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Dobbiamo tornare a sognare l’Europa

Cosa accadrebbe se l’Italia decidesse di uscire improvvisamente dall’Euro? Quali sarebbero le conseguenze per gli italiani? E per l’Europa intera? A queste domande il giornalista Sergio Rizzo ha dedicato un breve romanzo (“02.02.2020 – La notte che uscimmo dall’Euro”, Feltrinelli) in cui si immagina un possibile futuro, con nomi e luoghi inventati ma molto simili alla realtà attuale, di cui abbiamo discusso durante l’ultimo incontro del Club di Lettura.

È stata una bella possibilità in vista delle elezioni Europee di maggio per confrontarsi tra italiani (e austriaci) che vivono a Vienna sia sul nostro modo di vedere la politica italiana “dal di fuori”, sia sulle nostre idee per il futuro dell’Unione Europea in generale.

Quello che personalmente mi ha fatto riflettere maggiormente è che un romanzo del genere possa essere necessario: forse perché ancora abbastanza giovane, per me vivere in una Europa unita, dove è ci si può muovere tra Paesi senza necessità di controlli, e dove l’Euro è la moneta di scambio comune è una cosa così normale che mi è difficile pensare ad un tempo dei confini.

Eppure mi accorgo che sempre più spesso sia in Italia che in altri Paesi l’Unione Europea viene attaccata e criticata come se fosse un “nemico”, e il rischio che i populismi portino a conseguenze così catastrofiche come descritte nel romanzo non è poi uno scenario così remoto.

Ma provate a pensare ad un Europa nuovamente divisa, o semplicemente a come era poco più di 20 anni fa, chi può vedere un vantaggio in questo? 

Se solo penso alla mia vita sono sicuro che sarebbe un disastro: è grazie all’Europa che ho potuto partecipare al progetto Erasmus e venire a Vienna. Che ho potuto poi continuare i miei studi qui, facendomi riconoscere con facilità quelli già svolti in Italia. Che mi ha permesso di rimanere a vivere in Austria senza aver bisogno di un permesso di soggiorno. Di viaggiare senza bisogno di un visto.

E’ l’Europa che mi ha permesso di non aver paura di essere rimandato in Italia solo perché non avrei trovato un lavoro. Che mi ha permesso di sposare mia moglie senza difficoltà burocratiche. E di accedere a tutti e le sovvenzioni economiche e a tutti i vantaggi che ha un cittadino austriaco, come se non ci fosse alcuna differenza tra nazionalità, lingua e Paese di provenienza.

Penso che siano tanti che possano rispecchiarsi in queste parole, e sicuramente ci sono anche tanti altri vantaggi che l’Unione Europea ha portato, sia a chi vive in Italia che all’estero, che io nemmeno conosco. Purtroppo però ho spesso l’impressione che siano sempre di più le persone che non se ne rendono più conto.

Con questo non voglio dire che l’Unione Europea sia perfetta. Ogni giorno si vede quanto le divisioni tra Stati e gli interessi nazionali siano ancora forti – basta pensare a come viene gestita male da anni l’emergenza migranti – ma questo non vuol dire che sia tutto da buttare. Creare una comunità, una Unione – con la U maiuscola – è un processo non facile, ma lungo e faticoso.

Verso la fine della discussione una partecipante al Club di Lettura ha detto una cosa che mi ha colpito: bisogna ricominciare a sognare l’Europa. Ed è proprio questo quello che forse abbiamo dimenticato: l’Europa non è solo istituzioni, politici, discussioni, interessi economici. L’Unione Europea è un’Idea.

Un’idea in cui nazioni diversissime, con una storia secolare alle spalle fatta di guerre e interessi personali, ha deciso di unire i propri sforzi per creare qualcosa di migliore, in cui vivere in pace e creare un futuro migliore, per se e per tutto il Mondo.

Un’idea per cui molti hanno lottato e in cui molti ancora credono. Credo che dobbiamo tornare a sognare il nostro futuro, dobbiamo tornare a sognare l’Unione Europea.

P.S. Se volete partecipare al Club di Lettura ci incontriamo ogni secondo martedì del mese presso la sala della biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura di Vienna. Per maggiori informazioni quivienna.com/clubdilettura

Paolo Manganiello 1
Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

6 Commenti

  1. Spitaler ha detto:

    Grazie Paolo del bel commento. Anch’io e molti altri austriaci giovani o vecchi vedono la situazione come te. Purtroppo qualcuno dei miei conoscenti dicono che l’Austria dovrebbe appoggiarsi alla Russia! Ciò che mi fa paura perché ho vissuto gli anni dopo la Guerra quando avevamo i russi a Vienna!

  2. Glauco ha detto:

    Sono nato con la guerra, ho vissuto con americani ed inglesi fino al 54. Il mio sogno europeo è iniziato con i Patti di Roma del 54. Sono stato in giro per l’Europa (e qualche altra parte del Mondo) per più di 30 anni, usando il passaporto e tutte le valute necessarie. NON si può e non si deve rinunciare all’Europa! Le “parrocchiette” sono dure a morire, ma l’Idea vincerà.

