Austria Lascia un commento

Carinzia: paesaggi mozzafiato e matrimoni indimenticabili

matrimonio-carinzia-austria-sposarsi-idee-luoghi-tradizioniQuando si pensa all’Austria una delle prime cose che viene in mente è la storia d’amore tra Sissi e Franz. Tutte le ragazze, almeno una volta nella vita, hanno sognato di vivere una storia come quella degli imperatori d’Austria che seppur triste e travagliata rimane sempre una delle piu’ belle in assoluto.

La Carinzia, grazie ai suoi castelli e ai paesaggi, offre molti spunti per realizzare dei matrimoni romantici e principeschi. Molti amano ad esempio sposarsi lungo le rive del lago Wörthersee sui pontili degli hotel e dei beachclub dove si puo’ godere di una spettacolare vista del paesaggio collinare che domina la zona dei tre confini tra Austria, Italia e Slovenia.

Un posto romantico situato a due passi dal celebre e mondano Casino Velden, dove invece gli austriaci amano festeggiare il proprio addio al celibato grazie ai numerosi pacchetti offerti per l’occasione che prevedono di poter riservare l’intera sala da gioco per i propri ospiti.

L’Austria offre moltissime possibilita’ per festeggiare questo giorno speciale ma non tutti sono alla ricerca del matrimonio perfetto e tradizionale e in Carinzia le idee originali non mancano.

Una delle idee stravaganti piu’ gettonate è il matrimonio in stile Heidi organizzato in una baita nel cuore dei Nockberge della Carinzia. Si possono festeggiare sia matrimoni con rito civile che con rito religioso, grazie alle tante chiesette sparse nella zona come la chiesa evangelica ”Wiedweg“  o la cappella di St. Anna ob St. Lorenzen sul Nachbarberg, incorniciata da uno straordinario sfondo montano. I matrimoni civili si svolgono perlopiù nelle baite o sulla riva di un laghetto di montagna circondato da paesaggi tipici che ricordano proprio le avventure della piccola Heidi. I menu offerti sono a base di selvaggina e non mancano mai piatti tipici della cucina dell’Alpe Adria come i Kärntner Nudel, i tortelloni della Carinzia ripieni di ogni prelibatezza: ricotta, carni e menta.

castello-griffen-matrimonio-carinzia-austriaUn tipo di matrimonio che ultimamente sta andando molto di moda è il matrimonio a tema. In particolare quello medievale organizzato dal castello di Griffen è molto originale. Si tratta di uno dei castelli meno conosciuti di tutta la Carinzia. Solo in pochi conoscono la bellezza di questo luogo molto speciale che un tempo, quando era integro, era una fortificazione medievale a tutti gli effetti. Ultimamente esso ha ritrovato una nuova vita proprio grazie ai matrimoni e alle feste a tema medievale che si svolgono al suo interno. Purtroppo del castello è rimasto ben poco, le cinta murarie sono quasi del tutto integre invece gran parte degli interni sono stati rovinati dal tempo e da un fulmine che nel 1659 ne ha distrutto quasi la metà. Dal 2000 è stato ricostruito in parte ma purtroppo della versione originale resta molto poco.

La fortuna di questo castello è dettata dal fatto che al suo interno ci sono degli splendidi spazi verdi ed una terrazza panoramica. Gran parte dei matrimoni, svolti con rito civile, si tengono proprio sulla terrazza del castello che viene allestita in tipico stile medievale. Armature, quadri ed ovviamente cantori e giocolieri che intrattengono il pubblico. Una caratteristica molto particolare di questo tipo di party, oltre ad un dress code specifico deciso dagli sposi, è il momento del banchetto. Esso si tiene nel ristorante medievale che si trova all’interno del castello dove viene apparecchiato un tavolo a forma di ferro di cavallo.

Ma per un matrimonio austriaco che si rispetti non deve mai mancare il Kutscherspiel (gioco del cocchiere) un gioco di gruppo molto divertente che si svolge in una sala dove sono disposte delle sedie in modo da comporre una sorta di carrozza. Gli sposini interpretano Franz e Sissi ( Re e Regina) mentre tutti gli invitati hanno ruoli differenti, ci sono, infatti, i cocchieri della carrozza, le ruote, i cavalli, la foresta e le rocce.

Un animatore dirige il gioco raccontando una storia creata intorno al viaggio in carrozza dei due coniugi reali e coinvolgendo a turno, ma in modo del tutto casuale, tutti i protagonisti in modo che ognuno abbia una parte. La prerogativa principale del gioco e’ che tutti devono essere un po’ brilli anche perche’ ogni qual volta un personaggio non esegue in modo corretto le direttive dell’animatore deve pagare pegno bevendo un bicchierino di vodka. Il risultato sono tante risate e qualche giramento di testa dovuto ai bicchieri di troppo.

