Utilizzare il proprio tempo libero per aiutare gli altri è un’esperienza bella ed appagante, e anche a Vienna ci sono moltissime possibilità per fare del volontariato.
Essendo una grande città, a Vienna ci sono moltissime organizzazioni alla ricerca di volontari, e spesso non è facile riuscere ad orientarsi o trovare l’attività giusta per se stessi.
Un modo semplice per cercare tra le attività di volontariato è la Ehrenamtbörse.
Questa è una banca dati dove vengono raccolte le offerte di volontariato di moltissime associazioni di Vienna e dintorni. All’interno del sito è possibile ricercare tra le offerte sia in base all’attività (assistenza, amministrazione, …) che in base all’associazione e in seguito mettersi in contatto con esse.
L’offerta spazia dall’assistenza ai malati in ospedale a quella ad anziani, disabili, tossicodipendenti o clochard, ma ci sono anche alternative adatte a chi cerca esperienze meno “estreme”. Per esempio, fare gli animatori nei doposcuola o nei campi estivi per bambini e ragazzi, fare le guide in siti d’interesse turistico e culturale, collaborare con i canili o altre organizzazioni che si occupano di animali abbandonati, o anche semplici attività di amminsitrazione in ufficio.
Insomma ce n’è per “tutti i gusti”. Per fare volontariato infatti non è necessario avere competenze o qualificazioni specifiche, ma semplicemente essere disponibili ad investire gratuitamente un po’ del proprio tempo libero per gli altri.
Per chi è interessato alle attività di volontariato a Vienna e in Austria, consiglio anche i seguenti link per approfondire:
Conoscete altre possibilità per fare volontariato a Vienna?
Vienna è una città incredibile anche nei numeri. Se vi siete sempre chiesti quante persone abitano a Vienna, che età hanno e da dove provengono la maggior parte degli abitanti, ecco alcuni dati interessanti dalle statistiche del comune di Vienna per il 2011.
Gli abitanti di Vienna sono 1.723.245, questo significa una crescita della popolazione di più di 200.000 abitanti dal 2001. Il record di abitanti del 1914, quando Vienna avea 2,1 milioni di abitanti, è ancora lontano, ma secondo i calcoli della Statistik Austria in base al tasso di crescita attuale della città dovrebbe venire raggiunto nel 2075 (chissà se abiteremo ancora a Vienna!).
Il quartiere con più abitanti è Favoriten, dove vivono 173.623 persone, seguito da Donaustadt con 153.408 e da Floridsdorf con 139.729 abitanti. All’altro capo della graduatoria si trovano il primo distretto con 16.985 abitanti, seguito da Josefstadt con 23.912 e Mariahilf con 29.371 persone.
La popolazione di Vienna si divide tra 892.000 donne e 821.000 uomini. Le nascite (17.989) sono ancora leggermente maggiori rispetto ai decessi (16.287).
Le pesone di nazionalità non austriaca residenti a Vienna sono il 22 percento della popolazione. La maggior parte (188.000) proviene dagli stati della ex-jugoslavia, soprattutto (109.000) da Serbia e Montenegro. Al secondo posto (70.000) ci sono i migranti dalla Turchia, seguiti dalle persone provenienti dagli stati dell’Unione Europea.
Da notare è che ben il 44 percento degli abitanti a Vienna, anche se nati in Austria e quindi con nazionalità austriaca, ha comunque una radice straniera, il cosiddetto “Migrationshintegrund”.
Vienna ha una superficie di 415 chilometri quadrati. Il quartiere più ampio è Donaustadt, il più piccolo Josefstadt. Il punto più alto di Vienna è il Hermmannskogel con 543 metri di altitudine, il più “basso” è il Lobau con 151 metri di altiduine sul livello del mare.
L’età media dei viennesi è di 41 anni, anche se quella delle donne (42,6 anni) è leggermente più alta rispetto a quella degli uomini (39,3). A Vienna ci sono 170.347 iscritti all’univesità, 226.483 sono iscritti alla scuola dell’obbiligo e 76.567 bambini negli asili.
Per chi vuole approfondire i dati può consultare la pagina delle statistiche del comune di Vienna.
Questi numeri sono molto interssanti, ma quello che qui manca in realtà sono un po’ di numeri su di noi, gli italiani a Vienna…. chi di voi può fornire qualche dato?
