Se siete appassionati della saga di Artù, nella sua variante romanzesca, filmica o comics, non perdetevi una visita all’Hofburg di Vienna, dove tutto ebbe inizio…..
Negli oscuri anni dopo la caduta dell’Impero Romano, in un mondo devastato dalle lotte per il potere, lo stregone chiamato Mago Merlino preannunciò la venuta di un nuovo re, destinato a riportare la pace e la prosperità sulla terra. Ma invece di svelarne il nome, il potente mago indicò la via per riconoscerlo: il futuro sovrano avrebbe estratto da una roccia una portentosa spada, insensibile agli sforzi di tutti i precedenti pretendenti.
Il nome del giovane prescelto è, come risaputo, Artù, ma la spada estratta dalla roccia non fu Excalibur: a differenza di quanto narrato nella celebre versione disneyana della leggenda, Excalibur non è infatti l’unica spada di re Artù, nè tantomeno quella che lo incoronò.
Le versioni più antiche del mito narrano invece l’origine magica della spada, che Artù ricevette in dono dalla Dama del Lago dopo la sua assunzione a re: Excalibur (alternativamente chiamata Caliburnus, Caledfwlch e Caladbolg) non era solamente dotata di una incredibile forza, in grado di tagliare ogni tipo di materiale compreso l’acciaio, ma vantava anche un fodero magico, che proteggeva il suo possessore da eventuali ferite.
Soltanto dopo il furto del fodero di Excalibur da parte della sorellastra, la Fata Morgana, Artù potè essere colpito dal di lei figlio Mordred e giunse così a morte. In seguito a questi eventi, la spada sarebbe stata portata sull’isola di Avalon dalla stessa Morgana insieme alla salma di Artù ovvero gettata da Parsifal nel lago, per essere restituita a Dama Viviana.
Ma da dove proveniva questa incredibile spada, che la Dama del Lago donò ad Artù?
L’etimologia del nome Excalibur è dibattuta dagli studiosi, che si dividono nell’attribuzione a due ceppi linguistici molto distinti: quello latino e quello sassone.
Secondo la prima ipotesi, la parola Excalibur deriverebbe dalla fusione della preposizione “ex” e del nome “Calibs”, ad indicare che fu forgiata dai fabbri Calibs, di origini britanniche; accogliendo invece l’origine celtica, il termine starebbe ad indicare la sua forza indistruttibile (letteralmente “Fulmine Solido”).
La Spada sarebbe allora stata forgiata dal fabbro degli dei Wieland a partire dalla portentosa Spada di Nuada, un’arma dagli incredibili poteri magici impiegata dagli onniscenti Tuatha de’ Danaan, o per altre versioni in seguito alla fusione della Lancia di Lugh, dotata di così terribili poteri distrittutivi, che neppure il dio Lugh la brandiva, ma rimaneva immersa in un calderone ricolmo di sangue e veleno (il Calderone di Dagda), affinché distruggesse, senza mai bruciare, tutto quanto la circondava.
Prima di ritirarsi per l’eternità nel paese dell’Età dell’oro, il Tir na n’og, gli dei avrebbero omaggiato i propri sudditi mortali, donando loro quattro potenti oggetti magici in grado di trasmettere la conoscenza a chiunque ne fosse entrato in possesso: oltre alla Pietra di Fal, la già citata Spada di Nuada e il Calderone di Dagda, entrò allora in possesso degli uomini la Lancia di Lugh.
La Lancia ricompare nella storia alcuni secoli dopo in vesti cristianizzate: siamo nell’anno 33 e un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato Longino l’Isaurico per le sue origini turche, trapassa con la sua lancia (di Lugh) il costato di Cristo, subito dopo la sua morte in croce, vedendone sgorgare acqua e sangue. Da quel momento la lancia di Longino acquistò ulteriori poteri miracolosi, tanto che intorno al 1000, dopo essere stata recuperata da Melora, l’indomita figlia guerriera di Re Artù durante le sue spedizioni in Africa, riesce a sciogliere l’incantesimo di cui era vittima l’eroe Orlando.
