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Questo nuovo lockdown è diventato necessario, ma si poteva evitare

Ho pubblicato questo commento sul nuovo lockdown in Austria nella newsletter inviata ieri. Siccome forse molti di voi non sono ancora iscritti la pubblico anche qui. Se volete ricevere le prossime newsletter (arriva ogni lunedì, gratis), vi potete iscrivere qui.

E’ da ieri che mi chiedo chi abbia sbagliato. 
Se i cittadini, che affollano i centri commerciali e non rispettano le regole, pensando che il coronavirus sia qualcosa che tocca solo gli altri. O il governo, che non è riuscito a far capire alle persone la portata di questa pandemia, ed è arrivato impreparato alla situazione attuale.

Quello che so è che da marzo non abbiamo imparato nulla. E ora chi deve pagare sono nuovamente i bambini che non potranno andare a scuola e le famiglie che devono nuovamente prendersi in carico di tutto. Sperando sempre che questo non sia il colpo di grazia per tantissime aziende e lavoratori.

Questo nuovo lockdown è diventato necessario, ma si poteva evitare.
Sarebbe bastato che ognuno si prendesse le sue responsabilità, si comportasse da persona adulta, pensando non solo a se stessa, ma anche al prossimo. Molti cittadini lo hanno sicuramente fatto, ma tanti altri no. E questo governo non lo ha fatto, giocando invece sui proclami per sembrare forte nell’illusione che la situazione si risolvesse magicamente da sola

Nelle prossime settimane molto probabilmente il numero dei casi scenderà, e a dicembre ci daremo tutti delle grandi pacche sulle spalle dicendoci quanto siamo stati bravi. E poi? Avremo veramente imparato questa volta? O ricominceremo tutto da capo?

Il nuovo lockdown totale inizierà domani martedì 17 novembre e si dovrebbe concludere domenica 6 dicembre. Qui trovate le nuove restrizioni come quelle già in vigore.

I numeri della settimana:

  • i casi attivi in tutta l’Austria sono attualmente 76.453 (16.430 in più rispetto a sette giorni fa)
  • i ricoverati in ospedale 4.178 (+1.186), di cui 599 (+140) in terapia intensiva. I deceduti 1.829 (+418).
  • la regione più colpita è Vienna (15.429) seguita da Alta Austria (14.745), Stiria (12.238), Bassa Austria (10.064), Tirolo (7.870), Salisburgo (5.818), Voralberg (4.299), Carinzia (3.872) e Burgenland (2.188)
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“Rimaniamo uniti”: il nostro ruolo per una Vienna più tollerante

Forse in pochi lo sanno, ma il 16 novembre di ogni anno si celebre la Giornata Internazionale per la Tolleranza. La ricorrenza é stata proclamata dalle Nazioni Unite nel 1996 per celebrare l’adozione della Dichiarazione sui Principi sulla Tolleranza da parte degli Stati Membri dell’UNESCO.

La Dichiarazione afferma che “La tolleranza è rispetto, accettazione e apprezzamento della ricca diversità delle culture del nostro mondo, delle nostre forme di espressione e dei nostri modi di essere umani.“

L’Austria gode di uno stereotipo che la vede come un idilliaco paese di montagna, “Insel der Seeligen”, “L’Isola dei beati”, come la chiamano tutt’oggi i suoi abitanti. La sua capitale Vienna, città quasi ideale, forte di una millenaria tradizione di accoglienza al confine fra oriente ed occidente.

L’Austria é un paese più multietnico di quanto ci si possa immaginare. Ad oggi un quarto della popolazione austriaca ha origini straniere. A questo si aggiunge che il 17% delle persone residenti in Austria sono cittadini di altri paesi.

Vienna é lo specchio di questa diversità. Nel corso di decenni la città ha accolto un sempre crescente numero di persone da tutte le parti d’Europa e del mondo, divenendo un punto d’approdo per molti, in particolare a seguito delle grandi rivoluzioni in Est Europa e nei Balcani. Non é dunque un caso che il 45% dei suoi quasi due milioni di abitanti vengano da un contesto migratorio.

La multiculturalità ha contribuito in maniera fondamentale a plasmare Vienna per come la conosciamo oggi. Le centinaia di migliaia di persone giunte nella capitale hanno trovato spazio ed opportunità per poter esprimere la propria cultura e costumi, costruendo un variegato mosaico sociale.

