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Wotrubakirche: la Chiesa della SS. Trinità di Vienna

Qualche settimana fa, seguendo il suggerimento di un amico architetto, ho deciso di concedermi una pausa dalla frenesia dei mercatini natalizi, per esplorare un luogo nel 23° distretto poco noto ai turisti (e forse, chissà, anche ad alcuni viennesi); arrivarci non è stato immediato, ma l‘efficienza dei mezzi di trasporto consente di raggiungere tranquillamente questo posto, la cui visita è di certo “eine Reise wert”.

Sto parlando della Chiesa zur heiligsten Dreifaltigkeit, più comunemente nota come Wotrubakirche, edificio sacro realizzato tra il 1974 e il 1976 dall’artista Fritz Wotruba (1907-1975), uno degli scultori più importanti e influenti del XX secolo.

Ceco-ungherese di origine, ma viennese di adozione, Wotruba incentrò i suoi studi sul tema della figura umana, coniugata con l’ambiente circostante; con il passare degli anni, la sua concezione di scultura si legò sempre più profondamente all’architettura, arrivando alla scomposizione del corpo in blocchi di materia.

La sua ricerca culminò proprio nella realizzazione di questa chiesa. Si tratta di un’opera veramente unica nel suo genere, composta da cubi di cemento (ben 152!) di grandezza diversa, il cui peso varia tra le 2 e le 140 tonnellate; disposti irregolarmente a strati, i blocchi sono collegati tra loro da pannelli di vetro, che permettono alla luce del giorno di illuminare l’interno.

La cosa, che più mi ha colpita man mano che mi avvicinavo all’edificio, è l’aura di profonda sacralità e al tempo stesso di semplicità che si respira; sensazione davvero interessante, se si pensa che Wotruba (ispirandosi alla cattedrale gotica di Notre-Dame) progettò la chiesa senza sapere quale sarebbe stato il sito della costruzione, e morì prima che fosse ultimata.

Eppure è proprio il luogo ad amplificare di fatto la potenza di questo gigante scultoreo: è davvero affascinante osservare come questi blocchi solitari di cemento, circondati solo dagli alberi e dal vento, sembrino quasi vegliare dall’alto della collina sulla città di Vienna.

Suggestivo anche il contrasto tra l’esterno e l’interno della chiesa: mentre fuori si ha l’impressione di camminare sulla superficie di una scultura colossale, una volta varcate le porte di vetro, ci si ritrova in un ambiente intimo, scarno, dominato unicamente dalla croce sullo sfondo e dai riflessi della luce naturale, che penetra obliqua tra le pareti sghembe.

L’intento di Wotruba era quello di creare qualcosa “che mostrasse come la povertà non deve essere necessariamente qualcosa di sgradevole, che la rinuncia può esistere anche in un luogo di estrema semplicità, eppure bello e che ci rende felici” (das zeigt, dass Armut nicht hässlich sein muss, dass Entsagen in einer Umgebung sein kann, die trotz größter Einfachheit schön ist und auch glücklich macht). E si può ben dire che Wotruba abbia colto nel segno.

Quando la chiesa fu terminata, in realtà, ci fu un’insurrezione generale da parte degli abitanti del posto: l’aspetto inusuale dell’edificio venne considerato inappropriato e poco rispettoso per un tempio dedicato a Dio. Ma, alla fine, l’unicità di quest’opera d’arte e la scelta perfetta della cornice, in cui fu eretta, ebbero la meglio e la chiesa è oggi divenuta l’orgoglio della comunità.

La Wotrubakirche è raggiungibile prendendo la linea U4 fino a Hietzing e proseguendo poi con lo Straßenbahn 60 fino a Maurer Hauptplatz, infine con il bus 60A fino a Kaserngasse, oppure dalla stazione Wien Mitte (linee U3 e U4)  con il treno S9 fino a Liesing, poi bus 60A fino a Lindauergasse.

Nessun costo d’ingresso.

Per ogni altra informazione: www.georgenberg.at

Scritto da Anna

Sono laureata in lettere antiche e vivo da maggio 2014 a Vienna. Attualmente lavoro all'Albertina come guardasala: studio il tedesco solo da 8 mesi, perciò mi sto rimboccando le maniche con tanta buona volontà, partendo dal basso!

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