Come meglio iniziare l’anno nuovo se non riguardando quello che è appena finito? Nel 2015 abbiamo pubblicato su QuiVienna 88 articoli, letti da più di 300.000 persone (!) che hanno scritto 430 commenti, un ottimo lavoro possibile grazie a tutti gli autori e soprattutto voi lettori!
Tante sono state anche le iniziative e le collaborazioni, tra cui mi piace ricordare in particolare le escursioni “Alla scoperta di Vienna“, che – visto il grande successo – riproporremo sicuramente con l’arrivo della primavera. Nel frattempo andiamo a rivedere insieme alcuni degli articoli più interessanti pubblcati nel 2015!
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Nell’immaginario collettivo, molto spesso, la corte si configura come quel mondo fatto di feste, sfarzo e favolosi castelli, in cui i sovrani vivevano godendo delle loro immense ricchezze. Pensando ad un tale organismo non bisogna, però, trascurare la sua complessità e l’importanza che esso ricoprì nell’affermazione dell’assolutismo regio nell’Europa dell’età moderna.
I sovrani si servirono delle corti per accentrare il proprio potere. Presso di esse, si concentravano infatti le principali funzioni amministrative e i personaggi più influenti si riunivano intorno alla figura del re. Nelle diverse realtà statali, ognuna caratterizzata dalle proprie vicende storiche, si svilupparono diversi modelli di corte. Questi ultimi entrarono spesso in contatto, grazie, ad esempio, ai legami matrimoniali tra le casate regnanti, oppure grazie alle missioni diplomatiche, ovvero l’invio di rappresentanti presso la corte di un altro sovrano.
Per quanto riguarda specificamente gli Asburgo, la diversa natura dei territori su cui esercitavano la loro sovranità e il potere dei principi imperiali e delle diete locali, che limitavano quello della dinastia, non permisero mai la formazione di uno Stato assoluto a tutti gli effetti. La corte asburgica fu, ad ogni modo, protagonista, nel corso dell’età moderna, di un evoluzione che ebbe come effetti sia una crescita numerica dell’organico, sia una sempre maggiore diversificazione dei ruoli di ogni suo membro.
Un modello di corte che sicuramente influenzò quello asburgico e non solo è quello rappresentato dalla corte borgognona. La Borgogna era un ducato situato tra la Francia e l’Impero e proprio tale posizione rese possibili i contatti con le altre corti europee. Furono Filippo il Buono, al potere dal 1419 al 1467, e Carlo il Temerario (1467-1477) ad organizzare in modo sistematico il
funzionamento dell’apparato cortigiano tramite l’emanazione di regolamenti e ordinanze. La corte dei duchi di Borgogna divenne famosa per la sua attenzione al cerimoniale, ovvero l’insieme di norme che regolavano la vita all’interno della dimora del sovrano, e la sua fastosità.
Gli arciduchi d’Austria si legarono ai duchi borgognoni tramite il matrimonio di Massimiliano I, imperatore dal 1493 al 1519, e Maria di Borgogna. L’unione di questi ultimi rese possibile l’acquisizione del ducato da parte degli Asburgo. La corte di Massimiliano I non aveva una residenza fissa. L’itineranza era una caratteristica degli apparati cortigiani nei secoli medievali. I sovrani avevano l’abitudine di spostarsi frequentemente e ciò richiedeva un’organizzazione che faceva assumere alla corte dei tratti che erano tipici del mondo militare.
Così come un esercito in marcia necessitava di approvvigionamenti, di cavalli e altri mezzi di trasporto, la corte, quando si spostava, aveva bisogno di rifornimenti e di tutto ciò che potesse servire a un consistente numero di persone che si metteva in viaggio.
Nel corso dell’età moderna, i sovrani asburgici preferirono abbandonare il carettere itinerante e diventare più “sedentari”. Vennero emanate ordinanze che fissarono le regole di comportamento presso la corte e il numero di coloro che vi vivevano e vi operavano aumentò. Approssimativamente si può stimare che i membri della corte asburgica durante il regno di Ferdinando I, intorno alla metà del Cinquecento, fossero circa 550 e alla fine del Settecento, quando al potere vi era Leopoldo I, l’organico di corte raggiungesse i 1000 elementi.