L’attentato terroristico dello scorso 2 Novembre ha però frantumato l’incantesimo di Vienna come città perfetta, armoniosa e multietnica ed evidenziato nel più doloroso dei modi la sottile linea tra tolleranza ed indifferenza.

Forse Vienna non é così tollerante come la si immaginava? Forse quella che si considerava multiculturalità é solamente una superficiale e disinteressata coesistenza?

La Dichiarazione precisa che “La tolleranza non è concessione, condiscendenza o indulgenza ma un’attitudine proattiva” di riconoscimento.

Per essere veramente tolleranti non ci possiamo limitare ad una superficiale indifferenza ma dobbiamo impegnarci a capire le variegate unicità che ci circondano ed agire per fare in modo che tutti possano godere degli stessi diritti e di pari opportunità per la realizzazione delle loro aspirazioni. Apertura e dialogo sono elementi costitutivi del concetto stesso di tolleranza.

Noi Italiani in Austria siamo al centro di queste dinamiche. Siamo immigrati noi stessi, posti davanti ai diversi problemi con cui molte altre persone si confrontano vivendo in una città ed in una cultura in cui non sono nati.

Nel periodo immediatamente successivo all’attentato terroristico di Novembre, lo slogan “Wir Halten Zusammen”, “Rimaniamo uniti” é stato usato dai cittadini di Vienna per sottolineare lo spirito di solidarietà ed accoglienza della città. É anche nostra la responsabilità di realizzare questa nobile dichiarazione di intenti, cominciando dal conoscere davvero chi ci sta a fianco.

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La lunga notte di Vienna. Una riflessione sull’attentato del 2 novembre

Sono passate appena 24 ore ma lo shock è ancora grande. Vivo a Vienna da 15 anni e per me questa città è sempre stata un’isola felice.

Dove si può passeggiare a tarda notte senza paura, dove tutti rispettano le regole e la società civile è ancora importante. Dove convivono popoli, religioni e modi di vivere completamente diversi in una sola grande città multiculturale.

Ma tutto questo ieri qualcuno ha cercato di portarcelo via. Con un attentato, in pieno centro, tra i bar ed i ristoranti dove le persone stavano trascorrendo ancora qualche ora insieme prima dell’inizio del nuovo lockdown.

Un terrorista ha deciso che questo non andava bene. Kujtim F., ventenne austriaco di origine nord-macedone ha aperto il fuoco su passanti e chiunque fosse nelle vicinanze, uccidendone 4 e ferendone – anche gravemente – oltre 20.

Era già stato arrestato in passato per i suoi legami con il mondo radicale e per aver provato ad andare in Siria con lo scopo di unirsi all’ISIS. Era stato poi rilasciato dopo un programma di riabilitazione che ha indubbiamente fallito.

Un atto solitario, ma che si lega ad una scia di terrore presente in tutta Europa da tanti, troppi anni, e che ora ha raggiunto anche l’Austria.

Gli esperti si aspettavano che prima o poi un attentato sarebbe potuto accadere. Vienna è una capitale nel cuore dell’Europa, con sede di molte organizzazioni internazionali, come l’ONU e l’OPEC, e non è esente dalla presenza di persone radicalizzate.

Le lotte di potere che hanno segnato i servizi segreti ed antiterrorismo austriaci negli ultimi anni – con anche una commissione parlamentare – portando a conflitti anche con gli altri partner europei, hanno inoltre indebolito la capacità di sorveglianza ed analisi dello Stato.

Tutte queste criticità ieri sera si sono scontrate con la cruda realtà della tragedia che ha colpito la popolazione.

Tra i tanti discorsi il ministro dell’Interno ha annunciato che sarà necessario un ripensamento dei programmi di controllo e riabilitazione delle persone radicalizzate, vedremo nei prossimi mesi come questi annunci si trasformeranno in fatti.

Ora è il momento del lutto e della riflessione. Per le vittime, per tutti i feriti e per tutti coloro che sono stati testimoni di questo attentato e dovranno superare la paura.

Ma poi bisognerà anche rialzarsi. Capire dove si è sbagliato, perché questo è stato possibile, e fare in modo che non si ripeta mai più.

E la mia Vienna tornerà quella di prima, scorbutica ed un po’ scontrosa ma come sempre aperta a tutti, di qualunque nazione, etnia o religione.

