Quando si pensa al casellario giudiziale a molti vengono in mente storie criminali o galeotti appena usciti di prigione. In realtà questo documento può essere molto utile quando si cerca lavoro. Capita infatti sempre più spesso che le aziende prima di assumere una persona richiedano di presentare anche questo certificato.
Per chi non lo sapesse il certificato del casellario giudiziale (in tedesco Strafregisterauszug o Strafregisterbescheinigung) è un documento che attesta l’esistenza o meno di condanne passate in giudicato (civili o penali) o di procedimenti penali in corso.
Per essere precisi in base alla legge austriaca un datore di lavoro non potrebbe obbligarvi a presentare tale documento, ma purtroppo un rifiuto significherebbe in molti casi togliervi la possibilità di venire assunti (si potrebbe infatti pensare che avete qualcosa da nascondere).
Se vivete da tanti anni a Vienna sarà sufficiente presentare quello austriaco. Ottenerlo in questo caso è molto semplice: basta recarsi con un documento d’identità presso un commissariato di polizia (Polizeikommisariat), compilare un modulo di richiesta e versare la somma di € 30,70. La consegna è immediata.
Se invece vi serve quello italiano la faccenda è purtroppo un po’ più complicata. Il certificato non può infatti venire emesso dal Consolato ma deve essere richiesto personalmente presso una Procura della Repubblica Italiana (Ufficio del Casellario Giudiziale).
Poiché questa può essere una qualunque in Italia, indipendentemente dal luogo di nascita o ultima residenza, permette almeno per noi in Austria di avere un piccolo vantaggio: è infatti possibile richiedere il certificato direttamente in lingua tedesca presso l’ufficio del casellario di Bolzano, evitando quindi la necessità (e i costi) aggiuntivi di traduzione.
La domanda deve essere presentata in carta semplice indicando le proprie generalità e l’indirizzo presso il quale spedire il certificato richiesto. Il costo è di € 19,84, inoltre dovranno essere pagate le spese di affrancatura per la spedizione del certificato (€ 0,90 per l’Austria).
Per le modalità di pagamento il ministero consiglia di contattare direttamente l’ufficio a cui si richiederà il certificato per sapere secondo quale modalità effettuare il versamento, che può essere diverso in base alla sede e al Paese.
Inoltre vanno allegati:
Avete mai richiesto il certificato casellario giudiziale, in Italia o in Austria? Raccontate i vostri consigli nei commenti!
Quando trascorro il 1. novembre a Vienna non avendo parenti sepolti qui, colgo sempre l’occasione per andare a rendere omaggio alle tombe di coloro che hanno vissuto prima di me in questa città, visitando uno dei tanti cimiteri cittadini.
Quello dove mi sono recato più spesso, abitando anche nelle vicinanze, è l’affascinante cimitero di St. Marx, ma oggi vi voglio raccontare del più grande e famoso di Vienna, ovvero il cimitero centrale (Zentralfriedhof).
Venne creato alla fine del 19° secolo (per la precisione nel 1874) quando anche i cimiteri posti al di fuori delle mura cittadine divennero troppo piccoli per rispondere alle necessità della capitale dell’Impero. Si cercò dunque una nuova zona che fosse così grande da non avere più problemi di capacità, se non in un lontano futuro. La scelta ricadde su terreni tra Kaiserebersdorf e Simmering, alla periferia sud-est di Vienna: con una superficie di 2,5 km² ha finora dato riposo ad oltre 3 milioni di salme e le tombe presenti attualmente sono oltre 300.000.
Per chi lo visita il primo aspetto che risalta è la forte presenza di alberi e spazi verdi, che lo rendono un luogo accogliente e quasi meditativo. Il cimitero centrale di Vienna è stato pensato infatti fin dall’inizio come un luogo per accogliere tutti i defunti. Sebbene abbia una classica struttura cattolica è multiconfessionale: sono infatti presenti sezioni per defunti di religione protestante ed ortodossa e anche per quelle islamica, ebraica, buddista e mormone.