Tramite il blog GeoMusik ho scoperto un’interessante articolo dal titolo “Perchè non torniamo” sul mondo del lavoro italiano e estero.
Scritto da un’italiano che lavora in Gran Bretagna, è un’analisi molto lucida ed interessante sulle esperienze lavorative dell’autore, che mettono in luce molto chiaramente il motivo per cui molti italiani hanno voluto (o dovuto) cercare lavoro all’estero e difficilmente torneranno in Italia.
E’ sicuramente un’articolo in cui molti di voi si ritroveranno, vi lascio alla lettura e aspetto i vostri commenti!
Perchè non torniamo
“Come tanti degli italiani emigrati all’estero, ogni qual volta rientro in Italia per trascorrere le mie vacanze, la prima cosa che faccio e’ fermarmi al bar a prendere un caffe’.
Il sapore di un espresso, quello vero e non quello bruciato e annacquato di Starbucks, mi fa sempre porre la domanda: “ma quand’e’ che mi decido a tornare in Italia?”
La nostalgia, e non solo del caffe’, e’ tanta. Tuttavia, la nostalgia svanisce non appena esci dall’aeroporto: i collegamenti per la stazione sono pressocche’ inesistenti, un taxi ti chiede 50 euro per fare 3km, e una volta arrivato alla stazione o non ci sono treni o se ci sono, sono – comunque sia – perennemente in ritardo. Allora la nostalgia lascia spazio, ancora dopo tanti anni, alla rabbia e ad alcune delle ragioni che mi hanno visto espatriare.
E’ chiaro, non si va via perche’ non c’e’ un treno o un collegamento, si va via perche’ non c’e’ lavoro…e non si torna piu’.
Eppure io ci ho provato, a ritornare. Nel 2004 tornai in Italia per continuare a studiare, con l’intenzione di restarci. Finito il Master, presi l’elenco delle aziende alle quali le mie esperienze e qualifiche sarebbero dovute risultare interessanti, e spedii loro il mio curriculum.
Su 89 aziende contattate 2 sole risposte che, leggendole, mi fecero prenotare un biglietto di sola andata per il Paese dal quale ero ritornato un anno prima. All’estero, in 5 giorni, ho contattato 3 aziende e ricevuto 2 offerte di lavoro: dopo 7 giorni dal mio secondo espatrio siedevo gia’ dietro una scrivania.
Un nuovo tentativo lo feci 4 anni dopo: era il 2008, avevo dato le dimissioni dove lavoravo perche’ cercato ed assunto da un’altra azienda. Qui, dove vivo, e per il lavoro che faccio, venni obbligato a non lavorare per 3 mesi. Quindi tornai in Italia a trascorrere le mie forzate vacanze, che si trasformarono subito in una gioia nel rivedere gli amici ogni giorno, quegli amici che sono rimasti piantati come alberi nel posto natale.
Tanta era la gioa che, nonostante il lavoro che mi aspettava all’estero, decisi di dare un’occhiata al mondo del lavoro italiano, nei posti dove ero nato e cresciuto: l’unica offerta di impiego a tempo indeterminato veniva da un’azienda alimentare e recitava: CRECASI DISOSSATORE DI POLLI CON ESPERIENZA. Ovviamente capii subito che non era il caso di vedere se ci fosse un lavoro, sia perche’ non avevo esperienza nel disossare polli (ma ne serve?) sia perche’ dopo una laurea ed un master lo trovavo poco interessante intellettualmente.
Pochi giorni fa ho ricevuto una mail da un commercialista ,il quale mi ricordava come il Governo italiano stia cercando di incentivare gli espatriati a tornare attraverso delle concessioni di natura fiscale. La mail titolava: “e’ il momento di tornare a casa”.
Gia’, ma a fare cosa? E poi l’incentivo fiscale e’ di per se abbastanza per convincermi a tornare?
Seppur al momento mi trovo a pagare il 50% di tasse, la cosa non mi inquieta affatto perche’ le mie tasse vengono utilizzate per finanziare una societa’ che funziona, dove c’e’ un treno ogni 15 minuti che ti porta da uno dei 5 aeroporti al centro della citta (mi viene offerto un servizio), c’e’ uno Stato che pensa e agisce per la popolazione, e non uno Stato dove i propri governanti percepiscono il Paese come al loro servizio. Un Paese che – da zero e senza conoscerne la lingua – mi ha consentito di inserirmi e lavorare, ripagandomi in base alle mia capacita’ e competenze… e non in base alle mie “conoscenze”.