L’imperatore Ferdinando I (1503-1564) risiedette stabilmente a Vienna e a partire dal suo regno la città rimase la sede principale della corte asburgica, tranne che per una breve parentesi, durante la quale la corte fu spostata a Praga. La vita di corte ruotava intorno alla figura del sovrano. Presso la sua dimora si svolgevano attività di carattere pubblico come celebrazioni religiose, incoronazioni e matrimoni. Di tali eventi venivano redatti dei resoconti e questi ultimi sono utili perché costituiscono una fonte da cui attingere informazioni circa le attività di corte. Risulta necessario far riferimento alla corrispondenza o ai racconti dei cortigiani se si vogliono, invece, conoscere gli aspetti più privati della vita dei sovrani. È purtroppo difficile reperire informazioni circa la vita quotidiana della corte prima del XVIII secolo. Non si sentiva, infatti, il bisogno di descriverla precisamente, in quanto era onsiderata la norma. Solo a partire dal Settecento furono pubblicati dei veri e propri calendari di corte (Hofkalender).
Nei mesi invernali la corte risiedeva presso la Hofburg. Al giungere della primavera, i sovrani preferivano spostarsi nei palazzi fuori città o nei padiglioni di caccia. Quest’ultima era una delle attività preferite degli imperatori e dei nobili in generale ed era praticata soprattutto nei mesi primaverili ed estivi. La stagione veniva ufficialmente inaugurata con la caccia alla volpe nel Prater di Vienna. Generalmente, ad aprile la corte si spostava nella residenza di Laxenburg, dove si praticava la caccia con il falcone e a giugno si trasferiva presso il castello della Favorita, dove il sovrano si dedicava alla caccia al cervo.
Un’eccezione è rappresentata dalla figura di Maria Teresa (1717-1780), la quale non amava affatto la caccia e prendeva parte alla battute solo per accompagnare il marito Francesco Stefano. Fu proprio Maria Teresa a portare a termine la costruzione della residenza degli Asburgo più famosa: Schönbrunn. La sovrana affidò la direzione dei lavori, che durarono dal 1743 al 1749, all’architetto Nikolaus Pacassi.
Il palazzo fu costruito prevalentemente in stile rococò, il quale è caratterizzato da colori luminosi, forme eleganti e leggerezza compositiva. Maria Teresa vi fece anche costruire un teatro e il primo spettacolo andò in scena nel 1747. Ella desiderava un palazzo dove poter vivere con la sua corte, che non fosse solo un luogo di rappresentanza e che fosse più accogliente della Hofburg. Il risultato fu una residenza maestosa che suscita tutt’oggi, anche grazie al grande parco che la circonda, un grande fascino.
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Al passante curioso, muovendosi dalla Staatsoper verso la Kärntner Straße, può esser capitato di notare, durante una golosa sbirciata attraverso le vetrine, una targa sul muro dell’Hotel Sacher: “Hier wohnte im Jahre 1741 der große Komponist / Antonio Vivaldi, / * 4.3.1678 In Venedig † 28.7.1741 in Wien”.All’epoca, purtroppo per il veneziano, non sorgeva il celebre e lussuoso hotel, bensì una palazzina proprietà della vedova Maria Agate Wahlerin, la quale ne concedeva in affitto un appartamento. Lì, nel 1740, si stabilì Antonio Vivaldi, espatriato in cerca di fortuna.
Compositore geniale e innovativo, noncurante della carriera ecclesiastica cui era stato forzatamente destinato, il Prete rosso conquista in breve la città natale col suo operato presso l’Ospedale della Pietà (un orfanotrofio in cui si cura dell’istruzione musicale delle ragazze) e in seguito come impresario d’opera al Teatro Sant’Angelo.Nel 1711, con la pubblicazione della raccolta di concerti L’Estro armonico, arriva la consacrazione internazionale e, sette anni dopo, la nomina a Maestro di Cappella presso la corte di Mantova. Quando decide in seguito di tornare a Venezia, si trova ormai all’apice della carriera: diverse casate nobiliari di tutta Europa gli domandano dediche e commissionano composizioni. Tra queste non possono mancare gli Asburgo.