Secondo un’altra tradizione storica invece la Lancia di Longino nel III secolo sarebbe giunta nelle mani del romano Maurizio, comandante della Legione Tebana, che fu completamente sterminata dal generale Massimiano per il rifiuto dei soldati che la componevano (6666) di prendere parte ad una cerimonia pagana. In quell’occasione Massimiano si impossessò della Lancia di Longino, che, una volta proclamato co-imperatore di Diocleziano, portò con sè a Roma, dove alla sua morte passò a Costanzo Cloro e quindi a Costantino il Grande: fu questa l’arma che egli brandì nella famosa battaglia di Ponte Milvo (312), durante la quale, nel nome della fede cristiana, riportò una schiaccante vittoria sulle truppe del rivale Massenzio.
Con il passare dei secoli la Lancia Sacra passò di mano in mano, compiendo via via nuovi miracoli: con Teodosio sconfisse i Goti, con il generale Flavio Ezio respinse Attila, nelle mani di Carlo Martello battè gli arabi a Poitier. Venne quindi in possesso di Carlo Magno, che alla divisione del Sacro Romano Impero la cedette agli imperatori Sassoni, da cui pervenne agli Hohenstaufen di Federico Barbarossa e quindi agli Asburgo, che la collocarono nel palazzo dell’Hofbug di Vienna, debitamente custodita in una teca di cristallo all’interno della Stanza del Tesoro (Schatzkammer Wien).
Se dunque della vera Excalibur si sono perse le tracce, recandovi in questo scrigno delle meraviglie avrete quantomeno l’opportunità di ammirare la sua probabile fonte d’origine: oggi la Lancia di Longino si presenta con una fenditura nella lama della lancia, dalla quale fuoriesce un chiodo, di quelli (si presume) impiegati per crocifiggere Gesù.
Si dice che il ventenne Adolf Hitler, recatosi nel 1909 in visita all’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, rimase particolarmente impressionato dalla vista della Lancia, che volle fosse trasferita a Norimberga e custodita in un rifugio segretissimo. Proprio da questa esperienza viennese nacque secondo gli storici la ben nota passione del gerarca nazista per i manufatti sacri ed esoterici, ricordata anche dai famosi episodi della saga di Indiana Jones.
La Lancia di Longino (“Heilige Lanze”) è esposta nella Kaiserliche Schatzkammer, il museo dei tesori degli Asburgo nel palazzo Imperiale (Hofburg) di Vienna. Aperto tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 9 alle 17:30. Ingresso € 12,- , ridotto € 9,- , gratuito fino a 19 anni. Maggiori informazioni (in italiano): www.kaiserliche-schatzkammer.at/it
Potete ammirare la Kaiserliche Schatzkammer anche tramite una visita virtuale del “Google Cultural Institute” a questo link: https://www.google.com/culturalinstitute/collection/the-treasury-hofburg?hl=it
Scrivo molto spesso di come trovare un lavoro a Vienna o in Austria, ma quanti di voi forse stanno pensando invece di tornare in Italia?
E’ un desiderio che forse in molti hanno, ma la domanda che ci si pone è sempre una: riuscirei a trovare un lavoro?
Dopo aver vissuto in Austria (on in un paese di lingua germanica) credo che almeno un vantaggio rispetto a molti altri candidati lo possediate sicuramente: una conoscenza della lingua tedesca molto migliore di quando siete partiti.
Già varie volte ho scritto di imprenditori italiani alla ricerca di personale che sappia il tedesco a livello professionale, ma difficili da trovare in Italia. Ebbene non potreste essere voi quelle persone?
La richiesta sicuramente non manca. Facendo una veloce ricerca sul sito web CareerJet per le offerte di lavoro che richiedono il tedesco in tutta Italia (a tempo indeterminato e full time), sono risultati più di 6000 offerte di lavoro!
Sicuramente alcune saranno duplicate, altre non attendibili o con particolari requisiti, ma credo che fra tutte queste offerte qualcuna che fa per voi la potrete trovare sicuramente.