Alla fine del grande viale principale si trova la chiesa di San Carlo Borromeo, costruita nel 1910 su progetto dell’architetto Max Hegele. Conosciuta anche come Luegerkirche, dal nome del sindaco di Vienna che ne iniziò i lavori di costruzione, è una delle più belle opere in stile liberty (Jugendstil) presente in città. Prima dell’ingresso alla chiesa è posta la cripta dei presidenti (Präsidentengruft), dove sono sepolti i presidenti della repubblica austriaca.
Molti altri sono i personaggi famosi delle storia austriaca recente e passata sepolti nel cimitero: dai più famosi musicisti come Beethoven, Brahms, Schubert o Strauss a politici (Bruno Kreisky, Helmut Zilk) o personaggi dello spettacolo (Falco, Helmut Qualtinger). Non sono invece presenti imperatori o appartenenti alle casate degli Asburgo perché sepolti per tradizione nella cripta imperiale (Kaisergruft) nel centro di Vienna.
Il cimitero centrale di Vienna si può raggiungere con il tram 71, l’ingresso principale è presso la 2° porta (Tor II). E’ aperto tutti i giorni dalle 7 alle 19 (periodo estivo) o dalle 8 alle 17 (periodo invernale). Per orientarsi è possibile utilizzare una cartina di orientamento disponibile sul sito web dei cimiteri di Vienna o presso la portineria all’ingresso.
Immagine © danaj/Wikimedia
La prima volta che venni a Vienna doveva essere il 1994 o 1995, avevo 12 o 13 anni, appena un ragazzino. In quegli anni giocavo a pallavolo per la squadra del mio paese, sulle colline di Trento.
L’associazione sportiva di cui ero partecipe era nata da qualche anno ma fin da subito una delle attività più amate da tutti è stata la partecipazione ad un torneo internazionale per giovani squadre che si continua a svolgere ogni anno durante il fine settimana di Pentecoste a Vienna.
Il tutto nacque dall’idea di un mio omonimo, Paolo, che oltre a fondare l’associazione ne è stato sempre la figura più carismatica, aiutando e motivando tutto il settore giovanile, accompagnando tutti a casa quando pioveva e redarguendoci ogni volta che uscivamo senza esserci asciugati i capelli.
Fu così che anch’io insieme ad altri 10-12 coetanei partimmo per questa avventura, tutti insieme su un pulmino che avrebbe portato poi in giro ancora tante altre generazioni di giocatori, e raggiunsi per la prima volta Vienna.
Ammetto di non sapere più come giocammo o quale fu il risultato finale, ma non importa. Ricordo che andammo al Prater, a Santo Stefano, a Schönbrunn, al museo delle carrozze e a mangiare la “cotoletta più grande del mondo” (che solo molto dopo scoprì essere quella di Figlmüller). Piccole cose ma che per un ragazzino di 12 anni sono avventure che rimangono impresse anche negli anni a venire. Pensate che era la prima volta che ero via di casa senza i miei genitori, addirittura all’estero!
Chi lo avrebbe detto che molti anni dopo questa sarebbe diventata la mia casa? Quasi mai sabbiamo dove ci porta la vita, qual è il nostro destino, quali sono le persone che incontriamo e quelle che si perdono di vista. Ho ripensato oggi a quelle giornate, ed ho pensato di condividerle con voi.
Ciao Paolo, grazie per avermi fatto scoprire questa bellissima città.
A Vienna ci sono una grande quantità di supermercati. Gruppi in continua espansione, ma solo poche importanti catene, alimentate da enormi multinazionali che fatturano milioni di euro ogni giorno e non si fanno sfuggire nessuna occasione per espandersi ulteriormente, sia sul territorio cittadino che su quello extra cittadino (vedere la recente spartizione dei 62 punti di vendita dell’estinta catena Zielpunkt). Ma procediamo con ordine e passiamo alle informazioni essenziali, trattando dei gruppi principali.