Cercare di incentivarmi a rientrare attraveso uno specchietto per le allodole mi fa capire tante cose, tra cui la mirabolante mancata percezione della realta’ da parte dei nostri politici.
Gli italiani, me incluso, se non hanno problemi a pagare le tasse all’estero, perche’ dovrebbero averne se si trovano in Italia? E’ forse l’incentivo fiscale proprio di una miopia incurabile dei nostri politici, che si rispecchia nella mentalita’ italiana del “meno tasse pago e meglio e’”? Dovrebbero forse i nostri politici chiedersi qual’e’ la ragione di una propensione all’insofferenza verso le tasse, da parte dei cittadini? E’ l’insofferenza della popolazione italiana alle tasse direttamente proporzionale all’incapacita’ dei nostri politici di governare il Paese?
Io sarei ben felice di tornare in Italia e pagare in tasse quanto pago qui, ma se – e solo se – le mie tasse venissero utilizzate per offrire un servizio ai cittadini, me incluso, e non essere utilizzate al fine di mantenere una classe politica inefficente, che mi fa addiruttura vergognare di essere italiano, quando vengo deriso o per gli scarsi principi morali dei nostri politici (gli scandali sessuali), o per le battute poco felici su altri capi di Stato e di governo (abbronzature e proporzioni dei fondoschiena), o per la scarsa democrazia (how can a media tycoon been allowed to be prime minister? E’ la piu’ comune delle domande), o per l’avversione politica alla meritocrazia ed una economia libera da lacci e lacciuoli che ci hanno visto crescere solo piu’ dello Zimbawe nel passato decennio.
Per tornare in Italia non ho bisogno di un incentivo: e’ il mio paese, ho solo bisogno di un lavoro non ottenuto grazie al vescovo, al reppresentante della Regione o al politico di turno. Un lavoro retribuito in maniera commisurata alle mie capacita’, e non un lavoro come disossatore di polli con o senza esperienza, mentre i figli dei politici occupano posizioni retribuite profumatamente, perche’ raccomandati e non perche’ “capaci”.
Per tornare in Italia e pagarci le tasse ho bisogno di un Paese democratico e meritocratico, cosa che siamo lontani anni luce dall’avere.
Un Paese nel quale la parola meritocrazia ha un senso lato, non e’ certo un Paese dove mettere le proprie radici. Rubbia, Modigliani e gli altri noti italiani, non sono espatriati a caso.
Dall’estero ci vedono come un Paese anacronistico, spaventato da globalizzazione e immigrazione: un Paese che e’ al servizio dei suoi politicanti, i quali puntano al mentenimento dello status quo, piuttosto che alla sua modernizzazione e recupero del terreno perso nell’ultimo trentennio: una nazione che – dopo la fine della Prima Repubblica – non è riuscita a rinnovare le sue istituzioni, lasciando intatti tutti i conflitti esistenti che ne costituivano – e tutt’ora ne costituiscono – il vero e proprio cancro.
Siamo visti come un Paese che non e’ molto differente dai Paesi nord Africani e del Medio Oriente, dove i despoti l’hanno fatta da padrone per il passato trentennio: che differenza c’e’ tra i politici italiani che siedono in parlamento da ormai quasi un trentennio e Mubarak? I politici europei ci guardano e pensano che nei loro paesi 20 anni fa c’erano Kohl, Mitterand, Major: oggi ci sono la Merkel, Sarkozy, Cameron. In italia nel 1994 vinse le elezioni Berlusconi e vedendo i filmati della camera ci si accorge che le faccie in 20/30 anni non sono cambiate – Bossi, Fini, Fassino, Berlusconi, D’Alema, Casini, Buttiglione, sono tanto logevi quanto i despoti mediorentali e tutti, come i despoti, si crogiolano nei loro lauti stipendi e sulla loro vita vissuta da Paperon de’ Paperoni, pagata dai contribuenti per un lavoro svolto mediocremente… senza averne le capacita. Un Paese che mungono come fosse una mucca per mantenersi i loro privilegi, e al quale non rendono niente, neanche sottoforma di prestazione lavorativa come parlamentari… perche’ fare il parlamentare e’ un secondo lavoro, o al Parlamento ci vanno quando hanno tempo.