Per iniziare a dare un’occhiata vi riporto di seguito una lista delle ultime 20 offerte di lavoro per chi sa il tedesco in Italia attualmente disponibili (la lista si aggiornerà automaticamente con nuove offerte di lavoro quando disponibili):
Avete già lavorato in Italia con il tedesco? Raccontateci la vostra esperienza!
Come ogni anno dalla metà di Novembre fino a Natale le piazze più belle di Vienna si trasformano in suggestivi mercati di Natale.
Le suggestive casette di legno non mancheranno di offrirvi prodotti artigianali, tradizioni gastronomiche, idee regalo e molto altro, creando una magica atmosfera natalizia.
Da non perdere domani sera (15. Dicembre) alle 17:30 l’inaugurazione del Mercatino di Natale del Municipio (Rathaus), con l’illuminazione dell’albero di Natale (quest’anno italiano dall’Alto Adige!) e il discorso del Sindaco di Vienna.
Tutti i mercatini rimarranno aperti fino a Natale, con eccezione di quello di Schönbrunn e del Prater (sotto la Ruota) che continueranno fino ad inizio Gennaio.
Se volete un consiglio su quali mercatini visitare, personalmente evito quelli più caotici e cari come al Rathaus o Schönbrunn (ma se non ci siete mai stati almeno una visita veloce è d’obbligo), per recarmi invece presso quelli più di “nicchia” ma molto più caratteristici e meno costosi come il “Weihnachtsdorf” presso il Campus Univeristario (Altes AKH) o quello tra le vie di Spittelberg (dietro il Museumsquartier).
Di seguito trovate una lista dettagliata con orari e indirizzi di tutti i mercatini di Natale di Vienna:
Mercatino di Natale al Municipio (Rathaus) di Vienna
15.11.-24.12.2014
tutti i giorni dalle 10 alle 21.30, ven. e sab. fino alle 22
24.12. dalle 10 alle 17
Rathausplatz, 1010 Vienna
www.christkindlmarkt.atVillaggio di Natale in Maria-Theresien-Platz
19.11.-26.12.2014
tutti i giorni dalle 11 alle 22
24.12. dalle 11 alle 16
25.+26.12. dalle 11 alle 19
Maria Theresien-Platz, 1010 Vienna
www.weihnachtsdorf.atVillaggio di Natale al Castello Belvedere
21.11.-23.12.2014
lun.-ven., dalle 11 alle 21
sab., dom. e festivi, dalle 10 alle 21
Prinz-Eugen-Straße 27, 1030 Vienna
www.weihnachtsdorf.atVillaggio di Natale dell’Altes AKH
15.11.-23.12.2014
lun.-ven., dalle 14 alle 22
sab., dom. e festivi, dalle 11 alle 22
Alserstraße/Spitalgasse, Hof 1, 1090 Vienna
www.weihnachtsdorf.atMercatino di Natale Vecchia Vienna
21.11.-23.12.2014
tutti i giorni dalle 10 alle 21
Freyung, 1010 Vienna
www.altwiener-markt.atMercatino dell’Avvento Am Hof
14.11.-23.12.2014
Lun. – gio. dalle 11 alle 21, ven. – dom. dalle 10 alle 21, ristorazione fino alle 22
Am Hof, 1010 Vienna
www.weihnachtsmarkt-hof.at
www.kunsthandwerksmarkt.atMercatino della Cultura e di Natale e Mercatino del Nuovo Anno Castello di Schönbrunn
22.11.-26.12.2014
tutti i giorni dalle 10 alle 21
24.12. ore 10-16, 25.-26.12. ore 10-18
Mercatino del Nuovo Anno 27.12.2014-1.1.2015
tutti i giorni dalle 10 alle 18
Schloss Schönbrunn, 1130 Vienna
www.weihnachtsmarkt.co.atMercatino di Natale davanti alla Karlskirche
21.11.-23.12.2014
tutti i giorni dalle 12 alle 20, ristorazione fino alle 21
Karlsplatz, 1010 Vienna
www.divinaart.atMercatino di Natale am Spittelberg
14.11.-23.12.2014
Lun-gio. dalle 14 alle 21, ven. dalle 14 alle 21.30
Sab. dalle 10 alle 21.30, dom. e festivi ore 10-21
