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Al Castello di Moosham, tra streghe e lupi mannari, sarà un’estate da brividi!

Se in questi giorni di afa cercate un po’ di brivido c’è un maniero nel salisburghese che fa proprio al caso vostro: è il castello di Moosham che, regale ed imponente, sorveglia la paludosa “moos” (abbreviazione di Moor, palude, da cui prende il nome Moosham) valle del fiume Mur nel Lungau.

Questa fortezza, le cui origini risalgono addirittura al periodo romano (leggenda vuole che ove sorge il castello vi fosse in precedenza una fortificazione romana), vanta un lungo e quanto mai turbolento passato, ma per trovare una documentazione scritta bisogna attendere fino al 1191, anno in cui compare negli annali di storia la stirpe di Otto von Moosheim, signore del castello.

Terzo per grandezza tra le fortificazioni nel salisburghese, il castello di Moosham è anche conosciuto come il castello delle streghe, dacché tra il 1534 ed il 1762 fu teatro di una violenta e sanguinaria caccia alle streghe. Nell’arco di 228 anni ci furono 66 esecuzioni, di cui 44 per stregoneria e magia: fu barbaramente uccisa anche Christina Staudinger, la “Staudingerhexe” (Strega Staudinger) protagonista di tante storie e leggende popolari del Lungau.

Fu Johann Franz Schafmann, fanatico cacciatore di streghe, che il 23 Luglio 1682 accusò di stregoneria e condannò al rogo la ventottenne Christina Staudinger, facendola prelevare dalla sua casa a Steindorf, dove pare abitino tuttora gli eredi della strega.

Si interrompono all’inizio del diciottesimo secolo, invece, i processi contro persone accusate di essere in realtà lupi mannari. Risale infatti al 1720 l’ultimo avvenuto nelle mura di Moosham contro un tale di nome Simon Windt, conosciuto come Schenmayer, e accusato di possedere una natura animalesca e selvaggia, ovverosia di essere un “lupo mannaro”!

Nonostante streghe e lupi mannari siano ormai estinti da secoli, all’interno del castello aleggia ancora lo spirito tragico e misterioso di chi ha vissuto o sofferto fra quelle mura: non sotto forma di fantasma od ectoplasma, come molti amanti dell’occulto suggeriscono, ma grazie alla meticolosa cura e al grande amore con cui la famiglia Wilczek, attuale proprietaria di Moosham, ha riportato in vita e tramandato fino ai giorni nostri storia e tradizione locale: sono le sculture antiche, i quadri, il tuffo nel passato che si avverte all’interno della stanza del tribunale o nell’algida e spaventosa camera delle torture, i meravigliosi reperti di epoca romana che fanno bella mostra di sé in alcune sale, fino all’arredamento interno appartenente a diverse epoche (un salto nel passato, dal sedicesimo fino al diciannovesimo secolo): viva testimonianza di un passato che non c’è più, ma che si fa ancora sentire.

Foto: © Bwag/Wikimedia

Lucilla

Sono nata a Livorno nel 1981, e mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere con una tesi su Arthur Schnitzler. Vienna è per me una "Città dei Sogni", sospesa tra passato e presente: dall'architettura barocca allo Jugendstil, dalla Staatsoper ai centri industriali fino ai quartieri più periferici dove si può gustare una tipica Wiener Schnitzel o un esotico Kebab. Inutile sottolineare che per quasi cinquant'anni è stata la città dei sogni di Freud!

Scritto da Lucilla

Sono nata a Livorno nel 1981, e mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere con una tesi su Arthur Schnitzler. Vienna è per me una "Città dei Sogni", sospesa tra passato e presente: dall'architettura barocca allo Jugendstil, dalla Staatsoper ai centri industriali fino ai quartieri più periferici dove si può gustare una tipica Wiener Schnitzel o un esotico Kebab. Inutile sottolineare che per quasi cinquant'anni è stata la città dei sogni di Freud!

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