Piu’ volte viene ripetuto dalla stampa estera (di qualsiasi colore politico) che l’Italia e’ un paese privo di personalita’ politiche, sia di governo che di opposizione, capaci di affrontare e risolvere le problematiche che affliggono il Paese. Ciò che e’ ancor piu’ scandalosamente disarmante e’ che gli stessi politici, rendendosi conto della loro scarsa efficenza ed efficacia, chiedono Governi tecnici che nessuno e’ disposto a guidare. E’ possibile che ogni volta che alla classe politica venga chiesto di riformare strutturalmente il Paese e renderlo al passo con i tempi si debba far ricorso a Governi tecnici? Non dovrebbe la politica sapersi assumere le proprie responsabilita’? L’Italia deve liberarsi dai politici che si nascondono dietro a parole come “ci vogliono 30 anni per fare il federalismo”; “la bicamerale per fare le riforme” o “governi tecnici”. Il procastinare nasconde semplicemente incapacita’ di esecuzione per carenza di idee, e non fa altro che allungare l’agonia degli Italiani.
Come siamo visti all’estero e’ ben racchiuso nelle parole degli analisti di S&P (forse anche loro italiani), che hanno declassato l’Italia, dichiarandola meno affidabile relativamente alla capacita’ di far fronte ai debiti assunti negli anni passati.
Nel report si legge a chiare lettere che il giudizio di S&P e’ stato condizionato da tre fattori strutturali: 1) una eccessiva regolamentazione del mercato del lavoro, 2) un settore pubblico inefficente e 3) investimenti esteri quasi inesistenti.
Ma i nostri politici non prestano attenzione ai moniti, ne’ quelli dei mercati che continuano a farci credito a prezzi sempre piu’ alti (Alfano che sbraitava in Parlamento contro i mercati ad agosto era l’emblema di una classe politica che non si rende conto che se il mercato stacca la spina, l’Italia non ha i soldi neanche per accendere la luce domani mattina) ne’ a quelli delle agenzie di rating, che vengono etichettate come strumenti politici manipolati dai media.
E cosi, al pari dei politici greci che misero la testa sotto la sabbia come gli struzzi (nel 2010), oggi i nostri politici fanno altrettanto, sperando che la tempesta passi da sola, senza rendersi conto che loro sono la causa scatenante della tempesta… e la barca Italia puo’ salvarsi solo se alleggerita del loro peso.
Allora eccomi qui, seduto davanti al pc, con carta di credito in mano, pronto a prenotare un’altro biglietto per rientrare in Italia come turista a prendermi quel tanto amato caffe’… che ormai sembra essere una delle poche cose che mi manca realmente”.
La settimana scorsa sono stati annunciati degli interessanti cambiamenti per quanto riguarda i costi dei mezzi pubblici di Vienna.
Da Maggio 2012 verranno infatti introdotte delle nuove tariffe particolarmente vantaggiose per i possessori di abbonamenti annuali, che pagheranno “1 euro al giorno“, ovvero 365 euro l’anno.
Anche il costo per l’abbonamento mensile verrà ridotto di circa il 10 percento, mentre saranno svantaggiati chi utilizza i biglietti singoli: il costo passerà infatti da 1,80 a 2,- Euro.
Di seguito un riassunto delle modifiche a tutte le tariffe:
La nuova tariffazione verrà introdotta in maniera ufficiale a partire da Maggio 2012. Per chi aquista un biglietto annuale prima di tale data, il costo verrà calcolato in maniera proporzionale con la normale tariffa fino a Maggio e in base alle nuove tariffe per i mesi successivi.
Cosa ne pensate delle nuove tariffe? Quale abbonamento conviene fare secondo voi?
Verso la fine del quartiere di Simmering, dove la città finisce e iniziano i campi di grano e il porto di Alberner sul Danubio, si trova il “cimitero dei senza nome” (Friedhof der Namenlosen) di Vienna, dove trovano riposo le salme delle persone ritrovate nel Danubio tra il 1845 e 1940.
Il cimitero è diviso in due parti: la prima è quella più antica e vicina al fiume. Qui venne creato il primo cimitero dove i corpi ritrovati venivano sepolti senza rito funebre e su territorio sconsacrato. A causa della vicinanza al fiume questa zona venne spesso inondata dall’acqua ed è oggi ricoperta da alberi e cespugli. Qui sono sepolti in base alle stime 478 corpi.
