Tedesco 3 commenti

Il dialetto viennese: origine, storia e curiosità

Leggendo i commenti a diversi articoli, ho spesso notato che si diceva che a Vienna si fa fatica a capire la gente, perché parlano il dialetto e non il cosiddetto “tedesco alto” (Hochdeutsch), cioè il tedesco che si impara nei corsi e a scuola.

La domanda allora è: cos’è il dialetto Viennese? Vediamo di fare un introduzione.

Partiamo dalla lingua austriaca. L’austriaco a differenza del tedesco svizzero non è accettato come lingua propria. Colpa forse del poco interesse da parte degli austriaci a tutelare di più la propria lingua, ma sicuramente per via del fatto che in ambiti ufficiali, radio e tv si usa il tedesco alto, a differenza della svizzera.

Nel protocollo nr. 10 l’Unione Europea ha fatto mettere per iscritto 23 parole austriache che si possono usare al posto di quelle tedesche. Per il resto sulla tutela della lingua austriaca si trova poco o niente.

Se ora ci addentriamo più specificamente nella lingua della capitale austriaca, bisogna iniziare con qualche considerazione. Per prima cosa il dialetto Viennese fa parte del tedesco bavarese (come del resto tutti i dialetti Austriaci, escluso quello del Vorarlberg che appartiene all’Alemanno, del quale a sua volta fa parte il tedesco Svizzero).

Inoltre c’è da dire che la vicinanza di Vienna ad altri Stati, particolarmente dell’Est, i contatti con quelle popolazioni e soprattutto i flussi migratori da quei Paesi hanno lasciato molte traccie nel dialetto di Vienna.

Da citare sono le influenze boeme (nell’ ora Rep. Ceca) e slave, portate a Vienna dai lavoratori giunti in cerca di lavoro verso la fine dell’800. Molte traccie ha lasciato anche il Jiddisch, la lingua della comunità ebrea, che fino alla seconda guerra mondiale era ben nutrita. Altre influenze sono arrivate dagli altri paesi confinanti e dalle popolazioni dei Sinti e Rom.

Alcuni esempi sono per le parole Kiberer=Polizist=Poliziotto e Habara=Freund=Amico, entrambe assimilate dal Jiddisch. Comunque c’è anche da dire che non esiste un’ unica ortografia, nei due esempi sopra citati si puo scrivere e dire: Kiberer, Kieberer, Kibara, Kiwara, oppure Habara, Hawara, Haberer, Hawerer…

Il dialetto di Vienna si distingue anche per parole composte e fantasiose come per esempio Hackenstad=Arbeitslos=Disoccupato.

Un altro esempio spesso citato e che dovrebbe essere tipica del dialetto viennese, sarebbe: “An Eitrige mit an Buggl und a sechzehna Blech”, la quale viene usata per ordinare un Würstel tipico, cioè la Käsekrainer (Eitrige=Pus per via del formaggio che fuoriesce dalla salsiccia) con un pezzo di pane nero, cioè la parte finale e rotonda (Buggl=gobba) e una birra in lattina (sechzehna Blech=lattina del 16. distretto, la dove viene prodotta la birra Ottakringer).

Alla fine dell’800 a Vienna si parlavano 4 tipi di dialetti, uno dei quali era quello di Schönbrunn e cioè la lingua dei monarchi (per sentire una prova guardatevi un film di Hans Moser).

Oramai le differenze di quei 4 dialetti si sono fusi in un unica parlata e il dialetto di oggi è influenzato molto dalla serie televisiva degli anni 70 “Ein echter Wiener geht nicht unter” (Un vero Viennese non affonda), che a distanza di oltre 30 anni viene riproposta annualmente sull’emittente di stato ORF. La lingua usata in quella serie TV è stata quella del lavoratore “tipico”. La star è un elettricista che abita con la sua famiglia nel 10. distretto.

Attualmente si riscontra una diminuzione nell’uso del dialetto appannaggio del tedesco alto. Simile alla situazione italiana è forte l’influenza della TV e in Austria particolarmente l’influenza dei programmi prodotti in Germania.

Inoltre la popolazione istruita si allontana sempre maggiormente dalla parlata dialettale, che viene vista come il linguaggio del proletariato, brutto e da evitare. Capita spesso di incontrare genitori con figli, dove i genitori parlano ancora dialetto mentre con i figli si mettono a parlare hochdeutsch.

Si riscontra così nella maggior parte delle conversazioni un miscuglio tra parole dialettali e parole in tedesco alto. Da citare come esempio dialettale sono l’uso di i=ich=io e na=nein=no.

Il dialetto invece  è ancora dominante nel ceto “basso”, composto per la maggiore da persone migrate a Vienna in cerca di lavoro, che apprendono la lingua sul posto di lavoro e non a scuola, tramandandosi il dialetto.

Ma anche se il dialetto sembra (dico sembra, dato che ci sono comunque associazioni che provano a rivitalizzare il dialetto) scomparire è facile sentire la differenza tra un tedesco e un austriaco nella parlata. La cadenza e la pronuncia delle parole resta differente.

Per ulteriori informazioni vi raccomando la serie in tedesco “What the fuck is Bayrisch” prodotta da studenti dell’Università di Vienna dove vengono spiegate le particolarità del dialetto Viennese e del dialetto Austriaco (qui la prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=4pVQt-sQRwk).

Da non perdere il sito ufficiale della serie televisiva “Ein echter Wiener geht nicht unter”, dove si possono guardare dei spezzoni e trovare informazioni.

Una possibilità per sentire il dialetto più o meno viennese sono le canzoni di Wolfgang Ambros , Georg Danzer, Ludwig Hirsch e tanti altri, che hanno contribuito a dare vita a cavallo tra gli anni 70 e 80 al cosiddetto Austropop.

Infine per approfondire un interessante dizionario del dialetto Viennese.

David

Meranese di nascita è arrivato a Vienna nel 2002 per motivi di studio. All'amore per la cittá si aggiunse ben presto l'amore vero, con frutti insperati.
Orgoglioso di possedere il patentino A di bilinguismo, si rammarica del fatto che al di fuori dall'Alto Adige nessuno sappia cosa sia e non gli serva a niente.

Scritto da David

Meranese di nascita è arrivato a Vienna nel 2002 per motivi di studio. All'amore per la cittá si aggiunse ben presto l'amore vero, con frutti insperati.
Orgoglioso di possedere il patentino A di bilinguismo, si rammarica del fatto che al di fuori dall'Alto Adige nessuno sappia cosa sia e non gli serva a niente.

3 Commenti

  1. Francesca Romana ha detto:

    interessante l´articolo, pur saependo tanto non sapevo della storia della “lattina del 16.”
    Sempre molto simpatiche poi le brevi presentazioni degli autori! :)

  2. pasquino ha detto:

    Non so come diciate voi nel Burgraviato, ma in italiano si dice “lo yiddish”, non “il Jiddisch”.

  3. david ha detto:

    @pasquino: dipende a che gruppo linguistico si appartiene ;-) a parte gli scherzi, grazie della segnalazione.

Lascia un commento

Spunta questa casella se vuoi ricevere un avviso quando qualcuno risponde al tuo commento.

Con l'invio di questo commento si autorizza il trattamento dei dati personali per la finalità, con le modalità e nei limiti indicati nella privacy policy .