Salute 5 commenti

La mia e-card ha gli asterischi! E’ valida fuori dell’Austria?

ecard-assicurazione-sanitaria-austria-esteroUna volta assicurati presso una Krankenkasse, che l’abbiate fatto voi volontariamente o che sia stato fatto dal vostro datore di lavoro (a tal proposito, si ricorda che la registrazione presso una cassa malattia è obbligatoria in Austria), riceverete la famosa e-card. Tutte le informazioni importanti sono disponibili al sito: www.chipkarte.at.

Questa tessera non permette solo di accedere alle prestazioni sanitarie, ma anche di usufruire di molti altri servizi. Qui di seguito mi soffermo solamente su un aspetto che potrebbe interessare noi espatriati, specialmente all’inizio della nostra esperienza austriaca.

Se ricevete la e-card per la prima volta, molto probabilmente sarà come la mia, ossia sul retro ci saranno file di asterischi al posto di dati vari. Attenzione, questo significa che la vostra e-card NON é valida al di fuori dell’Austria, non è quindi una tessera sanitaria europea (EKVK).

Un momento! Com’è possibile? Siamo in Europa e la tessera sanitaria italiana, gratuita, copre in tutte le nazioni dell’UE. In Austria la faccenda è un po’ diversa. Bisogna essere affiliati ad una cassa malattia per un certo periodo prima di poter ricevere la tessera valida anche per il resto d’Europa.

Niente panico! Nel frattempo si è egualmente assicurati, ma bisogna fare richiesta di un documento sostitutivo (Ersatzbescheinigung), ossia il mitico modello E111 ad ogni viaggio al di fuori dell’Austria. In teoria anche per un breve rientro in Italia, qualora siate registrati all’AIRE. Non sia mai che abbiate bisogno del medico!

Con il mio contratto di ricerca all’università sono considerata una dipendente pubblica e quindi assicurata con la BVA. Alla mia assicurazione la richiesta del modello E111 può essere fatta via email o telefono ed in pochi giorni viene spedito al proprio indirizzo. Bisogna solo ricordarsi di farlo con un certo anticipo rispetto al viaggio.

Avendo già vissuto e lavorato a Vienna in passato, pensavo di poter saltare la fase iniziale di attesa. Purtroppo no, con la BVA servono almeno 6 mesi ininterrotti di lavoro (e quindi di pagamenti) oltre ad almeno un anno intero di lavoro in precedenza prima di poter aver diritto nuovamente alla tessera sanitaria europea. Non mi resta dunque che aspettare e ricordarmi di chiedere il modello E111 per ogni viaggio (di lavoro o di piacere) all’interno dell’Europa.

Università 9 commenti

Studiare medicina in Austria: facoltà, test d’ingresso e scadenze

studiare-medicina-universita-austria-facolta-test-ingresso-scadenze-viennaOgni anno verso settembre ricevo varie richiesti di studenti italiani che vorrebbero studiare medicina in Austria. Le domande sono tante: dalle università ai percorsi di studio, dal test d’ingresso ai posti a disposizione, fino ai costi da sostenere ogni semestre.

Per aiutare i futuri aspiranti medici e dottori, in questo articolo vi spiegherò quindi passo passo come poter studiare medicina in Austria (ma ricodate sempre che non sono un medico, quindi seguite i commenti per possibili aggiunte!)

Il tedesco

Lo scrivo come primo punto essendo anche la domanda che mi viene rivolta più spesso: è necessario sapere il tedesco per studiare medicina in Austria?

La risposta è sì, tutti i corsi di medicina in Austria si svolgono solo in tedesco, e per accedere viene richiesto un certificato di livello B2 o C1 in base alle facoltà. Non mi risulta che ci siano università – nemmeno private – che tengano corsi in inglese o altre lingue.

Le facoltà e i percorsi di studio

Le facoltà di medicina in Austria si trovano a Vienna, Linz, Graz e Innsbruck. Quella di Vienna è la più grande in tutto il territorio di lingua tedesca, con oltre 7.000 studenti.

Il percorso di studi di medicina in Austria non è molto diverso da quello in Italia: la prima parte “di base” dura 6 anni e comprende uno studio generico della medicina. In seguito è possibile diventare medico di base assolvendo il cosiddetto Turnusausbildung oppure proseguire con una specializzazione medica, entrambi della durata di circa 4 anni.