Quando Carlo VI, recatosi a Trieste per supervisionare la costruzione di un nuovo porto, ha modo di incontrare Vivaldi, lo loda entusiasticamente, nominandolo cavaliere e attribuendogli una medaglia d’oro. Ma, soprattutto, lo invita a corte. Svariati anni dopo il compositore inizia a rendersi conto come il gusto musicale stia lentamente mutando: il suo stile sarebbe stato ben presto bollato come ‘fuori moda’ e dimenticato. Senza contare che, pare, inizino a girare troppe voci a proposito di una relazione (ancora non provata) con la cantante Anna Girò, fatto quanto mai disdicevole per un uomo di chiesa. L’ambizione di ottenere un qualche a posto ufficiale presso la corte asburgica lo fa definitivamente decidere di partire per Vienna – senza sapere che mai più avrebbe rivisto la natia Venezia.
Brutalmente svenduti molti manoscritti per finanziare il viaggio, entra nella capitale austriaca nel 1740, stabilendosi tatticamente nei pressi del Kärntnertortheater, dove spera di poter far rappresentare qualche opera. Sfortunatamente, in ottobre, Carlo VI muore, generando la Guerra di successione austriaca con conseguente chiusura di tutti i teatri sino all’anno successivo. Vivaldi si trova così solo, malato, senza possibilità di guadagno e, soprattutto, senza l’appoggio dell’Imperatore. Impossibilitato a tornare in Italia per ristrettezze economiche, continua a svendere propri manoscritti nella speranza di un miglioramento, il quale, purtroppo non arriva.
Nella notte tra il 27 e il 28 luglio 1741, Vivaldi muore solo nel proprio appartamento causa “infezione interna”. Dopo una sobria cerimonia funebre presso il Duomo di Santo Stefano (cui, secondo una leggenda ormai smascherata, avrebbe cantato il giovane Joseph Haydn), viene seppellito presso il cimitero del Bürgerspital, in una zona adiacente la Karlskirche.
Questi luoghi non sono più visitabili: l’ultima residenza del compositore è stata abbattuta nella seconda metà dell’Ottocento per la costruzione dell’Hotel Sacher, mentre sopra il vecchio cimitero – chiuso nel 1783 da Giuseppe II – è stata costruita la Technische Universität. Rimangono oggi, unica memoria di questa triste sorte, delle targhe situate in questi luoghi, che qualche passante curioso potrebbe forse notare…
Quando Maria Teresa viene al mondo, gli Asburgo sono a capo del Sacro Romano Impero dal 1438. Oltre alla dignità imperiale, essi governano direttamente i domini ereditari della dinastia, che si possono semplicisticamente identificare con l’Austria, la Boemia e l’Ungheria. Un insieme di territori così vasto e diversificato richiede un apparato statale ben organizzato e proprio durante il regno di Maria Teresa inizia un processo di apertura verso la modernità.
Ma procediamo per gradi. Maria Teresa d’Asburgo nasce il 13 maggio 1717. È figlia dell’imperatore Carlo VI e di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel, dalla quale eredita i capelli biondi ed il carettere determinato e forte. La coppia ha già avuto un figlio, Leopoldo Giovanni, che però è vissuto solo pochi mesi. La piccola arciduchessa trascorre la sua infanzia nella residenza viennese della Hofburg, presso la quale il padre esige il rigoroso rispetto delle regole del cerimoniale di corte spagnolo, e nel castello della Favorita, situato fuori città, dove la rigida etichetta è sostituita da un’atmosfera più rilassata.
La formazione di Maria Teresa è principalmente affidata a due gesuiti: Franz Xaver Lover e Gottfried Spannangel. I religiosi della Compagnia di Gesù ricoprono all’epoca un ruolo preminente nel campo dell’istruzione e affiancano da tempo gli Asburgo nella lotta al protestantesimo. Non viene trascurato lo studio delle lingue straniere.
La futura sovrana impara il francese, lingua che gode di grande prestigio nel Settecento, lo spagnolo, che serve per seguire il cerimoniale di corte, e l’italiano, lingua importante dal punto di vista culturale. Ciò che manca nel percorso di studi di Maria Teresa sono l’economia e il diritto. Ancora non si pone, infatti, il problema della successione, essendo i genitori dell’arciduchessa ancora giovani e speranzosi di mettere al mondo un erede.
Anni prima di avere figli, Carlo VI emana la Prammatica Sanzione, documento nel quale riconosce la discendenza femminile in caso di mancanza di eredi maschi. Tale ipotesi si fa sempre più realistica man mano che il tempo passa. La questione del matrimonio di Maria Teresa diventa, quindi, di peculiare importanza per le potenze europee, che cercano di arginare il problema di un’alleanza tra Asburgo e un’altra famiglia regnante europea.
