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Sofia ed Elisabetta: confronto fra due “First Ladies”

Entrambe provenienti dalla Baviera, entrambe destinate a Vienna, entrambe legate allo stesso uomo, entrambe bellissime e ricche di fascino, entrambe intelligenti ed astute, entrambe così determinate da lasciare un segno nella Storia della casata Asburgo.

Così apparentemente differenti e, in fondo, così simili: apparentemente distanti, ma, in realtà, così incredibilmente vicine.

Nel pensiero comune si tende a idealizzare la figura dell’imperatrice Elisabetta, contrapponendola a quella dell’arpia zia-suocera Sofia, grazie, in particolar modo, ai film dedicati a Sissi, interpretati da Romy Schneider. Bene, se desiderate conoscere la verità, cominciate a cancellare dalla mente le scene dei film e seguitemi nelle prossime righe.

Cominciamo subito sfatando il mito dell’avversione di Sofia verso Elisabetta quale futura sposa di Francesco Giuseppe: nel carteggio fra l’imperatrice madre e le sorelle, si può evincere come anch’ella sia rimasta affascinata dalla bellezza naturale che emanava la nipote quindicenne e, nonostante le sue perplessità iniziali nella scelta del figlio, non solo non si oppose, ma la mattina successiva alla dichiarazione del giovane Imperatore, all’ingresso della chiesa parrocchiale di Bad Ischl, davanti ai fedeli, ella lascerà il passo a Sissi. Questa fu la pubblica dimostrazione non solo dell’avvenuto fidanzamento, ma anche del favore dimostrato da Sofia al futuro matrimonio imperiale.

Tuttavia è nel periodo del “viaggio di nozze” che la coppia imperiale trascorre al castello di Laxenburg che nascono i primi disaccordi fra suocera e nuora, che, con gli anni, si accrescono sempre più, tracciando un solco fra le due prime donne dell’Impero.

Proviamo ora ad entrare nello specifico.

L’educazione – Sofia nasce il 27 gennaio 1805 a Monaco di Baviera, figlia del Re di Baviera Massimiliano I. Cresciuta alla corte bavarese, fu destinata sposa all’Arciduca d’Austria Carlo Ludovico, secondogenito dell’imperatore d’Austria Francesco I. La vita alla corte viennese è regolata dal severo e autocelebrativo “cerimoniale spagnolo”, al quale non può sottrarsi ed al quale si adegua a perfezione. Intelligente ed intuitiva, fa in modo che i figli, in modo particolare il primogenito Francesco Giuseppe, seguano studi adeguati per prepararsi a guidare l’Impero, dato che Ferdinando, fratello maggiore del marito Carlo Ludovico ed incapace di mente, non è in grado di generare un erede al trono e quindi spetta al marito prima ed ai figli poi salire al trono.

Elisabetta nasce il 24 dicembre 1837 a Monaco di Baviera, dal duca Massimiliano in Baviera, un ramo cadetto della famiglia Wittelsbach, e da Ludovica, sorella minore di Sofia. Cresce secondo l’educazione fin troppo liberale del padre, a contatto con la natura e con ambienti eccentrici, perciò non le viene mai impartita un’educazione adeguata per affrontare matrimoni di rango.

Vita in famiglia alla corte viennese – Sofia appartiene all’epoca cosiddetta “Biedermaier”, una corrente artistica tendente a valorizzare l’armonia e la sobrietà, così da ovviare i periodi del pomposo barocco e rococò. Questo si traduce anche in una parvenza di vita familiare, dalle vacanze con marito e prole nel Salzkammergut, fino ai momenti di ritrovo in casa per una merenda o un dopocena. Un’evoluzione borghese all’interno della Corte asburgica. Severa e attenta con il primogenito Francesco Giuseppe, ha una predilezione per il secondogenito Massimiliano, tanto che quando questi muore in Messico, in Sofia comincia un decadimento psicofisico.

Elisabetta cresce in un ambiente informale, rustico e chiassoso, segue pochi studi, ha un legame di appartenenza forte con i fratelli e i genitori, nonostante le frequenti assenze del duca Max impegnato in frequenti viaggi dedicati allo studio e soprattutto al diletto… Con i propri figli Elisabetta si mostra, al contrario, totalmente distaccata, a parte l’ultima figlia, Maria Valeria, appellata “l’unica”. E col marito? Un rapporto di cordiale rispetto e ognuno ben distante dall’altro. Questa è la visione della moglie, che, però, non corrisponde alle aspettative dell’Imperatore. Infatti Sissi è sempre in viaggio per destinazioni lontane dalla capitale dell’Impero e con il tracorrere degli anni risiede sempre meno alla Hofburg.

