Mi è piaciuto molto l’articolo di Viola Stefanello pubblicato da Il Post sull’edilizia popolare viennese.
Il diritto alla casa è sicuramente uno degli aspetti su cui la guida socialdemocratica da oltre 100 anni ha messo un proprio “marchio di fabbrica”. Una tradizione sociale che permette affitti agevolati per più della metà degli abitanti, tramite l’edilizia sociale (Gemeindebau), le cooperative (Genossenschaft) ma anche grazie a sovvenzioni per chi ha un reddito basso.
Anche qui purtroppo le cose stanno però cambiando (in peggio) e l’aumento del costo degli affitti e delle case in vendita sta diventando un problema per molti. Trovo l’articolo comunque in generale equilibrato e approfondito al punto giusto, cosa che non spesso accade quando si parla di Vienna nelle testate italiane, quindi ve lo consiglio.
Un piccolo estratto, il resto lo trovate su Il Post:
Da qualche anno Vienna è considerata la città più vivibile del mondo, ed è anche una di quelle che crescono più velocemente in Europa. Efficiente, pulita e molto comoda per raggiungere il resto del continente, la capitale austriaca è però un luogo così attraente anche perché finora è riuscita a evitare la crisi abitativa che ha reso le altre grandi città dell’Europa occidentale spesso inaccessibili per chi non è ricco.
Nel 2021, i viennesi che vivevano in alloggi privati hanno speso in media il 26 per cento del proprio reddito (al netto delle imposte) per pagare affitto e costi energetici. Quelli che vivevano in case pubbliche o sovvenzionate ancora meno, il 22 per cento. Secondo il Sole 24 Ore, invece, a Milano l’affitto rappresenta in media il 51,6 per cento dello stipendio medio.
Il sistema che rende possibili affitti così abbordabili si basa su una fitta serie di politiche locali e nazionali che si sono stratificate nel corso di decenni, dovute anche al fatto che il governo locale, controllato quasi ininterrottamente dal partito socialdemocratico da un secolo, da sempre mette il diritto alla casa al centro delle proprie priorità.
Immagine: Manfred Werner / Wikimedia Commons
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