Dal gruppo tedesco Rewe sono nati:
La catena Spar, che è austriaca (dal 1954 si è resa autonoma sul mercato locale e ha poi cominciato a espandersi) in Austria la fa da padrona con quasi 1600 supermercati. E’ ben distribuita anche a Vienna, dove conta tre versioni:
Hofer e Lidl sono catene tedesche ottimamente diffuse a Vienna, con ambiziosi e studiati programmi di espansione. Nate come hard discount, arricchiscono sempre di più l’offerta concentrandosi su prodotti locali o biologici. L’esposizione è minimalista e i prezzi molto contenuti. Vienna conta quasi cento Hofer e circa 40 Lidl. Interessante la trasformazione da hard discount a soft discount che ha creato una forma ibrida sempre più apprezzata. I miglioramenti si sono palesati con continui restyling delle superfici e attenzione alle emissioni di CO2. Le metrature standard (per queste catene esistono linee guida abbastanza rigide che raramente accettano compromessi) partono dai 500 metri quadrati, e in linea di massima arrivano fino ai 1000 nei distretti periferici.
Etsan è diventata da poco una vera e propria catena, superando i dieci punti vendita. La proprietà è turca. L’assortimento è limitato, ma di discreta qualità. A livello estetico e di articoli non può competere con i colossi, ma ha prodotti particolari e una discreta selezione di carni.
Denn’s, altra catena tedesca, sta per superare i dieci punti di vendita e offre una quasi totalità di prodotti BIO o così detti a km zero. I prezzi sono decisamente superiori alla media, ma i prodotti esposti sono particolari e selezionati, per offrire ai clienti una speciale qualità dagli standard molto alti. La superficie parte solitamente dai 400 metri quadrati.
Quasi tutti i supermercati, nel corso degli ultimi anni, si sono attrezzati di zone ristoro e hanno sviluppato il settore del “convenience” ovvero del cibo pronto da consumare (insalate, primi, snack) dove il margine di guadagno è decisamente superiore a quello legato a qualsiasi altro prodotto confezionato. Con una piccola indagine ho scoperto che i margini si sono assottigliati a tal punto da produrre in certi casi un solo centesimo di utile industriale. Ecco dunque la necessità delle catene di evolversi e diversificare per restare competitive.
Manca un solo giorno alle elezioni in Austria ma parlando con vari amici austriaci la domanda che sento porre più spesso è “chi dovrei votare?”. E’ stata effettivamente una campagna elettorale molto accesa e non c’è nessun partito che si possa considerare migliore degli altri, sia tra quelli grandi (l’FPÖ non lo prendo nemmeno in considerazione) che tra quelli più piccoli.
Ma oramai i giochi sono fatti ed è quindi necessario iniziare a pensare ai risultati che arriveranno. Gli ultimi sondaggi sembrano abbastanza chiari: primo partito sarà quello di Sebastian Kurz (che non so più se chiamare ÖVP o in che modo) con il 33-35% dei consensi, seguito dall’FPÖ di H.C. Strache, stabile al 25-27% dei consensi, seguito infine dai socialdemocratici (SPÖ) del cancelliere uscente Christian Kern. I partiti minori – Grüne, Neon e Liste Pilz – galleggiano tutti nei sondaggi intorno al 5-6%, quindi oltre alla soglia di sbarramento per entrare nel parlamento.
La prima considerazione da fare è quanto questi numeri si ritroveranno poi nei risultati di domenica: nelle ultime elezioni si è visto anche in Austria che i sondaggi non sono poi così precisi come può sembrare. Mi ricordo benissimo 2 anni fa quando per le elezioni comunali di Vienna ci si aspettava un testa a testa tra SPÖ e FPÖ, mentre alla fine ci furono ben 9 punti percentuali di differenza. La mobilitazione degli elettori sarà anche un punto fondamentale: quanti vedendo l’ÖVP già vincitore (o l’SPÖ perdente) andranno comunque a votare? E quanti di questi daranno il loro voto ad un altro partito pensando che comunque il loro preferito prenderà già abbastanza voti? Sono tutte incognite che potrebbero modificare sostanzialmente il risultato finale.
Come per ogni elezione in Austria nessuno dei partiti ha voluto mettersi d’accordo o esprimere un interesse per una coalizione prima delle elezioni. Ognuno cerca di ottenere più voti e seggi possibili per poi creare un governo in base ad un accordo con gli altri partiti e creare una maggioranza.