Visione politica – Sofia da sempre è legata alla concezione assolutista del potere del monarca, basato su una stretta alleanza con le famiglie nobili che controllano i settori periferici del regno. Ella sarà sempre il punto di riferimento delle famiglie di sangue blu della Boemia, da secoli fedeli alla famiglia Asburgo.

Elisabetta al contrario si appassiona all’Ungheria ed alle mire autonomiste del popolo magiaro. Si lega a personaggi influenti quali Gyula Andrassy e Franz Déak, ed il compromesso del 1867 avviene solo grazie all’intermediazione dell’imperatrice. Apertamente contro il “partito di Corte”, afferma, in più occasioni, di essere favorevole alla repubblica come forma di governo delle nazioni.

Le relazioni – Sofia fu una delle donne più belle della sua epoca e, com’era ovvio per l’epoca, il suo matrimonio con Francesco Carlo non fu d’amore, bensì imposto per rafforzare il legame d’amicizia fra il Regno di Baviera e l’Impero d’Austria. Dalle cronache non ci risulta né un amore appassionato per l’Arciduca suo marito né tantomeno eclatanti liason extraconiugali. Quando Sofia era ancora una giovane sposa si mormorava fra le grandi stanze dei palazzi imperiali di una sua “tenera” amicizia con Napoleone II, il figlio di Napoleone Bonaparte, rimasto in Austria dopo la caduta dell’imperatore francese e morto all’età di soli ventuno anni.

Elisabetta è universalmente nota come la donna più bella dell’Ottocento ed è diventata nel corso degli anni una cultrice della propria immagine. Nessuno è immune dal fascino dell’imperatrice, in primis il marito Francesco Giuseppe, il quale non riesce mai a negarle alcunché, anche le richieste più estrose ed esose. A lei vengono attribuiti numerosi “flirt”, quello più celebre è con il conte ungherese Gyula Andrassy ed un altro è quello con il cavallerizzo inglese Bay Middleton. Tuttavia non ci sono riscontri effettivi sulla concretezza di queste particolari “amicizie”, ma si sa che anche in tarda età Sissi riusciva a stregare uomini molto più giovani di lei, come il suo lettore ed insegnante di greco Constantin Christomanos.

Il rapporto fra zia-suocera e nipote-nuora può essere quindi inquadrato fra due visioni differenti sul ruolo della donna a corte e nella società in generale. Difatti Sofia vede nella moglie un ruolo di appoggio, di supporto e di consiglio verso il consorte regale, mentre Elisabetta ha vissuto il matrimonio ed il rapporto con la famiglia Asburgo solo come una costrizione, che non le ha permesso di poter vivere pienamente la propria vita.

Al contrario di quella che è l’opinione comune, Sofia non odia Sissi, ma prova costantemente a “educarla” allo status di Imperatrice, ma lei rifiuta sempre un confronto e non s’impegna mai ad andare incontro alla zia. Arriva perfino a minacciare il divorzio da suo marito se quest’ultimo si fosse rifiutato di prendere le sue parti contro Sofia sull’educazione del principe ereditario Rodolfo.

Per chi vuole comprendere meglio il rapporto di Elisabetta con la suocera, consiglio il libro “La Prediletta”, ovvero il diario di Maria Valeria, nel quale riporta spesso le opinioni della sua augusta madre.

Nota dell’Autore: nei prossimi mesi tornerò sulla figura di Elisabetta, analizzandone le più svariate sfaccettature, però mi è apparso corretto cominciare smitizzando un luogo comune e ristabilendo un corretto equilibrio nel confronto di entrambe.

Alex Stacchini

Romagnolo DOCG, nasce lo stesso giorno di Mozart ma qualche anno più tardi. Collabora con un importante tour operator italiano per il quale viene spesso “inviato” a Vienna e in Austria, tanto da definirla ormai la sua seconda patria. E nell'attesa di diventare prima o poi cittadino viennese, prova a dare qualche consiglio su come scoprirla e amarla di più. Nella speranza che possano esservi utili.

Scritto da Alex Stacchini

Romagnolo DOCG, nasce lo stesso giorno di Mozart ma qualche anno più tardi. Collabora con un importante tour operator italiano per il quale viene spesso “inviato” a Vienna e in Austria, tanto da definirla ormai la sua seconda patria. E nell'attesa di diventare prima o poi cittadino viennese, prova a dare qualche consiglio su come scoprirla e amarla di più. Nella speranza che possano esservi utili.

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