Italiani a Vienna 2 commenti

La questione altoatesina vista da Vienna, tra conflitti e vittorie

La questione altoatesina vista da Vienna, tra conflitti e vittorie (3)Tra i tanti italiani in trasferta a Vienna ci sono anche gli altoatesini, meglio conosciuti come i “Südtiroler”.

Le domande più frequenti postegli, involontariamente o no, sono: “sei italiano o tedesco?” “Ti senti austriaco?

La risposta più veloce ed efficace pare sia quella di mostrare la carta d’identità con scritta in maiuscolo  “REPUBBLICA ITALIANA”, quest’ultimo documento verde per l’Alto Adige perché regione a statuto speciale.

I dati del censimento della provincia di Bolzano riguardanti l’anno 2011 dimostrano però che queste frequenti domande non nascono dal nulla.

La regione Südtriol/Alto Adige conta poco più di 504.708 abitanti (2012) ed è composta da tre gruppi linguistici ovvero il tedesco, l’italiano e il ladino. La regione a Nord-Est dell’Italia a confine con l’Austria, ha un passato ingombrante alle spalle, al quale sono dovuti in parte i conflitti e l’isolamento tra i due gruppi linguistici principali.

Un’ “isola felice” dell’ Italia, dove il tedesco è anche lingua ufficiale, come in Valle D’Aosta lo è il francese.

Il 69,41% [1] della popolazione altoatesina è di madrelingua tedesca, ed il 26,06% della popolazione è di madrelingua italiana. Spostandoci verso Sud non mancheranno battute come “i bolzanini non sono italiani!” ma  anche oltrepassando il confine austriaco, verranno classificati come quelli che “vorrebbero essere austriaci, ma non lo sono.”

La questione altoatesina vista da Vienna, tra conflitti e vittorie (1)Non sarà questo un articolo riguardante le questioni politiche dell’Alto Adige/Südtirol, bensì uno sguardo allo scambio interculturale e alla convivenza dei due gruppi linguistici principali.

Quelli che sono cresciuti in famiglie miste, hanno la fortuna di parlare sin da piccoli entrambe le lingue, ma d’altra parte crescono in un ambiente dove i gruppi linguistici vivono affianco, non insieme. Si rispettano, ma d’altra parte sono ancorati stereotipi e luoghi comuni.

Ciò nonostante esistono altrettante storie che ne dimostrano il contrario, dove l’amicizia e l’amore uniscono due poli apparentemente opposti. Ed i tempi in cui l’uno e l’altro rifiutavano di parlare una lingua, si isolavano dall’altro gruppo linguistico o si ostinavano a parlare una lingua, rimangono solo un ricordo.

Sono queste le persone che dobbiamo lodare, coloro che si sono aperti allo scambio interculturale, passando oltre i confini della mente e degli stereotipi. Sono queste le persone che cambieranno il futuro della convivenza, quelle che a 20 anni iniziano ad amare anche i difetti dell’altro: gli italiani così rumorosi, vivaci e meno precisi e d’altro canto i tedeschi così puntigliosi, precisi e riservati.

Non mancano neanche a Vienna questi piccoli, sporadici, fenomeni pacifici di convivenza tra altoatesini di madrelingua italiana e tedesca.

Il 6.6.2013 la squadra di calcio “SG Südtirol” è arrivata al podio vincendo il campionato. Un mix di giocatori e tifosi altoatesini hanno reso le partite ed anche le celebrazioni per la vittoria, svoltasi lo scorso sabato al Red Star Platz, una piacevole giornata in compagnia dei due gruppi linguistici.

La questione altoatesina vista da Vienna, tra conflitti e vittorie (2)Con semplicità ed allegria, hanno guardato oltre le differenze culturali e linguistiche: un cronista bilingue, degli addetti al barbecue sfoggianti simpatici “Bauernschürzen” (grembiulini da contadino blu), poco distante un ragazzo campano a servire bevande tra le quali anche l’aperitivo “Hugo”, uno Spritz al sambuco nato nel Trentino-Alto Adige.

Esistono svariati seminari sulla comunicazione interculturale, la mediazione linguistica, workshop, manuali o lezioni universitarie per imparare ad eliminare i conflitti interculturali.

Tuttavia ci sono metodi ben più economici e forse anche più efficaci per conoscere ed apprezzare entrambi i gruppi linguistici: trovarsi per una pizza, bere un Hugo in compagnia o ancora partecipare ad una partita di calcio.

Insieme, gemeinsam.

[1] I dati si riferiscono al censimento della popolazione nel 2011 eseguito dalla Provincia autonoma di Bolzano

Marina

È un'altoatesina a Vienna, ma toscana nel cuore. Marina di nome e di fatto, quando può scappa al mare. Non beve la birra, non arriva (quasi) mai puntuale, non vuole un “aifone” ma grazie al lavoro sta mutando in una piccola nerd. Nella vita privata però preferisce l'analogico: post-it, agenda e una paperella scaldaletto. Dicono che sia “l e n t a, dolce e con quel leggero tocco di follia.” Quando a Vienna non nevica (quando...), insegue i sogni in bicicletta e li intrappola in una fotografia istantanea. Click.

Scritto da Marina

È un'altoatesina a Vienna, ma toscana nel cuore. Marina di nome e di fatto, quando può scappa al mare. Non beve la birra, non arriva (quasi) mai puntuale, non vuole un “aifone” ma grazie al lavoro sta mutando in una piccola nerd. Nella vita privata però preferisce l'analogico: post-it, agenda e una paperella scaldaletto. Dicono che sia “l e n t a, dolce e con quel leggero tocco di follia.” Quando a Vienna non nevica (quando...), insegue i sogni in bicicletta e li intrappola in una fotografia istantanea. Click.

2 Commenti

  1. marzia ha detto:

    Salve, vorei sapere perchè nella carta d’identità le parole “REPVBBLICA e COMVNE” vengono scrite con la V e non con la U.
    Grazie.

    1. Ettore ha detto:

      Quello di scrivere la U come V era comune nelle iscrizioni latine di età romana. Fino all’alto medioevo nei caratteri latini non si distingueva tra U e V.
      Oggi è un modo di scrivere diciamo così “colto”, per ricordare le antiche iscrizioni romane, probabilmente era una moda ripresa in epoca fascista quando tornò pienamente in auge.

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