All’interno del Panopticon tutti i detenuti sono consci del fatto che in ogni momento potrebbero essere osservati. Questo grazie alla forma circolare della struttura, nella quale tutte le celle sono rivolte verso il centro, occupato da una torretta presidiata dai carcerieri. In tal modo, uno o pochi guardiani sono in grado di controllare tutti i detenuti, senza che costoro possano avere la certezza di essere sorvegliati in questo o in quell’altro momento. Questo carcere non esiste, se non nei progetti e disegni del filosofo e giurista inglese Jeremy Bertham, che lo concepì nel 1791, sebbene ve ne siano alcuni sparsi nel mondo che a questo modello si ispirano.
A ben vedere il Narrenturm di Vienna, la “torre dei folli”, non ha molto in comune con il Panopticon berthamiano, salvo per la sua architettura circolare e per il fatto che alcuni dei suoi pazienti, i “tobende Irren“, vale a dire i malati più gravi preda di deliri, erano di fatto trattati come detenuti, spesso messi in catene.
Questo Irrenhaus (manicomio), voluto fortemente dal Kaiser Giuseppe II, aprì i battenti nel 1784 e fu la prima struttura a livello mondiale specializzata nel trattamento di malattie psichiatriche. Sorse nel vecchio complesso ospedaliero, che oggi ospita il Campus universitario, e l’imperatore, costantemente all’opera per arricchire la capitale del suo impero sia in senso innovativo che estetico, arrivò a finanziarne la costruzione di tasca propria.
Le teorie che stanno all’origine di questa scelta ci portano, ancora una volta, a parlare della particolare architettura dell’edificio. Pare infatti che l’imperatore, in quanto membro della Massoneria, avesse una particolare inclinazione per la Cabala, e che dunque avesse plasmato l’edificio dandogli un preciso codice numerico, impresso in alcune delle sue misure. Ad esempio il perimetro dell’edificio misura 66 Wiener Klaftern, unità di misura austriaca corrispondente all’antica “tesa” (il 66 è nella tradizione araba il numero di Dio), mentre il numero delle camere per piano è di 28, che nella Cabala significa “Dio che cura i malati”. Tali illazioni, più o meno accreditate, sono ben assimilabili alla natura stessa dell’edificio ed alle funzioni ad esso adibite, che fanno sì che ancora oggi il Narrenturm sia avvolto da un fascino cupo, spettrale.
A ciò contribuisce senz’altro l’uso che ne viene fatto da qualche decennio a questa parte. Al suo interno è stata infatti allestita nel 1971 una collezione di anatomia patologica, visitabile solo se accompagnati dalle guide della struttura, il mercoledì e il sabato. Sugli scaffali nel lungo corridoio circolare su cui affacciano le vecchie celle, si alternano riproduzioni a vere parti anatomiche quali scheletri o organi sotto spirito. Un piccolo museo degli orrori, che mette in mostra l’esizialità di patologie oggi debellate, che un tempo deformavano l’aspetto delle persone causandone spesso la morte. La scienza medica aveva molto terreno da recuperare rispetto alle sue avversarie mortifere, mentre l’insalubrità della vita in città mostrava quanto nocive fossero le sue conseguenze.
In qualche caso la malasorte univa alle difformità della natura i suoi tragici effetti, come l’esemplare di busto affetto da Situs Inversus, condizione congenita nella quale la posizione degli organi è invertita all’interno del corpo. Naturalmente tale disturbo non è mortale, fatto salvo, come nel caso in questione, per una mancata diagnosi di appendicite, assolutamente esclusa dai medici dell’epoca in quanto i dolori del paziente provenivano dal lato sbagliato dell’addome.
Muovendosi nello stretto corridoio l’attenzione viene distratta di tanto in tanto dalle porte di legno massiccio con guarnizioni in ferro che escludevano le camere dei pazienti dal resto della struttura a guisa di prigionieri. Queste erano di dimensioni ridotte e contenevano, a seconda della disponibilità economica del paziente, uno o più ospiti. Non vi erano sbarre alle finestre e le celle, nonostante fossero dotate di riscaldamento, venivano all’occorrenza lasciate preda del gelo invernale. Questo per un motivo terapeutico, secondo il quale le basse temperature avrebbero controbilanciato gli umori caldi nei corpi dei pazienti, calmandoli. Come tragica conseguenza molti si ammalavano di polmonite.