Per le informazioni dettagliate sui singoli corsi di laurea vi rimando in ogni caso ai siti web delle facoltà:

Test d’ingresso e posti disponibili

Da alcuni anni per accedere al corso di studi di medicina in Austria è previsto un test di ingresso, che viene svolto nello stesso giorno per tutte le facoltà (quest’anno è stato l’8 luglio 2016).

Un particolarità del test d’ingresso in Austria è che , sebbene contenga anche domande su biologia, matematica, fisica e chimica, per la maggior parte si concentra sulla valutazione delle capacità cognitive di analisi e comprensione dei candidati. L’idea di fondo è il non voler escludere chi non abbia già avuto a scuola una preparazione propedeutica alla medicina, ma permettere alle menti “più brillanti” di poter comunque accedere. 

Ogni anno sono circa 12-13.000 i candidati che si iscrivono al test d’ingresso. Nel 2016 i posti disponibili sono stati 1476 (sono più o meno gli stessi ogni anno), così suddivisi in base alle facoltà:

  • Vienna: 660 posti disponibili
  • Graz: 336 posti disponibili
  • Innsbruck: 360 posti disponibili
  • Linz: 120 posti disponibili

Questi numeri sono però molto relativi per noi stranieri a causa del cosiddetto “contingente”. In particolare a causa dei tanti studenti della Germania che vorrebbero studiare in Austria (avendo la stessa lingua) è stato infatti stabilito che il 75% dei posti disponibili venga riservato agli austriaci. Per i candidati di altre nazioni dell’Unione Europea è stato riservato un contingente del 20% e per gli extracomunitari il restante 5%.

Questo significa che per esempio presso la facoltà di Vienna i posti disponibili per gli italiani (ma anche tedeschi, svizzeri, francesci, ecc) sono in realtà solo 132. Allo stesso tempo però la “concorrenzza” sarà più limitata, visto che gli austriaci saranno esclusi dalla vostra quota.

Unica eccezione sono gli studenti dell‘Alto Adige che hanno frequentato una scuola di lingua tedesca. Questi infatti rientrano grazie ad accordi bilaterali tra Italia e Austria nel contingente di studenti austriaci, e hanno quindi una maggiore probabilità di accedere.

Scadenze e costi

Il calendario per il test d’ingresso è più o meno simile ogni anno, queste le scadenze:

  • marzo – iscrizione online
  • inizio luglio – test d’ingresso
  • inizio agosto – proclamazione dei risultati
  • ottobre – inizio dell’anno accademico

Per le scadenze esatte potete consultare il sito web medizinstudieren.at

Il costo per accedere al test d’ingresso è di € 110,- , da versare al momento dell’iscrizione online. Una volta accettati le tasse universitarie per semestre sono le stesse di tutte le altre facoltà, ovvero € 382,56.

Se avete provato il test di medicina in Austria o siete già studenti (magari dottori!) mi piacerebbe conoscere la vostra opinione e i vostri consigli nei commenti!

Locali & Ristoranti 3 commenti

Dove mangiare vicino al Belvedere: 5 ristoranti da non perdere

belvedere-mangiare-ristoranti-locali-pranzo-cena-viennaIl castello del Belvedere è una delle attrazioni da non perdere durante una visita a Vienna: l’antica residenza estiva del principe Eugenio di Savoia è ancora oggi uno dei più bei palazzi (e parchi) al mondo.

Le due gallerie d’arte – nel Belvedere Superiore e Inferiore – ospitano inoltre capolavori internazionali, fra gli artisti più noti ci sono Cezanne, Van GoghMonet, Renoir, Manet, oltre ovviamente al famosissimo “Bacio” di Gustav Klimt.

Situato nel 3. distretto, nella zona intorno al castello si trovano una serie di vari ristoranti (raggiungibili a piedi) con un’ottima cucina. Ve ne consiglio 5 in particolare:

Gmoakeller (Am Heumarkt 25, 1030): una amica italiana mi ha fatto conoscere per caso questo imperdibile ristorante di cucina austriaca, ed è diventato da subito uno dei miei preferiti di Vienna. Prodotti di prima qualità, ricette sia classiche che interessanti riadattamenti, non mi sono mai alzato deluso (né affamato!). E’ quasi sempre pieno anche durante la settimana (la domenica è chiuso) quindi consiglio di prenotare, sia a pranzo che a cena. (www.gmoakeller.at).

Salm Bräu (Rennweg 8, 1030) situato appena al di fuori del Belvedere, è uno dei ristoranti più conosciuti a Vienna, in particolare per le porzioni molto generose. Sia l’ambiente che la cucina si prestano molto ai turisti, ma la qualità è comunque buona. Se non vi danno fastidio i gruppi di turisti giapponesi e i loro “selfie-stick” può diventare anche una serata niente male. (www.salmbraeu.com).