Spittelberggasse, Schrankgasse, Gutenberggasse, 1070 Vienna
www.spittelberg.atMercatino invernale nella piazza della ruota panoramica
22.11.2014-6.1.2015
Lun-ven. ore 12-22
Sab., dom. e festivi ore 11-22
24.12. ore 12-16, 31.12. ore 12-2
Vendita fino alle 21
Riesenradplatz, 1020 Vienna
www.wintermarkt.atMercatino di Natale am Stephansplatz
15.11.-23.12.2014
Tutti i giorni ore 11-21
Stephansplatz/direzione Churhausgasse, 1010 Vienna
www.weihnachtsmarkt-stephansplatz.at
La Chiesa Votiva di Vienna, alta quasi 100 metri, racconta la storia di un attentato fallito, della competizione fra Austria e Prussia e del potere congiunto di chiesa cattolica e Impero Asburgico. Merita una visita?
Secondo me sì, oltre che per il significato storico anche per la sua bellezza e importanza artistica. La Votivkirche di Vienna, progettata dall’architetto Heinrich von Ferstel, fu realizzata in un ventennio (1853-1879), un periodo abbastanza breve se si considera che le cattedrali gotiche venivano costruite nel corso di secoli. Questo perché il suo stile, anche se d’ispirazione gotica ma definito “neogotico”, è molto omogeneo.
Giunto di fronte alla Chiesa Votiva, i tuoi occhi saranno rapiti dalle due imponenti torri di forma ottagonale, alte 99 metri, intagliate con cura. L’architetto viennese progettò la chiesa ispirandosi alla cattedrale di Colonia, appartenente in quel periodo alla Prussia, rimarcando l’antagonismo fra i due imperi.
Al suo interno tre navate e diverse opere d’arte, fra cui una tomba del 1500 con un rilievo del Conte Niklas Salm, la copia della “Madonna di Guadalupe”, un altare del 1400 che riproduce le scene della Passione e un cero di ben 280 kg, alto quattro metri e largo 30 cm. Quest’ultimo è un monumento ai caduti e si dice che sia acceso da 2 secoli. Sarà vero?
La Votivkirche di Vienna fu costruita per ringraziare il Divino Redentore dell’attentato fallito all’imperatore Francesco Giuseppe I. Un indipendentista ungherese – János Libényi – nel 1853 cercò di accoltellarlo durante una passeggiata in città.
Il monarca si salvò e suo fratello, l’arciduca Ferdinand Maximilian, finanziò la costruzione della chiesa, in parte frutto di una raccolta fondi fra il popolo. L’obiettivo era anche quello di rimarcare la volontà divina nella sovranità di Francesco Giuseppe I, poiché potere politico e religioso in quel periodo erano una sola cosa.
La Chiesa Votiva di Vienna si trova sulla Rooseveltplatz 8, tra la Ringstrasse e la Universitätsstrasse, poco distante dal Rathaus. È visitabile dal martedì al venerdì dalle 16 alle 18, il sabato e la domenica dalle 9 alle 13. L’ingresso è gratuito.
Il miglior modo per raggiungere la Votivkirche di Vienna, se ti sposti con i mezzi pubblici, è prendere la metropolitana (scendete alla fermata Schottentor) o il tram (linee 1,2,D)
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Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri sera un decreto per rinvare le elezioni dei Comites previste per Dicembre al 17 Aprile 2015. Le iscrizioni alle liste per l’espressione della volonta’ di voto saranno possibili fino al 18 marzo 2015
La decisione è stata presa sia per la bassa partecipazione alle liste elettorali (solo il 2% degli aventi diritto) sia per le difficoltà nel presentare le liste presso molte circoscrizioni a causa dei tempi molto stretti.