Non tutti però vivevano come reclusi. Molti pazienti avevano libertà di muoversi nei corridoi e atrii della struttura, fino addirittura in giardino, attorno al quale fu eretto un alto muro per nasconderli agli occhi indiscreti di passanti e curiosi. Altra sorte toccava ai malati più gravi: per costoro le camere erano attrezzate con anelli di ferro al pavimento ai quali venivano incatenati, prima dell’introduzione delle camicie di forza. Data l’inesistenza della psichiatria come scienza medica, i trattamenti riservati ai pazienti erano ancora di tipo fisico e prevedevano l’impiego di purghe, salassi e idroterapia. Ad ulteriore prova di questa rudimentalità vi è anche il fatto che solamente nel 1817 fu assegnato un primario alla guida della struttura, mentre fino a quella data la gestione veniva affidata a giovani medici che lavoravano principalmente nell’ospedale adiacente.
Il Narrenturm cessò di ricoprire le sue funzioni originarie nel 1870, quando fu eretto un nuovo ospedale psichiatrico. Nel 1920 fu adibito ad alloggi per il personale ospedaliero dell’Altes AKH, l’ospedale adiacente, fino al 1971, anno di allestimento della collezione di anatomia patologica.
Immagine (c) Unukorno / Wikipedia
Nella cornice del concerto Erweckten Stimmen in occasione del giorno della memoria si è svolta ieri una serata conclusiva del mandato della Direttrice Clara Bencivenga presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna .
Conobbi la Direttrice poco dopo il suo arrivo nel 2013, quando insieme ad un gruppo di italiani le inviammo una “lettera aperta” con idee e proposte per riavviare l’attività dell’Istituto. Mi ricordo che ci accolse molto gentilmente in un colloquio per discuterne insieme, e molte delle nostre proposte furono effettivamente realizzate.
In particolare mi fa piacere ricordare il Club di Lettura, una iniziativa che ancora oggi grazie all’aiuto di molti volontari ed appassionati lettori si svolge mensilmente presso la biblioteca dell’Istituto, e che la Direttrice incoraggiò fin dall’inizio. In questo periodo sono stati discussi più di 40 tra romanzi, saggi, fumetti e raccolte di poesie, un risultato veramente bellissimo per una attività partita dal basso.
Ma sono anche molte altre le attività organizzate in questi anni: sono infatti più di 100 gli eventi che ogni anno si svolgono presso l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, tra presentazioni, dibattiti, concerti, mostre e serate di cinema. Senza dimenticare i corsi di lingua italiana, con più di 500 partecipanti ogni anno.
Anche se il suo mandato è concluso la Direttrice ha già annunciato che resterà ancora nella nostra città per un’altro periodo, e sono stati in molti ieri sera a chiederle di rimanere in ogni caso attiva all’interno della promozione della cultura italiana a Vienna, che anche con il suo apporto può continuare a crescere come negli ultimi anni.
Dal 1° febbraio si insedierà il nuovo Direttore Fabrizio Iurlano, già collaboratore di lungo corso dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. A lui auguro un buon inizio di mandato e di proseguire il percorso di attività e successi della Direttrice uscente.
Nel corso degli anni ho conosciuto molte persone che hanno vissuto un periodo della loro vita a Vienna per poi spostarsi in un’altra città o Paese (o anche tornare in Italia). Alcuni hanno concluso un periodo Erasmus, altri un lavoro, o per molti semplicemente la vita li ha portati da un’altra parte.
Nel mondo odierno sembra che lo spostarsi da una parte all’altra del mondo sia diventata una normalità – per alcuni una necessità – ma se da una parte può essere bello conoscere nuovi luoghi e culture, dopo alcuni anni ognuno sente il bisogno di avere delle radici in un luogo che senta suo e possa chiamare casa.