E’ una strategia politica seguita in campagna elettorale che ho visto già varie volte nelle elezioni che ho seguito in Austria, ma che non sempre ha portato a buoni risultati. In governi di questi tipo ogni partito cerca di portare a casa piccole vittorie per il proprio elettorato, ma le grandi riforme difficilmente vengono realizzate. Questo tira e molla ha avuto quasi sempre come conclusione una rottura, sia per incomprensioni che per tattica politica, che però si è spesso tramutata in un boomerang per i partiti tradizionali – che effettivamente continuano a perdere consensi.
Forse vi ricorderete del 2008, quando la grande coalizione si spaccò e ci fu una campagna elettorale molto accesa e simile a quella attuale, con continui battibecchi e “mai più” tra i due partiti, concludendosi però con un governo formato nuovamente dagli stessi partiti di centro-destra e centro sinistra, ma con un nuovo segretario a capo di quello perdente.
La risposta che fino a poco tempo fa sembrava scontata è una coalizione tra ÖVP ed FPÖ, con cancelliere Sebastian Kurz e vice H.C.Strache. Questo significherebbe sicuramente una svolta verso destra di tutte le politiche sociali e di immigrazione, ma sarebbe sicuramente osteggiata in maniera molto decisa sia dalla società che dalle istituzioni (nazionali ed internazionali). Il ricordo negativo della stessa coalizione che governò dal 2001 al 2007 è ancora vivo sia tra gli elettori che nelle cause di tribunale.
Una alternativa di cui speculano vari commentatori è che anche questa volta si torni a fare una grande coalizione, guidata da Kurz ma con qualcun’altro al comando dei socialdemocratici al posto di Kern (si parla molto del ministro Doskozil). Per l’SPÖ sarebbe un modo per rimanere al governo ma come la prenderebbero gli elettori che si sono sentiti dire durante tutta la campagna elettorale che una coalizione di questo tipo non avrebbe più funzionato?
Alcuni analisti hanno addirittura preso in considerazione la possibilità di un governo di minoranza del solo ÖVP, che vada poi a raccogliere consensi tra i vari partiti in parlamento in base alle proposte di legge. Un progetto del genere avrebbe però molte difficoltà senza un numero veramente ampio di parlamentari. In Austria questa strada venne seguita solo da Bruno Kreisky nel 1970, ma perché ottenne il 48% dei voti e non la maggioranza assoluta e funzionò in ogni caso solamente per meno di 2 anni.
La possibilità di una coalizione SPÖ-FPÖ – come è stata paventata molte volte da Kurz negli ultimi dibattiti – la vedo invece molto remota. I punti di incontro tra i due partiti sono veramente pochi, e lo sforzo per rimanere insieme bloccherebbe qualunque tipo di lavoro per il Paese.
Rimane infine la possibilità che i partiti minori ottengano più consensi di quelli che ci si aspetta dai sondaggi e si possa creare una coalizione di 3 partiti (ÖVP-Grüne-NEOS oppure SPÖ-Grüne-NEOS sono state ventilate), ma anche qui ci dovrebbe essere un vero ribaltamento delle previsioni, e con i numeri attuali sembra impossibile.
Le possibilità e i dubbi che rimangono sono quindi ancora molti: non ci resta che aspettare la sera di domenica 15 ottobre – i seggi elettorali chiuderanno alle 17 e si sapranno i primi exit-poll – per capire il futuro di questo nostro Paese.
Per gli amanti del cinema, in particolare italiano, le prossime settimane offriranno varie possibilità per scoprire alcune opere molto interessanti provenienti dal nostro Paese.
Dal 19 ottobre fino al 2 novembre si svolgerà la Viennale, l’annuale festival del cinema austriaco, che oltre ad offrire una vasta selezione di film austriaci ed internazionali ha inserito quest’anno uno speciale programma dal titolo “Napoli! Napoli!”, incentrato sul cinema napoletano degli anni ’80 e ’90.
Questi i film in programma:
Altri film italiani che verranno proiettati durante la Viennale sono il documentario Piazza Vittorio di Abel Ferrara e Dillinger è morto di Marco Ferreri.
Per le date e l’acquisto dei biglietti vi rimando al sito web ufficiale della Viennale.
Nello stesso periodo si terrà anche l’annuale settimana della lingua italiana nel mondo, che quest’anno sarà dedicata al tema “L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema”. L’Istituto italiano di Cultura di Vienna insieme all’Istituto di Romanistica ha organizzato per questo una rassegna cinematografica con alcuni titoli molto interessanti.