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Secondo lockdown in Austria: regole e provvedimenti

Visto il drammatico aumento dei nuovi casi di Coronavirus in Austria nelle ultime settimane, il governo ha annunciato ieri durante una conferenza stampa un nuovo lockdown per tutto il Paese.

Le nuove regole entreranno in vigore da martedì 3 novembre e saranno al momento limitate fino a fine mese.

Questi i provvedimenti principali:

  • Sarà vietato lasciare la propria abitazione dalle 20 alle 6. Fanno eccezione motivi di lavoro, passeggiate (senza contatto con altre persone) e motivi di salute o assoluta necessità.
  • Tutti gli eventi, sia all’aperto che al chiuso, saranno vietati, indipendentemente dal numero di partecipanti.
  • Tutte le attività legate al tempo libero, come teatri, cinema, palestre, musei, piscine, zoo e simili rimarranno chiuse.
  • Anche i bar e ristoranti saranno chiusi. Sarà possibile il cibo da asporto come anche le consegne a domicilio.
  • Rimarranno invece aperti negozi, supermercati e parrucchieri, con la limitazione di un cliente ogni 10 metri quadrati.
  • Anche gli asili e le scuole dell’obbligo rimarranno aperte. Le scuole superiori come le università dovranno applicare l’insegnamento a distanza.

Rimangono inalterati gli altri provvedimenti già in vigore:

  • obbligo di indossare la mascherina in tutti i mezzi pubblici, taxi e presso qualunque luogo al chiuso accessibile al pubblico. Le visiere e protezioni in plastica non sono permesse.
  • tenere la distanza di almeno 1 metro tra le persone che non siano dello stesso nucleo familiare.

Al momento non sono previste limitazioni sugli spostamenti sia all’interno dell’Austria che con l’Italia.

Per rimanere aggiornati sugli ultimi provvedimenti rimando come sempre alla pagina ufficiale del Ministero della Salute austriaco e a quella dell’Ambasciata d’Italia a Vienna.
Austria Un commento

7 podcast da ascoltare su Vienna e l’Austria

E’ oramai da qualche anno che i podcast stanno diventando sempre più popolari.

Grazie alla possibilità di ascoltarli con gli smartphone o al computer, sono un ottimo modo per ascoltare contenuti originali e di nicchia che altrimenti non si troverebbero altrove.

Anche in Austria il fenomeno dei podcast sta crescendo, con produzioni interessanti e di qualità sempre maggiore.

Ho pensato quindi di segnalarvene alcuni: ovviamente sono in tedesco, ma quasi tutti con una parlata semplice da ascoltare (e poi si possono mettere in pausa o riascoltare in ogni momento). In fondo alla lista ne trovate anche uno in italiano!

Erzähl mir von Wien: Edith (Michaeler) e Fritzi (Kraus) portano gli ascoltatori alla scoperta di Vienna, delle sue storie, di personaggi curiosi e aneddoti poco conosciuti. Per tutti coloro che credono di conoscere già ogni angolo di Vienna (erzaehlmirvon.wien)

Ganz offen gesagt: un podcast che parla di politica (austriaca) e di tutto quello che ci ruota attorno. In ogni trasmissione intervengano esperti di rilievo nazionale per approfondire l’attualità ed i temi del momento (ganzoffengesagt.simplecast.com)

Flip the Truck: per chi vuole conoscere il cinema austriaco (e tedesco), questo podcast vi porterà alla scoperta delle ultime uscite ma anche di pellicole (semi)sconosciute, dei festival e delle novità dal mondo dello spettacolo (flipthetruck.com)

Falter Radio: la redazione della rivista Falter commenta i principali temi della settimana, con dibattiti accesi, interviste ai protagonisti e un punto di vista mai banale. (falter.at/falter/radio)

Darf’s ein bisserl Mord sein?: un podcast “true crime” che racconta storie di delitti, criminali e misteri successi a Vienna e in Austria. Per chi ama il mistero! (darfseinbisserlmordsein.com)

Stadt Wien Podcast: prodotto dal comune di Vienna, in ogni puntata si parla di un tema legato alla città o ad una fascia della popolazione (i giovani, gli immigrati, gli anziani, ecc.). (wien.gv.at/medien/podcast)

Vino Servus Pod: l’unico podcast italiano di questa lista, parla di vino e cibo a Vienna (in italiano e in tedesco). Creato da Francesca Romana Cordella, esperta di vino, da molti anni a Vienna e che gestisce anche l’omonimo blog. (anchor.fm/vinoservus)

Elezioni Lascia un commento

I risultati finali delle elezioni di Vienna

Sono stati finalmente pubblicati i risultati definitivi delle elezioni di Vienna. Lo spoglio è durato fino a martedì notte a causa dei voti per posta, che per questa elezione sono stati più di 300.000.