Kleine Steiermark (Heeresmuseumstraße 1, 1030): situato nel centro dello Schweizergarten, il parco tra il Belvedere e l’Arsenale, questo ristorante è una perla nascosta per chi vuole conoscere i “veri viennesi”. La cucina  non è nulla di particolare – anche se la qualità non manca – ma sono soprattutto l’ambiente e gli ospiti a rendere questo locale veramente unico. Da non perdere il giardino esterno durante l’estate! (www.kleinsteiermark.wien).

Pizzeria Pozzuoli (Fasangasse 7, 1030): questa piccola pizzeria aperta l’anno scorso è entrata subito nel cuore di tanti italiani residenti a Vienna. Semplice, senza troppe pretese, ma con un impasto e ingredienti perfetti, che non fanno invia a nessuno. Se volete provare la pizza di Napoli (anzi di Pozzuoli!) a Vienna è il posto giusto che fa per voi. (www.pozzuoli.at)

Restaurant Sperl (Karolinengasse 13, 1040): premetto che in questo ristorante dalla classica cucina austriaca non ci sono ancora stato, ma mi è stato consigliato così tante volte che non potevo non inserirlo in questa lista. In un ambiente tradizionale, da più di 100 anni la famiglia Sperl offre piatti di ottima cucina austriaca, dalla classica cotoletta ai Kaiserschmarren. Le recensioni e le fotografie degli ospiti che si trovano sul web sono tutte molto invitanti, da provare! (www.restaurant-sperl.at)

Conoscete altri ristoranti vicino al castello del Belvedere da consigliare? 

Immagine (c) shutterstock / Jana Horti

Politica Lascia un commento

“Questa elezione non s’ha da fare, né domani, né mai”

elezioni-austria-presidente-2016-rivotare-dicembreMi piace immaginare che il Don Abbondio del Manzoni avrebbe usato proprio queste parole per descrivere la oramai infinita vicenda intorno all’elezione del presidente della Repubblica austriaca.

Resta il fatto che queste elezioni stanno diventando un momento da libri di storia politica e giuridica senza precedenti: una elezione prima annullata e poi anche spostata non si era mai vista (e infatti il parlamento austriaco sta creando una legge apposita per sbrogliare la matassa) e le conseguenze in particolare da parte degli elettori nel sistema politico sono ancora tutte da vedere.

Ma partiamo dal principio, per chi magari non ha seguito tutta la vicenda ecco un breve riassunto dall’inizio:

22 maggio 2016: il candidato dei verdi, Alexander Van der Bellen, vince il ballottaggio contro Norbert Hofer per circa 30.000 voti e diventa il nuovo presidente della Repubblica austriaca.

8 giugno: l’FPÖ, il partito del candidato perdente, ricorre contro il risultato presso la corte costituzionale austriaca

1 luglio: la corte costituzionale annulla l’elezione a causa di varie irregolarità riscontrate durante lo spoglio. Viene fissato il 2 ottobre come nuova data per le elezioni

Settembre: vengono resi noti molteplici casi in cui le buste di chi voleva votare per posta si riaprono (la colla non tiene bene) per cui il voto diventa non valido.

12 settembre: il ministro degli interni Sobotka annuncia uno spostamento delle elezioni al 4 dicembre.

Come commentare questa situazione? Sebbene il governo austriaco – e in particolare il ministero degli interni – abbia fatto una figuraccia planetaria, sembrano tutti prenderla molto alla leggera, in particolare i partiti di governo. Durante le varie conferenze stampa si sono scusati ma hanno spostato tutte le colpe sull’azienda produttrice delle buste, dicendo che non accadrà più.

La gente – ovvero gli elettori – nel frattempo è abbastanza stufa di una campagna elettorale infinita, che già nel primo turno è stata contrassegnata da un forte voto di protesta (vi ricordo che i partiti di governo hanno preso al primo turno l’11% e il 10% dei voti) e che vorrebbero semplicemente vedere conclusa.

Questa situazione ha portato la fiducia nel governo e nelle capacità politiche della attuale classe dirigente ai minimi storici. Gli ultimi sondaggi vedono infatti ancora a livello nazionale il partito di destra FPÖ al primo posto con più del 30% anche se la situazione politica – con il nuovo cancellerie Kern – e internazionale – l’arrivo dei rifugiati è a tutt’altro livello rispetto a prima – sono completamente diversi.