Dal 17 al 24 ottobre verranno mostrati presso l’Istituto i seguenti film:
L’ingresso è gratuito, le date e orari sono disponibili sul sito web dell’Istituto italiano di cultura.
Alcuni mesi fa in Italia si è parlato molto dei voucher, i buoni da usare per il pagamento di piccoli incarichi lavorativi tra privati. Forse non molti sanno che anche in Austria questo strumento è disponibile da più di 10 anni e si può utilizzare più o meno allo stesso modo.
Premetto fin da subito che anche io ho scoperto l’esistenza dei Dienstleistungsscheck o DLS – questo il nome ufficiale in Austria – da poco e parlando con alcuni amici nemmeno loro sapevano cosa fossero… quanti di voi li hanno già usati?
Questo strumento venne introdotto in Austria nel 2006 con lo stesso obiettivo come in Italia di combattere il lavoro in nero: i “voucher austriaci” si possono infatti usare per tutte quelle attività che si svolgono tra privati senza un vero e proprio contratto a lungo termine, come pulizie domestiche, giardinaggio, ripetizioni scolastiche o baby-sitter. Possono essere utilizzati solo per pagamenti fino alla soglia minima di occupazione (Geringfügigkeitsgrenze), ovvero 425,70 € al mese e includono per il lavoratore l’assicurazione in caso di infortuni.
I voucher austriaci sono acquistabili presso tutte le tabaccherie (Trafik), gli uffici postali oppure anche in internet tramite il portale DLS online.
Sono disponibili in tagli di valore tra € 1,- e € 100,- a cui bisogna solamente aggiungere un 2% in più all’acquisto, con il quale vengono coperti i costi amministrativi ma soprattutto come indicato sopra l’assicurazione in caso di infortuni per il lavoratore. Un buono con un valore per il lavoratore di € 10,- avrà quindi un costo di € 10,20 per il datore di lavoro, uno di € 50,- un costo di € 52,- e così via.
Per effettuare un pagamento tramite i voucher austriaci (DLS da qui in avanti) la procedura da seguire è la seguente:
Sembra complicato ma in realtà è molto semplice: inoltre utilizzando il portale DLS online si può anche effettuare l’acquisto, il passaggio e il versamento dei buoni completamente su internet in maniera veloce ed immediata. I voucher austriaci sono sicuramente uno strumento molto utile per regolarizzare attività che molto spesso vengono svolte senza alcuna sicurezza, né per il datore di lavoro ne per il lavoratore. Purtroppo le statistiche indicano che in Austria vengono utilizzati al momento solo da una piccola parte della popolazione.
Avete mai usato i buoni o voucher per il lavoro in Austria? Raccontateci la vostra esperienza nei commenti!
Quante volte vi sarà capitato di aprire la cassetta della posta e ritrovarla piena di pubblicità? Negli ultimi anni ho notato effettivamente anche io un aumento dei volantini, promozioni, brochure e cartoline tra cui ogni giorno bisogna letteralmente scavare per trovare le lettere indirizzate a me (stando inoltre attento a non buttarle via!).
In molti condomini di Vienna è diventato normale trovare un enorme scatolone posto sotto le bussole delle lettere che ogni giorno si riempi di questi “scarti postali”, buttati via senza che nemmeno vengano sfogliati. Un vero spreco di carta!
Con questo non voglio dire di essere contro la pubblicità, anzi! Nel mio lavoro me ne occupo quasi tutti i giorni e anche io volentieri i volantini per scoprire le ultime novità e offerte dei supermercati, ma spesso mi chiedo se nel 2017 non sia possibile trovare un metodo più mirato ed ecologico per raggiungere i consumatori senza dover creare tutti questi effetti collaterali (ecologici e di fastidio).
Ma lasciamo per il momento perdere queste riflessioni e concentriamo sulla parte come annunciato nel titolo dell’articolo: cosa si può fare se non si vuole più ricevere tutta questa pubblicità indesiderata, ovvero non indirizzata a voi personalmente? La risposta è semplice e forse l’avete già notata sulle cassette postali dei vostri vicini.