Questi i risultati per il consiglio comunale (Gemeinderat), tra parentesi la differenza rispetto al 2015:

  • SPÖ: 41,6% (+2,03%)
  • FPÖ: 7,1% (-23,7%)
  • GRÜNE: 14,8% (+2,9%)
  • ÖVP: 20,4% (+11,1%)
  • NEOS: 7,5% (+1,3%)
  • Team HC: 3,2%
  • LINKS: 2,1% (+0,9%)
  • BIER: 1,8%
  • SÖZ: 1,2%
  • Altri: 0,2%

I numeri parlano chiaro: il partito socialdemocratico del sindaco Michael Ludwig è il grande vincitore.

Alla sua prima elezione, con il partito a livello federale all’opposizione e in grave crisi e nel bel mezzo della pandemia, è riuscito comunque ad aumentare i consensi rispetto al 2015, ed ha ora la possibilità di scegliere il partner di coalizione a lui più congenito.

Importante é anche il risultato dell’ÖVP che, trainato dal “fattore governo” e da programma basato sulle politiche del cancelliere Kurz, ha raccolto molti dei voti della destra raddoppiando i consensi rispetto a 5 anni fa.

I grandi perdenti sono invece l’FPÖ che passa dal secondo al quinto posto, e Heinz-Christian Strache che non è riuscito a superare la soglia di sbarramento.

Negativa è stata anche la partecipazione, che si è fermata al 65,3% degli elettori, rispetto al 74,8% della scorsa volta.

A livello distrettuale, dove anche noi italiani abbiamo potuto esprimere il nostro voto, i risultati hanno portato ad alcune novità.

L’SPÖ è riuscito a diventare nuovamente il primo partito nella Leopolstadt (2. distretto), negli ultimi 5 anni governata dai verdi, come anche a Simmering (11. distretto) che aveva perso per solo 100 voti contro l’FPÖ.

Infine i verdi hanno ottenuto la maggioranza dei voti nella Josefstadt (8. distretto), governata fino ad ora dall’ÖVP.

Se volete analizzare i risultati nel dettaglio vi rimando alla pagina ufficiale del comune di Vienna.

Elezioni Lascia un commento

Elezioni di Vienna: anche il nostro voto è importante

Il prossimo 11 ottobre i cittadini Viennesi ed Austriaci sono chiamati a rinnovare la composizione del Consiglio Comunale (Gemeinderat) e del Governo dello Stato Federale (Landesrat) di Vienna.

Lo stesso giorno tutti i cittadini Europei con domicilio a Vienna avranno la possibilità di votare per la Rappresentanza (Bezirksrat) del Distretto (Bezirk) in cui risiedono.

Scegliendo un partito e, se desiderano, dando una preferenza ad un individuo sulla lista del partito scelto, gli elettori andranno a comporre una assemblea formata da un numero variabile tra 40 e 60 membri a seconda delle dimensioni del Distretto.

Le motivazioni che ci dovrebbero convincere ad andare a votare sono due.

La prima, è pratica. La nostra scelta avrà un impatto diretto sul quartiere in cui viviamo e quindi sulla nostra vita quotidiana. Le Rappresentanze Distrettuali sono organi municipali decentralizzati, che realizzano le politiche Comunali (decise dal Gemeinderat di Vienna), ed hanno al contempo l’indipendenza di prendere decisioni a livello locale in materia di bilancio, urbanistica ed ambiente.

Per fare degli esempi concreti: sono le Rappresentanze che decidono riguardo l’allocazione di fondi per diverse iniziative locali, l’organizzazione della raccolta dei rifiuti, la pianificazione delle aree verdi, la gestione del traffico, la redazione di piani di sviluppo urbanistico, l’amministrazione delle scuole e lo sviluppo di programmi educative e culturali.

I membri delle Rappresentanze Distrettuali hanno poi il diritto di contribuire al lavoro del Consiglio Comunale quando questo discute provvedimenti che avranno un impatto sui rispettivi quartieri.