Ripercussioni politiche? Al momento non sembra che ce ne siano, il ministro dell’Interno Sobotka ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile e non si assume nessuna colpa. L’unico che probabilmente verrà licenziato è l’addetto al call-center del ministero che ha consigliato ad un cittadino –  che chiedeva cosa fare con la busta che si era riaperta – di richiuderla semplicemente con la colla (ma senza dire a nessuna che il ministero aveva dato questo consiglio).

Immagine Francesco Gonin , via Wikimedia Commons

Visitare Vienna Un commento

Alla scoperta di Vienna: ecco il nuovo programma “autunno 2016”

musei-vienna-visitare-sisi-arte-hofburg-schonbrunnCome promesso prima dell’estate, tornano da settembre le passeggiate in italiano alla scoperta di Vienna, per farvi scoprire gli angoli nascosti ed interessanti di questa meravigliosa città.

Il programma autunnale prevede al momento 3 date: nella prima a settembre riproponiamo a grande richiesta la passeggiata “Vienna nascosta”, per scoprire gli angoli meno conosciuti del centro di Vienna. Ad ottobre andremo invece alla ricerca della “Vienna rossa” (“das Rote Wien”), e per novembre vi proponiamo di visitare insieme la mostra speciale su Francesco Giuseppe all’interno del castello di Schönbrunn.

Le visite si terranno come sempre di sabato mattina dalle ore 10:00 alle ore 12:30. Questo il programma dettagliato con le date e gli orari:

17 settembre 2016 – Vienna nascosta (POSTI ESAURITI)

Il numero massimo di partecipanti per la visita guidata del 17 settembre 2016 è stato raggiunto e non si accettano altre prenotazioni! Potete comunque già prenotarvi per le visite successive. 

Andremo alla scoperta di angoli poco conosciuti – ma non per questo meno belli – della Vienna storica: dall’Heiligenkreuzer Hof alla Ruprechtskirche, dalla chiesa dei Gesuiti al „quartiere“ greco, dalla Naglergasse alla Minoritenplatz.

Ritrovo alle ore 10:00 a Schwedenplatz (all’angolo dove si trova il McDonalds).

22 ottobre 2016 – Vienna rossa

Maggiori informazioni saranno disponibili nei prossimi giorni.

12 novembre 2016 – Franz Joseph – Mensch und Herrscher (castello di Schönbrunn)

Maggiori informazioni saranno disponibili nei prossimi giorni

La nostra guida sarà come sempre Gennaro Morvillo, guida ufficiale certificata e una sicurezza per chi vuole conoscere ogni aspetto di Vienna.

Il costo di partecipazione per le passeggiate è di € 10,- a persona, da pagare il giorno della visita. Per le visite nei musei il verrà comunicato il prezzo esatto in base al costo del biglietto d’ingresso.

Il numero di partecipanti è limitato a 25 persone per visita, è quindi necessario confermare la presenza scrivendo una e-mail a paolo@quivienna.com. (Le iscrizioni sono aperte fin da subito per tutte e 3 le escursioni).

Vi aspettiamo numerosi!

Italiani all'Estero 2 commenti

Cos’è la felicità? Chiediamolo alla Danimarca (parte 3)

felicità-italia-austria-danimarcaDopo aver riportato alcune informazioni preziose per comprendere la realtà di oggi, nelle due parti precedenti di questo articolo si è posta l’attenzione su alcune caratteristiche comuni alle organizzazioni amministrative dell’Italia e dell’Austria. Ogni cittadino dovrebbe infatti sapere come è composto lo Stato e come funziona, per educare la propria coscienza civica, per essere rappresentato adeguatamente e contare qualcosa nelle istituzioni.

Invece, nonostante l’uomo della strada eserciti il suo diritto di voto, in realtà non conta quasi niente, innanzitutto perché quasi la metà degli incarichi politici sono “nominati”, mentre l’altra metà, come i Consiglieri comunali, non contano nulla. E poi perché viene ingannato dalla politica con slogan pubblicitari accattivanti ma pericolosi per la coscienza e l’interesse collettivi, in quanto si fa leva sull’irrazionalità delle persone, la paura in primo luogo. Nella migliore delle ipotesi si cambiano i nomi dei partiti e le facce di chi governa, ma la struttura è sempre la stessa, cioè inefficiente, costosa ed antidemocratica. In questo modo si vincono le elezioni, ma non si risolvono i problemi.

Al contrario, essi andrebbero affrontati razionalmente in un’ottica di lungo periodo, cioè analizzati, discussi e risolti con un approccio strategico, con la pianificazione progettuale. Per ridare vita all’Italia, all’Austria e ad un’Europa in crisi che pare avviata ad una dissoluzione senza fine, ci si chiede: che fare?