In Austria infatti basta applicare un adesivo con la scritta “Bitte keine Werbung” (o un testo simile) e magicamente la vostra cassetta della posta rimarrà vuota! La cosa interessante è che questo non è regolato per legge, ma è stato deciso come autoregolamentazione dalle aziende che diffondono le pubblicità, proprio per venire incontro alle scelte dei singoli cittadini.
Gli adesivi possono essere acquistati nelle cartolerie (Libro, Pagro), tabaccherie (Trafik), stampati da uno dei modelli che si trovano sul web o per i più creativi anche essere creati in base al gusto personale. Non esiste infatti una chiara definizione della forma o colore dell’adesivo, è solo importante che sia ben visibile e scritto in modo chiaro e conciso.
Lo stesso adesivo si può applicare anche sulla porta del proprio appartamento per evitare quei sacchetti pieni di pubblicità o i menu di alcuni “ristoranti” che vengono lasciati a volte sulla porta di casa.
Se poi un giorno vi accorgerete di avere nostalgia dei volantini e tutte le altre pubblicità basterà togliere l’adesivo e sicuramente dal giorno successivo non vi sentirete più soli ;-)
Sicuramente li avete già notati vicino all’ingresso del vostro palazzo o alla bussola delle lettere: piccole scatole di cartone con la scritta Öko-Box. La prima volta che le vidi pensai ad un qualche tipo pubblicità, invece di tratta di uno strumento molto utile per il riciclo dei rifiuti. Queste scatole vengono infatti utilizzate per la raccolta differenziata dei contenitori in tetrapak (o poliaccoppato nel termine scientifico), per esempio quelli del latte o succhi di frutta.
L’uso della Öko-Box venne introdotta in Austria nel 1991, proprio da una azienda produttrice di contenitori in tetrapak per agevolare il riciclo di questo tipo di materiali. Nel corso degli anni è diventato un fenomeno nazionale, e in base ai numeri disponibili ogni anno vengono riciclati in questo modo oltre 7.000 tonnellate di materiale.
Il tetrapak è composto da uno strato di carta rivestito esternamente da materiale plastico ed internamente da alluminio. Può venire riciclato in maniera molto efficiente, ma affinché questo avvenga i materiali devono essere separati e trattati in maniera speciale. La carta viene riciclata, mentre le parti in alluminio vengono destinata ad impianti di rigenerazione della plastica.
L’uso della Öko-Box é molto semplice (e completamente gratuita per i consumatori): prendetene una vuota all’ingresso del vostro palazzo (o in alternativa anche presso le filiali dei supermercati Hofer) e quando finite di utilizzare un contenitore in tetrapak schiacciatelo per ridurre lo spazio e inseritelo nella Öko-Box. Due volte al mese – le date esatte sono riportate sui cartoni – basta lasciarli davanti alla porta di casa e degli addetti la raccoglieranno, lasciando altrettanti nuovi cartoni vuoti a disposizione.
Fino al 2014 il sistema di raccolta differenziata tramite le Öko-Box era presente in tutta l’Austria, ma dopo l’accorpamento dell’azienda all’ARA (Altstoff Recycling Austria), venne deciso di abolire questo sistema in tutte le regioni a parte Vienna, raccogliendo i tetrapak nei “bidoni gialli” (Gelbe Tonne), quelli destinati a tutti i materiali che non siano vetro o plastica. In base alle mie ricerche a Vienna il sistema di raccolta tramite Öko-Box dovrebbe continuare ad essere utilizzato anche in futuro.
Cosa ne pensate della Öko-Box? Utilizzate anche voi questo sistema per la raccolta differenziata del tetrapak?
Manca poco più di un mese al 15 ottobre 2017, quando in Austria si terranno le elezioni per rinnovare il Parlamento. Per chi non vive in Austria o non segue molto la politica ho pensato di riassumere in questo articolo i vari partiti e candidati che si presenteranno e di cui – tra manifesti e apparizioni televisive – sicuramente sentirete parlare durante le prossime settimane.
