Pillole di Vienna Un commento

La mia Austria: cosa mi affascina e cosa invece non mi piace

In Austria la gente si fida: si fida degli altri, del vicino, dello Stato, del sistema in generale. Questo concetto lo metto per primo perché è a noi sconosciuto e condiziona tutto il resto.

E quando la gente si fida, le comunità funzionano, gli anziani sono meno soli, l’indignazione muove ancora le coscienze all’azione civica, gli ultimi sono meno ultimi, i fornitori onorano i contratti, i clienti pagano in tempo,

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In Austria c’è troppa Tradizione: è bella la tradizione, quando non diventa un alibi per la chiusura mentale e un ostacolo allo sviluppo delle intelligenze. In Austria ogni anno sono più ricchi e hanno meno problemi reali. Ma hanno più paure e allora diventano più conservatori, chiusi in una torre di cristallo perfetta.

L’unica paura vera è quella di perdere ciò che hanno anche se la sensazione è che spesso nemmeno lo comprendano. La loro stampa, ad esempio, è di una superficialità e vuotezza imbarazzante. Allora ecco che l’ordine, il fare gruppo, magari tutti coi pantaloni di cuoio o vestiti da bambola di ceramica, pericolosamente vicini all’autarchia culturale, diventano la via più facile per affrontare il mondo.

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Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

Scritto da Paolo Manganiello

Vivo a Vienna dal 2004. Da più di dieci anni racconto tramite QuiVienna questa città e tutto quello che succede in Austria, con un occhio di riguardo per la comunità italiana.

1 Commento

  1. Lucia Bocchetti ha detto:

    …..la gente si fida e gli anziani sono meno soli? BAGGIANATE!!!
    Su questo punto non sono per niente d’ accordo. In un giorno qualunque ero in giro a correre e all’ improvviso vedo dall’ altra parte della strada un anziano immobile. In una mano manteneva il bastone, anzi era il bastone che manteneva lui e dall’ altra una bustina con dentro la spesa. Chissa’ da quanto tempo era lì. Senza esitare attraversai la strada e lo aiutai a salire sul marciapiede. Lui mi ringraziò e mi fece capire che si sarebbe appoggiato al muro per continuare il suo cammino. Io invece (non coscendo il tedesco), gli feci capire che lo avrei aiutato a portare lui e la sua spesa fino a casa. E così feci. Il suo portone non era lontano, ma se pur lo fosse stato lo avrei aaccompagnato fin in capo al mondo. Nel momento in cui girai le spalle per continuare la mia corsa le lacrime uscivano dagli occhi senza che io potessi fare nulla. Non riuscì a trattenere il pianto e pensavo: “Ma i familiari di quest’ uomo dove sono”? ” E le istituzioni”? Ma il problema più grande é che questo non é un caso isolato. Mi capita spesso di vedere anziani soli e non solo di quelli autosufficienti. In Italia non mi e’ mai capitato di vedere un anziano/a così in difficoltà, camminare da solo. Come minimo hanno una badante o un figlio che si prende cura di lui/lei. Sono indignata!

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