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Excalibur? É all’Hofburg di Vienna!

Se siete appassionati della saga di Artù, nella sua variante romanzesca, filmica o comics, non perdetevi una visita all’Hofburg di Vienna, dove tutto ebbe inizio…..

Excalibur nella saga di re Artù

Negli oscuri anni dopo la caduta dell’Impero Romano, in un mondo devastato dalle lotte per il potere, lo stregone chiamato Mago Merlino preannunciò la venuta di un nuovo re, destinato a riportare la pace e la prosperità sulla terra. Ma invece di svelarne il nome, il potente mago indicò la via per riconoscerlo: il futuro sovrano avrebbe estratto da una roccia una portentosa spada, insensibile agli sforzi di tutti i precedenti pretendenti.

Il nome del giovane prescelto è, come risaputo, Artù, ma la spada estratta dalla roccia non fu Excalibur: a differenza di quanto narrato nella celebre versione disneyana della leggenda, Excalibur non è infatti l’unica spada di re Artù, nè tantomeno quella che lo incoronò.

Le versioni più antiche del mito narrano invece l’origine magica della spada, che Artù ricevette in dono dalla Dama del Lago dopo la sua assunzione a re: Excalibur (alternativamente chiamata Caliburnus, Caledfwlch e Caladbolg) non era solamente dotata di una incredibile forza, in grado di tagliare ogni tipo di materiale compreso l’acciaio, ma vantava anche un fodero magico, che proteggeva il suo possessore da eventuali ferite.

Soltanto dopo il furto del fodero di Excalibur da parte della sorellastra, la Fata Morgana, Artù potè essere colpito dal di lei figlio Mordred e giunse così a morte. In seguito a questi eventi, la spada sarebbe stata portata sull’isola di Avalon dalla stessa Morgana insieme alla salma di Artù ovvero gettata da Parsifal nel lago, per essere restituita a Dama Viviana.

Ma da dove proveniva questa incredibile spada, che la Dama del Lago donò ad Artù?

Le origini di Excalibur

L’etimologia del nome Excalibur è dibattuta dagli studiosi, che si dividono nell’attribuzione a due ceppi linguistici molto distinti: quello latino e quello sassone.

Secondo la prima ipotesi, la parola Excalibur deriverebbe dalla fusione della preposizione “ex” e del nome “Calibs”, ad indicare che fu forgiata dai fabbri Calibs, di origini britanniche; accogliendo invece l’origine celtica, il termine starebbe ad indicare la sua forza indistruttibile (letteralmente “Fulmine Solido”).

La Spada sarebbe allora stata forgiata dal fabbro degli dei Wieland a partire dalla portentosa Spada di Nuada, un’arma dagli incredibili poteri magici impiegata dagli onniscenti Tuatha de’ Danaan, o per altre versioni in seguito alla fusione della Lancia di Lugh, dotata di così terribili poteri distrittutivi, che neppure il dio Lugh la brandiva, ma rimaneva immersa in un calderone ricolmo di sangue e veleno (il Calderone di Dagda), affinché distruggesse, senza mai bruciare, tutto quanto la circondava.

Prima di ritirarsi per l’eternità nel paese dell’Età dell’oro, il Tir na n’og, gli dei avrebbero omaggiato i propri sudditi mortali, donando loro quattro potenti oggetti magici in grado di trasmettere la conoscenza a chiunque ne fosse entrato in possesso: oltre alla Pietra di Fal, la già citata Spada di Nuada e il Calderone di Dagda, entrò allora in possesso degli uomini la Lancia di Lugh.

La lancia di Longino

La Lancia ricompare nella storia alcuni secoli dopo in vesti cristianizzate: siamo nell’anno 33 e un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato Longino l’Isaurico per le sue origini turche, trapassa con la sua lancia (di Lugh) il costato di Cristo, subito dopo la sua morte in croce, vedendone sgorgare acqua e sangue. Da quel momento la lancia di Longino acquistò ulteriori poteri miracolosi, tanto che intorno al 1000, dopo essere stata recuperata da Melora, l’indomita figlia guerriera di Re Artù durante le sue spedizioni in Africa, riesce a sciogliere l’incantesimo di cui era vittima l’eroe Orlando.