Qui però non è il luogo delle discussioni filosofiche, ma delle informazioni pratiche. Quali sono le cose da fare quando si sta per lasciare Vienna? A parte trovare una ditta di traslochi e un biglietto aereo al miglior prezzo, ci sono almeno cinque aspetti burocratici da non dimenticare:
All’arrivo a Vienna avete sicuramente registrato la vostra residenza presso il comune (Magistrat) e così ottenuto il certificato di residenza (Meldezettel). Se vi trasferite in un Paese al di fuori dell’Austria dovrete recarvi nuovamente presso lo stesso ufficio per cancellarvi dal registro (Abmeldung) utilizzando lo stesso modulo del Meldezettel e compilando i campi appositi.
Allo stesso modo se vi spostate in un’altra città austriaca dovrete fare il cambio di residenza (Ummeldung) sempre utilizzando lo stesso modulo. Attenzione perché la cancellazione o il trasferimento di residenza sono un obbligo per legge e se non lo si fa è possibile – almeno in teoria – ricorrere in una multa.
Se siete iscritti anche all’AIRE dovrete comunicare naturalmente anche presso il consolato italiano il vostro cambio di residenza. Per fare questo è sufficiente inviare una copia del certificato di residenza o dell’annullamento di esso personalmente o all’indirizzo email anagrafe.vienna@esteri.it . Ricordate solo che tramite questa comunicazione non venite inscritti automaticamente all’anagrafe italiana o del Paese dove vi state per trasferire, quindi sarà necessario formalizzare il proprio stato presso gli uffici competenti.
Se a Vienna avete avuto una occupazione informatevi se avete già il diritto a richiedere la liquidazione (TFR) accumulata nel corso del tempo, può essere sicuramente più facile rispetto al farlo dall’estero. Inoltre non dimenticate di chiedere presso l’AMS il modulo U1, ovvero la dichiarazione attestante i periodi di occupazione e copertura assicurativa in Austria. Come è sempre utile averlo quando ci si trasferisce in Austria, può tornare utile per eventuali pratiche burocratiche relative al lavoro in Italia o nel Paese dove vi trasferire.
Quando si lascia un appartamento può sempre capitare che arrivino ancora delle missive – per la maggior parte pubblicitarie – ma a volte possono anche essere importanti. Per non incorrerere in questo rischio può quindi essere utile attivare per i primo 6 mesi o 1 anno il servizio di inoltro della posta (Nachsendeauftrag). Il costo è trimestrale di € 11,90 per inoltri nazionali e di € 16,50 per quelli internazionali. Può essere attivato presso tutte le filiali postali o tramite il sito web post.at
Infine non dimenticate di disdire i contratti ed abbonamenti fatti in Austria, a partire da quelli relativi all’abitazione come luce, gas, televisione, internet e assicurazione, oltre a quelli personali, per esempio il contratto per il telefono cellulare o l’abbonamento per i mezzi pubblici. Fate attenzione perché in alcuni casi anche se un contratto ha una durata (o periodo di disdetta) che continuerebbe anche dopo che avete lasciato Vienna è possibile – solo se vi trasferite all’estero – disdirlo fin da subito e se già pagato ricevere anche la differenza indietro. Questo ovviamente dipende caso per caso in base al contratto stipulato.
Avete altri consigli da dare a chi sta per lasciare Vienna o l’Austria?
Ogni anno il portale di recensioni TripAdvisor seleziona i ristoranti con le migliori recensioni ricevute nei dodici mesi precedenti e li premia con il Travellers’ Choice.
TripAdvisor è da alcuni considerato poco affidabile per la facilità nello scrivere recensioni non veritiere, ma rimane in ogni caso un punto di riferimento per moltissimi clienti e appassionati di cucina, soprattutto quando in viaggio.
Per la realizzazione della classifica il portale dice di aver soppesato tramite un team di esperti sia la quantità che la qualità delle recensioni, per creare una classifica la più oggettiva possibile. Questo chiaramente può voler dire tutto e niente, ma non ci rimane altro che fidarci.