La seconda ragione, è di natura morale. Il voto di noi Italiani in Austria è un diritto ed una responsabilità. Ha un valore che va al di là della città di Vienna, e porta con sé un significato più grande.

La possibilità per noi cittadini italiani di prendere equamente parte ad elezioni municipali in Austria, per quanto a Vienna solo a livello distrettuale, è la realizzazione del progetto di integrazione europeo plasmato quasi 30 anni or sono.

Nei trattati che hanno messo nero su bianco i valori su cui l’Unione Europea si fonda, viene garantito il diritto a tutti i cittadini dell’Unione di votare e poter essere eletti nella municipalità in cui risiedono, ovunque essa sia in Europa. Andando a votare l’11 Ottobre non saremo più solamente italiani ma diverremo Europei.

Partecipare alle elezioni nel nostro Bezirk è al contempo una responsabilità. Responsibilità di curarci del bene comune, contribuendo la nostra visione al futuro del nostro quartiere. Questo nel rispetto dei nostri concittadini, della comunità che ci ha accolto e del posto in cui oggi viviamo.

Infine è importante ricordare che questo nostro diritto di voto si tramuta in un privilegio rispetto a molte altre persone che vivono a Vienna. Il 16% dei residenti Viennesi, pari a circa 250 mila persone, infatti non ha la possibilità di esprimere in alcun modo le proprie preferenze su come la città viene governata.

Un atto semplice come quello di tracciare un segno su di una scheda elettorale, diventa quindi qualcosa di più. È confermare il nostro supporto ai principi della democrazia, quali pluralismo, rispetto, integrazione e bene comune. Principi su cui si fonda l’Unione Europea, su cui dovremmo costruire il nostro rapporto con le persone che ci circondano e difendere allo strenuo delle forze.

Potete trovare informazioni più dettagliate sul come votare qui https://www.wien.gv.at/menschen/integration/pdf/wahlhilfe-italienisch.pdf

Abitare a Vienna 2 commenti

6 siti web per trovare una stanza in affitto a Vienna

Pochi giorni fa sono venuto a conoscenza che il sito web Jobwohnen non è più attivo. Forse a chi è da poco a Vienna non dirà molto ma per i più “anziani” è stato un portale storico per cercare stanze in affitto. Anche io lo usai nel lontano 2008 per trovare la mia prima “WG-Zimmer”.

Questo non vuol dire che nessuno affitti più stanze a Vienna, al contrario. La maggior parte degli studenti, ma anche molti giovani lavoratori, vivono in appartamenti condivisi. I vantaggi sono molteplici: il costo è molto più basso rispetto ad un appartamento, è un’ottima possibilità per conoscere nuove persone e non sono necessarie troppe garanzie economiche.

Ho fatto quindi qualche ricerca per trovare dove si sono spostate le offerte e scoperto – non era poi tanto difficile – che la piattaforma più usata è diventata Facebook.

In particolare ci sono due gruppi con oltre 60.000 iscritti dove ogni giorno vengono pubblicati moltissimi annunci di stanze in affitto:

Oltre a questi ci sono poi alcuni portali di inserzioni classiche che risultano particolarmente attivi:

Insomma se siete alla ricerca di una stanza in affitto a Vienna tramite questi link troverete sicuramente quello che fa al caso vostro. Riguardo a consigli in generale su come ottenere la stanza e le cose a cui fare attenzione vi rimando ad alcuni articoli scritti in passato ancora validi:

Se conoscete altri portali – o avete consigli – per trovare una stanza in affitto a Vienna, i commenti sono come sempre a vostra disposizione! 

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I risultati del referendum sul “taglio dei parlamentari” in Austria e all’Estero

Si è concluso ieri sera lo scrutinio del referendum costituzionale relativo al cosiddetto “taglio dei parlamentari”.

In base ai dati finali pubblicati dal Ministero dell’Interno, il SI ha vinto con il 69,64% dei voti contro il 30,36% di NO. Anche se non sarebbe stato necessario un quorum, l’affluenza è stata comunque del 53,84% degli elettori.

Il voto degli italiani residenti all’estero è stato ancora più netto, il SI ha infatti prevalso col 78,24% dei voti, contro il 21,76% dei NO. La partecipazione in questo caso è stata però molto più bassa, con solo il 23,30% degli aventi diritto (1.057.211 su 4.537.308).