La scelta dello sposo ricade alla fine su Francesco Stefano di Lorena, figlio del duca Leopoldo. Il giovane non eccelle nello studio e ha problemi anche con il francese, sua lingua madre. È però particolarmente bravo nella danza e ama la caccia, cosa, quest’ultima, che gli assicura le simpatie del futuro suocero. Pur non dimostrando particolari doti nel settore militare, alla sua morte si scoprirà come avesse gestito in modo eccellente il patrimonio personale. Il matrimonio tra la giovane arciduchessa e Francesco Stefano viene celebrato il 12 febbraio 1736. La coppia ha sedici figli, dieci dei quali raggiungono l’età adulta. Nella volontà di avere molti eredi si può riconoscere l’impegno ad evitare il ripresentarsi di problemi legati alla successione.
Nel 1741, nasce il loro primo figlio maschio, Giuseppe, che succederà al padre alla guida del Sacro Romano Impero. Qualche anno dopo, precisamente nel 1755, nasce invece Maria Antonietta, futura regina di Francia, il cui destino è tristemente noto. La scomparsa di Carlo VI, nel 1740, scatena un conflitto tra le potenze europee per la conquista del trono imperiale rimasto vacante. In particolare, Maria Teresa si scontra con la Prussia di Federico II, che le strapperà la regione della Slesia, molto ricca dal punto di vista economico.
Nonostante le difficoltà, il 25 giugno 1741 l’arciduchessa riesce ad essere incoronata regina d’Ungheria con la tradizionale cerimonia, che si può vedere riprodotta in uno dei celebri film dedicati a Elisabetta d’Austria interpretati da Romy Schneider. È nell’aprile del 1743 che riceve, invece, la corona boema. Due anni più tardi, Francesco Stefano viene finalmente incoronato imperatore. La sovrana si rende conto, già in questi primi anni di regno, della necessità di riforme nel settore amministrativo, in quello militare e in quello economico. Coadiuvata da fidati collaboratori, si impegna in un rinnovamento dell’apparato statale per fronteggiare le potenze nemiche.
18 agosto 1765. Maria Teresa e la sua monarchia sono da poco uscite da una lunga guerra che le hanno di nuovo viste sconfitte dalla Prussia e un nuovo dolore giunge a sconvolgere la vita dell’arciduchessa. Suo marito Francesco Stefano viene stroncato da un infarto. La sovrana non abbandona però il trono e permette a suo figlio Giuseppe, che diventa il nuovo imperatore di quell’insieme di realtà politiche che è il Sacro Romano Impero, di affiancarla solamente come coreggente. Madre e figlio avranno sempre un rapporto difficile, considerato il carattere rigido e orgoglioso di Giuseppe che mal si coniuga con l’intenzione dell’arciduchessa di tenerlo sotto controllo.
29 novembre 1780. Un nuovo lutto per la famiglia imperiale: all’età di sessantatré anni Maria Teresa muore a causa di una malattia polmonare. L’amore per il cibo e le numerose gravidanze avevano segnato il fisico della donna e già durante l’estate dello stesso anno le sue condizioni di salute stavano peggiorando.
Maria Teresa è una figura molto particolare nella storia della monarchia asburgica. Rappresenta, da una parte, il superamento di quella cultura barocca che aveva caratterizzato il regno di suo padre e un avvicinamento a quella illuminista, che proprio nel Settecento si sviluppa. Dall’altra parte, rimane sempre una fervente cattolica e considera la religione un elemento peculiare dell’apparato statale.
Moglie fedele, aggettivo, quest’ultimo, che non si può attribuire a suo marito, l’arciduchessa esige dai suoi sudditi un atteggiamento rispettoso nei confronti dell’istituzione della famiglia e si preoccupa di punire chiunque commetta adulterio. È amante delle feste e degli spettacoli teatrali e quando non deve presenziare a cerimonie ufficiali, trascorre volentieri del tempo con il marito e i figli. In questi momenti più “intimi”, la famiglia imperiale abbandona gli sfarzosi abiti e la rigida etichetta e assume i tratti di una famiglia più borghese che aristocratica. È indubbiamente una figura importante per il Settecento e per le epoche successive. Le riforme attuate durante il suo regno trasformano, infatti, la monarchia asburgica in uno Stato moderno.
Quasi ogni giorno ricevo messaggi di persone che verranno a Vienna – per trasferirsi o solo per una vacanza – e mi chiedono consigli su come muoversi, cosa vedere, dove mangiare!