Andiamo adesso a vedere i risultati: per il 2016 al primo posto come ristorante migliore al mondo si è classificato il Martin Berasategiu, in Spagna, già premiato con 3 stelle Michelin. Tra gli italiani si trovano Don Alfonso (Sant’Agata sui Due Golfi) al quinto e Da Vittorio (Brusaporto – BG) al quattordicesimo posto. Nella classifica generale dei migliori 25 al mondo non si trova invece nessun ristorante austriaco.
La classifica è inoltre suddivisa ulteriormente per continenti e Paesi. Purtroppo anche a livello europeo non viene nominato nessun ristorante austriaco, non ci rimane quindi che la classifica al solo livello dell’Austria, che vi riporto:
Per quanto riguarda Vienna (non conosco i ristoranti delle altre città) i nomi presenti nell’elenco sono effettivamente quelli più conosciuti e famosi, forse anche troppo. Sembra che la lista sia stata soppesata da qualche critico gastronomico o conoscitore di Vienna che però non ha voluto sbilanciarsi verso alcune nuove e interessanti aperture, rimanendo fermo sui locali più classici. Non voglio dire che non abbiano meritato un posto in classifica, sono tutte scelte di ottimo livello che non lasciano mai delusi, ma credo si sarebbe potuto osare un po’ di più.
E voi cosa ne pensate? Conoscete altri ristoranti austriaci che avrebbero meritato di entrare in questa classifica?
Quando – molti anni fa – studiavo il tedesco a scuola, all’arrivo del professore ci era stato insegnato di salutare con “Guten Morgen” o “Guten Tag” e per il commiato di utilizzare “Auf Wiedersehen”. Queste – oltre ai colloquiali e informali“Hallo” e “Tschüß” – sono le forme di saluto più conosciute e tradizionali del tedesco, ma nella lingua di tutti i giorni le varianti sono molto più numerose.
Aggiungeteci inoltre l’essere in Austria – una regione “periferica” rispetto alla patria del tedesco – e non vi stupirete più di tanto delle varie forme locali e colloquiali con cui ci si confronta ogni giorno. Anche se a un primo impatto possono sembrare strane, è facile abituarsi. Mettiamo un po’ di ordine in questo articolo con le forme di saluto più usate in Austria:
Grüß Gott: è il modo di salutare formale più usato, molto più comune di Guten Morgen/Tag/Nachmittag/Abend (e si può usare a qualunque ora del giorno senza aver paura di sbagliare). Si usa quando si incontra qualcuno ma non come forma di commiato. L’origine è una abbreviazione di grüß[e] dich Gott ovvero dio ti benedica. Con gli amici o in contesti più colloquiali si può utilizzare invece la forma “Grüß dich” (o come si dice nel parlato griaß di).
Servus: una alternativa tutta austriaca al classico “Hallo”, da utilizzare quando si incontra una amico o in contesti informali. Deriva dal latino per “servo / schiavo” e può essere considerata la forma breve dell’espressione “sono vostro servo” o “al vostro servizio”. Spesso viene utilizzato in forma abbreviata o storpiata, per esempio Servas oppure Seas.
Ciao: proviene ovviamente dal nostro italiano, ma in tedesco viene utilizzato solamente come commiato e in contesti informali. In Germania si usa anche la forma Tschau.
Baba: altro modo molto colloquiale che si usa quando ci si saluta alla fine di una conversazione. Ha origine da “Grüßen Sie mir den Herrn Papa” (salutate il signor padre da parte mia).
Mahlzeit: probabilmente l’avete già sentita (e usata) al posto di Guten Appetit, ma questo termine viene utilizzato anche in Austria come forma di saluto durante l’orario di pranzo. In particolare negli uffici quando si vuole indicare ai colleghi che si sta andando a mangiare per pranzo, ci si accomiata dicendo appunto Mahlzeit, e che si ripete anche come saluto quando si incontra qualcuno nei corridoi, più o meno tra le 11.30 e le 14. E’ una abbreviazione della frase „Gesegnete Mahlzeit!“
Una particolarità in più è che spesso le varie forme di saluto vengono anche combinate o dette insieme in sequenza. Per esempio Hallo griaß di oppure Tschüß Baba ma ho sentito anche combinazioni più lunghe. Ovviamente non c’è nessun obbligo di formarle, dire che solo una parola va benissimo, ma non stupitevi. Il tedesco sembra una lingua molto rigida e grammaticale, ma nel linguaggio di tutti i giorni le eccezioni sono veramente la norma.