Iniziamo però prima di tutto parlando di come siamo arrivati a queste elezioni: sebbene la legislatura avrebbe avuto il suo termine naturale nel 2018, già dall’anno scorso durante la lunga elezione del presidente della Repubblica la politica nazionale e in particolare i grandi partiti tradizionali si erano trovati sotto una forte pressione di cambiamento. Nell’SPÖ il cancelliere Werner Faymann venne sostituito in tutta fretta con Christian Kern, prima direttore generale delle ferrovie statali (ÖBB) e improvvisamente lanciato nella politica nazionale come primo ministro. Lo scorso maggio poi le dimissioni del segretario e viceministro dell’ÖVP Reinhold Mitterlehner e la “presa di potere” del giovane Sebastian Kurz ha portato alla caduta del governo, e quindi a nuove elezioni fissate per ottobre.
I partiti si stavano quindi già preparando da tempo a questo appuntamento, ma in particolare la nuova guida di Kurz ha improvvisamente modificato sia i sondaggi che le strategie post-elettorali. Vediamo ora i singoli partiti e candidati premier nel dettaglio:
SPÖ: il partito socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Österreich) si presenta alle elezioni con l’attuale cancelliere Christian Kern come suo candidato premier. Kern ha annunciato di puntare al primo posto nei risultati anche se attualmente i sondaggi lo danno tra il 24 e 25 percento dei consensi. Se questo non verrà raggiunto ha detto che il partito andrà all’opposizione durante la prossima legislatura.
ÖVP: il partito popolare (Österreichische Volkspartei) ha cambiato drasticamente il suo volto con la guida di Sebastian Kurz. Alle elezioni si presenta infatti non più con il suo nome storico ma invece con un personalizzato Liste Sebastian Kurz – Die neue Volkspartei. Il cambio di rotta sembra però premiare queste scelte nei sondaggi, che al momento prevedono un risultato intorno al 33% dei voti.
FPÖ: il partito della libertà (Freiheitliche Partei Österreich) si presenta alle elezioni con il suo storico leader Heinz-Christian Strache. Considerato in testa ai sondaggi fino a pochi mesi fa, dopo l’arrivo di Sebastian Kurz si attesta attualmente a circa il 24-25% dei voti.
Die Grüne: per il partito dei verdi la candidata premier è Ulrike Lunacek, con una lunga carriera al parlamento europeo alle spalle. Il partito ha avuto poco prima dell’inizio della campagna elettorale una scissione con l’uscita di Peter Pilz (che si presenta con una propria lista), con il risultato che i sondaggi danno al partito solamente il 5% dei consensi, mettendo a rischio l’entrata in parlamento (la soglia in Austria è del 4%).
NEOS: il partito di stampo liberale guidato da Matthias Strolz si è alleato con Irmgard Griss (candidata alla presidenza nel 2016 con un ottimo risultato) per queste elezioni. I sondaggi prevedono un 5-6% di risultato.
Oltre a questi partiti, si presentano alle elezioni vari altre formazioni minori non ancora presenti in parlamento:
Liste Peter Pilz – come già accennato nasce da una scissione dal partito dei verdi con l’uscita del candidato principale Peter Pilz. E’ l’unico partito che sembra avere possibilità di superare la soglia di sbarramento, con una percentuale nei sondaggi al momento intorno al 5%.
KPÖ – partito comunista austriaco, candidato premier Mirko Messner.
FLÖ – fondato dopo una scissione del partito della libertà (FPÖ) di Salisburgo, candidata premier è Barbara Rosenkranz.
GILT – partito creato dal comico Roland Düringer,
DIE WEISSEN: partito supportato da 3 parlamentari del Team Stronach, che non si è ripresentato alle elezioni.
Per chi vuole approfondire le posizioni dei singoli partiti le possibilità sono molte: tramite i siti web dei singoli partiti, oppure andando alle varie manifestazioni elettorali che saranno molteplici sia a Vienna che in tutta l’Austria, oppure seguendo le confrontazioni televisive che ci accompagneranno quasi tutti i giorni da qui fino al 15 ottobre (qui trovate un calendario aggiornato).
La campagna elettorale si presenta già molto interessante e combattuta, ma in base alla mia esperienza e vedendo i sondaggi attuali molto si deciderà dopo le elezioni, quando bisognerà trovare un modo per creare una coalizione e quindi un governo.
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