A volte – vi dico la verità – leggendo tutte queste domande mi chiedo se la gente pensi di partire per un una sperduta regione in capo al mondo e non verso la “vicina” Austria.
Alcune cose però sono effettivamente differenti rispetto all’Italia e bisogna rendersene conto per non incappare in piccoli inconvenienti. Vi scrivo quindi 10 consigli di cose da NON fare se venite a Vienna, grazie a cui potrete vivere la città al meglio (e anche risparmiare qualche soldo):
A Vienna ci sono quasi ovunque corsie “riservate” per i ciclisti, spesso divise solo con una linea a terra da quelle pedonali. Evitate di camminarci a piedi, o rischiate di fare un corso accelerato di parolacce tedesche!
Siete venuti per scoprire l’Austria, non l’Italia. Capisco che per molti la “cucina italiana” sia la migliore al mondo, ma viaggiare significa anche scoprire altri gusti e sapori. Lanciatevi nel mondo della Wiener Schnitzel, del Tafelspitz e dei Marillenknödel!
In Italia non si fa (forse perché si paga già il coperto?), ma nel resto del mondo sì! Se il servizio è soddisfacente, sia al bar che al ristorante si lascia una mancia al cameriere, all’incirca il 10% del conto totale.
Vienna è una città relativamete piccola, che può essere visitata quasi interamente a piedi o se proprio utilizzando gli efficienti mezzi di trasporto pubblico della città. Se arrivate in macchina lasciatela quindi in uno degli economici parcheggi Park&Ride.
Sia nella metropolitana che negli autobus i controlli sono abbasanza rari. Questo non vuol dire che si possa viaggiare senza pagare il biglietto! Sebbene le corse singole siano abbastanza care, con un abbonamento di 1 o 3 giorni il “prezzo per corsa” diventa veramente basso, e sicuramente molto più basso della multa!
Vienna non è solo Santo Stefano e Schönbrunn! Ci sono quartieri bellissimi da scoprire anche solo con una passeggiata raggiungibili in un attimo con la metropolitana. Se avete la possiblità prendetevi un pomeriggio per andare a scoprire il Brunnenmarkt, la Donauinsel o il Karmelitenmarkt.
Gli austriaci amano mangiare presto: alle 18 molti ristoranti sono già pieni, e la cucina quasi ovunque chiude massimo alle 23. Se siete di quelli che amano mangiare tardi state quindi attenti o rimarrete a pancia vuota!
Nonostante al supermercato l’acqua in bottiglia costi come in Italia, nei ristoranti – non ho mai capito perché – ordinare una bottiglia di acqua è ogni volta un salasso (la birra costa spesso di meno). Allo stesso tempo però l’acqua del rubinetto (“Leitungswasser”) è gratuita, quindi ricordate di ordinare quella giusta!
Vienna è considerata da molti la “capitale del caffè”, ma sicuramene non di quello italiano! Ordinando un “espresso” a parte qualche locale italiano “di fiducia” non si sa mai cosa può arrivare. Il mio consiglio: se proprio volete del caffè prendete nel pomeriggio un cappuccino o melange con una fetta di torta Sacher, non ve ne pentirete!
Non sto parlando di saltare i semafori in macchina (spero che non lo faccia nessuno), ma di attraversare la strada a piedi. Qui è severamente vietato e oltre a venire guardati male da tutti i presenti rischiate anche una multa (conosco varie persone che se la sono “guadagnata”).
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“Vienna, Città della Musica” è un’espressione quanto mai frequente e, dopotutto, ben fondata. Perfino Wikipedia, nelle righe di presentazione della capitale austriaca, dedica un paragrafo a un lungo elenco di compositori che qui sono nati o hanno proficuamente soggiornato. E i viennesi, con la consueta intelligenza economica, hanno saputo valorizzare questo glorioso passato dirigendo una buona fetta del turismo verso il mercato musicale.
E’ un fatto piuttosto evidente: balzano all’occhio, durante una passeggiata per il centro, i gruppi di venditori di biglietti in costume d’epoca, sette- od ottocentesco. Quello che offrono sono concerti composti da pezzi vari e suonati da orchestre anch’esse in costume, talvolta perfino in alcuni ‘templi sacri’ della musica classica quali il Musikverein o la Staatsoper, con un costo minimo sulla quarantina di euro. Per quanto possa sembrare allettante e pittoresco, manca forse di autenticità, come già messo in guarda in questo blog.