Conoscete altri modi di salutare in Austria? Segnalateli nei commenti!
Ortolani Luca, azienda italiana specializzata nel settore della vendita e manutenzione delle macchine per caffè espresso (B2B) cerca un agente di commercio per la gestione ed espansione del portafoglio clienti a Vienna e zone limitrofe.
Al candidato viene richiesta:
Si offrono:
Si prega di inviare le candidature con CV, lettera di presentazione e foto a info@ortolaniluca.com
Ortolani Luca
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Da alcuni vista come una perdita di tempo, la televisione è in realtà un importante strumento sociale di relazione ed integrazione. Quando molte persone guardano un programma ne parlano poi con amici, con i colleghi in ufficio o sui social media, creando un interscambio di idee e discussioni che sono alla base di ogni comunità. Entrare dunque in questo spazio comune è sicuramente un passo importante verso l’integrazione in un Paese, Austria inclusa.
Sebbene guardare la televisione sia una cosa molto semplice – basta accenderla (e pagare il GIS) – è anche vero che su vari canali vengono trasmessi programmi “spazzatura” veramente inutili. Mi vorrei dunque permettere di consigliarvi qualche trasmissione che nella programmazione in Austria considero meritevole e che io stesso guardo volentieri. Lo potete fare come esercizio per il tedesco o per capire meglio l’Austria, o semplicemente per rilassarvi con delle trasmissioni fatte veramente bene.
Se non avete un televisore – o volete vedere i programmi dall’estero – è possibile vedere quelle della televisione pubblica ORF anche in streaming tramite la TvThek (tvthek.orf.at) per tutta la settimana successiva alla trasmissione. Ecco i programmi televisivi che vi consiglio:
ZIB (Zeit im Bild): il telegiornale nazionale viene trasmesso in vari momenti della giornata sui canali pubblici, quelli più seguiti sono alle 19:30 e alle 22:00 su ORF2.
Wien Heute: il telegiornale regionale, trasmesso tutti i giorni alle 19:00 su ORF2 (prima dello ZIB) riporta informazioni e novità nel contesto viennese. Ogni regione ha la propria versione (Niederösterreich Heute, Voralberg Heute, ecc.), trasmessa in contemporanea.
Im Zentrum: trasmissione di approfondimento con ospiti in studio (tipo Porta a Porta). Ogni settimana viene discusso un tema di attualità – per la maggior parte politica – con gli ospiti in studio. Viene trasmesso la domenica sera su ORF2 dalle ore 22:00.
Willkommen Österreich: è una trasmissione del tipo “Late-Night-Show” condotta dai comici Dirk Stermann e Christoph Grissemann, con battute e sketch sulla società e la politica. Ogni settimana vengono inoltre intervistati due ospiti in studio . Ogni martedì sera dalle 22:00.
Was gibt es neues?: un quiz-show molto divertente, poiché i partecipanti sono famosi comici e cabarettisti austriaci, che cercano di indovinare il significato di parole od oggetti misteriosi. Il tutto si basa sull’improvvisazione e per questo nascono molto spesso degli scambi di battute veramente esilaranti. Ogni venerdì dalle 21:50 circa su ORF1.
Bist du Deppert: unica trasmissione dell’elenco non trasmessa su ORF ma sul canale privato Puls4. Un gruppo di comici mostra in maniera divertente attraverso reportage e ricostruzioni sprechi ed errori dei politici e dello Stato. Interessante per capire che anche in Austria ci sono (purtroppo) molti sprechi di denaro pubblico.
Da non perdere infine le tante serie televisive prodotte e ambientate in Austria. Non sto parlando del commissario Rex- oramai un po’ datato – ma di quelle degli ultimi anni, come Braunschlag o Vorstadtweiber, che a modo loro mostrano vari aspetti della società austriaca, e secondo me molto interessanti – oltre che divertenti – da guardare.