Nel 1900 grazie all’impegno di vari volontari delle vicinanze venne eretto un vero e proprio cimitero, posizionato in una zona riparata dalle esondazioni del Danubio. Nel corso degli anni il cimitero venne ampliato e nel 1935 si aggiunse anche una cappella.
Dopo che Albern entrò a far parte del comune di Vienna nel 1938, le salme delle persone sconosciute vennero sepolte nel cimitero centrale di Vienna (Wiener Zentralfriedhof). Per questo motivo una parte del cimitero dei senza nome rimane ancora oggi vuoto.
In totale riposano nel (secondo) cimitero dei senza nome 104 corpi. Di questi 43 furono identificati, sulle altre lapidi rimane invece la scritta “sconosciuto” (Unbekannt). L’ultimo rito funebre ufficiale venne celebrato nel 1940, ma nel cimitero si trova anche una lapide con la data 1953.
Una figura importante del cimitero è stata Josef Fuchs, che ha curato il cimitero gratuitamente lungo tutto il corso della sua vita, restaurando e curando sia le tombe che il giardino circostante, contribuendo in questo modo sia alla costruzione che al mantenimento del cimitero come è possibile vederlo oggi. Per questo motivo la città di Vienna gli ha conferito una medaglia d’oro al valore civile.
Ogni anno la domenica successiva al giorno dei morti si tiene una commemorazione per i sepolti del cimitero, durante la quale una zattera con fiori e candele viene rilasciata sul Danubio.
Il cimitero dei senza nome si trova sulla Molostrasse presso l’Alberner Hafen, e può essere raggiunto con l’autobus 76A. Come gli altri cimiteri di Vienna è aperto tutti i giorni, gli orari li trovate sul sito http://www.wien-konkret.at/soziales/friedhof/.
Per tutti gli amanti dello Sturm e del buon vino, questo fine settimana si terrà una manifestazione da non perdere: tra Sabato 8 e Domenica 9 Ottobre avranno infatti luogo gli annuali “Stürmische Tage” nella Kellergasse di Stammersdorf.
Stammersdorf è uno dei paesini appena fuori Vienna conosciuto sorpattutto per le sue Heurigen che si trovano appunto nella Kellergasse, una lunga via tra vigneti e locali dove è possibile vivere tutta l’atmosfera tipica del vino e dell’autunno.
Durante i due giorni di manifestazione la via sarà chiusa al traffico, e ci sarà un programma variegato: la banda del paese suonerà, ci saranno varie attrazioni per grandi e bambini e soprattutto si potranno visitare tutte le Heurigen del paese e assaggiare i vari tipi di mosto, Sturm e vino della zona.
La manifestazione inizierà sabato alle ore 14:00 e domenica a partire dalle ore 11:00. Inoltre l’orario di chiusura delle Heurigen è già verso le 22:00-23:00, quindi il mio consiglio è di farci una visita nel tardo pomeriggio (anche a causa della lontananza e dei mezzi di trasporto).
Per arrivare a Stammersdorf gli organizzatori – visto il gran numero di persone che prenderanno parte alla festa – consigliano di prendere i mezzi pubblici: da Vienna con la U6 o la S-Bahn fino a Florisdorf e poi con l’autobus n. 228, che vi porterà direttamente alla Kellergasse.
Per concludere alcune curiosità in preparazione per la festa: lo Sturm si beve in bicchieri da vino bianco che, per tradizione, viene tenuto nella mano sinistra. Prima di berlo si dice “Mahlzeit” e non il solito “Prost”, e soprattutto è “vietato” brindare facendo tintinnare i bicchieri. Solamente dopo l’11 Novembre, il giorno di San Martino, il mosto o Sturm diventano “vero vino” e si può bere nel solito modo.
Cosa ne pensate dello Sturm? Andrete agli Stürmische Tage di Stammersdorf?
Nella notte tra il 1. e il 2. Ottobre si terrà in tutta l’Austria la “Lange Nacht der Museen“, durante la quale con un singolo biglietto sarà possibile visitare tutti i musei di Vienna aderenti all’iniziativa.
In tutta l’Austria sono più di 600 i musei che sarà possibile visitare con un solo biglietto, e più di 100 solo a Vienna.
Tutti i musei di Vienna prendono parte alla manifestazione, dai più grandi come Albertina e MUMOK ai più piccoli e sconosciuti. Per questo motivo la massa di persone che verranno in città sarà grandissima e per esperienza vi posso dire che è molto difficile visitare i musei più grandi con la dovuta calma.