Ma se quindi uno volesse godere di un vero concerto, con quell’originale qualità che contraddistingue Vienna da quasi tre secoli, e magari pure senza spendere cifre esagerate, come potrebbe fare? Le soluzioni esistono e soddisfano qualunque preferenza, pur con qualche compromesso.
Se l’interesse è per la musica sinfonica, il Musikverein è il luogo adatto. Nella Großer Saal si esibiscono quasi quotidianamente le migliori orchestre mondiali, tra cui, ovviamente, le autoctone Wiener Philharmoniker e Wiener Symphoniker. Si tratta di una sala dalla qualità acustica incredibile e di una bellezza straordinaria, tanto da essere considerata tra le più eleganti al mondo.
Contrariamente a quel che si può pensare, accedervi è decisamente economico: gli Stehplätze (posti in piedi) sono disponibili a 5 o 6 euro, a seconda del programma previsto. Dato il basso costo, è consigliabile prenotarli per tempo sul sito ufficiale del Musikverein. Essendo lo spazio piuttosto ristretto, si suggerisce inoltre di presentarsi circa un’ora prima dell’inizio per mettersi in coda e ottenere posti con una buona visibilità.
Ancora più economica è la Staatsoper, uno dei più importanti teatri d’opera del mondo, la cui orchestra funge da ‘leva’ per coloro che saranno designati membri dei Wiener Philharmoniker. Accontentandosi anche qui di un posto in piedi (pur col lusso del videolibretto in tedesco e inglese), il costo è di 4€ per la platea e di 3€ per le gallerie.
Questi biglietti non sono prenotabili e vengono venduti a partire da 80 minuti prima dell’inizio della rappresentazione presso lo specifico botteghino, cui si accede dalla Operngasse. Gli Stehplätze dell’Opera sono oltre cinquecento e non è perciò necessario presentarsi ore prima, salvo eventi eccezionali. Il programma è consultabile sul sito ufficiale .
Se nasce infine la curiosità per la musica sacra, non c’è semplicemente biglietto di ingresso: molte chiese di Vienna mantengono la tradizione di eseguire con coro e orchestra le parti cantate della messa domenicale, così come pensate dagli autori. Tra le migliori compagini spiccano quella del Duomo di S. Stefano e quella della Jesuitenkirche (in cui si alternano ben due associazioni), ma moltissime altre, sparse per Vienna, offrono ancora questo affascinante evento, confermandole così, ancora una volta, la ben meritata nomea di ‘Città della Musica’.
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Un fine settimana a Vienna è il regalo più bello che si possa fare a Natale!
Per aiutare i lettori di QuiVienna sono andato alla ricerca di alcune offerte speciali per trascorrere 3 giorni nella nostra magnifica città ad un prezzo incredibile, solo 126 € a persona con albergo e volo incluso!
Le offerte si riferiscono ai fine settimana tra fine Gennaio e inizio Febbraio, un periodo sicuramente freddo, ma in cui vale la pena visitare Vienna in ogni caso: con un po’ di fortuna avrete infatti la possibilità di visitare la città innevata, in una atmosfera speciale. Inoltre davanti al municipio di Vienna ci sarà il “Wiener Eistraum”, la pista da pattinaggio più bella del mondo!
L’albergo dove potrete soggiornare è l’Austria Trend Hotel Ananas, un hotel a 4 stelle vicinissimo al centro e con la stazione della metropolitana Pilgramgasse (linea 4) proprio di fronte all’ingresso. Ogni camera include wi-fi gratuito e minibar. La colazione purtroppo non è inclusa, ma può essere acquistata con un piccolo supplemento o in alternativa vi consiglio di farla in uno dei tanti bar o panifici nelle vicinanze.
L’offerta da Roma prevede un volo diretto il Venerdì con Vueling da Roma Fiumicino alle ore 13:50 e arrivo a Vienna alle 15:35. Il ritorno sarà Domenica con partenza alle ore 16:15 da Vienna e arrivo a Roma Fiumicino alle ore 17:50.
Ecco le date e i link alle offerte:
- 22 – 24 Gennaio 2016 – € 126 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 29 – 31 Gennaio 2016 – € 136 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 5 – 7 Febbraio 2016 – € 126 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 12 – 14 Febbraio 2016 – € 126 / persona Maggiori dettagli / Prenota
L’offerta da Milano prevede un volo diretto il Venerdì da Milano Malpensa alle ore 10:00 e arrivo a Vienna alle 11:25. Ritorno domenica con partenza da Vienna alle 20:10 e arrivo a Milano Malpensa alle ore 21:35.
