi da casa, vediamo insieme come!
Innanzitutto c’è Google Maps: grazie alla funzione Street View potete passeggiare virtualmente per ogni angolo di Vienna, dai luoghi più conosciuti, come Santo Stefano, l’Opera di Stato o il Municipio ma anche quelli meno visitati, come il Böhmischer Prater o la Wotrubakirche.
Il progetto Arts & Culture (sempre di Google) offre la possibilità di visitare i musei più famosi di Vienna comodamente da casa. Ecco alcuni dei più interessanti a disposizione:
Molti sono inoltre anche i monumenti ed edifici storici che si possono visitare virtualmente:
Se volete farvi guidare attraverso un video, su Youtube si trovano moltissime riprese ad alta definizione degli angoli più conosciuti della città. Ecco alcuni tra i più belli:
Per chi ama il teatro e l’opera anche qui le possibilità non mancano. In streaming vengono offerti infatti video integrali di spettacoli delle ultime stagioni (in tedesco):
In un viaggio a Vienna non può naturalmente mancare la musica classica: anche qui Youtube ci viene in aiuto, dove sono disponibili le registrazioni di alcuni dei più famosi concerti che si svolgono ogni anno a Vienna, come il concerto di Capodanno o il Concerto di una Notte d’Estate.
Mancherebbe solo poter assaggiare una torta Sacher insieme ad un Melange, ma questo mi auguro sarà possibile nuovamente tra poche settimane!
La Vienna “rossa”, da più di 100 anni governata dal partito socialdemocratico, ha ancora oggi tra i suoi pilastri fondamentali il diritto alla casa.
Una tradizione sociale che permette affitti agevolati per più della metà degli abitanti, tramite l’edilizia popolare (Gemeindebau), le cooperative (Genossenschaft) ma anche grazie a sovvenzioni per chi ha un reddito basso.
In questo articolo mi voglio soffermare in particolare sul sussidio per l’affitto (Wohnbeihilfe) che si basa su un’idea semplice ma efficacie: in base al reddito viene calcolato l’affitto che una persona o famiglia può sostenere. Se quello che attualmente paga è più alto di questa cifra, il comune lo aiuta con un sussidio pari alla differenza tra i due valori.
Per richiederlo bisogna innanzitutto avere, oltre ad un contratto di affitto in regola, la residenza principale (Hauptwohnsitz) a Vienna ed un permesso di permanenza in Austria valido (Anmeldebescheinigung).
Il diritto o meno al sussidio viene poi calcolato in base ai seguenti criteri:
Per accedere al sussidio è inoltre necessario avere un reddito superiore ad una certa soglia. Può sembrare un paradosso ma non lo è. La cifra corrisponde infatti al reddito minimo che in Austria viene considerata come soglia di povertà (nel 2020 per persone sigole 917,- e per coppie 1.375€). Chi non la raggiunge può richiedere una integrazione (Mindestsicherung) che comprende già un sussidio per l’affitto (Mietbeihilfe).
Il sussidio per l’alloggio viene concesso per un periodo limitato (solitamente 1 o 2 anni), dopodiché si potrà inviare una nuova richiesta dove verrà valutata la nuova situazione economica.
La richiesta può essere effettuata anche da persone che vivono in un appartamento condiviso (per esempio studenti), ma in questo caso il reddito verrà calcolato sommando le entrate di tutti coloro che vivono nella casa.
L’ufficio del comune responsabile per il sussidio all’affitto è l’MA 50, dove si può inviare la documentazione (anche per posta o email) o richiedere un appuntamento per una consulenza.
Maggiori informazioni come anche i moduli da presentare sono presenti su questa pagina del comune di Vienna.
Se avete già fatto la richiesta del sussidio per l’affitto raccontate la vostra esperienza nei commenti!