Chi scrive è convinto che la soluzione più logica e realistica consista nel ristrutturare l’attuale architettura del potere in modo che più democrazia, benessere e felicità diventino il più possibile i cardini dell’esistenza. Come? Basterebbe richiamarsi all’esperienza della Monarchia danese, la più antica d’Europa: è parlamentare, monocamerale, non appartenente alla zona euro, con 1.000 anni di storia alle spalle, seconda solo a quella giapponese per antichità.

Con 5,7 milioni di abitanti (in aumento), ha una superficie di 43 mila Kmq e una struttura amministrativa di soli 3 livelli. Ma il fatto più notevole è che si trova al 1° posto della classifica mondiale della felicità, come sopra anticipato. Sarà un caso, ma dal 2007 i Comuni sono stati ridotti da 270 a 98, parallelamente all’eliminazione delle 13 Contee, sostituite da 5 Regioni. L’impatto è stato fortissimo: i nuovi Comuni sono molto più estesi e hanno una media di quasi 60.000 abitanti/Comune, cioè 16 volte più popolati di quelli austriaci e 8 volte più di quelli italiani.

Con questa riforma amministrativa la Danimarca ha ottenuto un risultato strabiliante: ha riportato le decisioni sul territorio con meno costi amministrativi, più efficienza e servizi migliori. I territori sono più forti, più autonomi e più responsabili: è la democrazia più felice al mondo e i danesi hanno meno necessità di emigrare. Certo, non tutti si trasferirebbero là, ma la domanda è: chi ama veramente emigrare? Fino a prova contraria, la parola “emigrazione” rimanda sempre ad un senso di costrizione. O no? Si dirà che il più meridionale paese scandinavo è troppo diverso dall’Italia e dall’Austria e che la sua esperienza non si può replicare. Vero che i paesi sono diversi, ma un’amministrazione efficiente con meno livelli, meno enti e meno politici può diventare realtà: sia in Italia che in Austria i livelli amministrativi possono essere ridotti a 3 come in Danimarca, con Comuni più grandi e popolosi, un minor numero di Regioni/Stati Federali e un Parlamento monocamerale. Per avere più efficienza e servizi migliori: e sarà forse un caso che la Svizzera, il secondo paese più felice al mondo (1° nella classifica precedente) ha anch’esso avviato da anni un massiccio programma di fusione dei Comuni?

In un Paese moderno la democrazia esiste soltanto se vi sono due condizioni principali: 1) se i cittadini sono vicini ai luoghi in cui vengono prese le decisioni che li riguardano; 2) se i cittadini hanno gli strumenti per controllare l’operato di chi prende queste decisioni. Come in Danimarca (e in Svizzera), dove un’autentica “democrazia compiuta” (pur essendo una monarchia!) ha una struttura amministrativa trasparente, controllabile, omogenea, economica, più giusta ed ugualitaria. La Fusione dei Comuni è “LA” soluzione: in Italia 400-500 Amministrazioni comunali, in Austria 140-160, sono il numero giusto per presentarsi come gli unici enti decisionali del territorio, autonomi e vicini al cittadino (che potrà controllare), fornitori di servizi pubblici essenziali, efficienti, economici, accessibili alla maggioranza della popolazione a costi ragionevoli. Garanti di una buona qualità della vita, questi centri strategici, vere e proprie “Comunità”, sono la fonte di identità e senso di appartenenza al suolo, il “centro di gravità permanente” dell’esistenza dei suoi abitanti, da qualunque parte del mondo provengano e ovunque vogliano andare. La potremmo chiamare “Democrazia a Km0”.

Anche se vincesse Hofer.

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“Made in Tuscany” a Vienna: una serata con l’Osteria del Chianti

Il Marktwirtschaft nella Siebenstergasse è uno di quei locali che possono aprire solo nel 7. distretto: si autodefinisce un mercato coperto, ma dimenticatevi il Meiselmarkt. Qui non troverete nessuna bancarella turca, ma bensì prodotti regionali e internazionali di altissima qualità (e a non poco prezzo) insieme a vari “pop-up store” con specialità da tutto il mondo.

Questo fine settimana è stato ospite del mercato l’Osteria del Chianti, una azienda italiana che ha come obiettivo di portare in tutto il mondo prodotti alimentari selezionati e di alta qualità, il tutto “Made in Tuscany“. Certo non è un’idea nuovissima, di aziende italiane che esportano all’estero e vendono online ce ne sono già tante, ma l’Italia offre tante specialità regionali e tanti prodotti da scoprire, e quindi mi sono fatto incuriosire.