Una possibilità è di andare subito all’inizio della serata in questi musei, quando non c’è ancora molta gente, oppure come faccio io da qualche anno, sfruttare la serata per andare alla scoperta di alcuni dei musei più piccoli e curiosi di Vienna, che altrimenti difficilmente si visiterebbero in altre occasioni (per esempio l’Alt-Wiener Schnapsmuseum, il Marzipan- und Demelmuseum o l’Original Wiener Schneekugelmuseum).
Il costo del biglietto è quest’anno di € 13 (ridotto € 11, gratis per i bambini fino a 12 anni).
Questo è valido in tutti i musei aderenti dalle ore 18.00 all’01.00 e può essere acquistato il giorno stesso in tutti i musei.
Inoltre vi ricordo che con il biglietto è possibile viaggiare sugli shuttle-bus tra i musei e anche con tutti i mezzi pubblici di Vienna (dalle 16:00 alle 03:00).
Maggiori informazioni e il programma completo della manifestazione lo trovate sul sito ufficiale: http://langenacht1.orf.at/
Quali musei andrete a visitare durante la lunga notte dei musei di Vienna 2011?
Una delle attrazioni tipiche dei sobborghi di Vienna sono le cosiddette Heurigen, dove è possibile degustare i migliori vini della regione.
Le Heurigen sono locali con una concessione speciale rispetto ai normali ristoranti: possono infatti vendere prodotti di produzione propria senza bisogno di una licenza commerciale. Qui troverete quindi vino e grappe prodotte in casa (ma non birra), oltre che piccole pietanze da gustare.
Come potete quindi immaginare le Heurigen sono molto visitate soprattutto nel periodo autunnale, quando è possibile bere lo Sturm (vino novello) e degustare la nuova annata di vino.
L’unico svantaggio delle Heurigen è la loro collocazione, a volte difficile da raggiungere solo con i mezzi pubblici. Ma per chi desidera comunque provare l’atmosfera delle Heurige, anche nel centro di Vienna è possibile trovarne alcune.
Di seguito una selezione delle più interessanti Heurigen cittadine di Vienna da non perdere:
Se frequentate spesso l’ottavo distretto o il Theater in der Josefstadt ma non vi siete ancora accorti di questo piccolo locale non vi preoccupate, non siete gli unici. Una piccola lanterna appesa ad un muro della Piaristengasse è infatti l’unica indicazione per trovare questa perla nascosta nel centro della città.
Il locale è relativamente piccolo, e comunque la maggior parte degli ospiti preferisce cercare posto nel giardino interno. Lo stile è da vera Heurige: tavoli e panche di legno, buon vino e prelibatezze da degustare a volontà.
Weinstube Josefstadt
Piaristengasse 21, 1080 Wien
Apertura: tutti i giorni 16:00 – 24:00.
Giardino interno fino alle 22:00.
NOTA: Chiuso da Gennaio a Marzo.
Una ripida scalinata porta alle cantine sotto il primo distretto dove si dirama in varie sale il Zwölf-Apostelkeller. Qui potete trovare una selezione di ottimi vini e anche una buona scelta di cucina viennese, senza dimenticare le specialità classiche delle Heurigen, come panini e focaccie.
Tutti i giorni inoltre dalle 19:00 dei musicisti suoneranno tra i tavoli (a volte anche in maniera un po’ fastidiosa…) musica tradizionale viennese per rallegrare l’atmofera.
Zwölf-Apostelkeller
Sonnenfelsgasse 3, 1010 Wien
Apertura: tutti i giorni 11:00 – 24:00.
Conoscete altre Heurigen cittadine da consigliare?
Molto spesso ricevo messaggi di lettori italiani che hanno interesse a trasferirsi a Vienna per lavorare e mi chiedono se sia possibile senza sapere il tedesco.
La mia risposta è quasi sempre la stessa, ovvero consiglio di immaginarsi che uno straniero decida di venire in Italia per lavorare senza sapere l’italiano.
Ce la potrebbe fare?
Io voglio essere positivo, e dico che sì, riuscirebbe a trovare un lavoro, a patto però che la persona in questione abbia un’ottima conoscenza dell’inglese, sia flessibile nella ricerca e che il lavoro che cerca non richieda necessariamente l’italiano (o il tedesco nel nostro caso).