Anche in Austria a causa di queste difficoltà nessuna delle liste era riuscita a raccogliere le 100 firme necessarie per presentarsi alle elezioni – che erano state quindi annullate.
Al momento non sono ancora presenti ulteriori informazioni se e con quali modalità sarà possibile presentare nuovamente le liste, aggiornerò l’articolo non appena l’Ambasciata Italiana a Vienna fornirà maggiori dettagli.
Il 1. novembre 2014 si è disputata la prima edizione del “Wien Rundumadum” ultra trail. Corsa in natura attorno la città di Vienna da 124 chilometri e 1600 metri di dislivello positivo.
Vediamo allora come è stato questo mio ultra trail intorno a Vienna, che era alla sua prima edizione. Dopo una sveglia ad un orario veramente indecente, mi sono avviato alla partenza, dall’altra parte della città, con la consolidata coppia bici e metropolitana. Qui ho incontrato quello che è rimasto della festa di Halloween, ma in una grande città, tutto è possibile sul treno alle cinque del mattino, dal tizio che si presenta ad un ultra trail, a quello che gli scoppia la testa, a quello che vestito in kimono guarda cartoni giapponesi alternativi sul cellulare. Mondi paralleli con in comune solo la poca normalità.
La partenza e l’arrivo del “Rundumadum” sono stati collocati in una palestra, qui ho incontrato molte facce conosciute e tutti gli altri del mio gruppo sportivo. La prima novità l’ho scoperta al breefing pre-gara, quello che di solito si partecipa ma non si ascolta, vale a dire che in un tratto finale in mezzo alla campagna non è stata messa la segnalazione sul percorso. Perché? Il proprietario non ha voluto. “Wien ist anders” questo è il motto della città, “Vienna è diversa” e anche nel marcamento del percorso non si è smentita.
Entusiasti siamo partiti alle sette di mattina con una leggera nebbia che stava lasciando il posto al sole. Dopo qualche chilometro in riva al canale Marchfeldkanal, ho affrontato la prima salita vera, quella del “Nase“, tosta ma breve. Vienna è piena di gente che millanta tempi di salita impossibili, ma non sono stato purtroppo tra questi in quanto è stata la prima volta che l’ho affrontata. Dopo è arrivata una parte molto piena di saliscendi nel bosco viennese. Anche in gruppo, non sempre è stato facile non perdersi. Qui è apparso il primo dei cinque ristori previsti, che non erano molti ma prelibati.
Verso il km 40 mi sono trovato da solo e qui ho deciso di cambiare marcia. Era il pezzo del Lainzer Tiergarten, quello dove lo scorso anno vi ho corso l’ultima edizione del leggendario omonimo trail. Finito questo tratto con qualche bella rampa tosta e sempre su bei sentieri, sono arrivato nella zona Liesing, il fiume che scorre davanti a casa mia. Qui trovare la strada prevista è stato abbastanza problematico, ma non potevo perdermi qui. Risolti i problemi di pesantezza al checkpoint successivo nel parco del Wienerfeld, sono arrivato sull’isola sul Danubio dopo essere passato davanti al cimitero e sulle colline di casa di Oberlaa, prima che si sia fatto buio.
Qui è iniziata un’altra corsa, quella alla ricerca della via che mi doveva portare fuori dal bosco della Lobau pieno di sentieri sconosciuti e poche indicazioni. Ho trovato la scia di un corridore con bici al seguito che gli faceva da apri pista col gps. Ma questa cuccagna è finita presto e mi sono trovato da solo nel buio e nella nebbia. Qui un fantomatico ciclista, penso però sia stato reale, è apparso e mi ha guidato fino al successivo ristoro.
Ora avevo davanti solo gli ultimi trenta chilometri che ho affrontato con la cartina del percorso in mano. Una volta arrivato, sempre in solitaria, al famigerato campo senza cartelli e vie, non ho potuto far altro che costatare di essermi perso. Sulla carta era mostrato un piccolo bosco davanti su una strada curva e invece ero su una carraia dritta in mezzo ad un campo di fragole, immerso in un nebbione padano che non si vedeva a venti metri. Scartata l’idea di sedermi a piangere, ho estratto il mio GPS e, come da manuale, mai veramente usato prima per navigare, ho cercato di tornare sulla retta via.