Avete altre trasmissioni presenti nella televisione austriaca da consigliare? Aspetto i vostri commenti!
Il municipio (o meglio Rathaus) di Vienna è un punto di attrazione tra i più conosciuti di Vienna, non solo per la sua importanza politica e bellezza architettonica, ma anche per le tante manifestazioni che si svolgono durante l’anno nella piazza antistante.
E’ quindi un luogo dove sia i turisti che gli abitanti di Vienna si trovano a frequentare abitualmente. Come già fatto per il Duomo di Santo Stefano, Schönbrunn ed il Belvedere, vi voglio quindi consigliare alcuni ristoranti nelle vicinanze dove poter fare una breve sosta o trascorrere una bella serata a cena:
Fromme Helene (Josefstädter Str. 15, 1080): situato nelle vicinanze del Theater in der Josefstadt, questo locale da più di 50 anni é una vera e propria istituzione per gli abitanti dell’8. distretto. Cucina tradizionale di qualità ed un’ottima selezione di vini (austriaci ed internazionali) lo rendono un posto ideale per una cena in compagnia. (frommehelene.at)
Melker Stiftskeller (Schottengasse 3, 1010): cucina tradizionale a prezzi abbordabili, ecco l’idea di questo ottimo ristorante situato in una vera e propria cantina sotterranea. Qui potrete assaggiare tutti i piatti della cucina viennese e austriaca, dalla classica cotoletta alla costata di manzo con cipolle (Zwiebelrostbraten) per concludere con un perfetto strudel di mele. (melkerstiftskeller.at – Chiuso la domenica e il lunedì.)
Vestibul (Universitätsring 2, 1010): nell’ala destra del Burgtheater – il teatro di corte – si trova questo lussuoso ristorante di alta cucina. Per una cena speciale, la sala è una delle più belle di Vienna, e la cucina è indicata com una delle migliori (e naturalmente anche più care) di Vienna da tutte le guide. Da provare almeno una volta! (vestibuel.at – chiuso la domenica e i festivi)
Das Kolin un ambiente elegante e una ottima cucina rendono questo ristorante ideale per una bella cena. La cucina offre sempre pietanze nuove e ricercate, che partono dalla tradizione aggiungendoci nuovi sapori per una esperienza ogni volta interessante. Ve lo consiglio! (daskolin.at – chiuso la domenica).
Già durante la notte sono stati resi noti i risultati definitivi per gli italiani residenti all’estero riguardo al referendum costituzionale che si è votato ieri, 4 dicembre 2016.
Mentre in Italia la vittoria del no è stata schiacciante (59,95% contro 40,05%), tra gli italiani residenti in Austria il voto è stato invece completamente opposto. Sulla base di una partecipazione del 46,10% (10.057 votanti su 21.811 elettori), il sì avrebbe infatti vinto con il 62,95% (5.446 voti) contro il 37,05% (3.205 voti) per il no.
Un dato che risalta è quello delle schede nulle, addirittura il 13,52% del totale (1.360 voti), che si registra però in tutte le sezioni estere (la media è stata del 9,56%), mentre in Italia è rimasto su un valore molto basso, ovvero dello 0,58%. Le schede bianche e (0,40%) e quelle contestate e non assegnate (0,04%) sono sia in Austria che nel resto del mondo rimaste su un valore normale.
In generale se avessero votato solo gli italiani all’estero il sì avrebbe vinto con il 64,70% (722.672 voti) contro il 35,30% (394.253 voti) del no. Da notare che al di fuori dell’Italia l’affluenza è stata molto più bassa, solo il 30,74% (1.245.929) degli aventi diritto al voto ha infatti partecipato alle consultazioni.
Non sono solito scrivere di politica su questo blog, ma oggi è una giornata molto particolare, e voglio prendermi la libertà di sfruttare questo (mio) spazio per fissare alcuni pensieri e condividerli con voi.
Per i futuri lettori che ripasseranno di qui tra qualche anno, oggi sia nel Paese in cui vivo (l’Austria) che in quello dove sono nato (l’Italia) si svolgono due elezioni considerate da molte come uno spartiacque per il futuro: da una parte l’elezione del Presidente della Repubblica, dall’altra un referendum sulle modifiche alla Costituzione.