Non mi sono fatto quindi scappare l’invito per un aperitivo speciale con la possibilità di assaggiare i vari prodotti che l’Osteria del Chianti offre. L’ambiente del Marktwirtschaft per queste serate fa sempre il suo bell’effetto, ma i prodotti hanno giocato da padrone.

Sulla qualità non si può infatti eccepire nulla: ci sono stati offerti vari assaggi tra cui prodotti a base di pomodori, pesto di ortaggi, crema di zucchini, cipolle, melanzane e carciofi sottolio, insomma non ci siamo fatti mancare nulla. E per concludere anche degli immancabili cantucci di prato (con cioccolato e mandorla) accompagnato dal vinsanto. 

Tutti prodotti di prima qualità, 100% biologici e da produttori locali toscani, sicuramente difficilmente trovabili a Vienna, anche nei negozi già presenti di specialità italiane.

I dolori vengono fuori purtroppo quando si vanno a vedere i prezzi: antipasti 6 Euro, sottolio tra i 7 e gli 8 euro e pasta 5 euro a pacchetto per citarne alcuni. E in più almeno 15 euro da aggiungere per i costi di spedizione (verso l’Austria). Prezzi forse comprensibili per la qualità del prodotto offerto, ma sicuramente non adatto a tutte le tasche.

Il mio Fazit: l’offerta dell’Osteria del Chianti non è per chi vuole fare la spesa di tutti i giorni, ma se volete trascorrere una serata speciale, i prodotti che offre vi faranno sentire come in Toscana.

Vienna Lascia un commento

Kulturpass: museo, teatro e cinema anche per chi non se lo può permettere

kulturpass-vienna-musei-cinema-teatro-gratis-bisognosi-disoccupatiUna delle cose che amo più di Vienna sono le tante iniziative nate dal basso che si sono instaurate nel tessuto sociale, in particolare per aiutare i più bisognosi. Gli austriaci possono sembrare freddi e distaccati, ma ho scoperto nel corso degli anni che invece sono spesso i primi che cercano di farsi in quattro e aiutare chi ne ha bisogno, senza doversi mettere in mostra o ricevendo alcun riconoscimento, ma semplicemente perchè è la cosa giusta da fare.

Nel 2003 una cooperazione tra la Schauspielhaus Wien (un teatro nel 9. distretto) e la Armutskonferenz (una associazione per l’aiuto dei poveri) ha dato il via al cosiddetto Kulturpass, una tessera per permettere anche alle persone in precarie condizioni economiche di avere accesso alle tante offerte culturali di Vienna.

Grazie al Kulturpass è infatti possibile avere ingresso gratuito in musei, teatri, biblioteche, cinema e tante altre isitituzioni che hanno aderito al programma (qui la lista per Vienna). Nel corso degli anni l’iniziativa si è estesa anche ad altre città ed è oggi presente in ogni regione austriaca (ed è stata ripresa anche da varie città tedesche).

Chi può ricevere il Kulturpass:

  • persone che hanno diritto alla Mindestsicherung.
  • persone iscritte all’AMS come disoccupati (Arbeitslos) e che hanno diritto ad un sussidio di disoccupazione che non superi i  € 38,70 al giorno (attenzione che la sola iscrizione come Arbeitsuchend non è sufficiente).
  • persone che ricevono una integrazione per raggiungere la pensione minima.
  • persone che vivono al di sotto della soglia di povertà

Il Kulturpass è valido per 6 mesi o 1 anno e viene poi eventualmente rinnovato se la situazione di povertà ancora sussiste. E’ possibile richiederla presso i centri AMS, gli Hilfswerk o i Sozialzentrum di Vienna (qui una lista completa) .

Maggiori informazioni le trovate sul sito web dell’associazione promotrice Hunger auf Kunst und Kultur.

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Cos’è la felicità? Chiediamolo alla Danimarca! (parte 2)