Risultato: mezz’ora di avanti e indietro, schermo appannato che non si vedeva nulla, ma come per magia sono rientrato sul percorso segnato. Qui ho incontrato due corridori erranti, dove uno, una faccia conosciuta, avrei scommesso, vista l’ora, che avesse già tagliato il traguardo. In tre, però, è stato un gioco da ragazzi trovare la strada e, con le dovute pause, siamo arrivati alla fine appena prima delle 22:30 dopo 15h:28′ dal via.
Abbiamo avuto anche l’onore di ricevere la medaglia d’oro per quelli che sono rimasti sotto le diciotto ore, nonché la bottiglia di vino con l’etichetta “Wien Rundumadum”, riconoscimento per tutti quelli che sono arrivati in fondo. Su 105 partenti, ben quaranta hanno gettato la spugna prima del traguardo rinunciando, di fatto, al prestigioso nettare.
“Wien Rundumadum” è un ultra trail con poco dislivello, poco asfalto, ristori non fitti, in data più che autunnale e segnaletica minimale. Probabilmente l’unica possibilità per correre una gara del genere attorno a Vienna. Il minimalismo è stato un altro modo per rendere la gara un po’ più impegnativa che alla fine ho apprezzato. La traccia completa del percorso è qui.
Costruito in stile greco da un progetto dell’architetto danese Theophil von Hansen, Il Palamento di Vienna è il cuore della politica austriaca. L’edificio è aperto al pubblico, che può partecipare a visite guidate e assistere dal vivo ai lavori dei deputati.
Anche Alcide De Gasperi, in qualità di statista italiano, nei primi anni del ‘900 partecipò alle riunioni dei “regni e paesi rappresentati nel Consiglio del Regno”, che si tenevano presso il Parlamento di Vienna. L’Austria era una monarchia e lo fu fino al 1919, quando divenne una repubblica democratica e le donne poterono finalmente votare.
La democrazia ottenuta nel ‘19 subì il duro colpo del nazismo e per ben 11 anni il Parlamento fu abolito. Dal ’45 a oggi è sede delle due camere: il “Nationalrat” – camera dei deputati – e il “Bundesrat”, rappresentanza delle regioni.
Il Portico del Parlamento viennese, raggiungibile da due grandi scale laterali, è rialzato rispetto alla strada (Ringstraße) e costruito su ispirazione dei templi greci. Il timpano è dominato dalla figura dell’imperatore Francesco Giuseppe intento a consegnare la costituzione nel 1861, anno di istituzione del Parlamento. Theophil von Hansen espresse la sua passione per lo stile greco anche nella fontana di Pallade Atena, situata di fronte all’edificio.
La statua della dea della saggezza, invece, che la sormonta dai suoi 5 metri di altezza, è stata realizzata da Karl Kundmann. Ti starai chiedendo chi sono le figure ai piedi della dea. Sono quattro divinità che simboleggiano i fiumi Danubio, Inn, Elba e Moldava. Più in alto, due statue di donna rappresentano i poteri legislativo e amministrativo.
Il Parlamento di Vienna è interessante anche all’interno, con i suoi appartamenti di stato decorati e le numerose sale, fra cui quelle dei parlamentari. La storia del palazzo è raccontata da guide esperte attraverso visite che durano (così è indicato con precisione assoluta sul sito ufficiale) 55 minuti.
In entrambi i casi, se le aule dovessero servire per riunioni improvvise, le visite saranno cancellate. Orari e tariffe d’ingresso variano. Per informazioni dettagliate visita il sito del Parlamento alla pagina www.parlament.gv.at/LANG/IT/OeffentlicheFuehrungen/ .
Il Parlamento viennese si trova in Dr. Karl Renner-Ring 3.