Secondo un’altra tradizione storica invece la Lancia di Longino nel III secolo sarebbe giunta nelle mani del romano Maurizio, comandante della Legione Tebana, che fu completamente sterminata dal generale Massimiano per il rifiuto dei soldati che la componevano (6666) di prendere parte ad una cerimonia pagana. In quell’occasione Massimiano si impossessò della Lancia di Longino, che, una volta proclamato co-imperatore di Diocleziano, portò con sè a Roma, dove alla sua morte passò a Costanzo Cloro e quindi a Costantino il Grande: fu questa l’arma che egli brandì nella famosa battaglia di Ponte Milvo (312), durante la quale, nel nome della fede cristiana, riportò una schiaccante vittoria sulle truppe del rivale Massenzio.

Con il passare dei secoli la Lancia Sacra passò di mano in mano, compiendo via via nuovi miracoli: con Teodosio sconfisse i Goti, con il generale Flavio Ezio respinse Attila, nelle mani di Carlo Martello battè gli arabi a Poitier. Venne quindi in possesso di Carlo Magno, che alla divisione del Sacro Romano Impero la cedette agli imperatori Sassoni, da cui pervenne agli Hohenstaufen di Federico Barbarossa e quindi agli Asburgo, che la collocarono nel palazzo dell’Hofbug di Vienna, debitamente custodita in una teca di cristallo all’interno della Stanza del Tesoro (Schatzkammer Wien).

Se dunque della vera Excalibur si sono perse le tracce, recandovi in questo scrigno delle meraviglie avrete quantomeno l’opportunità di ammirare la sua probabile fonte d’origine: oggi la Lancia di Longino si presenta con una fenditura nella lama della lancia, dalla quale fuoriesce un chiodo, di quelli (si presume) impiegati per crocifiggere Gesù.

Si dice che il ventenne Adolf Hitler, recatosi nel 1909 in visita all’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, rimase particolarmente impressionato dalla vista della Lancia, che volle fosse trasferita a Norimberga e custodita in un rifugio segretissimo. Proprio da questa esperienza viennese nacque secondo gli storici la ben nota passione del gerarca nazista per i manufatti sacri ed esoterici, ricordata anche dai famosi episodi della saga di Indiana Jones.

La Lancia di Longino (“Heilige Lanze”) è esposta nella Kaiserliche Schatzkammer, il museo dei tesori degli Asburgo nel palazzo Imperiale (Hofburg) di Vienna. Aperto tutti i giorni (tranne il martedì) dalle 9 alle 17:30. Ingresso € 12,- , ridotto € 9,- , gratuito fino a 19 anni. Maggiori informazioni (in italiano): www.kaiserliche-schatzkammer.at/it

Potete ammirare la Kaiserliche Schatzkammer anche tramite una visita virtuale del “Google Cultural Institute” a questo link: https://www.google.com/culturalinstitute/collection/the-treasury-hofburg?hl=it 

Chiara

Sono cresciuta a pane e libri, e le mie prime esperienze viennesi sono state di tipo letterario, sulla scia dei resoconti dei suoi tanti ammiratori stranieri, specie dell'Ottocento. Per questo ancor oggi nei miei soggiorni a Vienna la città contemporanea si fonde con le memorie della capitale imperiale e le suggestive atmosfere della decadente nobiltà asburgica riempiono le mie passeggiate, talvolta trafitte dalle fulgide pennellate klimtiane.

Scritto da Chiara

Sono cresciuta a pane e libri, e le mie prime esperienze viennesi sono state di tipo letterario, sulla scia dei resoconti dei suoi tanti ammiratori stranieri, specie dell'Ottocento. Per questo ancor oggi nei miei soggiorni a Vienna la città contemporanea si fonde con le memorie della capitale imperiale e le suggestive atmosfere della decadente nobiltà asburgica riempiono le mie passeggiate, talvolta trafitte dalle fulgide pennellate klimtiane.

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