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“Questa elezione non s’ha da fare, né domani, né mai”

elezioni-austria-presidente-2016-rivotare-dicembreMi piace immaginare che il Don Abbondio del Manzoni avrebbe usato proprio queste parole per descrivere la oramai infinita vicenda intorno all’elezione del presidente della Repubblica austriaca.

Resta il fatto che queste elezioni stanno diventando un momento da libri di storia politica e giuridica senza precedenti: una elezione prima annullata e poi anche spostata non si era mai vista (e infatti il parlamento austriaco sta creando una legge apposita per sbrogliare la matassa) e le conseguenze in particolare da parte degli elettori nel sistema politico sono ancora tutte da vedere.

Ma partiamo dal principio, per chi magari non ha seguito tutta la vicenda ecco un breve riassunto dall’inizio:

22 maggio 2016: il candidato dei verdi, Alexander Van der Bellen, vince il ballottaggio contro Norbert Hofer per circa 30.000 voti e diventa il nuovo presidente della Repubblica austriaca.

8 giugno: l’FPÖ, il partito del candidato perdente, ricorre contro il risultato presso la corte costituzionale austriaca

1 luglio: la corte costituzionale annulla l’elezione a causa di varie irregolarità riscontrate durante lo spoglio. Viene fissato il 2 ottobre come nuova data per le elezioni

Settembre: vengono resi noti molteplici casi in cui le buste di chi voleva votare per posta si riaprono (la colla non tiene bene) per cui il voto diventa non valido.

12 settembre: il ministro degli interni Sobotka annuncia uno spostamento delle elezioni al 4 dicembre.

Come commentare questa situazione? Sebbene il governo austriaco – e in particolare il ministero degli interni – abbia fatto una figuraccia planetaria, sembrano tutti prenderla molto alla leggera, in particolare i partiti di governo. Durante le varie conferenze stampa si sono scusati ma hanno spostato tutte le colpe sull’azienda produttrice delle buste, dicendo che non accadrà più.

La gente – ovvero gli elettori – nel frattempo è abbastanza stufa di una campagna elettorale infinita, che già nel primo turno è stata contrassegnata da un forte voto di protesta (vi ricordo che i partiti di governo hanno preso al primo turno l’11% e il 10% dei voti) e che vorrebbero semplicemente vedere conclusa.

Questa situazione ha portato la fiducia nel governo e nelle capacità politiche della attuale classe dirigente ai minimi storici. Gli ultimi sondaggi vedono infatti ancora a livello nazionale il partito di destra FPÖ al primo posto con più del 30% anche se la situazione politica – con il nuovo cancellerie Kern – e internazionale – l’arrivo dei rifugiati è a tutt’altro livello rispetto a prima – sono completamente diversi.

Ripercussioni politiche? Al momento non sembra che ce ne siano, il ministro dell’Interno Sobotka ha dichiarato di aver fatto tutto il possibile e non si assume nessuna colpa. L’unico che probabilmente verrà licenziato è l’addetto al call-center del ministero che ha consigliato ad un cittadino –  che chiedeva cosa fare con la busta che si era riaperta – di richiuderla semplicemente con la colla (ma senza dire a nessuna che il ministero aveva dato questo consiglio).

Immagine Francesco Gonin , via Wikimedia Commons

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Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

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