Ti consiglio di raggiungerlo con i mezzi pubblici.
Metropolitana
U2, scendere a Volkstheater o Rathaus
U3, scendere a Volkstheater
Tram
1, 2, D, scendere a Stadiongasse/Parlament o Dr.-Karl-Renner-Ring;
46, 49, scendere a Dr.-Karl-Renner-Ring (capolinea);
71, scendere a Stadiongasse/Parlament o Dr.-Karl-Renner-Ring
Autobus
2°, scendere a Burgring o Dr.-Karl-Renner-Ring;
48A, scendere a Dr.-Karl-Renner-Ring (capolinea)
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Nel cuore di Vienna, da quasi 450 anni, si istruiscono cavalli e cavalieri secondo le rigide e creative regole dell’equitazione classica. La Scuola di Equitazione Spagnola (Spanische Hofreitschule) è l’accademia equestre più antica del mondo, un luogo fuori dal tempo.
C’è persino un po’ d’Italia nella storia della Scuola di Equitazione Spagnola di Vienna. Gli stalloni lipizzani, scelti per apprendere il sapere dell’Alta Scuola di Equitazione Classica, devono il loro nome a Lipizza, città che durante l’Impero austriaco apparteneva al Comune di Trieste.
Le esibizioni della Scuola ti lasceranno a bocca aperta. Sono certa che penserai: “Come fa un cavallo a muoversi in modo così preciso ed elegante?“. Non credere, però, che si tratti di uno spettacolo circense. Quanto proposto al pubblico è il risultato orgoglioso di una tradizione che si trasmette oralmente da 400 anni.
Cavalli e fantini riproducono con esattezza le manovre di guerra medievale, utili in passato ai cavalieri per lottare e “salvarsi la pelle”. A briglia sciolta, i cavalli eseguono salti, cambi di passo e andatura agili e spettacolari.
Gli stalloni, allenati nell’antico maneggio imperiale, sono pronti dopo 6 anni di percorso formativo, eseguito nel loro rispetto assoluto. Lo studio non è meno duro e serrato per i fantini (dal 2008 sono state ammesse anche le donne), che frequentano la Scuola dai 10 ai dodici anni per imparare a esibirsi in simbiosi con i destrieri, seguendo il loro movimento naturale.
La razza lipizzana, in origine, è stata generata da incroci fra cavalli di Lipizza e stalloni andalusi. Da questi ultimi, scelti per il carattere adeguato all’apprendimento dell’equitazione classica, deriva il termine “spagnola” della secolare scuola equestre.
In seguito, per perfezionare la razza, i lipizzani vennero incrociati con diversi altri cavalli – arabi, napoletani, berberi – fino all’ottenimento di un destriero bello da vedere, forte e al contempo raffinato.
La Scuola di Equitazione Spagnola è aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 16. Tutti i venerdì, quando c’è lo spettacolo, l’apertura si protrae sino alle 19. La Scuola si trova in Michaelerplatz ma la biglietteria è in Josefsplatz (aperta dal mercoledì al venerdì dalle 9 alle 12).
Ti consiglio, per evitare file infinite e il “sold out”, di acquistare i biglietti d’ingresso alla Scuola attraverso il sito web ufficiale www.srs.at, tradotto anche in inglese. Oltre agli ingressi ordinari sono in vendita quelli per eventi speciali.
Metropolitana
U1, scendere a Karlsplatz, Oper o Stephansplatz;
U2, U4, scendere a Karlsplatz, Oper;
U3, scendere a Herrengasse
Tram
1, 2, D, scendere a Kärntner Ring, Oper o Burgring;
62, scendere a Kärntner Ring o Oper
Autobus
2A o 3A, scendere alla Michaelerplatz
Che ne pensi di una scuola per cavalli d’élite? La visiteresti? Commenta questo articolo e dimmi se lo hai trovato utile!