Risalta come già in passato l’alto numero di schede nulle dall’estero, quasi il 10% (98.174) del totale. Essendo in Italia questo valore rimasto nella norma (0,5% dei voti totali), potrebbe essere una chiara indicazione che le modalità di voto per corrispondenza debbano essere migliorate.

Analizzando l’Austria nello specifico, anche qui il SI ha vinto con il 74,07% dei voti contro il 25.93% dei NO. La partecipazione è stata del 30,62% (8.728 su 28.508 aventi diritto). Le schede nulle 458, quelle bianche 30.

I risultati nel dettaglio, sia per l’Austria che per l’estero, sono disponibili sul sito web Eligendo.

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Elezioni di Vienna 2020: partiti, candidati e sondaggi

Manca meno di un mese all’11 ottobre 2020, quando a Vienna si terranno le elezioni per rinnovare sia il consiglio comunale/regionale (Landtags- und Gemeinderatswahl), che quelli dei singoli distretti (Bezirksvertretungswahl).

Come avevo già scritto nell’ultimo articolo anche noi italiani residenti a Vienna siamo chiamati a fare la nostra parte, anche se solo per il distretto in cui abitiamo.

Per tutti coloro che vivono da poco a Vienna o non seguono molto la politica (e naturalmente anche per chi ne vuole sapere di più), ho pensato di riassumere in questo articolo i vari partiti e candidati che si presenteranno, di cui – tra manifesti e apparizioni televisive – sentirete sicuramente parlare durante le prossime settimane:

SPÖ: il partito socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Österreich) si presenta con l’attuale sindaco Michael Ludwig come capolista. Questi nel 2018 ha preso il posto di Michael Häupl al governo della città (un passaggio di consegne prima delle elezioni tipico dell’Austria) e si pone per la prima volta al verdetto degli elettori. Al momento i sondaggi lo danno in netto vantaggio rispetto a tutti gli altri partiti, con il 41% dei voti (in crescita rispetto al 39% del 2015)

Die Grüne: il partito dei verdi forma da oramai 10 anni una coalizione con i socialdemocratici nel consiglio cittadino. Anche per loro c’è stato un avvicendamento prima delle elezioni, con Birgit Hebein che è diventata segretario del partito di Vienna e vice-sindaco al posto di Maria Vassilakou. I sondaggi li vedono al 14-15% (nel 2015 ottennero il 12% dei voti)

ÖVP: il partito popolare (Österreichische Volkspartei) ha deciso di puntare sull’attuale ministro delle finanze Gernot Blümel come capolista e su una proposta politica orientata molto a destra per raccogliere i voti del partito della libertà (FPÖ). Questa strategia sembra aver successo con i sondaggi che li danno intorno al 20%, circa il doppio delle elezioni precedenti.

FPÖ: il partito della libertà (Freiheitliche Partei Österreich) si presenta alle elezioni con Dominik Nepp, che ha preso in mano la sezione di Vienna dopo lo “scandalo Ibiza”. I sondaggi prevedono un risultato intorno all’11% , in netto calo rispetto al 30% delle elezioni precedenti.

NEOS: il partito di stampo liberale punta su Christoph Wiederkehr, segretario a Vienna dal 2018 ma ancora poco conosciuto mediaticamente. I sondaggi li vedono intorno al 7%, in linea con il risultato del 2015.

Team HC Strache: il nuovo partito di Heinz-Christian Strache, con cui sta cercando di rilanciare la sua carriera politica. Ε’ molto seguito dai media (più per curiosità che altro) e i sondaggi lo danno intorno al 5%, potrebbe quindi riuscire a superare la soglia di sbarramento.

A questi vanno aggiunti anche i vari partiti “minori” come Links, Bierpartei e Soziales Österreich der Zukunft , che si candidano per il consiglio comunale ed i molti altri presenti solo sulle schede di alcuni  distretti, ma tutti ampiamente al di sotto della soglia di sbarramento (4%).

Riguardo al “dopo-elezioni”, come sempre nessuno dei partiti si vuole sbilanciare su eventuali coalizioni prima di vedere il risultato. Ma sebbene numericamente le possibilità – in particolare per i socialdemocratici – sarebbero molteplici, è molto probabile che venga proseguita l’attuale coalizione con i verdi.

A causa della situazione legata al coronavirus saranno purtroppo pochi gli eventi elettorali dal vivo, ma per chi vuole approfondire le posizione dei singoli partiti e candidati è possibile come sempre consultare i siti web ed i profili social presenti un po’ ovunque.