Per portare un’esempio reale, nell’azienda dove lavoro io (settore informatico), ci sono molte persone che non parlano tedesco, e la comunicazione avviene semplicemente in inglese. Per nessuno è un problema, anzi viene visto come un modo per acquisire conoscenze internazionali e per migliorare anche il proprio inglese.
Bisogna sicuramente aggiungere che in Austria il livello di conoscenza dell’inglese è veramente molto alto, e sono veramente in pochi quelli che non lo parlano in maniera fluente.
Se anche l’inglese fosse un problema, un’altra possibilitàper lavorare a Vienna è cercare un lavoro in cui si usi l’italiano.
Alcune aziende viennesi sono spesso alla ricerca di country manager o addetti al servizio clienti per l’Italia, per cui ovviamente essere lingua madre italiano è un vantaggio. Comunque anche in queste aziende una minima conoscenza del tedesco o dell’inglese per poter comunicare è necessaria.
Personale di lingua italiana viene anche cercato spesso presso gelaterie o ristoranti italiani a Vienna dove eventualmente iniziare a lavorare mentre magari si frequenta un corso di tedesco.
In conclusione cercare un lavoro a Vienna senza sapere il tedesco è sicuramente difficile ma non impossibile. Tutto dipende dalla persona, dall’esperienza e dal settore in cui vuole lavorare.
Io consiglio di essere positivi e non escludere da subito la possibilità di un’esperienza a Vienna solo per la lingua: il primo passo è iniziare a cercare tra le offerte di lavoro e (con un po’ di fortuna) sarà possibile trovare un’occupazione perfetta per le proprie capacità con cui poter lavorare a Vienna e iniziare una nuova vita.
Avete consigli o esperienze personali su come lavorare a Vienna senza sapere il tedesco?
I negozi di dischi sono oggigiorno per alcuni quasi dei musei, mentre per altri sono come una seconda casa, dove trascorrere intere giornate tra vecchie e nuove raccolte, conversazioni con il propretario e discussioni con altri clienti, come in una grande famiglia.
Per tutti gli amanti dei dischi e della musica analogica che non si vogliono ancora arrendere agli mp3 e alla musica via internet, a Vienna è presente una lunga tradizione di negozi di dischi , ecco una scelta dei più famosi e interessanti:
Il Rave Up è il più leggendario e – senza dubbio – migliore negozio di dischi di Vienna. Collocato nel 6. distretto, è un luogo d’incontro per gli amanti della musica di tutte le generazioni. La scelta di dischi e cd è varia e spazia dalla musica indipendente austriaca e internazionale fino alla House e Techno. Non mancano rarità degli anni ’60 e ’70, dell’HipHop, Reggae e molto altro in cui perdersi per ore.
Indirizzo: Hofmühlgasse 1, 1060 Wien
Apertura: Lun-Ven 10:00 – 18:00 Uhr, Sab 10:00 – bis 17:30
Nella Westbahnstraße si trova il Substance Records, uno dei più famosi negozi di musica di Vienna. La scelta di CD e vinili è anche qui ampia e variegata, inoltre è possibile acquistare anche magliette, borse, e molti altri accessori per i fan della musica.
Indirizzo: Westbahnstraße 16, 1070 Wien
Apertura: Lun-Ven 11:00 – 19:30, Sab 10:00 – 18:00
Nella Kollergerngasse 6, dietro alla Neubaugasse, si trova il Record Bag, un’altro negozio in cui è difficile entrare senza uscirne con almeno qualche disco sotto il braccio. Anche qui oltre alla vasta gamma di musica in cui perdersi è disponibile una vasta scelta di merchandising: magliette, borse e anche film (tutti ovviamente sulla musica), sono presenti in quantità.
Indirizzo: Kollergerngasse 4, 1060 Wien
Apertura: Montag bis Freitag von 10:00 Uhr – 19:00 Uhr, Samstag von 10:00 Uhr bis 18:00 Uhr
Un negozio di dischi un po’ particolare è il Tongues nella Theobaldgasse: oltre ad una buona scelta di dischi è infatti possibile acquistare una vasta scelta di specialità regionali per il palato (e anche un ottimo menu a pranzo).
Indirizzo: Theobaldgasse 16/Gassenlokal, 1060 Wien
Apertura: Lun – Ven 11:00 – 21:00 , Sab 11:00 – 18:00
Conoscete altri negozi a Vienna dove acquistare dischi, cd o cassette da consigliare?