Il più grande palazzo d’Austria si trova proprio a Vienna, nella riserva in cui l’imperatore Massimiliano II si dilettava ad andare a caccia nel ‘500. Il Palazzo di Schönbrunn, dove visse la famosa principessa Sissi, è Patrimonio culturale dell’umanità dell’UNESCO. Oggi è una delle attrazioni turistiche più visitate della capitale austriaca.
Nel 1683 i turchi distrussero il palazzetto della tenuta di caccia, e dopo un tentativo malriuscito di Leopoldo I di costruire un castello simile a quello di Versailles, fu Maria Teresa a dare un assetto finale al Palazzo, rivisitato dal 1744 al 1749 in stile rococò.
L’imperatrice stessa decise gli arredi delle 1440 stanze: oggi se ne possono visitare circa 40. Gli ultimi ritocchi al palazzo – dovuti a causa dei bombardamenti del secondo conflitto mondiale – furono eseguiti nel 1952.
Il Parco del Palazzo di Schönbrunn dona un senso di benessere e spensieratezza ai suoi visitatori. Sei pronto a esplorare un labirinto di 1.715 m2? È fra le sue maggiori attrattive, un percorso tracciato alla fine degli anni novanta seguendo le sezioni di quello originale.
Un punto di vista privilegiato del parco è la terrazza panoramica dell’edificio Gloriette, in cima a un’altura. Da lì si gode di una magnifica vista su Schönbrunn e Vienna.
Fra le chicche, inoltre, il Giardino del principe ereditario, che custodisce un vecchio tasso. Sei sportivo? L’ingresso al parco è gratuito, potresti frequentarlo anche da viennese recandoti lì per una corsetta o una rilassante passeggiata.
Quanto tempo hai per visitare il Palazzo di Schönbrunn? Il percorso più breve è l’Imperial Tour: dura dai 30 ai 40 minuti e prevede la visita di 22 sale interne, testimonianza preziosa della vita dell’epoca imperiale.
Il Grand Tour è invece più completo. Dura dai 50 ai 60 minuti e include l’ingresso alle sale settecentesche del periodo di Maria Teresa.
Ci sono altre possibilità di visita, consultale sul sito ufficiale del Palazzo www.schoenbrunn.at .
Il Palazzo di Schönbrunn non chiude neanche durante le feste. Gli orari d’ingresso, suddivisi per attrazione, sono consultabili al link http://www.schoenbrunn.at/it/visita/orari.html.
Ecco il costo dei biglietti fino a marzo 2015. Se vuoi evitare inutili file, ti consiglio di acquistarli on-line.
Imperial Tour > € 11,50 / € 8,50
Grand Tour > € 14,50 / € 9,50
Classic Pass > € 18,50 / € 12,00
Classic Pass Plus > € 21,50 / € 14,00
Gold Pass > € 39,90 / € 19,00
Biglietto Sisi > € 25,50 / € 15,00
Metro, tram e autobus si fermano proprio davanti al Palazzo, alla fermata Schönbrunn.:
Metropolitana > linea U4
Tram > 10, 58
Autobus > 10A
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Lo studio del tedesco è una strada sempre lunga e in salita.
Anche dopo 10 anni in Austria ogni giorno imparo parole nuove, modi di dire e coniugazioni verbali che mai avrei creduto fossero pronunciabili :-)
Uno strumento che ritengo indispensabile per chi voglia imparare – veramente – il tedesco è un buon dizionario.
Non parlo però di quelli online come Leo oppure Google Translate – sicuramente validi per un’occhiata veloce ad un termine che non vi viene in mente – ma assolutamente insufficienti per uno studio approfondito di qualunque lingua straniera.
Ebbene sì, per imparare il tedesco ci vuole il buon vecchio vocabolario “di carta”: solo lì avrete la garanzia di trovare un dizionario completo, recensito e controllato da professionisti e con il quale potrete veramente imparare la lingua a fondo.
Se siete alla ricerca di un buon dizionario o vocabolario di tedesco, di seguito una selezione di quelli che reputo i migliori attualmente sul mercato:
Avete altri dizionari, vocabolari o manuali di tedesco da consigliare? Segnalateli nei commenti!