Ecco le date e i link alle offerte:
- 22 – 24 Gennaio 2016 – € 156 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 29 – 31 Gennaio 2016 – € 156 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 5 – 7 Febbraio 2016 – € 156 / persona Maggiori dettagli / Prenota
- 12 – 14 Febbraio 2016 – € 156 / persona Maggiori dettagli / Prenota
Anche per chi arriva da altre destinazioni o preferisce viaggiare in macchina ci sono ottime offerte da non perdere. Se cercate solo un albergo vi consiglio di utilizzare le offerte di booking.com , qui trovate quelle relative all’albergo Austria Trend Hotel Ananas. Buona viaggio!
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Se conoscete già QuiVienna siete a buon punto. È sicuramente il sito per italiani che vivono a Vienna, o che vogliono venire a Vienna, più completo e ben fatto del web, con informazioni su come trovare casa e lavoro, dove come quando studiare il tedesco e molto altro. Dopo questa parentesi autoreferenziale e autocelebrativa, facciamo i seri.
Wunderground.com
Il tempo atmosferico a Vienna è spesso imprevedibile. Dite la verità, quante volte d’estate siete usciti di casa in T-shirt e infradito e vi siete trovati a metà pomeriggio a tremare di freddo guadando le pozzanghere? Appunto. Wunderground.com è il sito che fa per voi. Offre previsioni meteo piuttosto affidabili e i repentini cambi atmosferici non vi coglieranno più impreparati.
Curarsiavienna.com
Il tedesco è una lingua complicata e la salute è una delle sfere private più importanti e delicate. Trovare uno specialista che parla almeno un po’ di italiano è sicuramente rassicurante e importante, per capire cosa sta succedendo e come procedere. Curarsiavienna è quindi il sito che fa per voi. Anche Praxisplan.at è utile in tal senso, permette di fare ricerche tra medici, non solo in base alla specializzazione e alle lingue conosciute, ma anche al sesso, alla collocazione e al tipo di assicurazione sanitaria accettata. Andare dal dentista o dal dermatologo non sarà più un’impresa così ardua.
Vor.at
Spostarsi all’interno della città è un’incognita se non la si conosce bene. Quanto tempo ci vorrà per andare da casa al luogo di quell’appuntamento? Che mezzi dovrò prendere? Passerà la metro a quell’ora? Con vor.at avrete in pochi secondi la risposta a tutte queste domande. Inserendo l’indirizzo di partenza, quello di destinazione, la data e l’orario otterrete i percorsi possibili e i relativi tempi di percorrenza. Ovviamente potete fare riferimento anche al sito Wienerlinien.at, che oltre alle informazioni su biglietti e abbonamenti ha una sezione di informazioni in cui aggiorna in tempo reale sui disservizi (rallentamenti o interruzioni di tram e metro) e persino sulle linee in cui verranno fatti i controlli dei biglietti.
Vienna.info
Quante volte amici e parenti vi hanno chiesto in che albergo alloggiare, dove andare a mangiare la Schnitzel e se conviene fare la Vienna Card? Un sacco, lo so. E ogni volta vi siete sentiti trattati come un ufficio informazioni, che però le informazioni non le aveva. Su vienna.info c’è tutto, in particolare in questa pagina di faq. Ma sono sicura che il sito potrebbe essere utile anche a voi per decidere che cosa fare nel weekend.
nachtapotheke.wien
Spero che non vi capiti mai, ma a me è successo: sono tornata a casa da lavoro e ho trovato il mio compagno abbracciato alla porcellana del bagno a vomitare. Erano le undici di sera e avevamo bisogno di un antiemetico. Grazie a nachtapotheke.wien ho trovato la farmacia più vicina a casa che effettuasse servizio notturno e mi sono procurata ciò di cui avevamo bisogno. Purtroppo il malato ha vomitato anche quello e abbiamo dovuto chiamare la guardia medica all’141, tuttavia avere sotto mano l’elenco delle farmacie aperte di notte e nei giorni festivi è cosa buona.