  3. Alberto Zannini ha detto:

    Caro Paolo, mi permetto dissentire dal Suo credere in questa Europa pregna di interessi personali di ognuno dei singoli paesi componenti e in particolare la Germania che ha fortemente voluto l’Europa per i propri interessi, che è l’unica nazione europea che prospera economicamente. Lei Paolo può parlare così perché ha avuto la fortuna di approdare in un paese meraviglioso come l’Austria, un paese ricco economicamente, ove le regole e le leggi vengono rispettate, ove c’è un governo che governa facendo rispettare i confini, che in caso li chiude anche …… ove non credo esistano comunisti come in Italia che, malgrado siano all’opposizione, hanno in mano giustizia e gran parte degli organi di comunicazione. Qui in Italia non è così ! Poi mi spiega perché l’Inghilterra se ne è uscita ? Tornando all’Europa e all’euro le posso dire che quando siamo entrati a far parte di questa moneta, noi italiani avevamo in tasca 100, il giorno dopo c’è ne siamo trovati in tasca 50, dopo breve tempo tutti i prezzi sono cominciati a salire ove ogni cosa è raddoppiata, in particolare i beni primari come gas , luce e acqua per effetto di accorpamenti voluti dall’Europa, non parliamo poi della spesa di tutti i giorni ove la nostra agricoltura è stata distrutta per certe regole europee e costretti a comperare alimenti porcheria in vari paesi, così dai nostri 100 iniziali c’è ne siamo trovati 25 ! La chiama Europa questa ? Inoltre è umiliante e logorante sentirci continuamente dire: “no questo non si può fare o dire perché l’Europa non lo consente, sono regole europee”. Parliamo di stranieri, invasori, che l’Europa chiama migranti economici, dov’è l’Europa ?? Se ne è completamente fregata dell’Italia ! Se fosse come dice Lei i confini dell’Italia dovrebbero essere confini dell’Europa, quindi la ripartizione di queste orde fra tutti gli stati membri. Mi fermo, ma ci sarebbe da dire ancora moltissimo……. Concludendo, Europa fa comodo e vantaggia i grandi poteri economici e le poche industrie che lavorano con l’estero, non certo il popolo che si vede di giorno in giorno sempre più impoverito.
    Per cui, a questo punto, ben vengano i populisti !!!
    ALBERTO ZANNINI

  4. Giovanna ha detto:

    Caro Paolo, grazie per il tuo bel commento. Anche io ho visto crescere l’Europa e ne ho trovato tutti i vantaggi per me e per i miei figli. Mi permetto di dissentire con il signor Alberto. Purtroppo il problema di avere 100 lire e ritrovarne la metà con l’arrivo dell’euro non è colpa dell’euro, ma dell’Italia. In nessun altro paese europeo è successo quello che è successo in Italia a causa di persone poco scrupolose o per mancanza di controlli.
    Anche io ancora sogno l’Europa.

  5. Skalzo ha detto:

    Paolo il tuo, il nostro sogno è spento sotto l’ignoranza e la grettezza dei più. Mala tempora currunt… E temo correranno ancora per un po’di tempo. In fondo in Europa siamo stati anche maestri nel saperci far del male da soli, ahimè……….

  6. Alessandro67 ha detto:

    Caro Paolo, mi spiace ma Europa attuale è così impopolare perché si è rivelata incapace di dare soluzioni a problemi dal 2.000 in poi cito solo i 3 principali: 1) Immigrazione incontrollata centinaia di migliaia profughi (spesso migranti economici) che i cittadini europei devono mantenete con le loro tasse 2) mancata integrazione (bambine di 10 anni che vanno col velo, donne che vanno col burqa nonostante avere cittadini “austriaci” (che si chiamano Abdul o Mohamed) che aggrediscono una signora a Vienna perché ha osato dire che il burqa in Austria è vietato; bande di ceceni e afghani che si accoltellano per motivi di spaccio o di onore. Questi sono integrati? 3) crisi economica iniziata nel 2008 e disoccupazione: l’imposizione dell’austerità ha solo creato ulteriore crisi e ulteriore disoccupazione, pensiamo ai comuni italiani, soprattutto i piccoli, anche se ben amministrati di spendere i soldi per scuole, strade asili nido etc) I veri nemici dell’Europa non sono i cosiddetti “populisti” ma Juncker & co. Se Juncker & co avessero governato decentemente, i partiti populisti avrebbero il 2,5% massimo 3% non il 25- 30%. Difendere questa Europa governata da politici distanti anni luce dai problemi dei cittadini che danno del razzista, xenofobo e nazista a chiunque osi minimamente mettere in dubbio le loro politiche, vuol dire affossarla. Lo so è un paradosso, ma è così. E te lo scrive uno che, cresciuto bilingue e viaggiando tra Italia e Austria da decenni era un convinto europeista. Anzi lo è ancora, ma non è questa l’Europa che vuole.

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