Qui ci sarebbe da fare innanzitutto una lunga premessa sul fatto di vivere all’estero e sul diritto di voto, che in questa giornata diventa lampante: sono mesi che seguo i giornali e le campagne elettorali, aspettando che il Presidente in Austria venga finalmente eletto per capirne le conseguenze sulla mia vita di tutti i giorni, ma invece quello per cui ho potuto scegliere è un cambiamento in Italia le cui conseguenze probabilmente non mi toccheranno mai. Purtroppo questa è la situazione di chi vive all’estero e bisogna accettarlo.
Da spettatore di entrambe le campagne elettorali ho visto molte somiglianze: entrambe sono state brutte e deprimenti, giocate sulla personificazione dei contenuti e la demonizzazione dei candidati, invece che sulla discussione dei temi e la presentazione di argomenti a favore o contrari. Purtroppo è una tendenza che si sta estendendo in tutto il mondo (mi vengono in mente le campagne per il Brexit e l’elezione del Presidente degli Stati Uniti), e con conseguenze secondo me veramente catastrofiche per il discorso politico. Il risultato di campagne di questo tipo è infatti di allontanare dalla politica le persone più ragionevoli – mettendo invece in luce quelle più estremiste – rendendo ogni campagna una corsa a chi urla di più.
Parliamoci chiaro, in entrambi i Paesi indipendentemente dal risultato domani mattina non ci sarà nessuna rivoluzione: ci alzeremo – maledicendo il lunedì – e continueremo con la nostra vita. Ma le conseguenze sulla partecipazione politica dei cittadini, sul creare un Paese unito di fronte alle difficoltà per renderlo migliore, quelle credo si stiano già delineando adesso, e sono purtroppo negative, sia in Italia che in Austria.
Non voglio – e non posso – approfondire di più riguardo alla situazione italiana vivendola solamente dall’esterno ed a distanza, ma vorrei spendere ancora alcune parole sulle conseguenze della situazione in Austria.
Per come si è svolta in questi lunghi 8 mesi, la campagna elettorale austriaca ha avuto dal mio punto di vista come unica conseguenza quella di danneggiare il ruolo del Presidente della Repubblica. La perdita di fiducia nei grandi partiti tradizionali che non sono riusciti a presentare dei candidati validi, i toni veramente esasperati in tutte le discussioni e la ricerca continua di mettere in luce negativa il candidato avversario ha creato una situazione paradossale: molti cittadini non vogliono votare uno dei due candidati perché lo ritengono il più adatto al ruolo di Presidente, ma solamente per evitare che l’altro assuma questa carica.
Purtroppo è – secondo me – una conseguenza delle modalità di scelta del Presidente, ovvero tramite elezione diretta invece che dal Parlamento come in Italia. In questo modo la corsa alla presidenza si trasforma in una vera e propria campagna elettorale dai toni sempre più accesi, invece di essere un momento di catarsi collettiva in cui scegliere la persona più adatta e “super partes” per questo ruolo. Ricordiamo che i poteri del Presidente in Austria sono praticamente gli stessi di quello italiano: può avere una certa influenza sulla composizione del governo e nella promulgazione delle leggi, ma i suoi poteri sono in fin dei conti molto limitati, ed è un ruolo per lo più di rappresentanza.
Cosa succederà da domani? Come in tutte le corse raggiunto il traguardo ci si fermerà un attimo, si tirerà un respiro e ci si calmerà tutti. Rispetto all’inizio di questa campagna elettorale in panorama politico sia in Austria – con un nuovo presidente del consiglio – che in Europa è molto cambiato. Il partito di destra FPÖ rimane ancora primo tra i sondaggi e sono varie settimane che si sta parlando di nuove elezioni politiche in base al risultato delle elezioni odierne, probabilmente un fatto più di calcolo che di vera necessità, ma lo vedremo nelle prossime settimane.
Qualunque sia il risultato ricordatevi che presto è Natale, e ci sarà un nuova – e più importante – scelta da fare che dividerà ancora di più le famiglie: pandoro o panettone? :-)