austria-italia-danimarca-felicitàL’Italia, all’8° posto nella classifica del PIL, al 21° per la democrazia, al 50° per la felicità, ultima al mondo per stabilità politica, si trova in un profondo stato di prostrazione economica, sociale, politica, culturale e morale. Da un lato si tagliano senza pietà servizi pubblici come Istruzione, Trasporti, Sanità nonché gli investimenti in Infrastrutture, Ricerca e Arte: ciò produce un forte calo della competitività, della produzione industriale, dell’occupazione, della capacità di spesa e dei consumi, per non parlare in generale della qualità della vita e, dato molto trascurato, della natalità. Dall’altro lato aumentano i costi per famiglie e imprese, decollano disagi, sprechi, debiti, tasse, disuguaglianze, disastri ambientali, privatizzazioni selvagge, disservizi burocratici (giustizia compresa), corruzione e criminalità. La fiducia nel futuro è in picchiata. L’Italia è una Casa che cade a pezzi: delusi o materialmente impossibilitati a sostenere questo sfascio, gli italiani emigrano sempre più, purtroppo non rimpiazzati dalle nascite e dagli immigrati. Il risultato è che gli italiani stanno letteralmente scomparendo, un po’ perché dopo essersi trasferiti all’estero difficilmente tornano e poi perché la lingua si perde nelle generazioni successive. Ci si chiede: qual è l’origine di questa situazione drammatica e come porvi rimedio?

Chi scrive è convinto che la ragione principale dell’attuale disastro italiano sia la struttura amministrativa dello Stato, cioè la “testa” del paese: essa è composta da troppi livelli – 5 – e troppi enti – 16.000. In gran parte sconosciuta ai cittadini, tale struttura è incomprensibile, opaca, conflittuale, disomogenea, inefficiente, antieconomica, inaccessibile, incontrollabile, irresponsabile e dannosa: al 1° livello ci sono 8.000 Amministrazioni Comunali, al 2° 8.000 Enti Sovracomunali (Consorzi, Agenzie, Unioni dei Comuni, Municipalizzate, Enti strumentali), al 3° 100 Province e 10 Città Metropolitane, al 4° 20 Regioni, al 5° 1 Parlamento bicamerale con il Governo centrale.

Stupirà qualcuno ma, pur con tutti i distinguo del caso, nelle sue linee principali l’amministrazione austriaca non è molto diversa: al 1° livello ci sono circa 2.400 Comuni, al 2° 100 distretti includendo 15 città autonome, al 3° 9 Stati federali e al 4° 1 Parlamento bicamerale con il Governo centrale. L’Austria possiede un livello in meno dell’Italia, ma un dato comune è significativo e preoccupante: la media austriaca di abitanti per Comune è di circa 3.500 (nonostante la Stiria abbia recentemente provveduto ad un dimezzamento dei Comuni stessi), mentre quella italiana è di circa 7.500.

A questo punto, però, è forse doverosa una parentesi: a chi non mastica quotidianamente queste tematiche, probabilmente non appariranno evidenti gli enormi svantaggi di questi innumerevoli piccoli Comuni, che spesso vengono visti in modo romantico come luoghi tranquilli, avvolti nella bellezza e nella vita bucolica dei tempi andati. Ancora oggi, a torto, essi sono considerati il “Presidio del territorio”, l’ente pubblico più vicino al cittadino, quello che ne garantisce l’identità e la rappresentatività. Le cose, purtroppo, stanno diversamente: il fatto è che oggi non si lavora nel campo adiacente alla cascina, le donne non partoriscono in casa e i bambini non giocano nel fienile dopo la “Volkschule”. Nel 2016 sono molti i nuovi servizi diventati necessari e che devono essere accessibili alla maggioranza: il punto è che se essi non ci sono o, peggio, se vengono tagliati, i cittadini saranno purtroppo costretti a spostarsi per usufruirne, magari in un’altra nazione. Questo spiega per esempio lo spopolamento dei territori a favore delle grandi città, dove non c’è la terra, ma il lavoro, l’ospedale, le scuole superiori e l’università, la connessione Internet veloce, i trasporti. Basta prendere il caso di Vienna e constatare che decine di migliaia di persone non sono obbligate a comprare un’auto per andare al lavoro.

Dove conduce questo ragionamento? Si vuole qui evidenziare il fatto che, a parte pochi casi privilegiati, i piccoli Comuni si spopolano perché mancano i servizi, le risorse umane ed economiche. In sintesi, non avendo le dimensioni e la forza per essere al passo coi tempi, non offrono una qualità della vita accettabile, come rilevano Legambiente ed Unioncamere. Si consideri anche che l’estrema frammentazione del potere in migliaia di Comuni è sempre meno sostenibile per la collettività perché il loro mantenimento è uno dei motivi dei tagli ai servizi, mentre le risorse confluiscono altrove, quasi esclusivamente verso i Comuni più grandi. Senza dimenticare che la stessa cosa accade per quanto riguarda le decisioni politiche importanti, che certamente non vengono prese nei piccoli Comuni, sempre più lontani dai veri centri del potere e quindi destinati ad una progressiva marginalizzazione. I cittadini sono quindi costretti ad emigrare per avere una qualità della vita accettabile?