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Vienna e dintorni: Sopron e il picnic paneuropeo

Dentisti, estetisti, meccanici, e anche centri di chirurgia plastica. Tutto a prezzi stracciati.

Il centro vecchio di Sopron, cittadina ungherese al confine con l’Austria, sessantamila abitanti, è circondato da un numero imprecisato di queste attività. Spetta agli studi odontoiatrici il primato, a livello di densità. Si susseguono a distanza di poche decine di metri l’uno dall’altro.

Quello che c’è a Sopron è il classico esempio di una delle tante variabili della delocalizzazione: quella dei clienti. La vicinanza con l’Austria, e in particolare con Vienna, distante solo 60 kilometri dalla cittadina ungherese, ne fa un avamposto piuttosto particolare.

Massaggio, ceretta e dentista. Il tutto mentre la macchina è dal meccanico e viene riconsegnata qualche ora dopo.

Questo è il tour che parecchie ragazze viennesi intraprendono, anche il sabato. Per i pensionati ci sono addirittura dei pulmini che salpano da Vienna e arrivano in Ungheria. Li forniscono gli operatori dentistici del posto, includendo il servizio nel pacchetto. Sul finestrino del minivan campeggia il logo di un molare. Spesso in Ungheria le cure dentarie vengono associate a quelle termali.

Gli specialisti ungheresi sono bravi, non solo nel loro mestiere (hanno spesso studiato all’estero), ma anche a fare marketing. E i prezzi sono notevolmente più bassi rispetto a quelli praticati in Austria. Da dove, salvo qualche eccezione, arriva il grosso dei pazienti. Sopron è spesso frequentata anche per lo shopping.

Non tutti i frequentatori della cittadina, in modo particolare le generazioni più giovani, ricordano che la cittadina ungherese ha svolto un ruolo rilevante nella serie di eventi che portò al crollo del muro di Berlino.

Il 19 Agosto del 1989, durante il cosiddetto “picnic paneuropeo”, a Fertorakos, nelle vicinanze di Sopron, vennero simbolicamente aperte le frontiere tra l’Austria e l’Ungheria. Il picnic era stato convocato per lanciare un segnale forte contro la Cortina di Ferro, destinata a cadere da lì a pochi mesi. Il picnic calamitò migliaia di persone, grazie al passaparola e al risalto che fu dato da radio e giornali.

Oltre a ungheresi e austriaci, anche 600 cittadini della Germania Est, in vacanza in Ungheria (all’epoca si usava villeggiare nei paesi alleati), arrivarono sul posto e ne approfittarono per varcare la frontiera. Abbandonarono al di là della cortina anche le loro Trabant, acquistate con i risparmi di una vita, dopo lunghe attese. Quel giorno fu ordinato alle guardie ungheresi di non intervenire.

L’Ungheria aveva da qualche tempo imboccato la strada della transizione (era stata convocata, sull’esempio della Polonia, una Tavola rotonda tra il partito e l’opposizione). Anche l’Austria, ben contenta di dimostrare che i tempi erano maturi per una maggiore integrazione, lasciò fare. Dopo quella giornata molti altri tedeschi dell’Est, migliaia, si fiondarono a Sopron e dintorni cercando di recarsi in Austria e da qui, successivamente, in Germania occidentale. Inizialmente gli ungheresi non li fecero passare, poi capirono che non potevano bloccare tutta quella gente. A settembre aprirono completamente il confine.

Il prato del picnic è oggi uno spiazzo con un monumento al centro, di stile vagamente neoclassico, che ricorda quelle vicende. C’è anche un pezzettino del muro di Berlino, a simboleggiare il ruolo di apripista del picnic paneuropeo rispetto agli eventi del novembre del 1989.

La fuga dall’Ungheria alla Germania ovest, via Austria, dimostrò in modo ancora più chiaro che i tedeschi dell’Est non erano più disposti a vivere nel loro paese. Il Muro, dunque, che aveva avuto proprio la funzione di evitare le fughe, stava perdendo il suo senso. Intorno al monumento ci sono ancora le vedette di legno utilizzate dalla guardie ungheresi per controllare la frontiera. Rimane a ricordo anche un tratto di filo spinato, la frontiera originale.

Ora il confine è aperto e vi si può accedere liberamente, non è neppure necessario mostrare la Carta di identità per scavalcare la frontiera tra l’Austria e l’Ungheria.

Matteo, Rassegna Est

Rassegna Est (http://rassegnaest.com/) racconta e spiega l’Europa balcanica, centrale e post-sovietica con una particolare attenzione alle vicende economiche. È sia un’agenzia di giornalisti che forniscono i loro contributi a varie testate, sia un portale di servizio indirizzato alle imprese italiane, la cui presenza a Est è molto radicata.

Scritto da Matteo, Rassegna Est

Rassegna Est (http://rassegnaest.com/) racconta e spiega l’Europa balcanica, centrale e post-sovietica con una particolare attenzione alle vicende economiche. È sia un’agenzia di giornalisti che forniscono i loro contributi a varie testate, sia un portale di servizio indirizzato alle imprese italiane, la cui presenza a Est è molto radicata.

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