Giardiniblog.com
Lo so, è un desiderio insano, però a volte prende anche voi una voglia matta di vedere la TV spazzatura italiana, ammettetelo. Il sito internet che fa per voi in questi casi è giardiniblog che vi permette di vedere in streaming i principali canali Rai e Mediaset. C’è da fare un po’ di slalom tra gli annunci pubblicitari ma è una manna dal cielo se proprio non potete perdervi i programmi della De Filippi. Se potete aspettare le repliche, invece, fate riferimento ai siti: rai.tv o la7.tv.
Orf.at
Se volete fare i secchioni come Paolo, l’amministratore del blog, non potete perdervi orf.at, un sito in cui leggere le notizie, in tedesco. Ho appena scoperto che è morto il pittore Ernst Fuchs, per fortuna non è tra i protagonisti dell’articolo sui personaggi famosi e vivi di Vienna che ho appena scritto.
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Abbiamo tutti in mente un sacco di personaggi famosi che hanno reso illustre Vienna, da Mozart alla Principessa Sissi, da Freud a Klimt, da Schiele a Strauss. Ma chi è che tiene ancora salda la popolarità di questa città? Ecco otto austriaci illustri, e ancora vivi, che confermano il prestigio della terra asburgica.
Niki Lauda: tre volte campione del mondo di Formula 1 è ora imprenditore: per intenderci, la compagnia aerea FlyNiki è di sua proprietà. Niki Lauda è così popolare che ha ispirato persino un film; Rush, pellicola del 2013 ripercorre il campionato di Formula 1 del 1976 per raccontare la rivalità tra il pilota l’austriaco e l’inglese James Hunt, che poi vinse.
Christoph Waltz: per due volte Premio Oscar come miglior attore non protagonista, classe ’56, ha recitato in un sacco di film, ma quelli che gli hanno dato le maggiori soddisfazioni, cioè quelli con cui ha vinto gli Oscar e pure i Golden Globe, sono Bastardi senza gloria e Django unchained, entrambi del regista Quentin Tarantino.
Crystal Klein: pornostar classe ’81. Ha iniziato studiando psicologia a Vienna, poi ha intrapreso la carriera di modella e infine quella di attrice in diversi film per adulti. Le sue biografie sparse per la rete ricordano che è stata Playmate nell’edizione croata di Playboy di ottobre 2004 e Pet of the Month nel marzo 2005 di Penthouse.
Hermann Nitsch: classe 1938, dalla foto sembra Babbo Natale, in realtà è un artista, nonché massimo esponente dell’Azionismo Viennese, che non è un tipo di investimento finanziario estremo ma una corrente artistica dissacratoria e profanatoria. L’arte di Nitsch attinge a de Sade, Freud e Nietsche e ha come fine quello di suscitare in chi guarda disgusto e ribrezzo.
Felix Baumgarten: è quel pazzo che nell’ottobre del 2012 si è buttato da 39 chilometri di altezza superando record come quello della maggior velocità massima mai raggiunta da un uomo in caduta libera e ottenendo il 59% di share televisivo, il più alto mai raggiunto in Austria. Dopo quell’impresa ha annunciato il suo ritiro dal mondo delle sfide estreme. A onor del vero l’intrepido Felix è nato a Salisburgo nel 1969.
Gottfried Helnwein: forse il nome non vi dirà nulla ma questo artista nato a Vienna nel ’48 ha realizzato tra l’altro la cover di un album degli Scorpions, di uno dei Ramstein e lavorato con Marilyn Manson. La canzone dei Green Day Boulevard of Broken Dreams è stata ispirata dall’omonima opera di questo artista concettuale. I suoi quadri più conosciuti sono acquarelli iperrealistici che raffigurano bambini feriti.
Richard Lugner: è considerato il Berlusconi austriaco. Imprenditore nel settore edile e personaggio di spicco, è proprietario del centro commerciale Lugner City costruito nel 1990. Ogni anno, dal 1991, si fa accompagnare all’Opernball da una avvenente celebrità dimostrando di non essere immune al fascino delle donne italiane. Tra le sue accompagnatrici Gina Lollobrigida (1991), Sophia Loren (1995), Claudia Cardinale (2002) e Ruby Rubacuori, proprio nel 2011, anno che la vedeva nell’occhio del ciclone per il processo Ruby.
Nel 2014, all’età di 81 anni, Lugner ha sposato la 24enne Cathy Schmizt, modella di Playboy, rafforzando i parallelismi con il politico nostrano che, nel 2012, si è fidanzato con la trentenne Francesca Pascale.
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